Gli scacchi nella letteratura poliziesca (XVI)

Scritto da:  | 11 Marzo 2023 | 17 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Scacchi e letteratura

Solo brevissimi accenni di un connubio assai ampio, sfruttando anche parti già scritte dal presente e da Mario Leoncini.

In Cena di classe di Perissinotto e d’Ettorre, Mondadori 2022, a pag.220/21 “La partita tra accusa e difesa era ancora tutta da giocare. Si erano mangiati a vicenda qualche pedone, ma nessuno dei due aveva ancora minacciato i pezzi pesanti.”
Brevissimo accenno in Il segreto del calice fiammingo di Patrizia Debicke Van Der Noot, AliRibelli 2022, quando, riferendosi al duca Filippo Maria Visconti, “Non aveva mai imparato gli arcani segreti degli scacchi, disdegnava i dadi, ma amava i giochi di carte.” (pag.295).
Così come ne Il mistero delle croci egizie di Ellery Queen, Mondadori 2022. Parla Ellery “E’ accertato che i giocatori esperti si interessano soltanto alle mosse di apertura e chiusura. Questo vale tanto nella dama quanto negli scacchi, e in tutti gli altri giochi in cui conta l’abilità strategica del singolo giocatore.” (pag219)
In Sherlock Holmes – I baroni della birra di Christopher James, Mondadori 2022, a pag. 78/79 assistiamo ad una sorprendente sconfitta di Sherlock “- Una partitina a scacchi Watson?- Holmes si affacciò sulla soglia, avvolto nella sua vestaglia, con la pipa in mano. Guardai il mio orologio. Non erano ancora le sette.- Un po’ presto, Holmes, non crede?…Aveva già predisposto la scacchiera e aperto la partita con un gambetto. Non avevo molte speranze di successo. Ero fuori forma soprattutto a causa delle molte ore che avevo dovuto dedicare di recente al mio studio medico. Il resto del tempo l’avevo speso giocando a biliardo nel mio club; la mia sola debolezza, a parte quella inveterata nei riguardi del gentil sesso. Holmes aveva impiegato cinque minuti per fare la sua mossa. – Ha letto quel che afferma lord Curzon sul “Times”?, mormorai per vincere la monotonia. Il mio amico scosse la testa e continuò a fissare, con sguardo simile a quello di un falco, la mia regina…Holmes si decise infine a sferrare il suo attacco. – La sua regina è in pericolo, Watson – mi ammonì con un sorriso, portando alle labbra la tazza con il caffè. – Le suggerisco di fare qualcosa per difenderla. Guardai la scacchiera e fui sul punto di mettermi a ridere. Holmes! – esclamai – è lei che ha totalmente sguarnito la sua difesa! – Presi la regina e la mossi dandogli scacco matto. L’espressione trionfante del mio amico si tramutò di colpo in una di profondo scoramento. Apparentemente, convinto com’era della brillantezza del suo attacco, aveva dimenticato le più elementari cautele.”
L’ultima mossa di Alberto e Giorgio Ripa, Leone 2014.
“Un messaggio con il logo di un camaleonte, e la celebre mossa scacchistica del matto del barbiere: sembra uno scherzo. Invece, un garzone di barbiere è ucciso a Milano. È l’inizio di una serie di omicidi, annunciati da lettere anonime con riferimenti agli scacchi, per i quali il principale indiziato è Lamberto Cossali, dirigente d’azienda svanito nel nulla. Dopo il successo di “Melodia fatale” tornano le indagini di Tobia Allievi nel difficile campo della psicologia, tra i misteri della mente umana, i segreti di un’industria, e gli enigmi di uno spietato assassino.”
Il dentista- delitti alle sette chiese di Roberto Carboni, Fratelli Frilli Editori 2014.
Dal commento di Cecilia “Il protagonista della storia è Francesco Raimondi, brillante dentista neo-laureato ed eccellente giocatore di scacchi. Parrebbe, all’inizio, una persona “normale”, un giovane dotato ed ambizioso, che aspira, al termine degli studi, ad una buona sistemazione lavorativa. A poco a poco, però, emergono particolari inquietanti: l’uomo conosce (quanto casualmente?) un avversario di scacchi che, guarda caso, è anche un affermato dentista con studio associato. Quest’ultimo, dottor Zamboni, rimane colpito dal giovanotto e vorrebbe prenderlo come socio…e da qui ha inizio una serie di situazioni angosciose. Perché non è così facile far quadrare tutti i tasselli e giungere allo scopo!”
Termino con qualche spunto tratto dalla bella ricerca di Mario Leoncini in Chi ha ucciso il campione del mondo? Scacchi e crimine dello stesso Mario e del sottoscritto, Prisma 2005.
“Raymond Chandler usa gli scacchi per precisare la personalità del detective Philip Marlowe. Le partite che gli fa ricostruire da solo in un non meglio specificato libro pubblicato a Lipsia, indicano la freddezza, la solitudine, il rigore matematico ma, paradossalmente, anche l’umanità e la lucidità amara del detective. E ancora quando tornando a casa, trova nel suo letto, nuda, la ninfetta Carmen, figlia di un suo cliente. Allora guarda la scacchiera e pensa che il problema che essa riproduce non si risolve con gli Alfieri.

