Il ricordo emotivamente più forte che ho di Mario Corso è un ricordo infantile legato ad una sconfitta importante della mia squadra del cuore.
Stagione 1973-1974. Era l’anno dello scudetto della Lazio di Tommaso Maestrelli.
Ai tempi della militanza nel Genoa, Corso sbagliò un rigore importante contro la Juve. Dico importante perché alla fine di quella stagione per il Genoa ci fu la discesa in serie B.
La partita si giocò il 10 marzo del 1974 (io avevo poco più di 10 anni). La Juve di Vycpalek lottava in un testa a testa per lo scudetto contro i laziali e si presentò a Marassi con un attacco da fare paura: Causio, Cuccureddu, Anastasi e Altafini.
Il Genoa, invece, tanto per cambiare, navigava nelle acque basse della classifica.
E, come dicevo, alla fine dell’anno fu serie B. Ma gli errori, dei singoli o della squadra, nella vita ci stanno. E quegli errori non intaccano minimamente il giudizio e il ricordo estremamente positivo che ho di Mario Corso, come uomo, come atleta, come sportivo. Considero un onore che lui abbia vestito la maglia del Genoa e considero un immenso piacere averlo visto giocare quand’ero bambino.
Ed ecco la ricostruzione della partita alla quale ho accennato:
“Di quell’anno ricordo anche Genoa-Juventus, che in realtà si era giocata un mesetto prima di Genoa-Torino. Io e mio padre continuavamo ad andare in Gradinata Nord. Ma in quel periodo dell’anno ci eravamo spostati nella curvetta lato tribuna.
Era il settore dove per tanti anni c’è stato un bellissimo striscione carioca che recitava: “Genoa, bailando o ritmo do samba”. Lì mio padre si dava appuntamento con i suoi colleghi portuali (più mogli e figli al seguito). Era un angolo di stadio dal tifo caldo, e nelle rare volte in cui la Nord tirava il fiato, in quel settore ci si alzava tutti in piedi per lanciare l’immancabile grido di “Genoa Genoa Genoa”.
Quella partita fu molto sfortunata. La Juve, con Cuccureddu, sfruttò l’unica occasione da rete, nei primi minuti di gioco; per il Genoa, invece, solo cattiva sorte: gol di Corradi annullato, palo di Bittolo, poi altra clamorosa occasione mancata da Sidio Corradi, che dopo aver scartato Zoff ed essersi trovato solo, inciampa davanti alla porta. Infine un rigore fallito sotto la Nord, a partita quasi finita.
In effetti ricordo che, da quella curvetta lato tribuna, purtroppo vedemmo molto bene Mario Corso sbagliare il rigore.
Si diceva che prima di allora non ne avesse mai sbagliato uno”.
Massimo Prati, “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. Libro cartaceo, 306 pagine. 15 €
Ci sta tutto, ma dire un attacco da paura e citare Cuccureddu, fa paura a me.
Il Sardo era un difensore/centrocampista che quell’anno sostituì più volte lo sfortunato Bettega, preso a patire le pene dell’inferno per colpa di una moneta.
Non ci dimentichiamo che Cuccureddu è stato colui che ha annullato un tale Kevin Keegan all’apice della sua carriera.
Buongiorno,
Prima di tutto volevo ringraziare soloscacchi per l’attenzione e lo spazio che spesso dedica ai miei scritti.
Detto questo, vengo alla questione dell’attacco della Juventus e allo specifico di Cuccureddu. Prima di tutto volevo precisare che io ho parlato di «grande attacco» riferendomi all’insieme dei suoi elementi. Dei quattro che cito, probabilmente Cuccureddu è il meno eccellente. Tuttavia vale la pena di ricordare che si trattava di un ottimo giocatore. La partita che cito era della stagione 1973-1974. Una decina di mesi prima la Juventus aveva perso uno a zero la finale di Coppa Campioni del 1973 con l’Ajax (alla sua terza vittoria di Coppa consecutiva). L’allenatore juventino Vycpakek fu subissato di critiche da parte di stampa e tifosi. Tra le tante critiche ci fu anche quella di non avere schierato Cuccureddu che era il giocatore più in forma in quel periodo (Vycpalek lo fece entrare al 70’). Non saprei dire se la critica era pertinente. Ma direi che è comunque indicativa della considerazione che Cuccureddu aveva in quegli anni.
Ciao, Mariolino!
Bellissimo ricordo di un grande giocatore: lui e Gigi Meroni inarrivabili eroi di quegli anni in cui il calcio non era esasperazione come oggi e l’estro poteva ancora far la differenza.
Il gol che mi è restato più impresso di Mariolino Corso è la foglia morta con cui diede inizio alla clamorosa rimonta dell’Inter sul Liverpool nella semifinale di Coppa dei Campioni del 1965.
Tanto tempo fa chiacchierai sul suo blog con Claudio G.Fava insigne critico cinematografico purtroppo scomparso, sfegatato tifoso genoano, di Guillermo Stabile “El Filtrador” acquistato dal Genoa nel 1930 ed autore di una tripletta all’esordio con il Bologna. Avevo letto uno scritto di Gianni Brera in cui lo scrittore raccontava il lapidario giudizio del Portiere Zamora. “Todo acquì esto Stabile?”. Quando le loro squadre si incontrarono Stabile fece subito gol e sussurrò al grande portiere “Esto es el primero”. Gliene fece tre o quattro. Tornando a Fava, mi scrisse che i vecchi tifosi genoani, con rimpianto, gli raccontavano che Stabile, dopo la frattura di una gamba, non era stato più lui.
Un bel saluto a Martin ed uno al Mongo non si nega mai.