Gens una sumus

Scritto da:  | 21 Giugno 2020 | 11 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi, Stranieri

Eccomi qui… Roberto Paniagua, Maestro del Panamá, vincitore del Torneo F.I.D.E 1983 di Catanzaro, organizzato dagli allora ragazzi del Circolo Cittadino della Città principessa degli scacchi Calabria, di quegli anni, grazie a loro ed a Domenico Blasco, Giudice del Tribunale per i minorenni della Regione, umanista e suddito del Regno di Caissa. Grazie ad amici di San Luis, oggi centro cardine degli scacchi agonistici sono venuto a conoscere alcune pubblicazioni di SoloScacchi che hanno motivato rimembranze piacevole ed storiche.

Professionista di scuola italiana, poi giornalista accreditato presso l’ufficio Stampa della Farnesina, e in seguito Diplomatico presso l’Ambasciata nostra a Roma, sono un cultore della cultura italiana, un “italiofilo”, orgoglioso d’essermi formato come uomo nel paese più bello del mondo, proprio perché nella penisola ci abitano Gli Italiani, un Popolo spettacolare, dove umanità e creatività siano le caratteristiche che li distinguono per qualità e valori dal resto del mondo. Ho fatto amicizia con tutti gli scacchisti Veneti, Calabri e moltissimi di altre città e regioni.

Da Sergio Mariotti ad Alvise Zichichi, a Antonio Rosino, al Dr. Paoli, Fabio Bruno, Roberto Ziglio (il Grande Genio degli scacchi Veneti), Carlo Rossi, e decine di Maestri e giocatori degli anni 70/80. La mia Amicizia con Nicola Palladino che mi permise di portare il 25 Aprile di 1983 Anatolj Karpov ad Abano Terme e che fu l’inizio di una missione: portare Karpov a giocare a Merano con Viktor Korchnoj. Sono stato secondo arbitro, insieme al Grande Piccinin, Aristocratico Arbitro, della semifinale del Campionato del Mondo tra Portisch-Hubner, ad Abano Terme, grazie ai fratelli Francisci, Aldo e Bruno, era divenuta una delle sedi più in vista degli scacchi Veneti.
Conservo dettagli di moltissimi aneddoti storici degli scacchi italiani di quei anni ed mi fa onore avere tradotto diversi libri da più lingue al italiano, primo tra tutti “La Psicologia del Giocatore di Scacchi” del G. M. Krogius, Francisci Editore, Abano Terme.

Ho letto i commenti del Maestro Castiglioni sui giocatori Yugoslavi. Senza animo di polemiche, sento il dovere, mi sia concessa la distinzione di fare alcune precisazioni. Parlo perfettamente il Serbo-Croato, tra altre lingue. Sono stato Diplomatico a Belgrado alla fine degli anni ‘80. Amico di Svetozar Gligoric, Milan Matulovic, Ivan Nemet, Ljubomir Ljubojevic, Bjelajac, Minic, Ivanovic i molti altri G. M. Jugoslavi e Maestri di tutte le nazionalità che ne formarono parte. Mrdja, Ljubisavljevi, Vujovic ed altri trotta mondi che erano di casa in Italia, aiutarono con la loro bibliografia, allora di difficile accesso e la loro presenza nei tornei di ogni tipo. Italia si è’ sempre caratterizzata per la sua accoglienza agli stranieri rispettosi.

Ammetto che alcuni di loro ebbero condotte non proprio corrette, voglio altresì, ricordarli come appassionati giocatori di scacchi, ognuno di loro professionisti in altri campi, che per passione si dedicarono a ricorrere L’Europa dietro dei tornei, e non come forma di lucro, bensì come un mezzo per fare dell’ agonismo. Vujovic, il più famoso, su di cui ebbi un record positivo nonostante inferiore, era operaio presso una ditta Agroindustriale di Vojvodina, con tanto di stipendio e con l’obbligo soltanto di essere presente in certi mesi dell’anno, tanto era amato da tutti. Mishko come conosciuto in Italia, adorava gli italiani ed i giovani potevano con lui giocare al “lampo”, comperargli dei libri e fare quattro chiacchiere che con altri MI nazionali e stranieri erano impossibili. Gli organizzatori, gli arbitri, e i giocatori gioivano della loro presenza, nei più sperduti luoghi dove ci fossero delle gare. La loro cultura scacchistica era vasta, sicché ha ragione il Maestro quando dice che sovente uscivano dalle linee teoriche, proprio perché ritenevano, a ragione, o a torto che molti giocatori locali fossero assai buoni conoscitore della Teoria, e meno del modo di pensare, la logica scacchistica. Ne sono certo che essi contribuirono al miglioramento del livello del gioco e le loro scorrettezze, non patrimonio loro, non demerita i loro pregi.

