il futuro degli scacchi?

Scritto da:  | 4 Maggio 2020 | 49 Commenti | Categoria: Attualità, Zibaldone

Spopola in questi giorni l’intervista a un alto papavero scacchistico che annuncia (semplifico) l’intenzione della Fide di spostare armi e bagagli su internet. L’articolo sta facendo il giro del pianeta in un crepitare di commenti entusiasti: la direzione è quella giusta, bisogna marciare al passo con i tempi, cos’altro si poteva fare in questa situazione e via approvando.
A sentire gli osservatori pare che l’unico problema sia il cheating. Mi chiedo però se qualcuno ha preso in considerazione le ricadute che il trasloco potrebbe avere sull’indotto.
Spiego. Queste settimane hanno dimostrato che finora – mai dire mai – i supergm non hanno bisogno di andare a Wijk aan Zee per guadagnarsi la pagnotta. Vincendo la Banter Cup, Firouzja ha intascato 14 mila bigliettoni; Carlsen, con il suo invitational, ne ha presi (mi pare) 70 mila su un montepremi di 250 mila. Esiste però un esercito di professionisti, o aspiranti tali, che supergm non sono e che di andare a Wijk aan Zee (dico così per non dire al festival estivo o al weekend a cinque turni in modo da non dare l’impressione di sminuire) avevano bisogno. Siamo certi che internet riuscirà a garantire premi e ingaggi anche a costoro?
Ieri mi sono collegato un’oretta al sito che trasmetteva la finale (Carlsen-Nakamura) dell’evento più strombazzato di questi giorni. Non sono molto pratico e quindi può darsi che abbia preso una cantonata, ma lo schermo mi faceva solennemente sapere che insieme a me c’erano altri 29 mila spettatori. Siamo certi che sia una cifra capace di ingolosire i grossi sponsor?
Portare un torneo su una piattaforma on line sembra semplicissimo: vai sul sito, apri la mascherina, clicchi di qua, clicchi di là e zac, il Bianco è in moto. Organizzatori laureati, arbitri con il pedigree, sedie, scacchiere, pezzi in legno, orologi, sede di gioco, mecenati, ambascerie negli uffici del Comune e tra gli albergatori non servono più. Alla faccia di chi lavorava tutto l’anno per proporre qualcosa di decente.
Capitolo istruttori. Poteva far sorridere l’idea del 1.500 che assumeva un personal trainer per stilare un piano quinquennale che gli permettesse di salire a 1.700, ma era comunque una parte essenziale del movimento (e poi sono convinto che ognuno ha il diritto di coltivare la sua passione come gli pare). Supponiamo che, se non tutto, quasi tutto finisca su internet. Di cosa ho bisogno per le mie battaglie on line? A che mi servono quattro ore di seminario sulle delicate sfumature della Catalana in vista di una partita a 3 minuti? Per non parlare di bullet, ultrabullet e altre diavolerie. Supponiamo inoltre che mi punga la vaghezza, io che non ho mai istruito nessuno, di dispensare istruzioni a destra e a manca: chemifrega del diplomino Fsi se posso aprire un canale Youtube, fare un video intitolato “Come dare scaccomatto in dieci mosse”, oppure “Come battere il tuo avversario con il premove”, e darmi arie da influencer? Uno dice: certo, ma il mercato si regola da sé, nei commenti scriveranno che il video è uno schifo, che tu sei un truffatore, e nessuno verrà più a cercarti. Bene. E io farò altrettanto con i video degli altri. Anche dei migliori. Dai, un po’ è già così. In futuro potrebbe essere peggio. Una gazzarra dove se non sei del ramo ti sarà impossibile distinguere tra il buono e il cattivo.
Non voglio farla troppo lunga e quindi vi rispamio il sermone su secondi, allenatori (cercheranno novità teoriche da impiegare nelle semilampo?), commissari tecnici e altre categorie dello spirito.
Questo mi sembra lo stato dell’arte. Ovviamente la stragrande maggioranza degli scacchisti sono dilettanti che dovranno soltanto cambiare le loro abitudini. Ma ce ne sono anche molti che, ragionevolmente, non si contentano del puro diletto. E comunque, dilettanti o no, fino a pochi mesi fa erano in tantissimi a crucciarsi perché il movimento non assumeva vesti più professionali e più attraenti per il pubblico. Dicono che nelle crisi chi ci rimette di più sono sempre i poveri. Non lo so. Ma se non correggono la rotta e vanno avanti così, a testa bassa, la vedo molto dura.
PS: Non sono convinto che giocando solo on line una schiappa a tavolino possa diventare grande maestro. Ma di questo forse parlerò in un’altra occasione. In ogni caso, per il momento non intendo fare video su Youtube.

