Libri senza Scacchiera (I)

Scritto da:  | 24 Febbraio 2010 | 8 Commenti | Categoria: Libri, Recensioni

In questa serie di articoli vorrei parlare di alcuni libri che in varia misura mi sono o mi sono stati utili per migliorare il mio livello di gioco, e che mi sentirei di consigliare ad ogni giocatore dai principianti fino a tutte le categorie nazionali.

Credo che la didattica negli ultimi decenni sia molto migliorata nella qualità dell’approccio, e questo è vero non solo negli scacchi ma anche, per esempio, nella scienza e nelle lingue. Molti più libri di prima, infatti, si sono avvicinati a quel concetto del back to basics che ritengo fondamentale: avere chiarissimi i concetti di base, le loro motivazioni e la loro portata, rappresenta la condizione essenziale non solo per muoversi con sicurezza in terreni più elevati e più ampi, ma anche per poter esercitare la fantasia ed arrivare addirittura alla innovazione. E’ noto l’aneddoto secondo il quale l’ex Campione dl Mondo Tal seguiva con molto interesse delle trasmissioni televisive sugli scacchi destinate ai principianti, sostenendo che vi trovava degli spunti e degli angoli di visuale su cui non aveva riflettuto.

Un’altra necessaria premessa riguarda la metodologia di studio. Gli austeri Maestri giustamente ci hanno sempre detto che per poter studiare efficacemente occorre mettersi davanti, oltre al libro, pezzi e scacchiera in dimensione da torneo. All’estremo opposto ci sono gli scacchisti della generazione “nata col computer”. Magnus Carlsen in una intervista ha detto: “Scacchiera? Uhm, sì, forse a casa da qualche parte ne devo avere una”. Per non parlare poi dei DVD. Come studiare quindi i libri di scacchi? Io personalmente riesco a trarre il maggior giovamento da quei libri che non solo mi spiegano i concetti, ma che sono scritti in modo tale da poter essere studiati, con il giusto sforzo, senza scacchiera né computer. Che si leggono seduti in un angolino del divano, come si fa con un qualunque romanzo giallo, saggio storico, ma anche testo di fisica o grammatica russa. Ed immagino che un siffatto libro sia un sollievo non solo per me, ma per tutti quelli che, incastrati tra lavoro e famiglia, anche per la grande passione della loro vita solo trovano tempo e modo per studiare (oltre che eventualmente in treno o dal dentista) semplicemente un’oretta alla sera. Col libro, e basta, tra le mani. Vorrei precisare che quella che sto prospettando non è affatto una scelta riduttiva, anzi al contrario: studiare su libri che hanno un sufficiente numero di diagrammi e non si perdono nell’inutile esposizione di lunghissime varianti produce il positivo effetto collaterale di farci esercitare il calcolo mentale, un esercizio notoriamente indispensabile. E, non da ultimo, magari lo studio in tal modo viene reso divertente e stimolante.

Quelli di cui parlo sono dunque libri che spiegano le idee (una frase forse abusata ultimamente, ma che per fortuna per determinati libri è vera) e che si possono studiare senza scacchiera, reale o virtuale che sia. Detto questo, aggiungo che io poi, da grande bibliofilo qual sono, sono anche molto sensibile alla dimensione “estetica” del libro e non mi piace fare a meno di cose come la bontà della eventuale traduzione, l’assenza di errori e refusi, la chiarezza di diagrammi e figure, la gradevolezza di layout, stampa e copertina.

Inizio con un libro a cui sono molto affezionato, che a un certo punto mi ha fatto fare un piccolo salto di qualità nella mia carriera di spingilegno, e di cui tuttora a volte ne rileggo volentieri delle parti:

