Estoril, un giorno di marzo…

Scritto da:  | 30 Maggio 2020 | 11 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

“Il cameriere che la mattina del 25 marzo 1946 entra con la colazione fumante in una stanza dell’Hotel do Parque ad Estoril, non pensa certo di trovarsi di fronte ad una scena drammatica. L’uomo se ne sta tranquillamente adagiato nella solita poltrona con il capo lievemente inclinato verso la spalla sinistra e una espressione serena sul volto.

Davanti a lui un tavolo sul quale sono sparpagliati piatti e vassoi e, più a destra, sopra uno sgabello, una grande scacchiera con tutti i pezzi al proprio posto. Sembra dormire. Il cameriere lo scuote e il braccio sinistro che pende dalla poltrona dondola più volte inerte.

Alexander Aleksandrovic Alekhine ha terminato la corsa della sua vita”.

Primo personaggio- Una morte strana.

Secondo personaggio- Perché?

P.P- Il medico legale che visitò Alekhine disse che era morto soffocato da un pezzo di carne lungo sette centimetri.

S.P- E allora?

P.P.- Ridicolo. Qui c’è di mezzo la politica. Alekhine fu ucciso da uno squadrone della morte creato dalla resistenza francese per i suoi articoli antisemiti.

S.P- Questo, sì, che è ridicolo! E poi, se anche così fosse, cosa c’entra con la sua vita scacchistica proprio non lo capisco.

P.P- Beh, per me c’entra perché l’uomo va giudicato nella sua globalità.

S.P.- Non sono per niente d’accordo, ma finiamola qui che poi si litiga come al solito.

Alekhine nasce a Mosca il primo novembre 1892 da una famiglia che non ha problemi di sghei. Non è un bambino prodigio ma impara presto a giocare a scacchi. Suo avversario il fratello più grande Alexandr Alexev. Dopo qualche vittoria si becca una serie interminabile di sconfitte e con esse l’immortalità

P.P- Periodo, questo, di grande fermento nel pianeta scacchi.

S.P- Beh, siamo al tempo di Steinitz che diventa campione del mondo, di Paul Morphy che strabilia l’America e l’Europa con il suo gioco spettacolare…

P.P- C’è Pillsbury con le sue straordinarie simultanee alla cieca, e poi Cigorin…

S.P- E’, insomma, un gran bel momento davvero.

Alekhine ne approfitta per crescere scacchisticamente sempre di più (gioca pure un sacco di partite per corrispondenza), diventa Grande Maestro e al torneo di Pietroburgo del 1914 è terzo assoluto dietro i mostri Lasker e Capablanca. Poi arriva la guerra…

P.P- E dopo un po’ se ne va via vigliaccamente dalla sua patria.

S.P- Vigliaccamente un tubo! Ricordati che siamo al tempo della Rivoluzione che spesso divora i suoi stessi figli. Rischia pure la fucilazione…

P.P- Leggenda…

S.P.- …E poi non se ne andò via di nascosto ma con un bel visto del governo.

P.P- La patria è la patria…

S.P.- Ma fammi il piacere!

Il Nostro è in continuo girovagare da un torneo all’altro. Macina vittorie su vittorie, scrive “My best games” per far conoscere al mondo scacchistico le sue perle. “Guarda qui che roba!” sembra dire,  per guadagnarsi la sfida con il mitico Capablanca. Ma la richiesta per l’incontro è eccessiva. Diecimila dollari sono troppi per le sue tasche. Bisogna aspettare alcuni anni e come sponsor il governo argentino stesso, per concludere l’accordo. Il match si svolge a Buenos Aires nel 1927.

S.P.- Alekhine si era preparato in maniera eccezionale.

P.P.- Questo lo ammetto.

S.P.- Aveva studiato tutte le partite del mostro cubano. Lo aveva voltato e rivoltato ed era giunto alla conclusione che in apertura era temibile per le sue risorse difensive, che il medio gioco era il suo punto forte e che…

P.P.- …e che nel finale solo eccezionalmente si distacca dalla media degli specialisti di grande classe. Lo so, lo so, non fare il saccente.

