Mozart et rien de plus

Scritto da:  | 8 Dicembre 2024 | 5 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni

“Un piccolo gioiello che, sotto una apparente semplicità, cela stupefacenti raffinatezze e ancora novità
strutturali, come ad esempio l’assoluta coincidenza di primo e secondo tema nel primo movimento”

(Mario Totaro)

Del febbraio 1789  è la Sonata in si bemolle maggiore K. 570. Anche in questo, come in molti altri casi, è ignota la destinazione dello spartito che comunque ha quali caratteristiche di base una estrema piacevolezza e un contenuto tecnico non particolarmente complesso; non si tratta insomma di una Sonata “da concerto”, ma piuttosto di un brano pensato per qualche illustre committente o per un’allieva non principiante. C’è comunque, rispetto alle Sonate degli anni precedenti, un uso quasi parsimonioso del materiale che va in direzione di una semplicità espressiva tipica degli ultimi anni di Mozart.

L’Allegro iniziale si basa su un unico tema principale che viene presentato in due vesti differenti ma non contrastanti fra di loro; infatti, quando torna come seconda idea, viene ad esso sovrapposta una melodia diversiva. La scorrevolezza brillante della pagina è incrinata, nella sezione dello sviluppo, da quelle implicazioni malinconiche che sono ricorrenti nell’ultimo Mozart.

L’Adagio centrale è invece un movimento di grande nobiltà espressiva; si apre con un tema ad accordi e si anima poi con un tema elegiaco dall’accompagnamento ribattuto; ma tutto questo lungo tempo centrale presenta una alternanza di situazioni che non contraddicono mai la sua profondità concettuale.

Quanto all’Allegretto finale, si tratta di un movimento breve e brillante, il cui tema principale ha quasi il carattere di Gavotta, mentre gli episodi secondari costituiscono dei diversivi gustosi e quasi giocosi, in perfetta coerenza con l’assunto di base della pagina.

avatar Scritto da: Arrigo Quattrocchi (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Mozart et rien de plus

  1. avatar
    Martin 13 Dicembre 2024 at 12:41

    Desidero ringraziare io per tutti Arrigo per questa breve ma significativa presentazione di una delle sonate per piano più meravigliose mai scritte dal grande genio di Salisburgo.

    Ecco invece, in questa emozionante immagine, la sua scacchiera come possiamo ancora ammirarla a Vienna in una delle case, ora museo, in cui ha vissuto dal 1784 al 1787.

    Scacchiera di Mozart

  2. avatar
    Alfredo Strunzin 21 Dicembre 2024 at 22:39

    È chiaramente una damiera. Mozart probabilmente degli scacchi non conosceva nemmeno le regole.

    • avatar
      Martin 21 Dicembre 2024 at 23:49

      Come illustrato anche in questo interessante articolo di Chessbase sembra invece che le conoscesse. Almeno sufficientemente bene per giocare occasionalmente con la sorella Nannerl.

  3. avatar
    Uomo delle valli 24 Dicembre 2024 at 10:10

    martin lei puo’ ben definirsi il luchino visconti degli scacchi
    sono tanti anni che ci delizia con gemme come questa
    grazie

  4. avatar
    Luca monti 24 Dicembre 2024 at 20:35

    Buon Natale a tutti.

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