Un sacrificio inatteso…

Scritto da:  | 11 Dicembre 2021 | 4 Commenti | Categoria: Aperture, Mediogioco, Partite commentate, Teoria e Studio

Gli Scacchi sono «in ultima analisi irrilevanti, anche se enormemente significativi».

(George Steiner, scrittore, 1972)

Nel mese di luglio 2015 ha avuto luogo a Porto San Giorgio la 3° Edizione dei Campionati Scacchistici Italiani di Categoria (unitamente alla Semifinale del 75° Campionato Italiano Assoluto), alla quale ho partecipato relativamente al Campionato di Prima Nazionale. Al nono e ultimo turno ho giocato la partita seguente:

La sequenza 1.e4 c5 2.Cc3 caratterizza la Siciliana Chiusa. Ne Il Libro Completo delle APERTURE (edizione Le Due Torri 2010) il Maestro Claudio Pantaleoni scrive che «la Siciliana Chiusa, pur non mettendo certo in discussione la bontà della Siciliana, ha il pregio di non costringere il Bianco a imparare a memoria centinaia di varianti come invece è costretto a fare nella Siciliana Aperta» (p. 167).

La semimossa 7.Ab5+, che avrebbe consentito al Bianco di eliminare subito il Cavallo Nero piazzato in d4 o di ricacciarlo in c6, sarebbe risultata probabilmente migliore di quella giocata in partita.

Occorre osservare che, sia dopo 8…Cxc2+ 9.Rf2 sia dopo 9…Cxc2+ 10.Rd1, il Nero non avrebbe potuto catturare la Torre in a1 con il suo Cavallo a causa dello scacco mortale dell’Alfiere Bianco in b5.

La semimossa 9…exf4 non sarebbe stata così vantaggiosa per il Nero come potrebbe sembrare. Dopo 10.Df2 (preferibile a 10.Dd3, che permetterebbe 10…Dh4+) Cxc2+ 11.Rd1, ad esempio, il Nero avrebbe dovuto ripiegare su 11…Cd4 ottenendo solo un vantaggio lieve, dal momento che il guadagno momentaneo di una Torre con 11…Cxa1 avrebbe concesso al Bianco di pattare per tripla ripetizione di una stessa posizione: 12.Ab5+ Re7 13.Cd5+ Re6 14.Cxf4+ Re7 (a 14…Rf6 o 14…Re5 seguirebbero rispettivamente 15.d4 o 15.b4, in entrambi i casi con vantaggio decisivo del Bianco) 15.Cd5+ Re6 16.Cf4+ Re7 17.Cd5+ Re6 18.Cf4+. In realtà, in partita ho giocato 9…Ae7 invece di 9…exf4 non perché avessi previsto tutto ciò, ma semplicemente perché avevo intravisto un allettante sacrificio…

Posizione dopo 10…Af8

Successivamente, giocando 16.c4 (più adeguata di 16.Cxd6+) al posto di 16.Cc7+ la posizione del Bianco sarebbe risultata ancora sostenibile, forse, in quanto il suo Re avrebbe avuto una via di fuga.

Alla 17° mossa la posizione del Bianco era irrimediabilmente compromessa, anche in caso di 17.Cd5 Df2+ o 17.Cb5 c4.

Posizione dopo 17.Cxa8

A questo punto avevo a disposizione una combinazione di Matto in 6 mosse: 17…Df2+ 18.Rd3 Dd4+ 19.Re2 Cg3+ 20.Rf3 Dxe4+ 21.Rf2 Dd4+ 22.Rxg3 Dxf4# (22.Rf3 Dxf4#, 22.Re1 Dg1#). Giacché io ho giocato 21…exf4 invece di 21…Dd4+, la combinazione si è prolungata di qualche mossa.

 

Sinora io e F.C. abbiamo giocato quattro partite, la prima delle quali è quella presentata qui: due le ho vinte io e due le ha vinte lui, alternatamente, e tutte le vittorie si sono realizzate con il Nero! La seconda partita, dove io avevo il Bianco, è stata giocata al primo turno della 4° Edizione dei Campionati Scacchistici Italiani di Categoria, nuovamente nel Campionato di Prima Nazionale, svoltasi (unitamente alla Semifinale del 76° Campionato Italiano Assoluto) a Civitanova Marche nel mese di luglio 2016, e si è aperta con una Variante non standard della Siciliana – 1.e4 c5 2.Ac4 –: dunque, a Colori invertiti, il mio avversario si è preso una rivincita quasi immediata… La terza partita, nella quale io avevo il Nero, è stata giocata al primo turno della 28° Edizione del Torneo Scacchistico “Città di Montecatini Terme”, Open B, nel dicembre 2019. La quarta partita, nella quale io avevo il Bianco, è stata giocata al secondo turno del Festival Scacchistico “Porto San Giorgio 2020”, Torneo A, svoltosi tuttavia nella vicina città di Fermo, nell’agosto 2020.

L’attuale pandemia di COVID-19 (acronimo dell’espressione inglese “COronaVIrus Disease 19”) ci ha costretto a modificare alcuni dei nostri tradizionali stili di vita. L’ultimo menzionato è stato il secondo torneo di Scacchi in modalità anticovid-19 da me disputato. Il primo è stato il Torneo B del 6° Festival Scacchistico di Lignano Sabbiadoro, svoltosi nella suggestiva cornice del Bella Italia & E.F.A. Village (E.F.A. è la sigla dell’Ente Friulano Assistenza), anch’esso nell’agosto 2020.

