Può sembrare strano ricordare con affetto un allenataro associato alla stagione della discesa della propria squadra del cuore in Serie C.
Eppure io ricordo con grande affetto Franco Viviani, considerandolo poco responsabile di quell’insuccesso sportivo (tra l’altro non finì la stagione).
In gioventù era stato un attaccante che, tra la seconda metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta, aveva giocato nelle file di Livorno, Piombino, Genoa, Fanfulla, Venezia, Messina, Casale e Lecce.
Iniziò la carriera di allenatore con Genoa e Como negli anni Sessanta. Poi, negli anni Settanta guidò Massese, Chiasso, Monza, Salernitana, Alessandria e Novara
Io ebbi occasione di conoscerlo una ventina di anni dopo la triste retrocessione del Genoa nel 1970. Erano i primi anni Novanta e, nonostante fosse inevitabilmente legato ad una stagione fallimentare del Grifo, parlando con lui mi resi conto che il Genoa gli era rimasto nel cuore.
Nei primi anni Novanta, del gruppo con cui andavo in Gradinata Nord faceva parte Enrico, un amico che abitava nel quartiere di Quezzi, a due passi dallo stadio Luigi Ferraris (in realtà era originario di un quartiere più all’interno della Valbisagno, era di Molassana, ma abitava ormai da tempo vicino a Largo Merlo che è a qualche centinaio di metri dalla Gradinata Sud).
Un giorno Enrico capitò dalle parti di casa mia e venne a trovarmi (io sono nato e cresciuto a Campasso, nella parte opposta di Genova).
Era una giornata primaverile, uscimmo e andammo a fare due passi. Dopo un po’ ci trovammo per caso dalle parti di Via Sampierdarena. Ad un certo punto, passando vicino ad un bar, vide un suo parente seduto ad un tavolino che prendeva un caffè. Mi guardò e con un sorriso mi disse: “Vieni. Ti presento mio zio. Ha un negozio di articoli sportivi qui nella via. Sono sicuro che ti farà piacere conoscerlo”.
Ci sedemmo al tavolo di quel signore ed anche noi ordinammo i caffè. Dopo alcuni minuti capii che lo zio del mio amico era appunto Franco Viviani, l’allenatore del Genoa di quella sfortunata stagione 1969-70.
Una persona molto simpatica, semplice, amabile. Era passato alla storia perché prima dei match, nello spogliatoio, chiedeva alla squadra: “Com’è il cielo?” E i giocatori dovevano rispondere in coro: “Rossoblù!!”
Purtroppo col Grifo non ebbe fortuna ma per me fu un onore conoscerlo personalmente. Perdere e retrocedere non piace a nessuno. Sicuramente non piace a me. Ma più ancora di score e palmares nel ricordare chi ha indossato la maglia del Genoa considero fondamentale l’attaccamento ai colori.
E in quella conversazione con Franco Viviani, mi resi conto che lui era un vero genoano.
Passione, sport, vita…
Il Genoa è una di quelle squadre che trasuda storia, la più rappresentativa insieme al Torino e a poche altre.
Certe maglie quando le indossi, sembrano pesare di più.
La mia squadra del cuore col Genoa condivide una storica amicizia (a livello di tifoseria) e gli stessi colori.
E quindi, caro amico genoano, condivido in pieno: il cielo sarà sempre rossoblu’!
Splendide immagini d’epoca.