Najdorf uno e due

Scritto da:  | 22 Settembre 2020 | 20 Commenti | Categoria: Curiosità, Personaggi, Stranieri

ovvero: due Siciliane Najdorf in simultanea

Abito in una cittadina dell’Agro Pontino, e dal terrazzo della mia casa scorgo una parte del Promontorio del Circeo…

Nella prima adolescenza imparai, in famiglia, il Nobil Giuoco. Poi iniziai a frequentare il Circolo Scacchistico di Latina, dove sono cresciuto scacchisticamente. Da allora, ho disputato tornei in molte parti d’Italia. Ritengo che il gioco degli Scacchi acquisti valore soprattutto quando è associato a esperienze umane significative.

So bene che le partite giocate in simultanea non contano più di tanto per un forte scacchista.
Cionondimeno, voglio ricordarne due che, per me, rivestono un significato particolare.

La prima partita fu giocata contro il Grande Maestro Internazionale Sergio Mariotti, due volte Campione Italiano Assoluto; io ero di categoria Seconda Nazionale:

Mi permetto un breve commento.

Posizione dopo 16.0-0

La semimossa 16…Cxg4 (invece di 16…Ad6) mi avrebbe consentito di acquisire un lieve vantaggio, in vista, ad esempio, di 17.Af4 (ovviamente, 17.fxg4 Dg3#) Ac5+ 18.Cd4 e5 19.fxg4 exf4.

Posizione dopo 39.Cd3

La semimossa 39…Td2 rappresentò la svista decisiva; avrei dovuto giocare 39…Axd3 per poter sperare di pattare.
Come mia (parziale) consolazione, la partita fu l’ultima a concludersi…

La seconda partita fu giocata contro il Grande Maestro Internazionale sovietico (successivamente naturalizzato israeliano) Lev Psakhis, due volte Campione Sovietico Assoluto; io ero – come adesso – di categoria Prima Nazionale:

Mi permetto un altro breve commento.

Posizione dopo 30.Tfc1

La semimossa 30…Cd3 (invece di 30…Cb3) mi avrebbe consentito di acquisire un certo vantaggio guadagnando una Qualità, in vista, ad esempio, di 31.Dxd3 (31.Txc8 Txc8, con netto vantaggio del Nero) Cg4 32.Tf1 Cf2+ 33.Txf2 Dxf2.
Dopo la semimossa 37.Dc2 conservavo ancora un lieve vantaggio ma… meglio non rischiare!

avatar Scritto da: Giorgio Della Rocca (Qui gli altri suoi articoli)


20 Commenti a Najdorf uno e due

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    Uomo delle valli 22 Settembre 2020 at 13:58

    due partite di cui, se le avessi giocate io, andrei estremamente fiero

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    Gino Colombo 22 Settembre 2020 at 15:42

    Guardando entrambe le partite la sensazione è stata la stessa: che il Bianco abbia giocato, per così dire, “di mestiere”, cioè aspettando gli eventi, quindi un errore da parte del Nero, sulla carta più debole, senza piano. Il Nero ha invece giocato “cercando” qualcosa, che poi abbia commesso il tanto atteso errore non ne inficia la prestazione. Anche per me due ottime partite di cui andar orgogliosi e, in entrambe, ad un passo dal risultato pieno. Bravo.

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      Giancarlo Castiglioni 23 Settembre 2020 at 08:48

      Nelle simultanee è normale giocare così. Oltre al risultato conta il tempo complessivo impiegato, si deve giocare rapidamente badando più che altro a non fare errori.

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    Paysandu 22 Settembre 2020 at 15:44

    Giorgio, mi puoi raccontar qualcosa su Psakhis come persona? intendo, come ti è sembrato al tavolo della simultanea, il suo atteggiamento, il modo di fare.
    Grazie, complimenti anche da parte mia.

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    Giorgio Della Rocca 22 Settembre 2020 at 16:24

    Uomo delle valli, Gino Colombo e Paysandu, vi ringrazio del commento tempestivo.

