Concetti in libertà

Scritto da:  | 13 Novembre 2021 | 5 Commenti | Categoria: Principianti

di R. Fine
(Per principianti…)

E’ del tutto vero ed evidente, che le mosse di apertura negli scacchi sono basate su determinate idee ben definite.
Dette idee sono le fondamenta sulle quali le conseguenti mosse rappresentano la costruzione propriamente detta.
In generale, colui che è capace solamente di eseguire qualche cosa ma non è capace di comprendere ciò che esegue è in svantaggio rispetto colui che non solo sa eseguire, ma anche spiegare con precisione ciò che esegue.
E’ così anche negli scacchi ed a maggior ragione perché la realizzazione – cioè le mosse che scaturiscono dalle idee – sono molto meno standardizzate rispetto la costruzione di una cosa – ad esempio , una casa, un’auto, ecc. –.
Facciamo un esempio:
dopo la mossa 1) e4, la risposta del N. f6 è cattiva, talmente cattiva che non la si trova in nessuna previsione di aperture. Come dovrà reagire il B. se l’avversario la gioca ?
Chi gioca d’istinto, si sentirà perduto, malgrado pagine e pagine di teoria memorizzate acriticamente. E non sarà capace di trovare una buona ragione per spiegare perché quella mossa è cattiva. Ma se il B. sa che il Nero in quel modo ha trascurato il centro, privando il suo C. in f8 della sua casa naturale f6, troverà facilmente il modo di sfruttare l’errore del suo avversario. –

Tre i postulati da cui bisogna muovere, da non dimenticare mai:

  1. In posizione di partenza, il Bianco, grazie al fatto di muovere per primo, possiede un leggero vantaggio e in conseguenza:
  2. L’inizio del suo gioco deve tendere ad assicurargli un vantaggio posizionale tanto che
  3. Il Nero tenderà a sua volta a ristabilire la parità .

La razionalizzazione di questi problemi in ciascun caso – o continuazione – particolare, dà corpo alla “teoria delle aperture”.
Ogni volta che si ottiene quanto indicato nei postulati 2 e 3 la “teoria” può considerarsi soddisfatta e… sta all’avversario giocare !
Possiamo quindi riassumere dicendo che “la teoria non è altri che una buona pratica”

Due i concetti fondamentali nelle aperture:

  1. lo sviluppo;
  2. il centro

Lo sviluppo è la messa in gioco dei pezzi;
il centro sono le quattro case al centro geometrico della scacchiera.

Si parte dal principio di base per cui è essenziale, in apertura,

  • sviluppare tutti i pezzi armoniosamente
  • e assicurarsi una posizione il più possibile favorevole al centro.

Approfondendo, troviamo dieci regole pratiche , cui è consigliabile fare riferimento d’abitudine, alle quali peraltro non siamo obbligati, essendovi come è ovvio, eccezioni che si possono presentare come ben sanno gli scacchisti esperti: Esse sono:

  1. giocare all’inizio il pedone di Re o di Donna
  2. tutte le volte che è possibile, fare in modo che le mosse di sviluppo instaurino nel contempo (che si fanno) una minaccia per l’avversario;
  3. sviluppare i cavalli prima degli alfieri;
  4. cercare la casa migliore per un pezzo (la più efficace) di modo che giochi per tutto il tempo senza doverlo rimuovere
  5. Non muovere più di uno – due pedoni all’inizio dell’apertura
  6. Non uscire di Donna troppo presto
  7. Arroccare appena possibile
  8. Giocare per il controllo del centro
  9. Rinforzare e sorvegliare sempre il proprio (o i propri ) pedoni al centro
  10. Non sacrificare senza un motivo chiaro ed appropriato. E a questo proposito va detto che per offrire in sacrificio un pedone bisogna obbedire a una delle seguenti 4 ragioni:
    a) ottenere un tangibile vantaggio di sviluppo;
    b) deviare la Donna nemica dalla posizione di ostacolo in cui è;
    c) impedire all’avversario di arroccare, sia definitivamente, sia per qualche mossa ancora;
    d) preparare un forte attacco.

In ultimo è bene rammentare che vi sono due domande da porsi prima di rispondere alla mossa dell’avversario:

  1. quale influenza ha la sua mossa sul centro ?
  2. quale casa occupa – o controlla – nel contesto della sviluppo tra gli altri pezzi o pedoni ?

Tutte le mosse che seguono i principi di base sono “normali”; tutte quelle che escono da quei principi sono “anormali”. Così, ad esempio. 1) e4 è normale perché piazza un pedone al centro e contribuisce al prossimo sviluppo dell’A. di R. Invece: 1) a4 è anormale perché non influisce né sul centro né sullo sviluppo di altri pezzi.

Da tener presente che le idee che sono qui esposte non sono affatto leggi autoritarie ed inderogabili: ma piuttosto dei consigli o linee-guida.
La strategia – che è l’insieme delle idee, costituisce un quadro.
La tattica o le variazioni individuali rappresentano ciò che riempie il quadro.
La teoria, negli scacchi, non è assolutamente infallibile.
Anzi, è vero il contrario, perché gli scacchi non rappresentano una scienza definita ma un qualcosa di pulsante, sempre vivo, che si sviluppa incessantemente e che apporta e apporterà correzioni e miglioramenti. –

avatar Scritto da: Antonio Pipitone (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Concetti in libertà

  1. avatar
    Uomo delle valli 13 Novembre 2021 at 16:20

    molto interessante e utile

    Mi piace 2
  2. avatar
    Fabio Lotti 14 Novembre 2021 at 15:44

    Completamente d’accordo. Gli scacchi sono in continua evoluzione.

    Mi piace 1
  3. avatar
    Sergio Pandolfo 24 Novembre 2021 at 13:50

    Giocare a scacchi è un continuo atto di creatività, diceva Kasparov. Proprio perché gli scacchi sono sviluppo continuo, ogni posizione è la negazione di una posizione precedente, e a sua volta va ” negata”, cioè trasformata. Ecco perché mi torna in mente quella cosa che in filosofia si chiama *dialettica”. Chissa’ cosa succederebbe, se la maggior parte della gente giocasse agli scacchi, piuttosto che guardare le partite di pallone… Mmhmmm… La rivoluzione del proletariato, magari… :(

    Mi piace 1
  4. avatar
    Fabio Lotti 26 Novembre 2021 at 15:46

    Qualcuno ha notizie di Martin? Gli ho scritto ma non risponde. Ringrazio in anticipo.

    • avatar
      Uno scacchista da Casale 27 Novembre 2021 at 16:39

      Sì, è morto.

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