Incontri da ricordare (I)

Scritto da:  | 12 Febbraio 2023 | 7 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

ovvero: un obbligo morale

Vi sono altre due partite che ricordo particolarmente e che volevo farvi vedere, due vittorie contro ex campioni italiani.

Incontrai la prima volta Carlo Micheli (1946- Maestro Fide) a San Benedetto del Tronto al Campionato dei Giovani 1967 secondo turno entrambi a punteggio pieno.

Eravamo entrambi inclassificati, Micheli era completamente sconosciuto perché non aveva mai giocato in Italia, ma sicuramente aveva giocato qualche torneo in Austria, vicina da dove abitava a Brunico.

La partita fu una Caro Kann attacco Panov in cui fui sempre un filo meglio mancando anche un paio di occasioni di aumentare il vantaggio, ma finii per perdere in un finale dove il suo cavallo era meglio del mio alfiere.

Micheli vinse il torneo ed io arrivai quinto con l’unica soddisfazione all’ultimo turno di battere Capece, che era il favorito del torneo.

Lo incontrai di nuovo al torneo open di Caorle nel luglio 1973, il mio primo torneo dopo il servizio militare, al terzo turno quando ero a un punto su due.

Dalla nostra prima partita Micheli ne aveva fatta di strada, era diventato maestro nel 1969 arrivando 4° – 5° nel Campionato Italiano a San Benedetto del Tronto ed era diventato Campione Italiano nel 1972 a Recoaro Terme vincendo nettamente con un punto e mezzo sui secondi.

Nel giugno 1973 a Sottomarina di Chioggia aveva confermato il titolo vincendo imbattuto con 11 punti su tredici davanti a Cosulich.

Non ricordavo che in quella occasione avevo giocato con il Campione Italiano in carica.

In quel periodo avevo deciso di abbandonare la Caro Kann per la Francese, con risultati poco incoraggianti. Uscii dall’apertura in una posizione apparentemente pari, ma in realtà delicata da difendere; la mia situazione stava peggiorando quando alla 22ª persi un pedone per una piccola combinazione e continuai per qualche altra mossa solo per non abbandonare subito.

Vinse Toth con 7 su 8, Micheli arrivò nel gruppo dal 6° al 14° posto con 6 punti, io a centro classifica con 4.

Per dare una migliore idea della forza di Micheli in quel periodo, racconto quanto successe nel gennaio 1974.

Andai a sciare con amici a Madonna di Campiglio in concomitanza con l’inizio del torneo e naturalmente ne approfittai per andare a salutare i giocatori; Micheli mi invitò a giocare lampo e passammo così tutta una sera; non solo mi vinse tutte le partite, ma quando mi cadeva la bandierina in un finale ancora giocabile, metteva altri 5’ sul mio orologio e mi dava matto col tempo che gli era rimasto.

Lo incontrai per la terza e ultima volta nel 1989 a Verona per la Coppa Italia a Squadre.

Questo strano torneo si tenne per qualche anno con una formula ispirata alla Coppa Italia di calcio: eliminazione diretta in incontro singolo per squadre di 4 giocatori.

A Verona erano concentrate le squadre del nord-est, era il primo incontro e fummo sorteggiati con la squadra Bozen, scritto alla tedesca, in cui nelle prime scacchiere erano Micheli e De Eccher.

Io giocavo nel Circolo Filologico di cui Iudicello Placido era l’animatore della sezione scacchi. Eravamo largamente battuti in partenza, non c’era l’obbligo di schierare i giocatori in ordine di punteggio Elo, e Placido, il nostro capitano, durante il viaggio d’andata in auto cercò di convincermi a giocare in una delle ultime scacchiere per tentare di almeno di evitare il 4 a 0.

Io gli risposi che proprio perché non avevamo speranza non aveva senso ricorrere a questi espedienti, che potevo perdere anche nelle ultime scacchiere e che contro un giocatore più forte avrei giocato meglio.

Le squadre presenti erano molte, gli arbitri non volevano avere partite sospese e trafficare con gli orologi per aggiungere un quarto d’ora alla fine, per cui si erano inventati uno stranissimo tempo di riflessione, un’ora per 20 mosse e un’ora per finire la partita.