avatar Scritto da: Bracciolento (Qui gli altri suoi articoli)


49 Commenti a il futuro degli scacchi?

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    Mongo 4 Maggio 2020 at 18:57

    Sono d’accordo con due piccole eccezioni, che però confermano quanto tu dici.
    In quale festival vedi anche solo 50/100 (non dico 29.000) spettatori? Questo potrebbe accrescere gli sponsor, magari meno soldi ma più sponsor con l’effetto che il montepremi non varierebbe.
    Giocando su internet i GM meno noti o gli organizzatori hanno meno spese di viaggio e di soggiorno da pagare e giocando da casa non si avrebbero problemi di barriere architettoniche e sarebbe uno ‘sport’ praticabile da tutti.
    C’è il problema dèi cheating da risolvere, che a cadenze da torneo può essere un grosso problema.
    In ogni caso gli scacchi senza due scacchisti, uno in fronte l’altro, non sono scacchi.

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    Patrizia 4 Maggio 2020 at 19:21

    Che dire,a me l’avversario “fisico” manca e dichiaro di essere una schiappa.
    Sono una socia dell’Accademia scacchistica romana e pensare che tutto il nostro lavoro di appassionati “DILETTANTI” potrebbe andare perso mi dispiace tantissimo.Un luogo fisico dove giocare è pieno di ricordi,di risate ,di piccoli dolori…
    Quando spingevo quella porta ed entravo nel mio mondo di favola ero felice, lo ammetto.

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      Lucia 4 Maggio 2020 at 19:37

      Io, riprendendo il mio commento a un altro post, non sento nessuna mancanza: oltre appunto a risparmiare alle mie narici il tanfo dei circoli, non noto nessuna differenza in quanto a “contatto umano” tipico degli scacchisti giocando online o dal vero.

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        fabrizio 5 Maggio 2020 at 12:37

        Cara Lucia, fai proprio venire la curiosità di chiedere: ma che narici hai? :) E se rispondi “normali”, la successiva: ma quali circoli e scacchisti frequenti? :o

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          Lucia 5 Maggio 2020 at 21:10

          Fabrizio, ma in che mondo vivi? Non mi dire che non l’hai mai sentito quell’odore rancido di stalla quando, dal di fuori, entri in una
          qualunque sala dove stanno giocando un torneo? Oppure quel bel profumino di Emmental andato a male che aleggia nei circoli intorno alle scacchiere
          più gettonate? E per fortuna che non si può più fumare! Dimmi la verità: sono ambienti ove ci porteresti dei ragazzi? Per non parlare
          poi del turpiloquio e del sessismo da caserma che condisce il dialogo standard degli scacchisti.

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            Uomo delle valli 5 Maggio 2020 at 21:13

            Be’, se posso esser sincero, diciamo che non hai tutti i torti.

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            Uomo delle valli 5 Maggio 2020 at 21:14

            Scusate se rompo: che fine ha fatto il mio articolo? :o

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            Mattia Pepoli 5 Maggio 2020 at 21:21

            Non ti sembra di esagerare un filino? Mi sembri come quel tipo che una volta è arrivato alla Scacchistica e ha aperto una confezione di Gorgonzola: “per purificare un goccino l’aria!” fa lui. Gli avrei messo le mani addosso!

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            fabrizio 6 Maggio 2020 at 01:23

            “odore rancido di stalla”, “in una qualunque sala”, “profumino di Emmental andato a male”, ” turpiloquio e sessismo da caserma che condisce il dialogo standard degli scacchisti”.