Leslie Ault – The Genesis of Power Chess

Thinkers’ Press, 1993

Dai concetti di base fino ad idee più avanzate, per quanto riguarda la strategia ed i finali; la tattica non è trattata come argomento principale, ma la si incontra disseminata nei vari esempi. Non una esposizione tradizionale, ma invece un formato che trovo molto didattico: l’autore invita a riflettere su un determinato aspetto di una posizione raffigurata in diagramma, e poi sotto fornisce una spiegazione molto chiara della idea presentata, sia essa l’occupazione di una casa forte o la tecnica per vincere un dato finale di due pedoni contro uno. Ci sono circa 700 di tali diagrammi, raggruppati, come si vede dall’indice, in: un capitolo sulle cose basilari come i matti elementari, tre capitoli sui finali, uno sulla strategia dei pedoni, uno sulla strategia dei pezzi, uno sull’attacco al Re, ed infine uno dove vengono proposti “quiz” di tutti i tipi precedenti senza però dichiarare prima di che cosa si tratta.

Purtroppo questo piccola gemma è attualmente praticamente introvabile. La fortuna editoriale dei libri non si capisce mai a che cosa è realmente dovuta, a parte l’onnipresente caso. Ho letto vari commenti positivi su questo libro, mentre le critiche riguardavano cose, come il fatto di non presentare partite complete ma solo posizioni, che invece per me possono essere anche un vantaggio. Non fraintendetemi, studiare partite complete ben commentate è utilissimo. Però secondo me quando si vuole presentare una serie di concetti, mettiamo: pedoni isolati, opposizione, inchiodatura ecc., sono molto meglio le singole posizioni, perché le partite complete hanno dentro decine e decine di concetti diversi e sono perciò, per quel fine, dispersive.

Un libro che legge con vero piacere e che insegna un sacco di cose:

Weeramantry, Eusebi – Best Lessons of a Chess Coach

MacKay, 1993

Dieci capitoli, dieci partite complete molto estesamente commentate in modo verbale, su dieci temi strategici. Dieci lezioni in cui l’autore “simula” il modo in cui realmente conduce le lezioni ai suoi allievi, ponendo domande e ottenendo risposte. Ognuno dei dieci capitoli è letteralmente farcito di concetti utilissimi nella conduzione strategica della partite in merito a case forte, complessi di case deboli, iniziativa, coordinamento dei pezzi, dove e quando attaccare, quali formazioni di pedoni sono migliore di quali altre, avamposti per i pezzi ed altro ancora!

Inoltre, cosa per niente trascurabile, vengono spiegate molto bene le varianti d’apertura utilizzate nelle dieci partite (dalla Siciliana alla Pirc, al Gioco Piano, alla Caro-Kann…;), tant’è che dopo aver studiato questo libro io ho adottato alcune di queste aperture e dopo diversi anni esse sono ancora il mio cavallo di battaglia! Al mio livello infatti, sono convinto che praticamente qualunque apertura va bene da giocare, purché qualcuno te ne spieghi davvero le idee principali, e questo libro su un paio di varianti lo fa!

Neil McDonald – The Giants of Strategy

Everyman, 2007

Neil McDonald è uno degli autori più prolifici della casa editrice Everyman Chess, erede della Cadogan, a sua volta probabilmente il più grande editore di libri di scacchi del mondo. Devo dire che, forse proprio perché scrive tanto, non tutti i libri di questo autore sono ad altissimo livello, ma questo qui è veramente eccelso. Sulla base di partite complete, o di frammenti, di cinque “Giganti” della strategia di tutti i tempi: Nimzovich, Capablanca, Petrosian, Karpov, Kramnik (dei quali nel libro c’è anche un breve profilo), l’autore illustra in maniera ricca, altamente istruttiva, e decisamente piacevole le varie sfaccettatture dei temi strategici più importanti.

Quello che mi piace di questo libro, inoltre, è il fatto che l’autore riesce a infilare in un filo logico coerente i temi dei vari capitoli, come perle in una collana. Il primo capitolo parla della settima traversa: il modo in cui i nostri Giganti pianificano l’invasione sulla settima e, una volta che ci sono riusciti, le tecniche che essi impiegano per sfruttare la posizione superiore delle torri. Ma, si chiede il secondo capitolo, cosa succede se l’avversario proprio si rifiuta di farmi entrare in settima? Come sfrutto allora il possesso di una colonna aperta? Il tema è quindi: avamposti per i pezzi su colonna aperta. Ma se neanche questo è possibile, arriva il capitolo tre e ci fa vedere come sfruttare il possesso di una colonna aperta combinandolo insieme ad un altro vantaggio posizionale. Ai tre capitoli sulle colonne ne seguono altri tre sui pedoni: capire le maggioranze pedonali, la forza delle rotture pedonali, il pedone come ariete. Infine, i tre capitoli conclusivi su restrizione, blocco e profilassi.