Capablanca è nettamente favorito. Negli scontri diretti vanta tre vittorie e sette patte. Si prospetta un “massacro” dell’avversario e c’è pure chi sostiene che Alekhine non vincerà nemmeno una partita! Il campione russo non è, però, di questo avviso. Difficile vincere sei partite contro il mostro cubano secondo i patti stabiliti, ma difficile vincerle pure contro lui. L’incontro ha un andamento straordinario, un perfetto esempio di trama da thriller. Ora è in testa l’uno, ora è in testa l’altro, un sorpasso, una ripresa, di nuovo un sorpasso. Alla ventesima partita il vantaggio per lo sfidante sembra incolmabile. Ultimo colpo di coda del campione in carica e poi la fine. Tre vittorie, sei sconfitte e ben venticinque patte! Campione del mondo. Schlechter lo aveva previsto fin dal 1911…

S.P.– Uno scontro davvero memorabile che mette pure in luce la superiorità psicologica di Alekhine, sottolineata da lui stesso e ribadita da Averbach.

P.P.- Che mette subito in luce anche il carattere superbo e nello stesso tempo vigliacchetto di Alekhine.

S.P.- E perché mai?

P.P.- Lo sai benissimo, non fare lo gnorri. Ha una paura matta di Capablanca e non gli darà più la rivincita.

S.P.- Perché Capablanca ha un carattere carino, via! Altezzoso e capriccioso come un bambino. Non vuole cedere in niente. Ben gli sta!

P.P.- Arriva addirittura a dichiarare che si rifiuta di fare pubblicità ad una primadonna degli scacchi diventata vecchia! Non mi pare proprio una risposta da gentleman…

S.P.- Ma Capa gli era sempre fra i piedi…

E’ il momento magico di Alekhine. “Considero gli scacchi un’arte e non un gioco” aveva dichiarato. Durante questo periodo sulla scacchiera soffia davvero il genio che abbiamo imparato a conoscere. Dal 1929 al 1932 una serie incredibile di successi: San Remo, Bled, Londra, Berna, Zurigo…Secondo Flohr il più grande giocatore di tutti i tempi.

S.P.- Era un artista della scacchiera. Un genio della combinazione. Sarai d’accordo.

P.P.- D’accordo, era un artista. Un po’ montato anche…

S.P.- Fuori il rospo.

P.P.- Beh, uno che arriva a dire che gli avversari gli impedivano, a volte, con le loro mosse deboli di sfornare i capolavori desiderati, un tantinello su di giri ce lo vedo. E poi artista, fino ad un certo punto, però.

S.P.- Figuriamoci se non trovavi il pelo nell’uovo.

P.P.- Anche Fischer, mica una scamorza, non era poi così entusiasta del suo gioco.

S.P.- Il suo giudizio sarebbe più complesso ma lasciamo perdere. E poi, via, tutti hanno espresso giudizi lusinghieri. Perfino lo stesso Capablanca ammise di trovarsi di fronte molto probabilmente alla più prodigiosa mente scacchistica!

P.P.- Eh, non facciamo gli esaltati. Un artista ma con un bel lato oscuro,  nero da far paura.

S.P.- Il tuo!

P.P- Il bere, l’alcool come una droga. Ti ricordi il match con Euwe?

S.P.- Me lo ricordo. Prima aveva strapazzato Bogoliubov a dimostrazione della sua classe.

P.P.- Lascia stare Bogoliubov che lo avrei potuto battere anche io.

S.P.- Non fa ridere. Anzi, fa proprio ridere.

P.P.- Veniamo al millenovecentotrentacinque quando affronta Euwe. Dopo un inizio brillante incomincia a perdere in maniera inconcepibile. Si becca pure un matto dopo l’arrocco. E sai perché?

S.P.- Lo hai già detto. Non c’è bisogno di ripeterlo.

P.P.- Perché fumava come un turco ed era ubriaco fradicio! Lui che aveva sentenziato che un maestro durante un torneo doveva essere un incrocio tra un asceta e un uccello da preda! Asceta un cavolo!

S.P.- Tutti si può sbagliare. Tra l’altro si riscatta nel secondo incontro. Euwe non riesce nemmeno a fare pio! Lui stesso riconosce la superiorità dell’avversario.

Negli ultimi anni della sua vita continua ancora a vincere ma non sempre a convincere. Accusato di avere simpatie per il governo collaborazionista francese e di avere espresso giudizi antisemiti è chiamato a discolparsi davanti ad una apposita commissione. Deve presentarsi la mattina del 25 marzo, ma i giudici aspetteranno invano. Alekhine è comparso davanti ad un altro Giudice.

P.P- Un ottimo giocatore ma un pessimo uomo. Tra l’altro pure antipatico come attestano diverse testimonianze.

S.P- Ci risiamo. Qui si parla del giocatore, dell’uomo non ce ne frega il classico fico secco. E poi l’antipatia è tutta da vedere. Certo se uno vince in continuazione un po’ antipatico lo diventa per forza.