            Premesso che la mia attività scacchistica è attualmente abbastanza limitata, la mia esperienza diretta di tanti anni non è stata così traumatica (o forse è una questione di sensibilità olfattiva?). Io vivo ed ho vissuto nel mio mondo, che evidentemente non è, e non è stato, per mia immeritata fortuna, il tuo (tu sei stata invece molto sfortunata, avendo avuto esperienze così negative, che ti spingono ad affermazioni un po’ forti e di sicuro esagerate).
            Un’ultima considerazione: gran parte dei tornei, in Italia, si svolge nel periodo estivo e spesso in locali ristretti che non sempre garantiscono condizioni di temperatura ottimali; accusare i partecipanti che sudano, in queste condizioni, mi pare confondere e distribuire le responsabilità in maniera impropria. Riguardo il turpiloquio e il sessismo da caserma, dovrei ripetere la domanda: ma tu che ambienti scacchistici frequenti?
            In tutti i casi etichettare tutti o gran parte degli scacchisti come “sporcaccioni che non si lavano”, o come gente che si dedica al turpiloquio ed a pratiche consimili, mi pare oltre che non vero anche assai poco elegante. Senza considerare che le generalizzazioni di questo tipo sono spesso l’anticamera del razzismo.
            Concludo anch’io poco elegantemente con una battutaccia romanesca, di cui ti chiedo scusa in anticipo, “ma che c’ai la puzza sotto ar naso?” (spero che il senso sia chiaro a tutti).
            Con affetto , da parte di qualcuno che potrebbe probabilmente avere l’età di tuo padre o di tuo nonno.

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              Lucia 6 Maggio 2020 at 08:59

              Ma certo, Fabrizio, un classico: in Italia quando metti a fuoco un problema o qualcosa che non va diventi automaticamente tu il problema, ovvio.

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                fabrizio 6 Maggio 2020 at 10:46

                Cara Lucia, vedo con dispiacere che adesso ti atteggi a vittima. Se leggi con un minimo di attenzione il mio post, dovresti capire che io ho criticato le “tue” espressioni (riportate in parte in testa al post, risparmiandotene altre, tipo “tanfo dei circoli” “saponetta, ragazzi, saponetta”;)e le tue improprie generalizzazioni. Se per te questo significa mettere a fuoco un problema…
                Io mi sono permesso di dare il mio parere, abbastanza distante dal tuo, che reputo, e lo ripeto, eccessivo e poco elegante.
                Se poi tu ti offendi per la scherzosa battutaccia romanesca (di cui ho chiesto scusa in anticipo), beh! mi fai venire altri dubbi…

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              Luigi O. 6 Maggio 2020 at 10:38

              Fabrizio, al di là dei poco nobili riferimenti che fa Lucia alle attitudini igieniche degli scacchisti io tuttavia non trovo che abbia tutti i torti: non ho mai trovato altro ambiente ove ci fosse una maggior densità di complessati, repressi, disadattati e falliti che non tra gli scacchisti. Dimmi in tutta sincerità se non sei d’accordo.

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                fabrizio 6 Maggio 2020 at 15:10

                Caro Luigi, riguardo la tua opinione che nel mondo degli scacchi ci sia una concentrazione elevata di complessati, repressi, disadattati e falliti non sono molto d’accordo. Che ci siano scacchisti del genere è ovvio, diciamo pure “normale”, ma non credo che tra gli scacchisti siano la maggioranza o che ci sia una concentrazione molto più alta che altrove.
                Io ho una mia teoria in proposito: dato che gli scacchi, per loro natura, sono anche un combattimento tra personalità, vengono più facilmente alla luce gli aspetti psicologici che tu citi (oltre a molti altri) e che, in altri ambienti, sono più facilmente nascosti; questo può dare l’impressione che tu hai di maggiore concentrazione di individui dei tipi da te citati. Sono convinto, per mia esperienza personale e non solo (basta leggere alcuni libri che parlano di psicologia applicata agli scacchi), che poche cose come gli scacchi permettono di capire abbastanza rapidamente il tipo psicologico che si ha di fronte, con i suoi pregi e difetti caratteriali (aggressività, passività, complessi di superiorità o inferiorità, originalità o conformismo, ecc,).
                Quando incontro (e dopo averle conosciute un po’ ) persone del genere descritto, solo nei casi più gravi e fastidiosi cerco in seguito di evitarle. Nota bene: ho detto solo per i casi più gravi e fastidiosi; per la maggior parte degli altri un minimo di considerazione e comprensione (che in fondo è quello che cercano) può fare molto bene.
                Ma toglimi una curiosità: tu, per fare queste affermazioni e confronti, quali altri ambienti di circoli o sociali hai frequentato?

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                  Luigi O. 6 Maggio 2020 at 15:20

                  Grazie Fabrizio per le tue delucidazioni che in gran parte condivido e faccio mie.
                  Accolgo poi, nel mio piccolo, l’invito degli amministratori di questo bellissimo sito a mantenere un tono pacato e civile, quindi per me la discussione finisce qui con piena soddisfazione del trattamento ricevuto.
                  Spero di seguirvi ancora per tanto tempo fa e scusate ancora l’intromissione.

