La scacchiera è rotonda!

Scritto da:  | 2 Giugno 2022 | 10 Commenti | Categoria: Personaggi, Stranieri

Se in moltissimi giocano a calcio e in tanti giocano a scacchi, sembra logico pensare che ci dovrebbero essere parecchie persone che pratichino entrambi gli sport. Probabilmente sarà vero tra gli scacchisti dilettanti, ma se guardiamo solo tra gli sportivi affermati, ecco che le probabilità di trovare forti giocatori di entrambe le discipline sono piuttosto basse.
Certo diversi dei principali scacchisti sono stati o sono degli accaniti tifosi di calcio. Il nono campione del mondo Tigran Petrosian, per esempio, era noto per essere un appassionato fan dello Spartak Mosca e un grande conoscitore del calcio in generale. Si racconta che una volta disse che sarebbe stato ben lieto di concedere una rapida patta in un torneo pur di non perdere la partita della sua amata squadra.
Anche Boris Gelfand è un amante del calcio e tifa per il Barcellona. Dopo aver vinto il Torneo dei Candidati di Kazan nel 2011, il gran maestro israeliano ha ricevuto in regalo il biglietto per seguire la partita della sua squadra del cuore!
Tra gli scacchisti più giovani, i più accaniti appassionati di calcio, molto attivi su Twitter, sono Ian Nepomniachtchi, Evgeny Tomashevsky, Sergey Karjakin e, manco a dirlo, il più fanatico di tutti, Nikita Vitiugov, gran tifoso del Werder Brema.

Il calcio passa per essere uno sport prettamente maschile, ma ci sono in realtà parecchie ragazze scacchiste che hanno dimostrato di avere una passione molto viva per questo sport. L’ex campionessa mondiale di scacchi femminile Nona Gaprindashvili, prima donna in assoluto a ricevere il titolo di gran maestro FIDE nel 1978, guarda quasi tutte le partite importanti ed è desiderosa di discuterne in dettaglio con chiunque e in qualsiasi momento. Anche Almira Skripchenko, la nota scacchista francese moglie del gran maestro Fressinet, ha mostrato negli anni passati una notevole passione per il calcio.
Nella foto la vediamo vestita con una divisa da calcio come parte della campagna pubblicitaria della Bundesliga di scacchi.
E nel campionato di scacchi a squadre russo vige l’usanza, da parte della squadra femminile, di combattere accanitamente sul terreno di gioco, durante il giorno di riposo.
Ci sono anche forti scacchisti che sono stati discreti giocatori a livello amatoriale. Le immagini che mostrano il tredicesimo campione del mondo Garry Kasparov sul campo di calcio nel corso di partite amichevoli sono sicuramente familiari ad ogni principiante di scacchi.
Anche l’attuale campione del mondo, il norvegese Magnus Carlsen, ama giocare a calcio e a volte viene visto giocare a calcetto tra una partita e l’altra.
Le foto poi di un maestro scalzo che palleggia al Grand Chess Tour di Calcutta, si sono trasformate in un attimo in un contenuto virale in rete.

Anche se preferisce seguire il calcio inglese è uno sfegatato tifoso del Real Madrid e una volta è stato persino invitato a dare il calcio simbolico d’inizio alla sua squadra preferita.

Tra l’altro sembra essere dotato di una discreta tecnica, che non ha niente a che vedere però con quella che riesce ad esprimere sulla scacchiera!

Finora abbiamo parlato solo di scacchisti tifosi, o semplici amatori, ma esistono anche casi di forti scacchisti che in gioventù hanno giocato ad alto livello. Il gran maestro Vlastimil Jansa, tre volte campione di scacchi della Cecoslovacchia, ha giocato nella squadra nazionale di calcio giovanile, il gran maestro serbo Ljubomir Ljubojevic, ha giocato nelle giovanili della Stella Rossa di Belgrado, mentre Peter Leko ha giocato nelle squadre di calcio giovanile dei distretti ungheresi.
Quello che veramente mi interessava però, era trovare esempi di scacchisti che avessero raggiunto il massimo livello sia sulla scacchiera che sui campi di calcio: diciamo almeno una partecipazione alle olimpiadi di scacchi e, contemporaneamente, almeno una convocazione nella squadra nazionale principale del loro paese. Di questa doppia importanza tra “nerd” e “macho, sono riuscito a scovare solo tre casi, uno molto conosciuto, gli altri due un po’ meno.

