Carlsen si ritirerà nel 2022?

Scritto da:  | 26 Dicembre 2021 | 12 Commenti | Categoria: Attualità, Internazionale

Dopo aver vinto il match mondiale, Carlsen ha dichiarato che nel prossimo ciclo potrebbe non difendere il titolo se lo sfidante non fosse Firouzja.
La dichiarazione ha stupito un po’ tutti, me compreso, ci sono stati molti commenti, ma mi sembra che nessuno abbia correttamente inquadrato il problema e le motivazioni.
Le mie considerazioni partono dagli altri sport che seguo, ora anche più degli scacchi, il tennis e il motociclismo.
I punti di contatto tra tennis e scacchi sono tanto evidenti che è inutile dilungarsi: entrambi sono sport individuali, un duello in cui oltre all’aspetto tecnico è importante lo studio dell’avversario e in cui durante la partita è necessario mantenere una concentrazione assoluta.
Meno evidente la connessione tra scacchi e motociclismo.
Comune ai tre sport è che per arrivare ai massimi livelli si deve iniziare molto giovani e successivamente dedicare allo sport in impegno continuo e assoluto.
Si potrebbe pensare che nel motociclismo l’impegno sia limitato ai giorni di gara e di prove, ma ormai da anni non è più così; anche se le gare sono abbastanza brevi, intorno ai 40 minuti, l’impegno fisico è notevole e per arrivare all’ultimo giro senza cedimenti, i piloti devono allenarsi in modo costante e impegnativo.
Altro importante punto in comune tra questi sport è la necessità di viaggiare in tutto il mondo per partecipare alle competizioni, rimanendo lontano da casa per buona parte del proprio tempo, il che comporta difficoltà di avere una normale vita familiare e di relazione oltre che affaticamento e stress.
Io ho giocato a tennis per molti anni, mai a livello agonistico e spesso con altri giocatori di scacchi.
A livello certamente più alto ho giocato a tennis da tavola, dove ho vinto anche qualche torneo amatoriale; a sottolineare l’affinità di questo sport con gli scacchi ho incontrato parecchi scacchisti molto forti in entrambi i campi; non perdo l’occasione di ricordare il mio massimo trionfo ai Mondiali Universitari di Jbbs nel 1968: in coppia con Albano abbiamo battuto Gingingasvili e Kuzmin, naturalmente a tennis da tavolo.
Come motociclista sono rimasto lontanissimo dalle competizioni, ma per un anno nel 1968 ho corso in motonautica nella categoria 2500 corsa, allora quella immediatamente inferiore alla massima; una esperienza limitata, ma che mi ha permesso di provare di persona sensazioni che credo comuni a tutti gli sport motoristici.

Nel motociclismo all’inizio della stagione 2019 Marc Marquez aveva vinto con buon margine gli ultimi 3 mondiali, era di gran lunga il favorito per la stagione che stava iniziando e nei commenti molti ritenevano che avrebbe continuato a vincere facilmente nei tre o quattro anni seguenti.
Io mandai un commento valido anche per tennis e scacchi: “Tutti i grandi campioni prima o poi smettono di vincere, ma non lo si può sapere prima. E se smettono di vincere non sempre è per un infortunio.”
Poi feci l’esempio di Spencer, che dopo aver vinto nel 1985 i titoli delle categorie 500 e 250, continuò a correre per qualche anno senza più ottenere risultati.
O l’esempio di Stoner che, dopo aver vinto il titolo 2010, tra la sorpresa generale annunciò il ritiro a metà stagione 2011, quando era largamente primo in classifica.
Per la cronaca Marquez vinse il titolo 2019, si infortunò all’inizio stagione 2020, ha ripreso a correre nel 2021 pur costretto da problemi fisici a saltare qualche gara e con tutta probabilità ha smesso di vincere mondiali.
Stoner si infortunò ad una caviglia poco dopo aver annunciato il ritiro e non vinse il mondiale.
Fece per qualche anno fece il collaudatore per Honda e Ducati con ottimi tempi sul giro, ma non volle più disputare Gran Premi anche se ne avrebbe avuto la possibilità come wild card o sostituto di un pilota titolare infortunato.
Stoner soffriva molto la tensione prima della gara e la lontananza dall’Australia.
Comunque credo che la fatica nella preparazione, i viaggi, la lontananza da casa siano solo secondarie nella decisione di un ritiro; anche il denaro ha importanza relativa, piloti, tennisti e scacchisti di vertice a quel punto della carriera hanno già guadagnato molto di più di quanto possono ragionevolmente spendere nel resto della loro vita, anche se c’è chi riesce a sperperare tutto, come Borg e Becker tra i tennisti.
Per me è decisiva la tensione nervosa che si deve sopportare prima, durante e dopo la partita; arriva un punto in cui la gratificazione per i successi non basta più a compensare quello che costano.
Stoner non aveva paura di prendere rischi, perché come collaudatore andava forte come gli anni prima in gara, aveva ancora voglia di guidare la moto, ma voleva farlo senza lo stress legato alla competizione.
Per lo stesso motivo il tennista Borg si è ritirato a soli 26 anni nel pieno della carriera.
Carlsen apparentemente è estremamente sicuro di se, dall’esterno potrebbe sembrare che abbia vinto facilmente gli ultimi mondiali e ancora di più l’ultimo, ma solo lui sa quel che vincere questo match gli è costato, come preparazione e come stress mentale prima, durante e dopo le partite.
Oltre tutto il mondiale è slittato di un anno per la situazione covid, per cui dovrebbe difendere il titolo già al prossimo anno; a questo punto ha cominciato a dubitare che valesse la pena ripetere quel che ha passato quest’anno.
Carlsen, come Valentino Rossi, dice quello che pensa, senza preoccuparsi troppo di come le sue parole possano venire interpretate e questo gli ha creato molte critiche.
Quindi ha lanciato un messaggio dicendo quel che pensava in quel momento, senza preoccuparsi che potesse essere interpretato come un suo momento di debolezza.
Non lo farà ora, ma al ritiro ci pensa già a 32 anni nel pieno della carriera.
Magari ha pensato di saltare un ciclo, con la possibilità di rientrare tra 3 anni, o di limitarsi a giocare i mondiali rapid e blitz, molto meno impegnativi come stress mentale.
Pensa di rinunciare al mondiale ma non se lo sfidante fosse Firouzja, che molti vedono come suo erede ed avversario in grado di batterlo; non giocare contro di lui sembrerebbe una fuga per paura, mentre probabilmente Carlsen lo ritiene un avversario meno difficile di altri.
Ritengo che alla fine tutto questo rimarrà una battuta in conferenza stampa, che l’ambizione di allungare la durata del titolo avrà il sopravvento, che nel 2022 Carlsen giocherà contro qualsiasi sfidante e che vincerà ancora.
Però come Kasparov non potrà continuare all’infinito, prima o poi dovrà fermarsi. Già nel 2024? Nel 2026? Nessuno può saperlo.

avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a Carlsen si ritirerà nel 2022?

  1. avatar
    Luigi O. 26 Dicembre 2021 at 21:44

    Bell’articolo e begli spunti. No, io non credo che Magnus si ritirerà a breve. Lasciamo stare il discorso economico ma per ritirarsi quando sei al culmine, esasperato, saturo ed esausto, stufo di quell’ambiente e di quei successi che ti circondano ci viuole forse una maturità ed una sensibilità che al giovanotto norvegese mi pare manchino.
    Lo hanno fatto, in altre epoche e per altre ragioni, Bobby Fischer, Bjorn Borg come appunto Castiglioni ha giustamente ricordato, e Carlos Monzon. Tutti all’apice di una carriera che comunque probabilmente oltre non sarebbe andata, almeno in termini di successi.
    Poi mi sembra che Magnus con gli scacchi continui a divertirsi parecchio: è il suo hobby oltre che il suo lavoro. Gioca sempree ovunque, anche per puro piacere sui vari siti online.
    Forse quando questo svago gli verrà a noia se ne parlerà, per ora non credo.
    Purtroppo temo che lo dovremo soportare ancora a lungo.

    • avatar
      Luigi O. 26 Dicembre 2021 at 21:46

      Aggiungo anche il suo proclama mi sembra più figlio di una certa supponenza che peraltro non ha mai cercato di nascondere troppo. Chissà.

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 28 Dicembre 2021 at 00:01

      Anche io credo che Carlsen si diverta troppo per aver intenzione di ritirarsi.
      Ma nella preparazione al mondiale e nelle prime cinque partite non deve esseri divertito per niente.
      La posta era troppo alta, per lui non vincere il mondiale sarebbe intollerabile.
      Non ha parlato a caso, l’idea di saltare un ciclo mondiale gli è venuta e non la ha ancora scartata.

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    Fabio Lotti 26 Dicembre 2021 at 22:09

    Scacchi, tennis e motociclismo. Un rapporto a cui non avevo pensato…

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    Uomo delle valli 27 Dicembre 2021 at 08:55

    no non si ritira
    troppo forte

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    luca monti 28 Dicembre 2021 at 10:13

    Abbiamo un degnissimo campione mondiale che regge il paragone con tutti gli altri suoi predecessori e con i campioni mondiali di altri e più conosciuti sport. Per me sarebbe spiacevole decidesse di passare la mano al prossimo giro.E poi è giovane, “fresco”, anche un bel ragazzo direi. Insomma, a parte forse qualche deficit nella simpatia, rappresenta una bella immagine lontana dallo stereotipo dello scacchista maturo circondato da ragnatele. Un saluto all’autore del pezzo che leggo volentieri. Luca Monti

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    Gino Colombo 29 Dicembre 2021 at 09:34

    Ieri Carlsen ha perso, di poco, il mondiale rapid a Varsavia in Polonia. Io dico che non si ritira per un bel po’.

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      Niobe 30 Dicembre 2021 at 21:30

      Gli han fatto zinzin pure nel blitz =))

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    The dark side of the moon 31 Dicembre 2021 at 14:28

    Impossibile che si ritiri ora anche se il prossimo sfidante mondiale non sia Firouzja.
    Ciò che ha detto a proposito appartiene al suo personaggio che non di rado spara qualche frase ad “effetto”.
    E’ comunque tra i partecipanti del prossimo Tata Steel Master in programma tra quindici giorni.
    Quindi..

  7. avatar
    Giancarlo Castiglioni 1 Gennaio 2022 at 22:44

    Se rileggete l’articolo non ho mai ipotizzato che si potesse ritirare, solo che potesse saltare un ciclo mondiale.
    Potrebbe non piacergli l’idea di prepararsi e giocare il mondiale per due anni di fila.

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  8. avatar
    gringo 4 Gennaio 2022 at 15:53

    io non ho capito perchè tira in ballo Firouzja. La interpreto così: poichè all’ultimo mondiale si è visto che Ian Nepo era quello che era allora Carlsen vorrebbe uno sfidante più forte di Ian come a dire: non mi fa di vincere “facile”.

  9. avatar
    Mongo 6 Gennaio 2022 at 17:52

    Ali non si ritirò, combatté anche se già malato a 40 anni contro Holmes per diventare il primo ed unico a conquistare per la quarta volta il titolo dei massimi in uno sport mica da ballerini, con tutto il rispetto per chi danza.
    Non ci riuscì, ma anche Ali danzava, ma su un ring.

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