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            Joe Dawson 6 Maggio 2020 at 09:14

            Lucia, cerca comunque di essere più precisa, per favore: stai parlando di Emmental o di Gruviera? =))

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        Angelo Paglia 6 Maggio 2020 at 09:35

        Da chi un circolo lo ha per anni gestito e lasciato proprio per le ottuse idee degli scacchisti, trovo che questo commento, e tutte le repliche che seguono lo dimostrano, è uno di quei motivi (in fondo questa è una immagine, e molto comune, della Nostra Disciplina) per cui i circoli sono poco frequentati. Inoltre guai a dire che gli scacchisti sbagliano! Sia mai!

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          Paysandu 6 Maggio 2020 at 09:52

          Angelo: con un unico aggettivo hai espresso alla perfezione la definizione della categoria: ottusi. So che generalizzare è comunque sbagliato ma mi è piaciuto tantissimo il tuo intervento. Personalmente non so se come categoria si trovino appena un gradino sopra (o sotto) dei militari.

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            Hugo 6 Maggio 2020 at 10:17

            Ti sbagli caro Paysandu: peggio degli scacchisti, in quanto a ottusità, ci sono solo i loro arbitri.

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          Doroteo Arango 6 Maggio 2020 at 09:53

          Chi è che aveva detto che gli scacchi sono solo uno stupido espediente per far credere a degli emeriti fannulloni che stanno facendo qualcosa di molto intelligente?!? ;)

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            Pavesino Sottile 6 Maggio 2020 at 10:19

            Adesso col gioco on line che lo fanno veloce veloce si crederanno ancora più intelligenti :(

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              Paysandu 6 Maggio 2020 at 10:32

              Allora in effetti il gioco online un grosso merito ce l’ha davvero: ti permette di non dover più sottostare all’arroganza e alla supponenza degli arbitri, che dite?

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    The dark side of the moon 4 Maggio 2020 at 20:08

    Sono d’accordo con Bracciolento, il gioco on line è altra cosa; i tornei veri li fai a tavolino. Chi afferma il contrario non sa di cosa parla. Questo vale per il 99% dei giocatori di scacchi (dall’NC al GM). Carlsen e soci rappresentano la punta di un iceberg che ha alla base una cultura millenaria di milioni di appassionati in tutto il mondo. Se si ignora questo, crolla tutto quel poco che è rimasto. Il gioco on line è comunque un aspetto positivo che permette a chi non ha la possibilità di disputare tornei dal vivo o a chi non piace impegnarsi a certi livelli, una valida alternativa. Ma non paragoniamolo agli scacchi giocati a tavolino.
    Mi dice scherzosamente un caro amico, quanto ci capita di parlare delle partite che giochiamo tra noi sui vari server, :”vedo che ti piacciono i videogame….”.

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    Paysandu 4 Maggio 2020 at 20:08

    Avete voluto la tecnologia?
    Bene, adesso pedalate :p

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    Luigi O. 4 Maggio 2020 at 21:22

    Non lo so, ci sorprendiamo? Non voglio passare per il vecchio nostalgico (anche se ammetto di esserlo) ma si tratta semplicemente dell’ennesimo cambiamento dei tempi.
    Una volta per ascoltare della musica o imparavi a suonare uno strumento o andavi a teatro e ai concerti, poi venne un giorno che arrivarono grammofoni, radio, dischi e cd, ora c’è YouTube.
    Una volta per vedere la tua squadra andavi allo stadio, e chi non poteva aveva Roberto Bortoluzzi e la sua allegra brigata, ora c’è Sky.
    Una volta per la barba e i capelli andavi al salone, poi sono arrivati i bilama e le macchinette elettriche.
    Una volta per sapere quello che succedeva nel mondo scendevi in edicola e compravi il quotidiano.
    Una volta per sapere aver notizie di un amico lontano prendevi un foglio di carta, una penna e gli scrivevi una lettera, e aspettavi che arrivasse il postino per portarti la sua, ora c’è Whatsapp.
    Esistevano anche i libri, i calzolai, i lampionai, i materassai, i lustrascarpe, gli spazzacamino e tanti bei lavori che ora vi fanno sicuramente sorridere.
    I miei nipoti però hanno lo smartphone, anche prima del virus con gli amici neppure si vedevano più tanto, e neanche -ora che le telefonate sono illimitate- si chiamano: si mandano un vocale, e quando quelle rare volte si devono incontrare per forza son sempre lì a digitare mille messaggi e si sbagliano comunque, poi si vedono e stanno lì tutti col telefono in mano come ipnotizzati.
    Noi invece scendevamo in cortile o in piazzetta senza sbagliare mai un appuntamento.
    Una volta per far due chiacchiere con gli amici andavi in osteria, al bar, ora apri Facebook.
    Una volta c’erano gli scacchi, i circoli di scacchi, ci andavi e ci passavi il pomeriggio o la serata, ora però abbiamo internet: hai voglia che divertimento!

