Carlsen? Non si ritirerà mai

Scritto da:  | 4 Marzo 2022 | 9 Commenti | Categoria: Attualità, Campionati, Cronaca, Internazionale, Personaggi, Stranieri

Ho trovato molto intelligente e originale il pezzo di Giancarlo Castiglioni su un possibile ritiro di Carlsen. Nel commentarlo, per semplicità, porrò il tema di un “ritiro” inteso come definitivo, come ammicca il titolo, anche se Gianfranco ha specificato che lui pensava piuttosto a un ritiro temporaneo, dopo che Carlsen ha detto di voler prendere in considerazione solo un giocatore della generazione di Firouzja come sfidante mondiale.
Castiglioni porta esempi suggestivi di campioni che hanno abbandonato precocemente la carriera. C’è da osservare che almeno per alcuni di loro c’è da ipotizzare una perdita di sicurezza, oltre che di quella gratificazione che giustifica i sacrifici dell’allenamento, la vita girovaga e altri incomodi.
Borg, che lasciò il tennis a 26 anni, non sopportava l’idea di non essere più il numero uno dopo l’avvento di McEnroe, tanto che fu proprio quest’ultimo a cercare di convincerlo a ripensarci, con un atteggiamento generoso.

Quello che è successo al nostro adorato Fischer è difficile da spiegare; oltre agli aspetti patologici veri e propri, ci sono le interviste in cui dichiarava che gli scacchi avevano esaurito le loro potenzialità creative, la proposta del Fischer Random Chess eccetera. Insomma: non si divertiva più.
Nei commenti al pezzo viene citato anche Carlos Monzon: ma Monzon era ormai logoro quando si ritirò da campione imbattuto. Per combattere doveva fare iniezioni di novocaina alle mani, nell’ultimo match era stato atterrato da Valdez, insomma la boxe per lui era ormai meno attraente di quel jet set che l’aveva cooptato, inclusa la prospettiva grottesca di una carriera nel cinema, bellissime donne, l’amicizia con Alain Delon e tutto il giro di Montecarlo.
Un esempio che trovo interessante, sempre in ambito pugilistico, è quello di Rocky Marciano. Come sapete, Marciano si ritirò con un record sbalorditivo e ineguagliato: 49 incontri tutti vinti, di cui 43 prima del limite. Solo sei pugili erano rimasti in piedi davanti a lui. Non solo, ma all’orizzonte non c’era nessuno sfidante serio: Marciano aveva occupato nei primi anni ’50 una nicchia in un momento di crisi dei pesi massimi, dopo il ritiro di Joe Louis e prima dell’avvento dei nuovi talenti neri come Floyd Patterson e Sonny Liston. Gli offrirono cifre iperboliche ma lui rifiutò di continuare, dimostrando una saggezza abruzzese di cui, come italiano, sono sempre stato orgoglioso.

Carlsen mi sembra ancora innamoratissimo degli scacchi.
Per contrasto, ho ripensato all’analisi che Fine fece della struttura psicologica di Spasskij, dicendo che sembrava quasi incapace di trarre piacere dalle vittorie. Basta guardare uno dei tanti video su YouTube che mostrano la cerimonia della proclamazione ufficiale di campione del mondo nel ’69: imprigionato in quella ridicola corona Spasskij appare cupo, così infelice da essere ancora più affascinante; che differenza con il sorriso radioso di Tal o con il Fischer spettinato che ride quasi sguaiatamente a Rejkjavik!
Carlsen sembra trarre un piacere intensissimo dalla sua immagine di campione-star. Ci sono video in cui è circondato da belle ragazze, beve, gioca a tutte le ore, in tutti i modi e in tutte le forme. La dichiarazione su Firouzja è parsa pura arroganza (peraltro giustificata!), come lo era aspettare che Nepomniatchchi tornasse dalle sue nevrotiche assenze dalla scacchiera durante il mondiale: lo voleva vedere bene in faccia dopo che aveva fatto le cappelle. I dialoghi post mortem fra i due, deliziosi dopo le prime patte, sono diventati penosi quando il russo ha cominciato a perdere e a essere sempre più sotto, anche con il linguaggio del corpo: nelle chiacchiere finali la sua postura era quasi supplichevole, quella di Carlsen impaziente.
E poi è arrivata l’esibizione di strapotere al Tata Steel.
Dovremo “sopportarlo” ancora a lungo e sarà divertente tifargli contro, come succede con i veri dominatori.

avatar Scritto da: Raul Montanari (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a Carlsen? Non si ritirerà mai

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    Paolo Landi 4 Marzo 2022 at 16:07

    Io mi auguro solo che Carlsen non si ritiri prima di un bel po’ di tempo! Adesso che, incalzato da una pattuglia di giovanissimi agguerriti, appare non più invulnerabile e comincia anche a perdere qualche torneo, come da ultimo i mondiali rapid e blitz, mi sta ancora più simpatico. E poi adoro quei momenti della partita in cui, nelle situazioni difficili, prende un pedone o un pezzo e lo rigira tra le mani. Ho capito che lo fa quando c’è da impegnarsi davvero. Oppure quando scuote il testone sconsolato dopo un erroraccio, o quando commenta con gli avversari la partita appena conclusa alzando la testa e socchiudendo gli occhi , ripensando alla cieca alla posizione. Grande!