Se aveste messo un articolo de due pagine di giornali sotto gli occhi di Matulovic, avreste potuto ascoltarglielo ripetere poi parola per parola, perché possedeva memoria grafica… e vasta cultura teorica ed storica. Certo, la lingua è sempre una barriera, nonché la eccellenza umana degli italiani riuscì sempre ad abbattere quei ostacoli semantici. Facendo onore ad uno dei miei Maestri di vita, “Dagli Uomini di scienza e cultura dobbiamo sempre aspettarci già non dei dubbi, bensì delle certezze”…Norberto Bobbio.

Ci conviene interrogarci a fondo in modo da concludere, gli Scacchi fanno parte del linguaggio non verbale, così come la musicoterapia. Sono strumento grafico di fisica quantistica ed hanno influenze esterne influenze sui neuroni, il pensiero scacchistico agisce a livello molecolare sopra più aree del nostro cervello.
L’empatia umana che propizia favorisce la dopamina, più ormoni e fa onore al moto di gens una sumus. Vogliate ricevere i miei più cari saluti ed il mio ringraziamento per i giorni vissuti nei tornei di mezza Italia, le simultanee storiche realizzate nella Casa di Andrea Palladio a Padova ed al Pedrocchi, monumento storico della città del Santo Portoghese.

Grazie a Iddio che Voi italiani ci siete, perché il mondo senza di voi sarebbe molto meno ricco. Ricordatevi sempre che ci sono più opere di Arte nei depositi di Firenze che in tutti i musei del mondo, e che la grandezza del Popolo del Rinascimento radica nell’accettazione di tutti gli uomini di valori. Italiani tutti e scacchisti, grazie per esistere!!!

Ah, per concludere con un caro ricordo ecco una foto dal lontano 1981, così almeno mi pare che fosse l’anno, dal torneo di Reggio Emilia, organizzato dal MI Enrico Paoli, che mi è stata spedita da amici. Ci si ritrovano dei giocatori italiani e stranieri di quegli anni. Tra di noi si vede il MI croato Mario Bertok. Mi è venuto in mente un racconto molto simpatico che mi è stato riferito dal GM Ivan Nemet. Milan Matulovic è stato il principale protagonista. A Pola, città di italiane origini, si trovava la nazionale Yugoslava in raduno preparatorio per le Olimpiadi. C’erano tra altri Svetozar Gligoric, Ljubomir Ljubojevic, Matulovic, Matanovic, Drasko Velimirovic, Bertok ed altri. Matuljko, come veniva chiamato, era un grande appassionato del gentil sesso… ogni ragazza bella che vedeva, le correva dietro. Una notte presente l’austero Gligoric, Grande Cavaliere Serbo, i ragazzi si sono mesi d’accordo per fare uno scherzo a Matukjko.

Bertok, in gioventù era un uomo bello e fine, dei tratti del viso d’attore di Cinecittà. L’hanno mascherato, con parrucca e truccato, in modo tale de sembrare alla a luce dei lamponi della strada, come una bella lucertola. Milan è stato chiamato a vedere quale bellezza camminasse sola sotto l’albergo e invitato a scendere per un “incontro romantico”. Figuratevi la faccia che ha fatto Matulovic quando dopo più di dieci minuti di fare la ronda intorno alla damigella, l’ha vista andare via senza rivolgergli la parola… una volta risalito in sala, Gligoric ha dovuto convincerlo che era stato un “brutto scherzo” dei suoi colleghi.

Agli inizi del novanta Matulovic, che amava passare dalla mia boutique a Belgrado a chiacchierare, mi disse “Grande Maestro di Panama (non era uno sfottò, era la sua amabile simpatia)… Ti giuro che era la più bella Donna che ho visto in tanti anni, e quei mascalzoni, Gliga incluso, mi vogliono ancor far credere che era quella rana di Bertok trasvestito da femmina.”