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      Archaeopteryx 5 Maggio 2020 at 15:41

      Riflessioni tristi, ma vere purtroppo…

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    Patrizia 4 Maggio 2020 at 23:48

    Capisco,capisco…Anche la pizza surgelata è tanto comoda,è anche bello farsela portare a casa mentre sei sul divano con un bel pigiamone…ma continuo malvagiamente a preferire la pizzeria.

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    Giancarlo Castiglioni 5 Maggio 2020 at 12:57

    Io non gioco mai on-line.
    Ci ho provato molti anni fa, ma non mi piace, mi innervosisce, non mi diverto.
    Per la verità non gioco neanche a tavolino, da tempo immemorabile non ero iscritto a un circolo di scacchi, negli ultimi anni lo ero solo formalmente per partecipare ai tornei a squadre.
    L’anno scorso avevo cominciato a frequentare il cosiddetto “torneo dei pensionati” alla Accademia il lunedì pomeriggio.
    Osservazione sociologica.
    Quando ho iniziato a giocare a scacchi i pensionati erano quasi tutti gente modesta ex operai o impiegati, qualche medico o avvocato.
    Oggi la proporzione si è invertita, quasi tutti ex dirigenti, professioni, qualche imprenditore che ha ceduto l’azienda.
    Persone di buona cultura con cui è piacevole fare una chiacchierata prima o dopo la partita, non classificati, ma in grado di giocare partite che hanno un senso.
    Il clima è amichevole, non competitivo, mi diverto e non mi stanco troppo.
    Insomma giocare dal vivo è un’altra cosa.
    Poi è arrivato il coronavirus….

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    Angelo Paglia 5 Maggio 2020 at 16:00

    Ma per quale motivo amate così tanto la dicotomia? Va bene che a scacchi c’è il Bianco ed il Nero, però la bellezza nasce quando entrambi si confondono nel mezzo della scacchiera!
    O, forse, è semplicemente che non credo che il mondo si divida in angeli e demoni!
    Fermo restando che il gioco vero sarà sempre su una scacchiera (almeno per noi e tanto basta a noi) magari da questo periodo chi di dovere troverà la forza o l’occasione per trarre qualche utilità anche dal gioco online (non certo chi deve per noi, che se ne sta in silenzio ad aspettare chissà cosa). Magari è ora di riconoscere il fatto che il gioco online accoglie molte persone e tanti che il Circolo non sanno neppure cosa è. Magari è ora che i Circoli visto che non possono andare in piazza, vadano in rete per promuovere un gioco che va al di là delle due soli dimensioni!

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    Giancarlo Castiglioni 5 Maggio 2020 at 20:48

    In questi giorni ho seguito il Magnus Carlsen Invitational e mi sono divertito moltissimo.
    Il tempo di gioco è il migliore per il pubblico, nelle bliz non si ha il tempo di seguire cosa succede, nel tempo lungo dopo una rapida apertura ci sono lunghe pause nel medio gioco.
    Con solo due partite in contemporanea si possono seguire entrambe senza difficoltà; nel torneo dei candidati con 6 partite in contemporaneo saltavo da una all’altra dimenticando le mosse precedenti.
    Il livello di gioco è stato molto alto, ma con questi tempi di gioco qualche errore può anche scappare a tutto vantaggio dello spettacolo perché fino all’ultimo rimaneva la possibilità di ribaltare il risultato.
    Carlsen ha vinto, ma con difficoltà; nella partita decisiva in semifinale in una posizione complicatissima a 10’ la mossa Ding ha rinunciato al perpetuo che lo avrebbe portato all’Armageddon, ha sbagliato e ha perso.

