No grazie, il Free Chess mi rende nervoso

Scritto da:  | 17 Febbraio 2025 | 18 Commenti | Categoria: Attualità, Curiosità, Spigolature, Varianti di Scacchi

Nun è overo, io nun voglio cagnà Napule,
a me me piace ‘a pizza, ‘o mandulino…
e ppoi cagnate Mantova, Rovigo…
io so’ gghiut’ a Rovigo co’ mio padre diec’ ann’ fa… so’ turnat’ è semp’ ‘a stessa…
cagnate Rovigo!!

Seguendo giudiziosamente il consiglio degli amici, anche perché non ho l’abitudine di parlare di quello che non conosco, ho provato anch’io a giocare a free chess. Che cosa posso dire? Che non mi piace nemmeno un po’. Non sono scacchi, sono un altro gioco. Capisco l’interesse dei professionisti, che ormai affogano in un lavoro di preparazione tanto più faticoso quanto sempre meno rimunerativo. Tanto più lo capisco in quanto io ho sempre trovato terribilmente noioso studiare gli scacchi (e infatti non l’ho mai fatto in modo decente, nemmeno quando ero tra i primi giocatori in Italia). Ma gli scacchi non sono mai stati il mio lavoro. Se invece uno ci lavora, con gli scacchi, dovrebbe anche sapere che lavorare stanca. Ma per raggiungere l’eccellenza non ci sono scorciatoie: bisogna faticare (verbo che non caso la saggezza napoletana identifica con “lavorare” ). Passare al free chess può sembrare, per chi con gli scacchi lavora, una drastica e comoda soluzione per eliminare la fatica (e il lavoro). Ma a me sembra una mossa molto pericolosa. Nessuno può prevedere se il free chess diventerà popolare come il gioco tradizionale; e anche se fosse, quanto tempo dovrà passare? Nel frattempo la bolla potrebbe sgonfiarsi. Quanti sono quelli che, come me, nell’istante esatto in cui il free chess dovesse sostituire il gioco tradizionale smetterebbero ipso facto di interessarsene? Chi ci rimetterà di più sarebbero proprio i professionisti.

avatar Scritto da: FM Franco Trabattoni (Qui gli altri suoi articoli)


18 Commenti a No grazie, il Free Chess mi rende nervoso

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    Uomo delle valli 17 Febbraio 2025 at 21:19

    mitico trabattoni
    da applausi

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    Paolo Landi 18 Febbraio 2025 at 10:17

    Condivido pienamente le tue osservazioni. Non si possono proprio vedere nella posizione di partenza i due cavalli sulle colonne G ed H e le torri sulle colonne centrali, tanto per dirne una. La teoria delle aperture sono il frutto di secoli di storia scacchistica e non credo affatto che, nell’era dei motori che trovano di continuo nuove possibilità, tutte le strade siamo ormai esaurite. Se non vogliamo saperne di teoria delle aperture, facciamo pure tornei di scacchi a perdere o di quadriglia e così almeno ci divertiamo. Di peggio trovo soltanto il “chessboxing”, una disciplina (chiamiamola così) che combina scacchi e pugilato: come dire, se non ti batto sulla scachhiera almeno ti meno. E perché no scacchi-briscola a questo punto? :p

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    Giancarlo Castiglioni 18 Febbraio 2025 at 12:14

    Non ho mai giocato a Free Chess, ma penso che non mi piacerebbe.
    Ho cominciato a studiare le aperture perché davanti alla scacchiera in posizione iniziale non sapevo cosa fare e seguire vie battute mi dava un senso di sicurezza.
    Adesso le rare volte che passo da un circolo mi piace giocare aperture che non ho mai giocato, ma che comunque conosco anche in modo superficiale.
    Iniziare da zero dalla prima mossa con Free Chess deve essere una faticata.
    Ho provato a vedere partite Free Chess pubblicate e anche questo non mi è piaciuto.
    Per capirci qualcosa nelle prime mosse, sarebbe necessario riflettere e analizzare, troppa fatica.