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      Raul 4 Marzo 2022 at 16:40

      Hai ragione, Paolo, è più simpatico adesso!
      A parte che ogni tanto fa degli esperimenti in apertura, come quando ha giocato il Gambetto di Re a Ding Liren e ha perso in venti mosse, o quando invece ha battuto Caruana con la Difesa Alekhine (io adoro questa difesa e mi spiace da matti che sia praticamente sparita dagli scacchi a livello top, è una delle varie colpe dei software). In ogni caso quando c’è lui i tornei di scacchi sono più interessanti da vedere anche su YouTube, è una presenza spettacolare. Poi noi immaginiamo che gli altri lo odino, ma non è così: nelle interviste tutti, anche Anish Giri per dire, riconoscono che Carlsen ha fatto molto per gli scacchi e che durante la pandemia ha organizzato questi tornei in streaming di altissimo livello. Tifargli contro è normale, è sportivo, mentre non ha senso considerarlo odioso come fanno alcuni.

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    Ugo Russo 4 Marzo 2022 at 17:04

    Mah, credo sia difficile dire. Magnus è all’apogeo della sua carriera scacchistica. Improbabile che si ritiri adesso. Anche sul ritiro di Kasparov era difficile pronunciarsi ma Garry aveva già imboccato la parabola discendente, quindi -IMHO- ha forse colto la palla al balzo.
    Magnus invece ha ancora diversi obiettivi personali che desidera raggiungere, in primis raggiungere i 2900 di Elo.
    Poi il fattore economico indubbiamente ha il suo peso. Come non dargli torto?
    Bell’articolo, complimenti.

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    Paolo Landi 4 Marzo 2022 at 17:41

    Io mi auguro davvero che il prossimo sfidante sia Firujia. Non vedo altri che possano seriamente impensierirlo. Gli ultimi match con Caruana e Nepo sono stati davvero moiosi ,entrambi hanno giocato per non perdere rischiando pochissimo. Caruana ha ceduto dopo un’infinità serie di parte, Nepo molto prima,ma entrambi apparivano soggiogati e quasi già battuti. Occorrono forze nuove per impensierire il Campione. Quelli della “vecchia” generazione li ha tutti sotto controllo…

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    Vince 4 Marzo 2022 at 21:47
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    Giancarlo Castiglioni 4 Marzo 2022 at 22:02

    Invece io credo che Carlsen si ritirerà.
    Non subito, diciamo tra 8 o 10 anni, quando il suo gioco comincerà a peggiorare e cercare di rimanere al vertice sarà sempre più faticoso e difficile.
    Non lo vedo continuare a giocare tra il numero 10 e 20 del mondo, meno che mai scendere progressivamente al numero 50.
    Magari continuerà a giocare qualche torneo lampo o rapid come fa Kasparov ancora oggi.

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      Paolo Landi 4 Marzo 2022 at 23:24

      Beh, 8-10 anni sono nello sport un’era geologica in cui tutto può accadere. Oggi parliamo di un trentenne che può ancora giocare ad altissimi livelli per un lungo periodo. Un ritiro in tempi brevi non lo vedo all’orizzonte, poi, com’è stato detto, si tratta sempre di un problema di motivazioni. Anand, ad esempio, oggi cinquantenne, pur essendo sceso di molto nella classifica generale, gioca da ex campione del mondo ancora ad alti livelli e credo si diverta parecchio, mentre Kramnik, ben più giovane, ha fatto scelte diverse.

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      Raul 5 Marzo 2022 at 16:20

      Se dovessi scommettere direi che fra 8-10 anni Carlsen sarà ancora nella Top Ten, anzi forse ancora più in alto.
      Non avete notato che i suoi risultati sono migliorati, tanto che sembra che abbia preso un nuovo abbrivio? Gli rimproveravamo un po’ tutti di non aver mai vinto nel formato classic una difesa del titolo, dovendo sempre ricorrere alle partire rapid e blitz, e lui ha spianato Nepomniatchchi in modo nettissimo, una delle vittorie più schiaccianti viste di recente in un match mondiale. Al Tata Steel era di un altro pianeta. Sembra che ci prenda sempre più gusto, che si diverta davvero moltissimo a giocare. È famelico, gioca dappertutto, perfino su lichess con due diversi nickname. È prima di tutto un grande ammalato di scacchi.
      Fra otto o dieci anni Carlsen potrebbe perfino essere ancora campione. Non sono un carlseniano, io sono della generazione dei Fischer boys quindi figuratevi se vado pazzo per il suo stile (per non parlare dei giudizi sprezzanti che ha dato sullo stesso Fischer), ma in questo momento il suo è un autentico strapotere.
      È anche vero quello che osservava il vecchio Monticelli nel suo libro sul match Spasskij-Fischer, cioè che quando un giocatore diventa campione del mondo, il suo futuro successore non ha ancora messo la testa fuori: o è in fasce o è sconosciuto oppure non si è fatto notare. Carlsen campione lo è ormai da dieci anni, chissà…

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    Uomo delle valli 5 Marzo 2022 at 16:59

    come e’ scritto nel titolo davvero il piu’ bel blog di scacchi di italia
    anzi il piu’ bellissimo !

    Mi piace 1

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