    In finale contro Nakamura nell’ultima partita è riuscito a pareggiare un finale perso ottenendo il mezzo punto che gli serviva.
    Credo che una parte significativa del futuro degli scacchi sarà in tornei di questo tipo.

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    Lettore interessato 5 Maggio 2020 at 21:58

    Giancarlo, grazie per i commenti istruttivi e utili come sempre. Secondo te qual è stata la partita più spettacolare della manifestazione?

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      Giancarlo Castiglioni 5 Maggio 2020 at 23:50

      Non è molto spettacolare, ma mi ha colpito la Carlsen – Caruana seconda del minimatch in cui Carlsen, presa la coppia degli alfieri in apertura, porta in finale la partita e la vince semplicemente avanzando il Re, senza che l’avversario riesca a imbastire un minimo controgioco.

      Spettacolare la successiva Caruana – Carlsen, in cui il nero con una complicata combinazione rimane con 2 torri contro 3 pezzi minori.
      Poi per aprire le colonne per le torri sacrifica due pedoni con posizione ingiudicabile.
      La partita finisce con uno scacco perpetuo.

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        Lettore interessato 6 Maggio 2020 at 09:02

        Grazie mille, e un’altra domanda ancora: chi tra Carlsen e Caruana ti piace di più? E soprattutto: perché? :)

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          Giancarlo Castiglioni 6 Maggio 2020 at 23:24

          Premetto che non faccio il tifo per nessuno dei due e che non rimprovero a Caruana di aver lasciato la federazione italiana.
          E’ un professionista, perché avrebbe dovuto rinunciare alle tante opportunità che gli offriva il passaggio alla federazione USA?
          Non solo l’ingaggio, anche sponsor e appoggio politico.
          Però Caruana è un giocatore “normale” certamente molto forte.
          Carlsen, oltre a essere ancora più forte, è qualcosa di nuovo e diverso.
          Ha portato all’estremo la tendenza già esistente di non cercare vantaggio dall’apertura, solo una partita fuori da schemi conosciuti, dove si gioca a scacchi con quel che si trova durante la partita.
          E poi la sua capacità di vincere finali con vantaggi minimi o inesistenti.
          Per questo io preferisco Carlsen.

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    The dark side of the moon 6 Maggio 2020 at 10:39

    Sto scoprendo che in questo blog c’è parecchia gente “delicata”, gente abituata a frequentare i ricevimenti di corte, gente che ama dialogare solo con chi ha un livello di istruzione alto.
    Gente insomma che “la puzza sotto al naso” le passa solo quando sono loro a stare seduti sul cesso.
    Personalmente non ho mai fatto distinzione di nessun tipo sulle persone con cui mi vedo e mi fanno schifo certi commenti razzisti
    Conoscendo molte persone, per lo più sozzoni e ignoranti ma anche delinquenti, drogati, criminali, spacciatori etc. (spero di non ever dimenticato nessuno), ho sviluppato purtroppo una sorta di idiosincrasia verso le persone false, gli ipocriti, finto perbenisti travestiti da progressisti.
    Sarò diventato un po’ stronzo ma certe frasi mi procurano una sorta di razzismo al contrario… :p

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      La Redazione di SoloScacchi 6 Maggio 2020 at 10:53

      Sì, vi preghiamo tutti di moderare i toni e, soprattutto, non offendere nessuno altrimenti saremo costretti a prendere gli adeguati provvedimenti. Grazie.

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        Martin 6 Maggio 2020 at 11:40

        Appunto, sono davvero amareggiato per come stanno andando ultimamente le cose intorno a questo blog… O cambiano certi atteggiamenti oppure davvero è il momento di ringraziare e salutare tutti, almeno per me.

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          Giancarlo Castiglioni 6 Maggio 2020 at 23:42

          Voglio rassicurare Martin che non c’è nessun problema, non mi sono offeso.
          Mi avrebbe dato fastidio se ci fosse un minimo di verità in quel che scrive dark, così mi ha solo divertito.
          Io non ho mai avuto problemi a relazionarmi con altri, anche se ogni tanto incontro gente che ha problemi a relazionarsi con me; capita, non è un mio problema.
          Ovviamente non posso selezionare la gente che viene al circolo, gioco con chi ci trovo, oggi come 50 anni fa.
          Con la mia “osservazione sociologica” volevo far notare il miglioramento che ci è stato in Italia negli ultimi 50 anni.
          E faccio anche notare che molti dei dirigenti pensionati del circolo sono di origini familiari modestissime e si sono fatti strada con le loro capacità.
          Uno mi parlava del padre, negli anni ’50 minatore in Belgio per mantenere la famiglia.