Voglio concludere questo articolo riportando un passo tratto dall’Introduzione del saggio La mossa giusta. Il senso degli scacchi per la vita, scritto dal Grande Maestro e filosofo scozzese Jonathan Rowson – autore che ho già citato nel mio articolo Apologia di uno scacchista –, uscito nel 2019 (io faccio riferimento all’edizione Garzanti 2021): «Se le metafore ci disvelano i sensi molteplici della vita, gli scacchi ci disvelano il pensiero che procede per metafore e non è un caso che il gioco abbia una rilevanza metaforica tanto accentuata. Le ragioni culturali e storiche che spiegano l’eccezionale consonanza tra gli scacchi e la condizione umana sono profonde e ampiamente esplorate. Gli scacchi sono internazionali e transculturali, riconosciuti e giocati in tutto il mondo perché rappresentano tanti elementi dell’esperienza e degli sforzi umani: lavoro e gioco, speranza e paura, scienza e arte, verità e bellezza, vita e morte. Gli scacchi sono un simbolo e, come afferma il filosofo sociale americano Norman O. Brown, “il simbolo non è l’apprensione di un altro mondo, ma la trasfigurazione di questo mondo”» (pp. 29-30).

Il Sacrificio Supremo

18 Dicembre 2021

Il saggio La mossa giusta. Il senso degli scacchi per la vita di Jonathan Rowson, che ho citato nella parte finale dell’articolo, oltre ad avere un prologo, un’introduzione, un epilogo e un’appendice, si compone di 64 paragrafi suddivisi in 8 capitoli di 8 paragrafi ciascuno, con l’intento esplicitamente dichiarato di richiamare simbolicamente una scacchiera.

Nel paragrafo intitolato Il significato del sacrificio, contenuto nell’ultimo capitolo (La vita e la morte), l’autore scrive: «Direi che sono culturalmente cristiano, intellettualmente buddhista, per temperamento scettico e induista quando sono a casa» [sua moglie è indiana]. Egli rammenta che ‘sacrificare’ significa letteralmente ‘rendere sacro’. Dopo aver parlato del sacrificio negli Scacchi, finalizzato all’ottenimento di un vantaggio del giocatore che lo effettua, lo pone in relazione simbolica con il sacrificio realizzato da Gesù Cristo mediante la passione e la morte in croce, la quale, seguita dalla risurrezione, consente la redenzione e la salvezza dell’Umanità.

La risurrezione di Gesù Cristo non può essere verificata per mezzo delle categorie umane ordinarie, dal momento che «l’evento soprannaturale è qualcosa che trascende la sfera dell’immanente: è metafisico, cioè supera, domina la sfera fisica, poiché “Dio è spirito” (Gv 4,24) e, dunque, non è soggetto alle leggi fisiche, chimiche e biologiche, le quali regolano questo mondo» (tratto da Risurrezione. Un viaggio tra fede e scienza dell’economista e imprenditore Armando Savini, edizione Figlie di San Paolo 2016, p. 71). Nondimeno, essa «ha una risonanza efficace anche nella storia e nello spazio, ove rimangono tracce e segni» (tratto da Biografia di Gesù. Secondo i Vangeli del cardinale Gianfranco Ravasi, autorevole biblista, Raffaello Cortina Editore 2021, p. 233).

Può sembrare strano che, a ridosso della festività del Natale del Signore, io tiri in ballo la Pasqua del Signore. D’altronde lo stesso nome ‘Gesù’, nell’etimologia ebraica, significa ‘Yahweh è salvezza’…

Ho messo a punto l’articolo e la presente integrazione autonomamente, fatta eccezione per l’immagine in evidenza, scelta dalla Redazione di SoloScacchi senza alcuna mia indicazione in proposito; reputo pertinente tale scelta, in quanto l’immagine rappresenta metonimicamente proprio il Sacrificio Supremo.

avatar Scritto da: Giorgio Della Rocca (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Un sacrificio inatteso…

  1. avatar
    Uomo delle valli 12 Dicembre 2021 at 10:24

    davvero molto bello
    come sempre anche gli altri

  2. avatar
    nikola 24 Gennaio 2022 at 21:17

    Ho regalato “La mossa giusta” al mio migliore amico un mese fa per il suo compleanno. Presto ne comprerò una copia anch’io.
    Articolo elevato e sublime, complimenti!

    • avatar
      Giorgio Della Rocca 24 Gennaio 2022 at 23:02

      Molte grazie, nikola.
      Anche la frase di George Steiner con la quale si apre il mio articolo è tratta da quel libro.
      Essa si trova nel saggio Fields of Force, pubblicato sul periodico The New Yorker il 28 ottobre 1972 e dedicato allo storico match per il titolo mondiale tra Spasskij e Fischer, nell’ambito di una riflessione dell’autore relativa alla «superficiale profondità» che caratterizzerebbe il gioco degli Scacchi (e tante altre attività umane), uno «strano amalgama».

      • avatar
        nikola 24 Gennaio 2022 at 23:11

        Grazie per la precisazione, tra l’altro non l’avevo neanche notata 😉

Rispondi a Uomo delle valli Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Problema di oggi