    Paysandu, sono passati 38 anni abbondanti da quel giorno… Ricordo, comunque, che il comportamento di Lev Psakhis fu molto rispettoso e per nulla pretensioso nei confronti degli avversari.

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    Fabio Lotti 22 Settembre 2020 at 21:47

    Sempre belli i ricordi!

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      Giorgio Della Rocca 22 Settembre 2020 at 22:02

      Lotti, ringrazio anche Lei del commento (sebbene i ricordi non siano sempre belli…).

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        Fabio Lotti 22 Settembre 2020 at 22:24

        Diciamo, allora, questi ricordi.

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    Giancarlo Castiglioni 23 Settembre 2020 at 08:50

    Su quante scacchiere erano le simultanee e quale il tempo impiegato?

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    Luca Monti 23 Settembre 2020 at 10:38

    Un caro saluto al signor Della Rocca anche da parte mia.

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    Ferruccio 23 Settembre 2020 at 13:06

    Mi son sempre domandato, di fronte ad aperture “monumento” come la Najdorf, la Est-Indiana, la Spagnola, quante ore di studio occorrano per un’infarinatura di massima. O semmai se investire tale tempo in aperture che magari offrono meno ma sicuramente meno impegnative e più snelle da digerire.
    Comunque belle partite tutte e due.

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    Giorgio Della Rocca 23 Settembre 2020 at 14:30

    Giancarlo Castiglioni, Luca Monti, Ferruccio, ringrazio dei commenti e ricambio i saluti.

    Giancarlo, non ricordo quei dati relativamente alla simultanea tenuta da Mariotti, ma ho conservato un articoletto di un quotidiano in cui sta scritto che la simultanea tenuta da Psakhis durò due ore e mezzo, e lo scacchista (allora) sovietico giocò contro ventisette avversari, vincendo ventidue partite, pattandone quattro e perdendone una. Quando si svolse la simultanea Lev Psakhis, il quale era diventato da poco tempo Grande Maestro, si trovava nella 7° posizione della classifica Elo FIDE, a quota 2615 (la classifica era guidata dall’allora Campione Mondiale Anatoly Karpov, a quota 2700).
    Colgo l’occasione per ricordare, fra i presenti alla seconda simultanea, l’allora Presidente del Circolo Scacchistico di Latina, nonché socio fondatore dello stesso, Renzo Gonzales (deceduto vari anni or sono), il quale è stato anche un cantante lirico.

    Ferruccio, per quanto concerne la scelta delle aperture, penso si tratti essenzialmente di una questione di gusto personale.

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    Mongo 23 Settembre 2020 at 19:31

    Simultanee belle esperienze.
    La prima la giocai da Nc nel gennaio 1998 a Verona contro 3 GM (Godena, Ortega e Whalls) che a turno facevano la mossa del bianco, ovviamente persi.
    Persi anche l’ultima che giocai sempre a Verona nel 2018, ero 2N, con un GM (Sulava), ero l’unico partecipante alla simultanea, persi giocando una scandinava.
    Giocai diverse simultanee negli anni (Acqui Terme, Novi Ligure, Alessandria) e le pareggiai tutte con i CM Grattarola, Giudici e Quirico.

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      Giorgio Della Rocca 23 Settembre 2020 at 22:00

      Se a Verona, nel 2018, Lei era l’unico partecipante, l’esibizione del Grande Maestro Nenad Sulava (nato nell’attuale Croazia e deceduto poco più di un anno fa) può essere definita una simultanea?

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        Mongo 24 Settembre 2020 at 15:32

        Sta di fatto che quella sera, era il 01/01/2018, gli scacchisti veronesi boicottarono la manifestazione con grande dispiacere dell’organizzatore.
        Perché fosse valido il termine simultanea, l’organizzatore fece giocare anche mia figlia Viola Aleida che perse dopo quattro mosse, lasciandomi da solo di fronte ad un GM.
        Sulava riuscì anche a vincere il torneo.