avatar Scritto da: Giorgio Chinnici (Qui gli altri suoi articoli)

Ho fatto costruire la Torre per salire a scoprire e comprendere i misteri dell'Universo. L'ho fatta costruire per creare la ricchezza della molteplicità di lingue e culture. E naturalmente, ho fatto costruire la Torre per giocare a Scacchi. --- Il Principe Nimrod ---


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8 Commenti a Libri senza Scacchiera (I)

  1. avatar
    Martin Eden 23 Febbraio 2010 at 19:32

    Fantastico! Grandissimo Nimrod!!! 🙂

  2. avatar
    Biker 23 Febbraio 2010 at 19:53

    Un pezzo sostanzioso! Parlo per me, non conoscevo nessuno dei libri citati. Fa venire voglia di ricominciare a studiare 😀

  3. avatar
    Mandriano 24 Febbraio 2010 at 00:02

    …ok Nimrod… da cosa iniziamo??…

  4. avatar
    Del Ponte 24 Febbraio 2010 at 16:59

    Grazie per i suggerimenti.

    Ho fatto qualche ricerca in rete per trovare questi testi.

    “Neil McDonald – The Giants of Strategy” è facilmente reperibile, ad esempio presso Le Due Torri di Bologna.

    “Weeramantry, Eusebi – Best Lessons of a Chess Coach” si trova usato su Amazon a partire da 10 dollari, ma viene spedito dagli Stati Uniti e quindi, oltre alle maggiori spese di spedizione, c’è il rischio di incappare in spese doganali aggiuntive.

    Infine di “Leslie Ault – The Genesis of Power Chess” ho trovato solo una copia usata in vendita presso un libraio americano a ben 120 dollari! Meglio per ora aspettare una ristampa o, ancora meglio, la traduzione da parte di un editore italiano.

  5. avatar
    cserica 24 Febbraio 2010 at 18:50

    concordo con Biker,
    verrebbe voglia di ricominciare a studiare…..
    sull’argomento ricordo un libro (che dovrei avere da qualche parte) su di un match Karpov-Kasparov che aveva la particolarità di avere un diagramma ad ogni mossa, purtroppo i commenti non si sprecavano…..

  6. avatar
    il calepino 24 Febbraio 2010 at 19:02

    articolo fantastico!!!!!!!!!!!

    qualche consiglio su libri tradotti in italiano??

    a quando la seconda parte??

  7. avatar
    Nessuno 13 Marzo 2010 at 00:03

    Al secondo ho dato un’occhiata alla versione pdf scaricabile da internet e mi è sembrato molto interessante e il sistema a domanda e risposta è molto simpatico. Anche il terzo si trova in versione pdf, non così il primo che essendo introvabile in forma cartacea sarebbe stato l’ideale. Normalmente gli acquisto i libri di scacchi ( ne possiedo più di cento ) ma sapere prima come sono non è male.
    Gran bell’articolo e anche un bel sito.
    Lascerò un commento anche sulla seconda puntata.

  8. avatar
    Davide 13 Gennaio 2011 at 19:50

    I titoli che consigli sono molto interessanti, peccato non poterli trovare in PDF perché come al solito alcuni si trovano solo usati a prezzi impossibili (purtroppo non sono il figlio di Bill Gates, per cui anche 60 dollari per un libro sono tanti per me).
    Siccome poi gli editori non sono interessati a ristamparli perché non li danno in formato PDF per 1-2 euro, tanto non ci fanno niente.
    IO stavo cercando anche scuola di scacchi di Ponzetto in formato PDF, se magari conosci qualcuno che lo ha, fammelo sapere.
    Ciao

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