L’esempio sicuramente più famoso è quello dell’insuperabile norvegese Simen Agdestein. Quando ha giocato l’Interpolis Tournament di Tilburg nel 1989 con, tra gli altri, Kasparov e Korchnoi, era il numero sedici del mondo nelle classifiche ELO di scacchi ed aveva già giocato otto partite per la nazionale di calcio della Norvegia, in un momento in cui la Norvegia iniziava ad essere forte. Ha iniziato a giocare a calcio a 8 anni e si è dedicato seriamente agli scacchi a partire dagli 11 anni. Ecco alcuni momenti salienti della sua vita sportiva. 1982: (15 anni) campione norvegese di scacchi, titolo che vincerà per altre sei volte. 1984: secondo nel Campionato Europeo Junior (dietro a Salov); debutto nella squadra di calcio giovanile norvegese e nella prima squadra del suo club il Lyn Oslo, che giocava in seconda divisione. 1985: primo gran maestro norvegese, il più giovane del mondo. 1986: condivisione del primo posto nel Mondiale Junior, davanti a Bareev, Anand e Piket, ma secondo al tiebreak dietro l’outsider cubano Arencibia. 1988: terzo nel torneo di Hoogovens; esordio come attaccante nella nazionale di calcio norvegese contro l’Italia. 1989: rifiuta un contratto da professionista con il Besiktas per poter giocare nel torneo dell’Interpolis, di conseguenza perde il suo posto in nazionale. 1991: si rompe il legamento crociato del ginocchio e, dopo un anno di rinnovo del contratto, è costretto ad abbandonare per sempre l’attività agonistica.
Fino ad allora, anche se aveva alternativamente pensato di rinunciare agli scacchi per il calcio, e al calcio per gli scacchi, ritenendo che i suoi corsi di sociologia all’università fossero davvero i più importanti, Agdestein aveva creduto che le due carriere sportive potessero essere unite, anche se è stato un peccato che i suoi allenatori di calcio non la pensassero alla stessa maniera. Ad ogni modo, ha mantenuto la sua forza scacchistica durante tutto il suo periodo in nazionale di calcio. Per una carriera da professionista nel calcio, tuttavia, non pensava che il suo talento fosse davvero sufficiente; per una carriera da professionista negli scacchi, che ha considerato per un po’ dopo aver lasciato il liceo, non gli piacevano troppo le ore solitarie di studio. Kasparov lo definì il più forte dilettante tra i migliori grandi maestri. Dopo l’infortunio, nel 1992 cadde in un buco nero e in un’intervista affermò: “Credo che dovrei essere abbastanza felice di essere uscito dal circo del calcio. Ovviamente avrei dovuto fermarmi prima di infortunarmi. Ma dopo essere entrato in nazionale A, non è stato facile smettere di giocare a calcio”. Anche il suo punteggio a scacchi ne ha fortemente risentito, tanto che ha abbandonato la top 200 mondiale e per un po’ non è stato nemmeno più il numero uno norvegese. Si è però ripreso e nel 1999 ha vinto di nuovo un grande torneo, il Cappelle la Grande Open, davanti a 104 grandi maestri e con uno score di 2789 punti ELO. Ha poi ottenuto altre due vittorie nel 2013, nell’Open di Sant Martí a Barcellona con 8,5 punti su 9 e una performance di valutazione di 2901, e l’Oslo Chess International-Håvard Vederhus Memorial con 7 punti su 9. Ha raggiunto un punteggio ELO massimo di 2637 punti nel luglio del 2014. Agdestein ha rappresentato il suo paese sette volte alle Olimpiadi di scacchi giocando principalmente in prima scacchiera e vincendo anche una medaglia d’oro individuale alla sua prima apparizione nel 1982. È stato anche allenatore di scacchi di molti giovani talenti, tra cui l’attuale campione del mondo Magnus Carlsen. Oggi Agdestein ha 54 anni è sposato, padre di due figli, e la sua vita lavorativa è dedicata a tempo pieno agli scacchi. Lavora come editorialista di scacchi per il grande quotidiano VG, ha registrato un programma televisivo di scacchi ed è istruttore di scacchi presso l’Oslo Academy of Top Sports. Da giocatore, “ho recuperato la mia vecchia fiducia e credo di poter combattere con chiunque”. Nell’agosto del 2018 si è laureato campione europeo senior over 50 a Drammen in Norvegia.


