Domani…

Scritto da:  | 1 Novembre 2021 | 3 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

(Un esercizio di grande salute è chiudere gli occhi ai morti e imparare a leggerli. Domani muore Pasolini. Lui muore e anche questo ci nuoce).

Le 10 cose che mi vengono da dire su Pier Paolo Pasolini, comunque, che se sto zitto è meglio perché a parlare non si aggiunge nulla, ma son queste:

  1.  Ha chiuso “Pommidoro”, in Piazza dei Sanniti, dove ha cenato per l’ultima volta, trattoria civile. Regge ancora invece il “Biondo Tevere”, dove è andato subito dopo con Pelosi.
  2. “Le ceneri di Gramsci” è un libro incredibile, se tu lo togli non riesci a immaginare buona parte della poesia del secondo Novecento italiano, grazie per averlo scritto.
  3. Vivo a Roma da 13 anni e una delle poche certezze che ho è che non andrò mai all’Idroscalo, tante volte sono passato lì vicino, ma è una forma di pudore, mi si gela il sangue.
  4. Penso che in definitiva Pasolini sia stato l’ultimo grande intellettuale cattolico italiano. E che la lirica “Alla bandiera rossa” sia il sudario con cui coprire la sinistra italiana.
  5. Ogni volta che viene utilizzato l’aggettivo “Pasoliniano” per giustificare una recita parrocchiale con attori semi-professionisti, sciatta, inconcludente, inutile, provo disprezzo per chi lo fa. Succede molto spesso. Per quanto abbia raccontato un mondo diverso, con un linguaggio personale, nel regista Caligari invece trovo una sensibilità affine a quella di Pasolini.
  6. Non ho grande simpatia per Asor Rosa, ma quando sostiene che Pasolini sia stato un romanziere abortito, che i suoi romanzi non sono all’altezza delle poesie e della produzione saggistica, mi trova pienamente d’accordo.
  7. Penso che siano più utili a comprendere Pasolini gli orinatoi cadenti della Stazione Termini che il santino propinato negli anniversari.
  8. Fosse vivo oggi, romperebbe i coglioni di continuo sui social network, altro che gli imbecilli di Umberto Eco.
  9. Una volta all’anno rivedo il film “Teorema” e continuo a non capirci nulla. Ma gli occhi liquidi, pazzi e svagati di Laura Betti sono qualcosa di sconvolgente.
  10. Il candore con cui Pasolini riesce a parlare di argomenti scabrosi con uomini e donne di ogni estrazione sociale in “Comizi d’amore”, non è di questo mondo. Però a Sesto al Reghena, pochi chilometri da Casarsa, se vai nell’argine dietro l’Abbazia le lucciole ci sono ancora, tante e inaspettate, dovresti vederle.

avatar Scritto da: Francesco Lena (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a Domani…

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    The dark side of the moon 2 Novembre 2021 at 14:55

    Se Pasolini fosse ancora tra noi sarebbe, come lo fu per tutta la sua esistenza, almeno quaranta anni avanti rispetto a questa società sempre più decadente e narcisistica.
    Assomigliamo ormai a quell’orchestra che nel film “Titanic” continuava a suonare mentre si stava compiendo la tragedia.
    La tragedia odierna, quella del cambiamento climatico, pare invisibile agli occhi di una politica completamente succube della finanza che non può far nulla per non intaccare gli interessi del sistema capitalistico.
    Il “dopo spettacolo” del G20 con relativa tragicommedia che ha avuto come protagonista Bolsonaro non lascia scampo nemmeno alla speranza: l’uomo è destinato all’estinzione perché è l’animale più stupido che popola la terra, quello che inquina di più e l’unico non indispensabile al biosistema terrestre..

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    Giorgio Della Rocca 14 Novembre 2021 at 17:40

    Il Vangelo secondo Matteo è un celebre film diretto da Pier Paolo Pasolini (1964).
    Il ruolo di Gesù il Cristo è interpretato dallo spagnolo Enrique Irazoqui Levi (1944-2020), sindacalista che in quel periodo si trovava in Italia alla ricerca di appoggi nella lotta contro il regime dittatoriale instaurato nel suo Paese dal generale Francisco Franco.

    Una breve digressione (scacchistica): “Gesù” giocava a Scacchi.
    Laureato in Economia e in Letteratura Spagnola, disciplina che ha insegnato a livello universitario negli Stati Uniti d’America, Irazoqui Levi è stato altresì un appassionato di Scacchi. Ha organizzato tornei a Cadaqués, in Catalogna, e si è interessato di motori scacchistici. Nel corso di un’intervista, rilasciata alla giornalista Cinzia Leone e pubblicata sul quotidiano Il Riformista (18 giugno 2011), ha affermato di aver giocato diverse partite amichevoli, fra gli altri, con l’artista e scacchista Marcel Duchamp, e alla domanda se qualche volta avesse giocato amichevolmente a Scacchi anche con Pasolini ha risposto: «Pier Paolo era molto competitivo; non ha mai voluto. Con me preferiva giocare a Calcio, dove era fortissimo. A Scacchi giocavo con gli apostoli»…

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    Sergio Pandolfo 14 Novembre 2021 at 21:48

    Di Pasolini ricordo di aver visto l’Edipo Re. Bellissimo e molto intenso.

    Mi piace 2

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