25 aprile

Scritto da:  | 21 Aprile 2024 | 12 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni

Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.

Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.

In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?

Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.

avatar Scritto da: Antonio Scurati (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a 25 aprile

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    DURRENMATT 22 Aprile 2024 at 15:31

    MAGGIO 2022

    Lo scrittore e docente allo IULM Antonio Scurati ha prodotto sul Corriere un articolo dal titolo:
    «CARO PRESIDENTE, ECCO PERCHÉ NON DEVE MOLLARE»
    Seguono alcuni estratti dal testo:
    “Esimio Presidente Draghi, mi scuso in anticipo di queste mie parole. Le sto, infatti, scrivendo per chiederle di umiliarsi.
    ( … ) Scendere a patti con la misera morale che spesso, troppo spesso, accompagna la condizione umana dei politicanti è mortificante per chiunque. Eppure, sicuro di interpretare il sentire di moltissimi italiani, è proprio questo che le chiedo di fare.
    Qualunque cosa si voglia pensare di lei, non si può negare che la sua sia la storia di un uomo di straordinario successo. Durante tutta la sua vita, lei ha bruciato le tappe di una carriera formidabile. Prima da Governatore della Banca d’Italia e poi da Presidente della Banca centrale europea, lei ha retto le sorti di una nazione e di un continente; le ha tenute in pugno con il piglio del dominatore, sorretto da una potente competenza, baciato dal successo, guadagnando una levatura internazionale, un prestigio globale, un posto di tutto rispetto nei libri di storia. Ha conosciuto il potere, quello vero, ha conosciuto la fama degli uomini illustri, la vertiginosa responsabilità di chi, da vette inarrivabili, decide quasi da solo della vita dei molti.
    ( … ) [L’articolo di Scurati si chiude infine con un apologo:]
    Si racconta che un giorno un funzionario disonesto sia stato trascinato al cospetto di Talleyrand. Pare che il piccolo uomo, per giustificare le sue malefatte, abbia detto: «Eccellenza, si deve pur campare». Si racconta che il grande uomo, pari di Francia, lo abbia fulminato con queste parole: «Non ne vedo la necessità».
    Ebbene, è la sola giustificazione che molti dei parlamentari italiani responsabili della attuale crisi potrebbero addurre.
    È la sola risposta che noi dovremmo opporre.”
    ——
    Ora, è difficile, davvero difficile commentare un testo del genere.
    L’ultima volta che avevo letto un testo con accenti simili era nell’antologia letteraria delle superiori, dove stava ad esemplificare la prosa untuosa dei giornali durante il regime fascista, volta a glorificare LVI “che ci guarda e giudica con il suo occhio infallibile.”

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    Giancarlo Castiglioni 23 Aprile 2024 at 10:23

    Scurati è uno scrittore, non uno storico.
    Forse in mancanza di ispirazione si è lanciato a scrivere la serie su Mussolini, comunque un ottimo successo commerciale.
    Non li ho letti, li ho appena sfogliati in biblioteca, ne avevo letto una recensione che evidenziava numerosi gravi errori fattuali, non di interpretazione.
    Per Scurati la storia del fascismo è focalizzata sul delitto Matteotti.
    Spiacevole certo, ma è un episodio.
    Il fascismo ha vinto la strisciante guerra civile in Italia nel primo dopoguerra.
    Lenin ha detto “La rivoluzione non è un pranzo di gala”.
    Se lo si ammette per il comunismo, perché non dovrebbe essere lo stesso per il fascismo?
    Non si può per un episodio condannare 20 anni di governo.
    Con i problemi attuali continuare a polemizzare su fatti accaduti cento anni fa non è molto produttivo, però in fondo anche per me il ventennio è il periodo storico che mi interessa maggiormente.
    Il motivo è molto diverso di quelli di Scurati.
    E’ stato l’ultimo periodo in cui l’Italia ha potuto fare una politica estera indipendente, nel dopoguerra è stata appaltata agli Stati Uniti.

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      Massimiliano Orsi 23 Aprile 2024 at 13:54

      Eh… ti pareva se Castiglioni non ne approfittava per fare l’apologia del fascismo, usando poi la solita falsa equivalenza (“se lo si fa per il comunismo…” ).

      Il vero democratico non fa sconti né al fascismo né al comunismo, fare una classifica dei crimini non ha senso; i crimini sono crimini.

      E i fascisti italiani, cui Castiglioni sembra voler condonare molto se non tutto (“Non si può per un episodio…” ) di crimini ne hanno commessi un infinità, sia durante la loro “rivoluzione” che durante il loro regime, in Italia (Matteotti, leggi razziali, abolizione libere elezioni e libertà di stampa, eccidi al seguito dei nazisti tedeschi, eccetera) che all’estero, con stragi di civili in Libia ed in Etiopia per le quali nessuno ha mai pagato; il criminale Graziani è morto libero, come tanti altri, praticamente tutti i sopravvissuti alla guerra. Gli unici gerarchi che hanno pagato (De Bono, Ciano) sono stati uccisi dai fascisti stessi, a cui il sangue dei nemici non bastava mai.

      Un episodio, dice Castiglioni di Matteotti; un omicidio, dico io, di cui Mussolini, come Scurati ricorda, sapeva tutto ed i cui esecutori erano suoi collaboratori strettissimi.

      A tutti i nostalgici posso ancora una volta dire soltanto: vergognatevi.