Arrivammo alla sede del torneo, mi misi in prima scacchiera, furono avviati gli orologi, ma la squadra avversaria non si vedeva.

Stavamo ormai pensando di vincere per forfait quando finalmente gli avversari arrivarono a 20’ dallo scadere dell’ora; riconosco che questo abbia influito sulla partita, ma non è colpa mia.

Carlo Micheli vs. Giancarlo Castiglioni 0-1

Coppa Italia, Verona 5 febbraio 1989

1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ab5 f5

Il gambetto Jaenish che gioco regolarmente contro la spagnola dal 1980; ho ottenuto buoni risultati contro giocatori fino a livello nazionale perché spesso si raggiungono posizioni incerte con complicazioni tattiche. Va bene anche con giocatori molto forti che quasi sempre in una apertura poco frequente preparano una linea minore per evitare la preparazione del nero.

Le difficoltà maggiori sono a livello candidato maestro o maestro spesso ben preparati sulle linee principali; certamente per giocarlo è necessario conoscerlo bene, io ho quattro libri sull’argomento, autori rispettivamente Shamkovic-Schiller, Adams, Tiemann e Tatai-Zinser.

Non mi sento di consigliarlo, a mio avviso ci sono diverse varianti che terminano in posizioni

dove il nero ha poche speranze di sopravvivere nel centropartita; avevo cominciato a giocarlo come mezzo provvisorio per migliorare nella posizioni tattiche, ho finito per giocarlo sempre perché si entra subito nel vivo della partita e normalmente si evitano posizioni noiose. Rimane il dubbio che tornando alla Caro Kann avrei ottenuto risultati nel complesso migliori.

4.Cc3 fxe4 5.Cxe4 d5 6.Cg3

Anche Micheli preferisce deviare dalla variante principale 6.Cxe5.

6…Ag4 7.0-0

Una imprecisione, non considerata sui miei libri, ma non è certo un errore grave; sul database ho trovato 17 partite con questa continuazione giocata anche da nomi illustri come Geller; 9 vittorie nero, 4 bianco e 4 pareggi.

Ero già arrivato in questa posizione in una partita lampo con Martorelli in cui avevo giocato 7…e5 e dopo 8.De1 (meglio 8.Te1) ero andato a star peggio, per cui avevo capito che la mossa giusta era 7…Df6.

Come dice Nimzovich, si doveva interrogare l’alfiere con 7.h3, migliore continuazione considerata sui miei libri.

7… Df6 8.Te1

Giocata in 5 delle 9 partite sul data base, ma la mossa giusta è 8.d3 che non ha giocato nessuno; dopo 8…Axf3 9.Dxf3 Dxf3 10.gxf3 Ad6 11.Cf5 Cge7 12.Cxd6 cxd6 13.f4 il vantaggio nero è minimo. Fino a quando ho riesaminato la partita credevo che il problema fosse tutto in 7.0-0. Vale sempre il detto “Non basta un solo errore per perdere una partita” (Tartakover credo).

8…0-0-0 9.Axc6 bxc6 10.h3

Si poteva risparmiare un tempo giocando 10.d3 perché il nero deve comunque cambiare due volte in f3 per parare la minaccia Ag5. Anche 10.d4 era meglio, ma in entrambi i casi il vantaggio nero è netto.

10…Axf3 11.Dxf3 Dxf3 12.gxf3 Ad6

Pedoni bianchi deboli e miglior sviluppo. Valutavo la posizione vincente, ma sapevo contro un avversario di questa forza non sarebbe stato facile portare a casa il punto.

13.d3

Nelle analisi dopo la partita consideravo meglio 13.d4 infatti sul modulo ci avevo aggiunto un punto di domanda, invece stockfish considera le due mosse equivalenti, anzi d3 un filo migliore.

13…Tf8 14.Rg2

Non migliore era sacrificare subito il pedone con 14.f4.

14…Ce7 15.Ag5 Cg6 16.h4 Cf4+ 17.Axf4 Txf4 18.Ce2

Si poteva tentare di mantenere il pedone con 18.h5 Thf8 19.Te3 Ac5 20.Txe4 Txf3 21.Ch1 Ad4 22.Td8+ Txd8 23.Rxf3 Axb2 ma il pedone si perde ugualmente e non è meglio che in partita.