“Milane!! (vocativo de Milan), io ti credo… ma credo pure a loro!!!” E giù risate a non finire!

avatar Scritto da: Roberto Paniagua (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a Gens una sumus

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    Patrizia 21 Giugno 2020 at 11:56

    E’bello sentirsi così considerati.
    Grazie Maestro!

    Mi piace 1
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    luca monti 21 Giugno 2020 at 14:47

    Con la immagine tratta da Reggio Emilia 1981, ogni residuo dubbio circa la identità del “nostro” Jas Fasola credo sia dissolto. Bene per il nuovo arrivo. Luca Monti, Vallio Terme, BS.

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      Giancarlo Castiglioni 21 Giugno 2020 at 16:37

      Se pensi di aver identificato Jas Fasola con Braunberger hai sbagliato.
      Anche io avevo fatto lo stesso errore.

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        luca monti 21 Giugno 2020 at 19:52

        Dispiace, certo la somiglianza esiste.

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    Uomo delle valli 21 Giugno 2020 at 18:17

    Gustosissimo!

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    Roberto Messa 22 Giugno 2020 at 16:23

    Ben ritrovato Roberto!

    Ricordo sempre con simpatia come ti presentavi agli avversari all’inizio di ogni partita “Roverto Paniagua, campeon de Panama” con quel modo speciale (e musicale) di arrotare la B in V che in seguito ho sentito in altre persone di madrelingua spagnola che, pur parlando un ottimo italiano, sovrappongono B e V.

    E naturalmente ricordo le manifestazioni di Abano Terme e molto altro di quei tempi…

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      Roberto Paniagua 23 Giugno 2020 at 23:34

      Roberto, carísimo “ Giovane ” amico, mi faí felice in mezzo a uno sviluppo esponenziale della pandemia da codeste sponde del Grande Mare del Sud. A Te Roberto ed a tutti gli Amici italiani,”primus Inter pares “a Fabio Bruno, i miei più cari saluti e la promessa di che se c’è la faccio ritornerò ed organizzerò una serata a Milano per ritrovarci tutti insieme , o dove da vostro gradimento, tanto io sono uno “ italiofilo” Lombardo in Lombardia, Calabro a Calabria e Veneto a Padova “ CIÒ GHETO CAPIO?” Iddio benedica L’ Italia ed abbia cura del paradiso terrestre , benché soltanto alcuni di voi ne abbia dei dubbi.
      Grazie a SOLOSCACHHI ed ai ragazzi della redazione ed al correttore di bozze che vi protegge dei miei soagnolismi. Sono adesso allo “ stadio” vedendo il Genoa perdendo con il Parma. La squadra della città del festival di Verdi! Grazie Carissimi

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        Sara 19 Maggio 2021 at 20:55

        Cao cika Robertoo

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    Enrico 25 Giugno 2020 at 10:59

    Grazie,Maestro Paniagua per i preziosi ricordi e l’amore per l’Italia ,le cui bellezze e patrimonio artistico tante volte vengono trascurate se non addirittura sciupate dai nostri governanti e da persone incivili.
    Il suo nome,Roberto e il suo Paese,Panama,non possono che farmi ricordare Roberto “Manos de Piedra” Duran,”El Cholo” , uno dei più grandi pugili di tutti i tempi .

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    Bayes 26 Giugno 2020 at 16:31

    Mi pare che a tutt’oggi Paniagua sia ancora il quarto giocatore di Panama per rating, mica male, no?

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    Bruno Francisci 23 Luglio 2020 at 22:11

    Ma dove sei sparito, Roberto?

    Dal tuo ultimo passaggio ad Abano Terme non ho più avuto da te notizie, tranne questo simpatico e interessante intervento (nel quale peraltro mi citi), ospite del bellissimo blog “SoloScacchi”.

    Non mi va di star qui a rievocare pur gloriosi ma anche lontani ricordi (da Karpov ad Abano al nostro zompare al Torneo di Bugojno… ), ma mi limito a dirti che il grande lavoro di promozione degli scacchi tra i giovani che tu aiutasti a realizzare nel comprensorio di Abano Terme non è stato dimenticato e di quando in quando trovo ancora qualche ex ragazzo che ti ricorda con affetto e stima.

    Dai, caro Roberto, fatti vivo! Tu sai quanto ti stimo e ti voglio bene.

    Mi piace 1

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