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    Luca monti 18 Febbraio 2025 at 15:19

    Mi spiace risultare voce diversa da quella di Trabattoni e chat,ma a me il freezer chess piace,lo trovo nuovo, frizzante.

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    Martin 18 Febbraio 2025 at 16:18

    Spero di non urtare la sensibilità di nessuno affermando anch’io che reputo il Free Style se non proprio un miglioramento (definizione forse impropria, giacché credo di comprendere quello che vuol dire Franco quando lo chiama un altro gioco), ma almeno un’evoluzione positiva.
    Sì, è vero che in un certo qual modo si aggira tutta la teoria delle aperture, ma questo non nelle idee o nei concetti, questi infatti rimangono validi, bensì nella mole di erudizione che lo studio di essa comporta. Fatica? Chiamiamola come vogliamo, non credo sia questo il punto, si tratta comunque di un gioco ed il suo spirito più profondo dev’essere, a mio modestissimo punto di vedere, proprio la soddisfazione ludica che ne possiamo trarre. Se di mezzo c’è della fatica il godimento interiore risulta inevitabilmente stemperato. Poi è chiaro che l’aspetto agonistico pure contribuisce all’accumulo di fatica, inteso come stress, tensione, etc. ma non è questo qualcosa legato al mero apprendimento delle varianti delle aperture che il Free Style vuol proprio evitare. Io pertanto sono favorevole, e il più forte prevale comunque, non c’è storia, anzi eviteremmo proprio quelle tanto temute trappole o novità in apertura su cui può sovente incorrere il Maestro anche di fronte a un meno quotato avversario che però si è mandato a mente chili e chili di monografie specifiche.
    Dal punto di vista po, lasciatemi dire, matematico si tratta inoltre di un’estensione degli scacchi, perché la posizione tradizionale viene a essere semplicemente una delle 960 ammissibili nel Free Style, e questo aspetto appunto ne costituisce un’ulteriore sfida dal punto di vista intellettuale e mentale.
    Comunque io sono scacchisticamente un microbo, lo sappiamo tutti, e la mia opinione lascia il tempo che trova.

    Questa invece è l’opinione di uno che di scacchi qualcosa ne capiva…
    (Si possono attivare i sottotitoli per una migliore comprensione)

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    Chichibio 18 Febbraio 2025 at 16:38

    Io personalmente sono d’accordo con Luca Monti e Martin. Sono tanti infatti i giochi e gli sport che hanno, anche recentemente, accolto modifiche più o meno sostanziali.
    Pensiamo infatti alla pallavolo che fino a qualche anno fa aveva un sistema di punteggio del tutto differente, per non parlare poi della novità introdotta col ruolo del libero.
    Nel calcio pure sono state introdotte modifiche per renderlo più spettacolare: una volta il passaggio all’indietro al portire che prendeva il pallone con le mani era la prassi soporifera di tanti incontri.
    Il tiro da tre nel basket una volta non esiteva, ed in Italia è stato introdotto molto successivamente rispetto all’NBA.
    Nella pallanuoto i tempi di gioco sono stati allungati da 7 a 9 minuti.
    Nel tennis il tie-break un tempo era considerato autentica eresia,
    Insomma tutto cambia, con modifiche ovviamente più o meno marginali,
    Ma pensiamo agli stessi scacchi: arrocco e presa al varco non sono forse state modifiche introdotte che non è tantissimo?
    Quindi: non “arrocchiamoci” (scusate il gioco di parole) dietro posizioni a priori conservative ma cerchiamo di vedere gli aspetti positivi.

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    Ugo Russo 18 Febbraio 2025 at 17:17

    Mi ha colpito molto l’affermazione del maestro Trabattoni quando dice che “ha sempre trovato molto noioso studiare gli scacchi”.
    Conferma del fatto che il talento fa sempre la differenza!