La caratterizzazione scacchistica può connotare i personaggi anche in modo molto diverso. Georges Simenon ne “L’uomo che guardava passare i treni” usa anche il gioco per tratteggiare il piccolo mondo di Kees Popinga: una cittadina tranquilla, un lavoro rispettabile, una vita normale scandita da ritmi sempre uguali, un sigaro, qualche partita a scacchi…
L’ispettore capo Giovanni Bovara, ne “La mossa del cavallo”, un romanzo di Andrea Camilleri, viene a trovarsi intrappolato negli ingranaggi di una macchinazione ai suoi danni. Così pensa alla mossa del cavallo negli scacchi per saltare i suoi avversari e vincere la partita. Boris Akuni, pseudonimo di Grigor Chartisvili, usa l’immagine di un gambetto immaginario per il titolo del proprio romanzo, il “Gambetto turco” per introdurci in un giallo ambientato ai tempi della guerra russo-turca nei Balcani.
Ne “L’Alfiere mancante” Kelly J. ‘Buzz’ Beckard, investigatore in una Chicago di fine anni ’60, riceve l’incarico, da parte di un appassionato di scacchi, di ritrovare una persona scomparsa. La chiave della ricerca sta in un foglio, ritrovato in una tasca di un vestito dello scomparso, in cui è disegnato un problema di scacchi. Le indagini di Beckard partono dalla posizione di questo problema confrontata con la posizione ritrovata sulla scacchiera in casa dello scomparso. La situazione è ingarbugliata perché si scopre che l’uomo che ha assunto Beckard vuole uccidere l’uomo che minaccia l’uomo che prova a proteggerlo dall’uomo che ha assunto Beckard.


Una delle mosse risolutive di una posizione composta in fin di vita da un problemista, permette a un maresciallo, nel racconto di Alessandro Cuppini “Assassinio alla scacchiera”, di risolvere il caso. Dopo la soluzione i pezzi vengono a trovarsi allineati in modo tale che le loro iniziali, C.A.R.T.A. (Cavallo, Alfiere, Re, Torre e Alfiere), indicano il cognome dell’assassino: Elisio Carta.
L’idea non è certo nuova. I primi racconti in italiano in cui l’elemento risolutivo è da ricercare nella disposizione dei pezzi della scacchiera risalgono agli anni Cinquanta del secolo scorso. Anton Mario Lanza pubblicò sulla rivista “La Scacchiera” una serie di avventure del commissario Giotto Bitré, il cui nome deriva in modo chiaro dalla diagonale bianca g8-b3.
Sarà, invece, una partita a scacchi a far ritrovare la refurtiva dopo ventisei anni. In “I gemelli di Bostanzhoglo” di Rodjon Artamovic, il ladro sarà smascherato da una complicata variante del gambetto di Re e i preziosi “gemelli”, due minuscole scacchiere d’oro tempestate di pietre colorate che raffiguravano i pezzi, ciascuna delle quali collegata a una piastrina d’oro da una sottile catenella, ritrovati.”
Ne “Le ceneri della defunta”, Feltrinelli 1966, di Hubert Monteilhet, una dottoressa ebrea, Elisabetta Wolf, viene trovata morta in casa, uccisa dal gas: si tratta di un delitto. Tra le sue carte salta fuori un diario che il giudice istruttore consegna a Fabienne, la figlia. Il romanzo è portato avanti come diario post-mortem. Dalla lettura del diario si viene a sapere che nel 1943 Elisabetta, frequentando un circolo di scacchi, conosce Stanislao Pilgrin (Stan), se ne innamora e lo sposa. Stan si fa mantenere da Elisabetta e in questo modo può coltivare l’ambizione di diventare maestro internazionale. Tradita da qualcuno Elisabetta viene arrestata dalla gestapo e rinchiusa in un campo di concentramento dove, per sopravvivere, è costretta a prostituirsi.
Finita la guerra Elisabetta scopre che Stan si è messo con la figlia e che stanno cercando di impossessarsi della sua eredità. Si sottopone a una plastica facciale facendosi cambiare i connotati e si presenta ai due. In questo modo riesce a diventare l’amante di Stan. Per riavere il suo amante in veste di moglie ricorre a una partita a scacchi. Durante la partita Stan comincia a insospettirsi dalla forza di gioco della donna. Per fugare i sospetti compie un sacrificio d’Alfiere che richiede una difesa difficile e molto precisa, difesa che solo sua moglie poteva trovare. E quando Elisabetta risponde con la difesa giusta, la sua identità sarà finalmente svelata.”
Alla prossima!