P.P- Troppo chiuso, troppo solo. Un enigma come disse Euwe. Non poteva avere amici, solo ammiratori e sostenitori.

S.P- Certo, meglio di te che sei aperto. Anche troppo aperto. Magari fossi tu un po’ chiuso…

P.P- Ecco il giudizioso, il palloccoloso, il difensore di tutti.  Ma falla finita buonista dei miei stivali!

Alekhine si voltò verso Capablanca “Hai sentito? Il solito bla bla bla degli uomini vivi. Si beccano sempre come galli nel pollaio”- “Ho sentito, ho sentito. Qua, invece, tutto è tranquillo e sereno. La pace dell’anima”- “Allora lasciamoli stare e facciamoci una partita sul tavolo di quella nuvola che mi sembra libera. Ieri c’era Morphy che ha lasciato a bocca spalancata un bel numero di spettatori. E pure un paio di angeli hanno strabuzzato gli occhi”- “Facciamola anche se non hai nessuna possibilità di spuntarla”- “Conosco il tuo gioco e non mi fa certo impressione”-  “Figurati il tuo pieno di sacrifici sballati solo per mettere paura. Mi fa un baffo”- “Allora perché non mi hai dato la rivincita? Ti tremavano le gambe eh…”- “Eri finito. Una primadonna invecchiata”- “Come? Ancora? Ripetilo! Ora te la  faccio vedere io…”- “Lo vedremo sulla scacchiera”- “Certo che lo vedremo, lo vedremo sì! Presuntuoso”- “Senti chi parla”…

Fu sepolto all’Estoril, poi traslato a Parigi nel cimitero di Montparnasse. Sulla tomba “Alexsandr Alekhine genio scacchistico di Russia e Francia”.

Amen.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a Estoril, un giorno di marzo…

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    Uomo delle valli 30 Maggio 2020 at 11:15

    Bellissimo come sempre, bravo Lotti!

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    patrizia debicke 30 Maggio 2020 at 11:15

    il grandissimo Alekhine un uomo difficile, un genio degli scacchi per tutta la sua vita, ma uomo controverso tra luci e ombre

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    Bayes 30 Maggio 2020 at 11:21

    Ho letto da qualche parte un’osservazione interessante: che la scacchiera fu aggiunta ad arte per le foto. Poi sembra strano l’ordine che si vede, poco compatibile con una morte per soffocamento, in cui il soggetto anziché apparire placidamente addormentato dovrebbe quantomeno riportare qualche minimo segno di spasmo o qualcosa di simile.
    In ultimo, nella prima foto, accanto alle brocche dietro ad Alekhine, vi è un quaderno che nell’altra foto è sparito, strano vero come dettaglio?

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      Gaetano Russo 30 Maggio 2020 at 11:28

      Interessante, e nessuno ha notato che nella serie filatelica, peraltro molto bella, di francobolli del Kirghizistan sono riusciti a sbagliare sia l’anno di nascita che quello di morte?!?

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        Galois 30 Maggio 2020 at 11:34

        Sai cosa? Guarda con attenzione sulla tomba di Alekhine le date di nascita e della morte della moglie…

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          Bayes 30 Maggio 2020 at 11:36

          Io son rimasto colpito che si sia sposato con una donna di 16 anni più vecchia di lui, fatto, per quei tempi, probabilmente ancor più sensazionale che al giorno d’oggi.

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    Alessandra Buccheri 30 Maggio 2020 at 19:50

    Bella, Fabio!

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    Mongo 31 Maggio 2020 at 04:06

    Per risolvere il caso ci vorrebbe il miglior Marco Tanzini. :p :p

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    Fabio Lotti 31 Maggio 2020 at 09:02

    Un salutone a tutti quelli che mi seguono! Per il caso sentirò Marco Tanzini che ne pensa…

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    Fabio Lotti 1 Giugno 2020 at 11:44
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    Alessandro Patelli 4 Giugno 2020 at 17:08

    Sono d’accordo: qui ci vuole proprio Marco Tanzini!
    Ho sempre ritenuto Alekhine una persona piuttosto spregevole, soprattutto dopo avere visitato il museo Euwe ad Amsterdam, dove sono custodite le sue famose lettere antisemite.
    D’altra parte, il fatto che non abbia mai concesso la rivincita a Capablanca, da lui stesso definito il più grande genio scacchistico di tutti i tempi, testimonia la bassezza della persona.

    Nonostante tutto questo, è stato ancora una volta un grande piacere leggerti, Fabione!

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