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    Sergio Pandolfo 18 Ottobre 2020 at 15:54

    Fin da quando ho iniziato a giocare agli scacchi sono stato un estimatore della difesa Siciliana e della variante Najdorf in particolare. L’ho giocata tantissime volte, e credo che la cosa più importante, a prescindere dalla possibilità o meno di ricordare mnemonicamente sequenze di mosse, sia quella di capire dove vanno i pezzi. Si sa, ad esempio, che l’alfiere campo bianco del Nero va in fianchetto, e che da lì esercita una forte pressione sul punto e4. O che il cavallo di regina può essere sviluppato in c6 o in d7, casa da cui può all’occorrenza spostarsi in c5 o in e5. Oppure ancora, che il Nero ha la possibilità di sviluppare la Torre in c8 e sfruttare la colonna semiaperta, con possibili sacrifici sul cavallo bianco in c3 e attacco sull’eventuale arrocco lungo del Nero. Credo che acquisire l’idea in sé di dove vadano sviluppati i pezzi sia molto più importante che ricordare con precisione sequenze di mosse. Bisogna capire lo spirito di un apertura/difesa, e credo che questo valga in special modo per uno schema di gioco come la Najdorf.

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      Giorgio Della Rocca 18 Ottobre 2020 at 17:14

      Sergio, ti ringrazio per il commento sul quale, sostanzialmente, concordo (che intendessi riferirti all’arrocco lungo del Bianco e non del Nero era ovvio, come già hai osservato tu: in caso contrario, si sarebbe trattato di un aspetto autodistruttivo della Siciliana Najdorf…).

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        Sergio Pandolfo 18 Ottobre 2020 at 22:28

        Giorgio, sono io che ti ringrazio di aver condiviso queste belle partite sulla Siciliana Najdorf. E complimenti per la patta con Psakhis. Non capita tutti i giorni di far patta contro giocatori di altissimo livello, seppure in simultanea. Son sempre piccole soddisfazioni…

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    Sergio Pandolfo 18 Ottobre 2020 at 15:56

    Naturalmente volevo dire arrocco lungo del Bianco, ma credo si capisca…

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    Giorgio Della Rocca 3 Gennaio 2021 at 18:00

    Nell’articolo i nipoti di Morphy, pubblicato il 26 dicembre 2019, Martin ha citato il numero di Morphy per gli scacchisti, in analogia con il numero di Erdős per i matematici (e non solo):
    Paul Morphy ha 0 come numero di Morphy (ed è l’unico scacchista ad averlo, come accade per il numero di Erdős riguardo allo stesso Erdős);
    gli scacchisti che hanno giocato con lui hanno 1 come numero di Morphy;
    quelli che non hanno giocato con lui, ma hanno giocato con uno scacchista (almeno) che ha 1 come numero di Morphy, hanno 2 come numero di Morphy;
    quelli che non hanno giocato con lui, né con alcuno scacchista che ha 1 come numero di Morphy, ma hanno giocato con uno scacchista (almeno) che ha 2 come numero di Morphy, hanno 3 come numero di Morphy;
    e così via…

    Voglio precisare che non è stato Martin l’ideatore del numero di Morphy per gli scacchisti; lui lo ha soltanto utilizzato nel suo articolo. Esso è stato introdotto diversi anni fa, ispirandosi appunto al numero di Erdős, il quale inerisce ai lavori pubblicati in collaborazione (anche da parte di studiosi non matematici).
    Il prolifico matematico ungherese Paul Erdős, vissuto nel XX secolo, costituisce la radice dell’albero.

    Volendo estendere la definizione del numero di Morphy allo scacchista Garry Kasparov, io, che non ho giocato con lui, ma ho giocato (benché solo in simultanea) con Lev Psakhis il quale ha giocato con lui, ho 2 come numero di Garry Kasparov…

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