Risotto allo zafferano

Scritto da:  | 26 Febbraio 2021 | 6 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Racconti

 

Lei ama le erbe aromatiche selvatiche, le raccoglie, le essicca e le usa come profumi in cucina.
In autunno predilige inerpicarsi nei boschi di latifoglie dove, in terreni ricchi di humus, cresce il Colchicum autunnale, una bulbosa i cui fiori viola chiaro, sono molto simili a quelli dello zafferano.
Con leggiadra eleganza si china e raccoglie i fiorellini che pone nel cestino di vimini foderato con una stoffa a piccoli quadri lilla e bianchi.
Dagli stigmi essiccati ricava la polverina arancione che sarà custodita in un vasetto di vetro e riposto nella dispensa.
Sembra zafferano ma nasconde un’insidia letale per le cellule animali, la colchicina, un potente alcaloide contro le cui tossine non esiste antidoto
Sta lavorando ad un progetto importante, la creazione di una nuova specie poliploide di Ribus Idaeus (lampone rosso).
La sperimentazione consiste nel trattare la coltura di cellule vegetali con una soluzione allo 0,8% di colchicina al fine di inibire la formazione del fuso mitotico e ottenere il blocco della divisione cellulare con produzione di un nucleo tetraploide. Ripetendo più volte lo stesso procedimento potrà avere cellule poliploidi. La poloploidia nelle specie vegetali consente di avere piante più produttive e con frutti più grossi ma soprattutto resistenti a condizioni ambientali critiche e quindi di qualità pregiata e molto apprezzata commercialmente.
Le giornate sono fredde in questo fine gennaio brianzolo, ma lei ama il freddo, il freddo secco che le sferza il viso e rende le gote rubiconde e appena può, non perde occasione per un’escursione in montagna.
Era stata una splendida giornata al Monte Cornizzolo, si era sentita libera e felice come non le capitava da tempo e con lo spettacolo del paesaggio ancora impresso negli occhi si apprestava al rientro pregustando l’ottimo risotto con zafferano e salsiccia che si sarebbe preparata una volta rientrata a casa.


Lei è una bella donna, elegante, raffinata e di buon gusto, non lascia mai nulla al caso. Una laurea scientifica suggella la sua mentalità razionale e freddamente lucida, sempre.
Amici tanti, più maschi che femmine, nessun amore dichiarato, fortemente convinta che la libertà sia la cosa più preziosa che possiede, non permette a nessuno di valicare i limiti del suo essere.
Ma lui, lui sembra diverso, sembra annientare le sue difese, lei sente il pericolo ma nello stesso tempo è attratta da questa nuova sensazione. Da qualche tempo si frequentano, non vivono insieme ma lei, in un momento di debolezza, gli ha dato le chiavi di casa. Stanno bene insieme, parlano di tutto, condividono idee, la passione per la montagna e il piacere di sfidarsi in lunghe e silenziose partite a scacchi. Possono stare ore teneramente abbracciati, i loro baci sono dolci e sensuali, li lega un’attrazione fisica che culmina nel sublime.
Lui è una persona colta, di bell’aspetto dai modi educati e gentili ma ha un “io” esagerato, fondamentalmente egoista, è sempre alla ricerca di ciò che lo appaga e lo fa sentire bene.
Appena imboccato il Corso appare evidente qualcosa di strano, in lontananza si diffonde la luce azzurra dei lampeggianti delle auto della polizia. Col cuore a mille, il respiro corto e l’ansia che l’attanaglia raggiunge il civico di casa ma viene bloccata dagli agenti di sicurezza che la scortano.
La porta del suo appartamento è spalancata, nel salone, al centro della tavola elegantemente apparecchiata spicca un vaso colmo di tulipani fucsia, i suoi preferiti, in cucina, sul piano cottura la pentola con il risotto allo… zafferano…
L’ambulanza ha appena caricato la barella e se ne va a sirene spente…

avatar Scritto da: Mariateresa Trabattoni (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Risotto allo zafferano

  1. avatar
    patrizia 26 Febbraio 2021 at 22:03

    E’ proprio vero: troppi cuochi bruciano l’arrosto.

    Mi piace 1
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    Uomo delle valli 27 Febbraio 2021 at 00:41

    molto bello
    brava

  3. avatar
    Fabio Lotti 27 Febbraio 2021 at 09:09

    Grazie per l’avvertimento…

    Mi piace 1
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    Enrico 27 Febbraio 2021 at 19:03

    Quando facevo il medico in Pronto Soccorso gli avvelenamenti accidentali da funghi o piante erano abbastanza frequenti. Un classico era quello da funghi: uno pensa di farsi una pappata di funghi mangerecci ed invece sta inghiottendo l’Entoloma Lividum. Oppure, assai più raramente, le insalatine con la Digitalis Purpurea o il Colchicum Autumnalis. Meglio rivolgersi all’ortolano di fiducia.
    Una cosa che predicavamo sempre, in caso di avvelenamenti accidentali, era di portare in P.S. gli avanzi del pasto, anche minimi. E in caso di raccolta di funghi, prima di cucinarli sottoporli alla valutazione di un Micologo (da me il responso era gratuito).

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      Enrico 27 Febbraio 2021 at 19:06

      Colchicum autumnale,sorry

      Mi piace 1
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      Mariateresa Trabattoni 27 Febbraio 2021 at 20:11

      Verissimo, purtroppo per molti vale il concetto che tutto ciò che e’ naturale e’ salutare !

      Mi piace 1

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