Il secondo esempio è quello del rumeno Bela Soos (1930-2007). A 45 anni disertò e fuggì nella Germania Ovest ma le autorità dell’epoca non gradirono e il suo nome venne cancellato da tutte le pubblicazioni ufficiali e dai giornali di scacchi dell’era comunista. E la censura deve aver funzionato bene, visto che non sono riuscito a trovare nessuna fotografia del giocatore. Anche le notizie sul suo conto sono poche e frammentarie. Di famiglia povera rimase orfano all’età di sei anni e venne adottato e allevato da una zia. Imparò a giocare a scacchi all’età di sei o sette anni guardando con attenzione giocare gli adulti. Da adolescente si iscrisse a un corso di scacchi presso l’allora casa sindacale, in compagnia di diversi giocatori di scacchi dell’epoca e, per sostenersi, ha anche giocato spesso per soldi. Visto il suo gioco intelligente, diverse persone gli avevano predetto un grande futuro e i pronostici si rivelarono corretti, dato che ben presto divenne campione nazionale giovanile. Parallelamente al gioco degli scacchi, ha anche inseguito la palla per un po’, non comportandosi affatto male. Era un giocatore certificato nelle giovanili della Locomotiva Târgu Mureş e all’età di 18 anni è stato promosso nella squadra principale di serie A. Durante il servizio militare ha giocato con la Dinamo di Bucarest, dove è rimasto per tre anni. Nel 1951, dopo una partita vinta 3-1 contro il Budapest Doge, Bela Soos fu scelto come miglior giocatore in campo, avendo segnato due gol. Non possiamo esserne sicuri, ma secondo fonti attendibili, in quel periodo, dovrebbe aver giocato anche qualche partita nella nazionale principale del suo paese. Dopo il disarmo, è tornato a casa a Târgu Mureş e ha smesso di giocare a calcio, quindi ha rivolto tutta la sua attenzione agli scacchi, trascorrendo la maggior parte del suo tempo in campi di addestramento e competizioni. Ha ottenuto il titolo di maestro internazionale nel 1967 ed ha rappresentato la Romania in quattro olimpiadi di scacchi nel 1956, 1962, 1966 e 1968. E’ diventato famoso per aver ottenuto uno score positivo (2,5 – 0,5) contro il leggendario Efim Geller, battendolo due volte in importanti competizioni mondiali. Nella partita che segue, giocata alle Olimpiadi di Varna del 1962, lo vediamo brutalizzare il campione sovietico in 23 mosse, facendolo sembrare un dilettante.

E’ davvero un peccato che, nemmeno dopo la caduta del muro di Berlino del 1989, nessuno abbia mai cercato di riabilitare il suo nome. Sarebbe assolutamente necessario riscattare i nomi di persone di altrettanto grande prestigio internazionale come il suo, perché per noi valgono più del loro peso in oro e Bela Soos ne è stato un buon esempio.

Il terzo ed ultimo caso è quello del faroese Torkil Nielsen. Nielsen ha iniziato la sua carriera calcistica presso il SÍF Sandavágur, dove ha giocato dal 1981 al 1993. Nel 1989, 1990 e 1992 ha giocato con questo club in prima divisione Nel 1991 Nielsen è riuscito a vincere il titolo di capocannoniere in seconda divisione con 13 gol pur giocando da centrocampista. Nel 1994 è passato al club di seconda divisione FS Vágar, per il quale è stato attivo fino alla fine della sua carriera. Nel 1999 sono riusciti a tornare nella massima serie come primi in seconda divisione. Alla fine della stagione 2001 l’FS Vágar è arrivato solo ultimo ed è stato retrocesso di nuovo in seconda divisione. Poi Nielsen si è fermato ed ha giocato l’ultima volta nel 2003 e nel 2007 per la seconda squadra della terza divisione. Nielsen ha esordito con la nazionale faroese il 24 agosto 1988 in un’amichevole contro l’Islanda ad Akranes, persa 1-0. Questa è stata anche la prima partita delle Isole Faroe dopo essere entrato a far parte della FIFA nel 1988. Nella seconda partita, ha segnato il suo primo gol al quarto minuto della partita, battendo il Canada 1-0 in un’amichevole il 14 aprile 1989 a Tórshavn. Torkil Nielsen ha rivendicato il suo posto nella storia del calcio mondiale grazie al suo gol nella campagna di qualificazione ai Campionati Europei del 1992, durante la partita delle Isole Faroe contro Austria il 12 settembre 1990, una sconfitta shock per 1-0 che ha comportato per l’Austria l’eliminazione dalla competizione. Tre giorni dopo quella clamorosa e imbarazzante sconfitta l’allenatore della squadra austriaca, Josef Hickersberger, ha dovuto dimettersi da allenatore della nazionale.

