il Maestro

Scritto da:  | 4 Luglio 2020 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Quand’ero ragazzo i Luoghi degli Scacchi a Parma erano due: il Circolo Rapid, in Borgo Tommasini e il Bar Ambrosiano in via Garibaldi. Mi ero fatto l’idea che al Rapid giocassero i più bravi, quindi prudentemente ripiegai sull’Ambrosiano, dove però giocava il Maestro; non sapevo come si chiamasse, ma tanto mi bastava. Lo immaginavo, ai bei tempi, giocare con Max Romih, Esteban Canal e tutti gli altri in luoghi magici.
Un caldissimo pomeriggio d’agosto del 1972 entrai nel bar e varcai la soglia della sala degli scacchi, dove non c’era nessuno.

Misi i pezzi sulla scacchiera e cominciai a giocherellare, finché entro il Maestro. Molto anziano, malfermo sulle gambe, indossava un abito di lino chiaro ed un panama dello stesso colore, aveva occhiali dalle lenti molto spesse, quasi due lenti d’ingrandimento. Si avvicinò lentamente al mio tavolo e sussurrò: “Gioca?”. Col cuore in gola feci cenno di sì con la testa. Cavallerescamente gli lasciai il bianco. Cercai di giocare con estrema attenzione (non c’era l’orologio segnatempo e non c’era nessuno) ma pian piano l’anziano giocatore mi mise in una posizione perdente e abbandonai. A colori scambiati stessa musica. Alla terza partita mi misi in testa di sacrificare un pezzo leggero appena se ne fosse presentata l’occasione e così feci. Il Maestro parve sorpreso. Dopo tutti questi anni non ricordo quale ragionamento mi portò al sacrificio e non ho trascritto la partita (quando giocavo con gli adulti miravo sempre alla patta; ero scacchisticamente un vigliacchetto, insomma) fatto sta che vinsi la partita. Il Maestro consultò l’orologio da taschino: “Devo andare. Ha giocato bene, bravo”. E si allontanò. MI ripetevo “Hai battuto il Maestro! Peccato non ti abbia visto nessuno!”
Il giorno dopo ne parlai col mio amico Agostino (che oggidì è Candidato Maestro e in quegli anni lontani mi batteva sistematicamente). E lui: “E allora?” “Come allora! Ho battuto il Maestro!”. Agostino si mise a ridere “Perché ridi?” e lui, beffardo “Enrico, guarda che non è un Maestro di scacchi, è stato maestro di scuola!”

avatar Scritto da: Enrico Paganelli (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a il Maestro

  1. avatar
    Uomo delle valli 4 Luglio 2020 at 09:09

    Molto gustoso!

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  2. avatar
    Fabio Lotti 4 Luglio 2020 at 09:17

    Simpatico. Un po’ di sorriso fa sempre bene.

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    Angelo Paglia 4 Luglio 2020 at 11:08

    Di scuola o di Scacchi pur sempre Maestro era! Quale scacchista non si è mai nutrito d’orgoglio?

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  4. avatar
    MaMa 4 Luglio 2020 at 20:21

    Molto piacevole e ben scritto. Complimenti

    Mi piace 1
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    Fabio 4 Luglio 2020 at 21:54

    Carina proprio! Pure io ho IL Maestro…

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