18…Txh4 19.Th1 Txh1 20.Txh1

Nel data base ho trovato la partita Ljangov – Varcheva Sunnu Beach 2004 che arrivò esattamente in questa posizione; continuò con 20…Rd7 e vittoria del nero.

20…h6 21.Th4

Il bianco ha raggiunto il controllo di tempo, è riuscito ad attivare la torre e punta sul pedone isolato “a”; la strada per vincere è ancora lunga.

21…Tf8 22.c4 Rd7 23.Cc3 Re6 24.cxd5+ cxd5+ 25.Ta4 Tb8 26.b3 Ab4 27.Ce2 Ac5 28.f4 Tb4 29.Ta6+

Il bianco deve prendere una decisione spiacevole: se cambia le torri il finale si semplifica e con i pedoni su entrambi i lati della scacchiera l’alfiere ha buon gioco contro il cavallo, ma continuando come in partita la sua torre va fuori gioco.

29…Ab6 30.fxe5 Rxe5 31.f4+ Rd6 32.Rf3 g6 33.Cc3 g5 34.fxg5 hxg5 35.Ce2 Th4

Qui cominciavo ad avere poco tempo, le mosse sul modulo sono state completate dopo la fine della partita.

36.d4 c6 37.Re3 Th3 38.Rd2 g4 39.b4 Tf3 40.a4 Rc7

La minaccia Rb7 impedisce 41.a5 intrappolando il mio alfiere.

41.b5 Rb7 42.Cc3 Txc3

Si poteva spingere semplicemente in g3, ma in questa posizione dare la qualità era un obbligo morale.

43 Rxc3 g3 44. Rb4 e abbandona

Dopo la partita Micheli mi disse che per non dargli possibilità di complicare dovevo giocare proprio così.

Naturalmente la mia partita non bastò per l’incontro a squadre, però perdemmo onorevolmente con il minimo scarto 2 ½ a 1 ½.

Capece mi chiese una copia della partita che fu pubblicata il sabato successivo sulla sua rubrica di scacchi de Il Giornale.

avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Incontri da ricordare (I)

  1. avatar
    Paolo Landi 12 Febbraio 2023 at 12:04

    Complimenti,una bella vittoria contro una avversario di tutto rispetto. E’ chiaro che il B. dopo 7 0-0 e Te1 esce malissimo dall’apertura, ma trasformare il vantaggio in vittoria come hai fatto tu, con grande e inesorabile precisione, è tutta un’altra storia. Mi incuriosisce capire chi sono i protagonisti delle foto pubblicate; mi sembrano abbastanza recenti e non credo si riferiscano all’anno della partita… (P.S. piccolo errore di annotazione: 2…Cc6).

    • avatar
      La redazione di SoloScacchi 14 Febbraio 2023 at 09:29

      Corretto il refuso di Giancarlo: come giustamente ha fatto notare Paolo era 2…Cc6 e non 2…Cf6
      Grazie

  2. avatar
    Fabio Lotti 12 Febbraio 2023 at 17:40

    Mi associo ai complimenti. Un gambetto interessante

  3. avatar
    Giancarlo Castiglioni 12 Febbraio 2023 at 17:57

    Nelle foto non è certo il Micheli biondo che ricordo io. Dovrebbe avere circa 70 anni, le foto sono di pochi anni fa.

  4. avatar
    Uomo delle valli 12 Febbraio 2023 at 17:59

    anche questa una serie bellissima

  5. avatar
    Enrico 13 Febbraio 2023 at 11:15

    Il Torneo di Caorle 1973 si aprì con una maxi-simultanea tenuta da Micheli,dallo Svedese Jaan Eslon e da Bela Toth ( con cui riuscii a pattare rifugiandomi in uno scacco perpetuo).
    Assistette una marea di pubblico,probabilmente perché la simultanea veniva commentata dallo scacchista campione di “Rischiatutto” Angelo Cillo.

    Mi piace 1
  6. avatar
    Sergio Pandolfo 16 Febbraio 2023 at 15:54

    Il gambetto Jaenisch… Forse uno dei modi più efficaci per creare difficoltà a chi ama la partita spagnola…

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