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        Giancarlo Castiglioni 23 Aprile 2024 at 20:39

        Non si preoccupi, non faccio sconti a nessuno, ne a fascisti ne a comunisti, ne alle potenze democratiche che nello stesso periodo massacravano i loro popoli coloniali.
        La condanna morale è uguale per tutti.
        La storia è piena di crimini, ma per uno storico i crimini vanno inquadrati nel periodo in cui sono stati commessi.
        Negli anni ’30 i massacri coloniali erano la normalità, oggi sono assolutamente inaccettabili.
        Vi è gente che condanna i crimini del fascismo e non dice una parola contro quello che fanno gli israeliani a Gaza e in Palestina.

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      Ugo Russo 25 Aprile 2024 at 16:22

      “Non si può per un episodio condannare 20 anni di governo.”

      Sono tante, ahimé, le miopie che nelle sue considerazioni appaiono lampanti. Lasciamo stare quello che lei definisce uno “spiacevole episodio”, quasi un involontario errore di percorso, giusto?
      Ma tutto il resto, madornale e atroce, non lo vogliamo considerare?!? Vent’anni di ingiustizie, soprusi, prepotenze e nefandezze, di cui purtroppo, dopo quasi un secolo, paghiamo ancora, in termini sociali e civili, le conseguenze non le vogliamo ricordare?
      Il fascismo ha dato il là al nazismo, ne è stato il cupo modello di ispirazione. Ha trascinato il mondo verso una guerra (mondiale!) che ha causato milioni di morti ovunque.
      Il fascismo ha accolto a braccia aperte le leggi razziali (ignominia di cui a chiare lettere non ci è stato ancora esatto il degno conto morale). Il fascismo ha rappresentato ignoranza, arretratezza e oscurantismo, ha costituito il viatico necessario, le squallide premesse, per il meschino allestimento di quell’apparato burocratico necessario per tentare di giustificare legalmente consociativismo, corruzione e ogni sorta di abbruttimento civile di cui, ripeto, ci stiamo tuttora trascinando l’eredità in termini sociali in questa mesta rivisitazione attuale.
      Signor Castiglioni, mi riesce a dire cosa rappresenta veramente per lei il fascismo, cosa ne condivide e quali i valori che vi vede?
      Non occorre essere degli storici, come lei incolpa Scurati e tutti noi di non esserlo, per fare un’analisi lucida e obiettiva di quello che è stato.
      Mi risponda su tutto questo, la prego, e poi mi dica anche quelle che, in confronto, sono invece le caratteristiche di una vera democrazia. Grazie

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        Giancarlo Castiglioni 26 Aprile 2024 at 22:20

        Il fascismo ha governato l’Italia per 20 anni e trovo lo abbia fatto in modo non molto diverso da chi lo ha fatto nei 20 anni prima.
        L’Italia prefascista era nazionalista e colonialista e nel 1915 è stata lanciata in una guerra disastrosa che ha fatto più morti di quella del ’40.
        Il fatto che la prima guerra sia stata vinta e la seconda persa è del tutto casuale, dovuto a sviluppi imprevedibili al momento della dichiarazione di guerra.
        I governanti di allora meriterebbero le stesse critiche che lei fa al fascismo. Oltre tutto se l’Italia non fosse entrata nella prima guerra mondiale il fascismo non ci sarebbe mai stato.
        Ma a ben vedere anche dopo l’Italia uscita dalla vittoria elettorale della DC nel ’48 non era tanto diversa da quella di prima.
        Era una specie di fascismo ripulito; tolti i più compromessi i funzionari statali erano gli stessi, non c’era il divorzio, l’aborto era vietato, c’era il delitto d’onore, il matrimonio riparatore.
        L’Italia postbellica fece tutto il possibile per mantenere le colonie.
        Non c’è da stupirsi, i tempi storici sono lenti.
        A meno di fare una rivoluzione, ma è meglio di no.

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    Ugo Russo 24 Aprile 2024 at 09:28

    “Tutte le idee vanno rispettate. Il fascismo, no. Non è un’idea. E’ la morte di tutte le idee.”

    Sandro Pertini

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      Giancarlo Castiglioni 25 Aprile 2024 at 08:57

      Questo commento indica come molti nel 25 aprile più che la liberazione dell’Italia dai tedeschi, vedono la vittoria dei democratici sui fascisti in una guerra civile e che gli sconfitti meritano solo disprezzo.
      Nessun tentativo di riconciliazione nazionale.
      Come tra i tifosi del calcio più che la vittoria della propria squadra si festeggia la sconfitta della squadra avversaria.

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        andrea 28 Aprile 2024 at 22:54

        Distinguere tra fascisti e tedeschi occupanti nell’aprile ’45 è un esercizio retorico. La repubblica sociale non era che uno stato fantoccio alla totale dipendenza del regime e dell’esercito tedesco. Nella celebrazione della liberazione distinguere l’uno dall’altro è non solo impossibile ma anche storicamente e moralmnete sbagliato.

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    Paysandu 25 Aprile 2024 at 23:43

    Non mi ricordo bene, scusate…
    Ma il valoroso condottiero cosa ci faceva nascosto da soldatino tedesco in fondo a quel camion dopo aver decantato le italiche e gloriose gesta e dichiarato guerre a destra e a manca per il globo?? =))

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      Calimero 26 Aprile 2024 at 11:42

      Occhio, che questi poi vanno giù duro di manganello! :o

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    Giancarlo Castiglioni 28 Aprile 2024 at 18:22

    E’ uscito il libro “Quarantacinque milioni di antifascisti. Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il Ventennio” di Gianni Oliva.
    Non lo ho letto, ma credo spieghi estesamente cosa intendevo nel mio commento sull’Italia postbellica.

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