La sua ultima partita è stata una partita di qualificazione ai Mondiali del 1994, giocata il 16 giugno 1993 contro la Cecoslovacchia a Toftir e persa per 3–0. Per quanto riguarda la sua carriera scacchistica è stato tre volte campione individuale delle Isole Faroe nel 1986 e 1988 e ha partecipato tre volte alle Olimpiadi di scacchi come membro della squadra nazionale di scacchi delle Faroe: nel 1982 a Lucerna, in Svizzera, e nel 1984 e nel 1988 a Salonicco, in Grecia giocando sempre in quarta scacchiera e totalizzando complessivamente 17,5 punti su 35. Oggi Nielsen è un imprenditore affermato nel settore del legname, siede nel consiglio del club di scacchi locale Sandavags Tlvfelag ed è un giocatore attivo nei campionati nazionali. La sua valutazione ELO è di 2136 che lo colloca al 17° posto nella classifica ELO faroense. Ha raggiunto il suo ELO più alto di 2205 da gennaio a luglio 1983 e da gennaio a luglio 1986. Tra gennaio 1983 e luglio 1983 e a gennaio 1985 è stato il primo giocatore ex aequo delle isole come punteggio ELO.


avatar Scritto da: Fabio Andrea Tomba (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a La scacchiera è rotonda!

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    Fabio Lotti 2 Giugno 2022 at 13:34

    Un grande articolo per un grande binomio!
    Bellissima lettura

    Mi piace 3
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    Paolo Landi 2 Giugno 2022 at 14:59

    Molto interessante,complimenti! A proposito di Kasparov, ricordo che in una lontana intervista di tanti anni fa espresse giudizi entusiastici sulla nostra nazionale di calcio recente vincitrice dei mondiali,quelli del 1982. Disse di non condividere affatto i giudizi negativi sul nostro gioco che molti definivano difensivistico. Capii allora che Garry oltre ad essere un grande scacchista era anche un vero intenditore di calcio…

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      Nagni Marco 2 Giugno 2022 at 16:52

      Intervista presente su “le mie partite” Prisma..complimenti per l’articolo e ricordo la partita Italia Norvegia….

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    Martin 2 Giugno 2022 at 15:33

    Complimenti anche da parte mia, Fabio.
    Avevo letto da qualche parte che anche Mitchko Vujovic aveva iniziato con il calcio come portiere della Stella Rossa Belgrado, ma non sicuro di ricordare bene. Forse qualcuno mi può aiutare: la memoria inizia a vacillare =))

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      Fabio Andrea 3 Giugno 2022 at 14:40

      Mi pare di ricordare che durante un’intervista di Riccardo Del Dotto sul finire degli anni ’80, fu lo stesso Vujovic a sostenere di avere avuto un passato prima da pugile, poi da portiere in una squadra di calcio.

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      Fabrizio Molina 22 Giugno 2022 at 01:44

      Credo fosse la Vojvodina

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    The dark side of the moon 3 Giugno 2022 at 20:47

    Per quanto riguarda il binomio scacchi-basket?
    Qualcuno ha notizie in merito?
    Mi risulta che Carlsen ami molto la pallacanestro.
    Bell’articolo e complimenti al suo autore.

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    Uomo delle valli 3 Giugno 2022 at 23:12

    mi è piaciuto molto anche a me
    scacchi – basket non saprei, ma gli slavi a pallacanestro son sicuramente più forti che a calcio

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    Sergio Pandolfo 13 Giugno 2022 at 14:14

    Molto interessante… Credo sia difficile trovare persone capaci di fare più cose ad alti livelli… E soprattutto di coniugare gli sport della mente e quelli del corpo. In certi casi, però, si vede che è possibile.

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    Fabrizio Molina 22 Giugno 2022 at 01:57

    Tra gli appassionati di scacchi possiamo considerare anche il calciatore Edgar Davids che, veramente a sorpresa, si presentò all’hotel Principi di Piemonte di Torino per assistere ad una simultanea di Karpov. Credo fosse il 2002. Visto il suo interesse, mi avvicinai e gli chiesi se conosceva Agdestein come calciatore. Lui mi rispose che lo conosceva vagamente e che non si stupiva che fosse un GM, perché “in Norvegia i calciatori hanno un sacco di tempo libero, non come da noi in Italia”. Per dare credito a questa affermazione, dopo poco salutò cordialmente Karpov e abbandonò la scena.

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