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    Giancarlo Castiglioni 18 Febbraio 2025 at 17:45

    Ho solo detto che il free chess non mi piace, non che sia qualcosa di sbagliato.
    Può andar bene per i professionisti, che possono evitare la preparazione sulle aperture, ma anche per chi inizia a giocare, che può evitare di studiarle.
    Non piace ai giocatori avanti negli anni come me e Franco, anche se ha qualche anno di meno, che si trovano improvvisamente fuori dalla loro “confort Zone”.
    La teoria delle aperture non è qualcosa di meccanico da imparare a memoria, è la cultura degli scacchi.
    Il free chess non è meglio o peggio degli scacchi, è un altro gioco.

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    Paolo Landi 18 Febbraio 2025 at 18:13

    Vorrei puntualizzare anche io il mio pensiero. Premesso che ognuno è libero di giocare come vuole e di organizzare tornei in tutte le varianti possibili, ci mancherebbe altro, io ho espresso un’opinione sul piacere del gioco e la soddisfazione ludica che possiamo trarne e devo dire che seguire queste partite non mi diverte per niente. Il mio giudizio negativo si riferiva più che altro al timore espresso dal maestro Trabattoni che paventava il diffondersi di questa specialità a livello professionistico. E sono pienamente d’accordo con lui nell’augurarmi che il Frechess non sostituisca mai gli scacchi classici. Sono troppo affascinato da certe difese o da certi schemi “classici” di apertura (che dopo anni di letture e partite commentate non ho ancora capito fino in fondo) per passare ad altro alla mia età.

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    Sveta 18 Febbraio 2025 at 21:54

    Dai, non è male :)

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    Paolo Landi 19 Febbraio 2025 at 09:20

    Cara Sveta, che ti devo dire: “A me nun me piace ‘o presepe” =))
    Battute a parte, trovo tutto troppo confuso, non riesco a seguire i piani di gioco come accade con le aperture classiche. Nelle rapid e blitz penso ci sia ancora tanto spazio per innovare sganciandosi dalla teoria tradizionale. Ricordi le giocate di Carlsen tipo 1) a3 contro Niemann o 1) h4 o certe sue linee difensive super originali come 1) e4 -…a6 contro Kramnik?

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      Ugo Russo 19 Febbraio 2025 at 09:59

      Paolo, dobbiamo dire presepe o presepio?
      Io sarei più per la seconda ma illuminami tu, grazie. ;)

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    Paolo Landi 19 Febbraio 2025 at 12:05

    Caro Ugo, credo che in italiano si possa dire in entrambi i modi (se ci legge qualche linguista batta un colpo) e anche nel nostro dialetto sento dire indifferentemente l’una o l’altra versione. Nella celebre commedia di Eduardo ricordavo “presepe”, ma non ne sono sicurissimo.

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      Gennaro De Simone 19 Febbraio 2025 at 12:24

      Porto un ricordo particolarmente caro della commedia di Eduardo, Natale in casa Cupiello, in cui solo quando il padre è sul letto di morte, Tommasino, il figlio, preso a compassione cede e afferma riluttante che il presepe gli piace. Credo che entrambe le forme siano accettate, derivando entrambe dal latino: rispettivamente praesaepe o praesaepium.

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        Paolo Landi 19 Febbraio 2025 at 17:58

        Grazie per il tuo contributo e grazie per questo magnifico affettuoso ricordo!

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    DURRENMATT 19 Febbraio 2025 at 14:53

    Amo studiare gli scacchi. Mi procura “piacere”. Il free chess non è roba per me.

  14. avatar
    Sveta 26 Febbraio 2025 at 18:19

    L’opinione di un top player :p

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    Sergio Pandolfo 30 Maggio 2025 at 21:42

    Chissà, magari col tempo si svilupperà una teoria pure sul free chess, perché comunque le posizioni di partenza non sono illimitate.

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