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      Patrizia 7 Maggio 2020 at 09:05

      Anche io ho conosciuto sozzoni, ignoranti, delinquenti, criminali, spacciatori… mai un assassino e devo osservare che la loro conversazione non era poi così dilettevole.

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        Giancarlo Castiglioni 7 Maggio 2020 at 10:48

        Io invece ho conosciuto un assassino.
        Un giocatore di scacchi con cui si conversava piacevolmente, gentile, suonatore di professione.
        Ha ucciso la moglie a martellate.
        Quando lo ho saputo è stato una dei momenti più sconvolgenti della mia vita.

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          Luigi O. 7 Maggio 2020 at 11:19

          Forse dovremmo sforzarci di evitare di commettere sempre un “errore” che purtroppo ci viene sempre naturale: quello di “confondere” la persona col giocatore, con l’artista, col professionista, con lo scienziato.
          Quando lo commettiamo poi viene altrettanto naturale sminuire in qualche modo l’altra parte della figura che stiamo considerando.
          Pensiamo per esempio a Maradona, a Caravaggio, a O.J. Simpson, a Utrillo, Skoglund, Chinaglia o a tanti altri osannati e ritenuti geniali nel loro campo, ma persone con vite problematiche e difficili.
          Non bisogna fare l’errore di trasporre, io almeno non lo ritengo equo e giusto. Scusate ancora l’intromissione.

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            Giancarlo Castiglioni 7 Maggio 2020 at 15:47

            Verissimo, ma io ho, o meglio avevo, la presunzione di capire qualcosa delle persone che incontro anche se in modo superficiale.
            Che una persona come quella abbia potuto commettere un delitto così orribile, oltre tutto premeditato, per me è stato sconvolgente.
            Ma forse non è neanche vero che in questi casi non si capisce.
            Certe persone, forse tutti, in circostanze estreme si possono comportare come non farebbero mai nel resto della loro vita.
            Due persone in una, entrambe vere.

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    Fabio Lotti 6 Maggio 2020 at 11:44

    Ho giocato e giocherò, quando potrà riaprire, al circolo di scacchi di Siena. Ho avuto fortuna perché è abbastanza ampio e i giocatori non puzzano. Che culo!

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    Fabio Lotti 6 Maggio 2020 at 11:51

    Ho visto solo ora il post di Martin. Sono d’accordo con lui.

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    Patrizia 6 Maggio 2020 at 15:13

    Suvvia ragazzi,grazie al corona ormai c’è ampio uso di disinfettanti e detergenti: dopo le mani molti presi dall’entusiasmo del neofita si laveranno anche tutto il resto.
    Rimaniamo sereni,vi sento litigiosi!Sarà la cattività?
    Devo comunque osservare che i puzzoni sono una categoria dello spirito e si incontrano un po’ dovunque…
    A me i circoli piacciono molto: durante le partite di torneo ho avuto anche qualche allucinazione..ho visto giocatori veramente bruttini diventare quasi belli(NON STO SCHERZANDO).l’UOMO QUANDO GIOCA ACQUISTA UN’ESPRESSIONE INNOCENTE.

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    Giorgio Gozzi 7 Maggio 2020 at 14:34

    Nel tempo ho frequentato per periodi più o meno lunghi (da una settimana a tanti anni) almeno una ventina di circoli scacchistici e nessuno che avesse le connotazioni di stalla e covo di frustrati e incivili come mi è capitato di leggere in alcuni commenti sopra. Forse sono stato solo fortunato. Per il resto spero che si ritorni presto al gioco a tavolino e con presenza di pubblico.

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      Davide C. 7 Maggio 2020 at 14:46

      Che nessuno si dimentichi mai che il Nazareno è nato in una stalla!

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        Doroteo Arango 7 Maggio 2020 at 14:48
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        Mongo 7 Maggio 2020 at 17:33

        Chi? Il figlio di Panthera?
        Comunque non è l’unico, c’è persino chi nasce per strada o in un granaio.

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          Lettore interessato 7 Maggio 2020 at 18:11

          Panthera?? Chi sarebbe costui? L’ultimo degli Avengers? ;)

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