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


17 Commenti a Gli scacchi nella letteratura poliziesca (XVI)

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    Fabio Lotti 11 Marzo 2023 at 09:40

    Solito, sentito ringraziamento a Martin

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    Fabio Lotti 11 Marzo 2023 at 15:31

    Martin mi ha scritto dicendomi di non mandargli altri pezzi perché si sente stressato. Allora io ringrazio in primis proprio Martin per l’eccellente lavoro che ha svolto, i vari collaboratori e tutti i lettori, quelli che mi hanno apprezzato e criticato.

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      Martin 11 Marzo 2023 at 16:07

      Veramente, solo per precisare, ti ho scritto che mi stressa che tu me ne solleciti la pubblicazione.
      D’accordo che ci metto tanto ma è mai successo che non te ne abbia pubblicato uno?!?
      Comunque davvero, ringrazio io te e mi scuso nuovamente, con te e con tutti per il ritardo.

      Mi piace 4
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    Fabio Lotti 11 Marzo 2023 at 21:46

    Naturalmente continuerò a seguire il blog e a collaborare se mi sarà richiesto.
    Un grande abbraccio a tutti!

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      Sergio Pandolfo 22 Marzo 2023 at 19:02

      Proprio dopo aver letto questo articolo sono andato a recuperare “L’alfiere mancante” di Ross H.Spencer, e ce l’ho in lettura. Quindi io sostengo il buon Fabio e spero che continui a dispensare i suoi consigli di lettura… Forte sta’ Chicago del 1969…

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    Mario Leoncini 12 Marzo 2023 at 16:45

    Aspetto di leggerti ancora Fabio!

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    Patrizia Debicke 12 Marzo 2023 at 19:41

    Grazie Fabio sempre articoli stuzzicanti e grazie per la citazione del mio Il segreto del calice fiammingo

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    Dino 12 Marzo 2023 at 20:17

    A me sinceramente questo accrocchio di citazioni giallistiche in cui anche un semplice richiamo agli scacchi, incolore e frettoloso, appare invece degno di esser ricordato, non hai mai detto nulla, in nessun senso.
    Penso invece che il Lotti avrebbe ben altri argomenti da proporre se solo lo volesse. Pazienza.

    Mi piace 6
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      Fabio Lotti 12 Marzo 2023 at 23:02

      Ho continuato questa ricerca, che rappresenta una mia duplice passione, solo perché ho ricevuto tanti consensi, altrimenti avrei smesso.

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      Giancarlo Castiglioni 17 Marzo 2023 at 16:00

      Condivido. Non sono appassionato di libri gialli, ma trovo quelli con riferimenti agli scacchi peggio della media.

      Mi piace 2
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        Fabio Lotti 18 Marzo 2023 at 22:28

        Ce ne sono anche di un certo livello

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          Giancarlo Castiglioni 19 Marzo 2023 at 10:53

          Per esempio?

          Mi piace 1
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            Fabio Lotti 19 Marzo 2023 at 11:25

            Mi viene in mente, per esempio, La settima ipotesi di Paul Halter, Mondadori 2013, dove il criminologo Alan Twist è un abile giocatore (sverga un bel matto all’ispettore di polizia Archibald Hurst) e una delle idee di questo giallo straordinario è rappresentata da una copia perfetta del Giocatore di Scacchi di Maelzel, un marchingegno in grado di battere ogni avversario, dato che poteva nascondere al suo interno un abile scacchista.
            Si possono trovare anche pregevoli racconti legati agli scacchi. Il diabolico Bishop sta alla base del racconto La curiosa omissione di Isaac Asimov in I racconti dei vedovi neri, minimum fax 2007. Il signor Atwood ha ricevuto un lascito di diecimila dollari da un suo amico burlone, chiusi in una cassetta di sicurezza in una banca degli Stati Uniti. Per trovarla deve riuscire a decifrare il significato della frase “La curiosa omissione in Alice” che gli è stata detta in punto di morte. A risolvere l’enigma è il solito Henry, il cameriere della strana e divertente combriccola dei Vedovi Neri, basandosi proprio sul doppio significato di Bishop, Alfiere e vescovo.

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            Paysandu 19 Marzo 2023 at 11:25

            Paragonare il genere giallo alla letteratura è come mettere sullo stesso piano Rocco Siffredi e un Carmelo Bene o un Giorgio Albertazzi.

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            Sergio Pandolfo 22 Marzo 2023 at 18:53

            Tra i gialli sugli scacchi di un certa qualità, consiglierei “La tavola fiamminga” di Arturo Perez Reverte. Un giallo molto raffinato, con un problema di scacchi parecchio ingegnoso. Come qualità, questo scrittore spagnolo è stato paragonato a Umberto Eco, e non a caso i suoi libri sono pieni di dotte disquisizioni…

  7. avatar
    Sergio Pandolfo 17 Marzo 2023 at 15:21

    Quando cerco qualche consiglio per acquistare buoni gialli sugli scacchi, mi basta leggere gli articoli di Fabio Lotti e sono a posto per un pezzo! Enigmi e assassini…Arrivo!

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      Fabio Lotti 23 Marzo 2023 at 15:20

      Contento di averti soddisfatto

      Mi piace 5

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