Quando pensi che sia finita…

Scritto da:  | 23 Marzo 2025 | 6 Commenti | Categoria: Partite commentate

 

Nell’articolo Scacchi a colori dedicato agli aforismi scacchistici, Pasquale Colucci ne ha citato uno coniato da lui stesso: «Quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la partita». In un mio intervento ho osservato che tale aforisma è una parafrasi di un verso della canzone Che fantastica storia è la vita, brano di apertura e di chiusura (nella versione estesa) dell’omonimo album di Antonello Venditti, uscito nel 2003 (il testo del brano è di Antonello Venditti, la musica di Maurizio Fabrizio): «E quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita»…

Accademia Scacchistica Romana, 2° Week End d’Inverno 2025 (Torneo Open Integrale), 3° turno. Affronto, con il Bianco, un giovane appartenente alla Federazione del Kazakistan, il quale ha alcune decine di punti Elo meno di me. Riporto la nostra partita, cui faccio seguire un mio commento:

Da qualche tempo la mia Apertura preferita con il Bianco è l’Attacco Indiano, che inizio spesso con l’inconsueta 1.d3. La semimossa 6.Cbd2 [primo diagramma] è tradizionalmente la più giocata in questa posizione; tuttavia, sono considerate interessanti sia 6.Ca3 sia 6.Ag5. La scelta 14.Cxd6 non è stata molto opportuna; sarebbe stata preferibile 14.Ab2 (14…Tfe8/Dc7 15.Ce3). Anche 17.Ah3 è risultata abbastanza inadeguata; forse 17.e4 sarebbe stata migliore. 29.Da5 ha costituito un grave errore; occorreva 29.Tg1.

Errore dopo errore da parte mia, 29…Txg2+ [secondo diagramma] sembrava avermi dato il colpo di grazia! Ma di lì a poco sarebbero iniziati gli errori da parte del mio avversario… Intanto, 33…b6 al posto di 33…Ah3+ avrebbe permesso al Nero di vincere rapidamente, in vista di 34.Db4 Dg3; subito dopo, 34…b6 al posto di 34…Dg1+ avrebbe consentito ancora al Nero di vincere, seppure più lentamente rispetto a prima. Successivamente 40…Tc6 sarebbe stata migliore di 40…Af1, anche se ormai il vantaggio del Nero era svanito del tutto.

Il Nero avrebbe dovuto rispondere a 41.Axf4 con 41…exf4 invece che con 41…Axe2. La semimossa 42.Ah2 è stata un altro errore da parte mia (dopo 42…De7 il Bianco avrebbe avuto solo un leggero vantaggio), laddove 42.Axh6 sarebbe risultata notevolmente più forte, come si può verificare in maniera non difficile. Dopo 42.Ah2 Rh7 43.Tg1, comunque, la partita si era decisamente ribaltata a mio favore! 43…De7 [terzo diagramma] ha rappresentato l’errore decisivo del mio avversario; con 43…Df8 la partita sarebbe stata ancora giocabile da parte sua. Alla 44° mossa, al mio avversario non restava che una continuazione “disperata”…

Infine, 51…Rh8 [quarto diagramma] ha concesso al Bianco una combinazione di Matto in 8 mosse: 52.Dd8+ Rh7 53.De7+ Rh8 54.Df8+ Rh7 55.Df7+ Rh8 56.Rh3 Dxf3+ 57.Dxf3 Rh7 58.De4+ Rh8 59.Axe5#.

Si è trattato di una partita davvero sofferta, da entrambi i contendenti…

Il testo della canzone di Antonello Venditti presenta le storie di quattro individui: storie piuttosto diverse fra loro, ma accomunate dalla volontà dei protagonisti di realizzare i propri sogni nonostante gli ostacoli che vi si frappongono. Il primo protagonista è Antonio, un cantautore; la seconda è Laura, un’impiegata laureata; la quarta è Aicha, una migrante. E il terzo protagonista è addirittura Gesù…

avatar Scritto da: Giorgio Della Rocca (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Quando pensi che sia finita…

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    Paolo Landi 23 Marzo 2025 at 17:42

    Gli scacchi sono un gioco crudele. Quante volte è capitato a tutti di gettare alle ortiche una posizione vinta, sentire che tutto sta crollando senza riuscire neanche a comprendere dove abbiamo sbagliato, magari dopo ore di dura battaglia. Ci può consolare il fatto che altre volte abbiamo vinto delle partite che non avremmo meritato neanche di pareggiare perchè stavolta è stato il nostro avversario a fare harakiri. In tal caso si tira un bel sospiro di sollievo e via, alla prossima partita. Eh sì, “che fantastica storia è la vita…” :D

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    Uomo delle valli 23 Marzo 2025 at 18:01

    come avrebbe detto anche bruno pizzul
    tutto molto bello

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    Giorgio Della Rocca 24 Marzo 2025 at 20:29

    Ringrazio Robin per la tempestività con la quale ha pubblicato il mio articolo, Paolo Landi e “Uomo delle valli” per i rispettivi commenti a esso relativi.

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    Luca monti 25 Marzo 2025 at 19:49

    Un caro saluto all’ autore anche per questa vittoria al cardiopalma. Poi il torneo com’è andato? Ogni bene. Luca Monti. Vallio Terme BS.

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      Giorgio Della Rocca 26 Marzo 2025 at 20:30

      Luca Monti, ti ringrazio per il commento e ricambio il saluto.
      La locuzione “vittoria al cardiopalma” da te utilizzata è proprio azzeccata, considerando anche che l’ultima ventina di mosse della partita è stata giocata da entrambi i contendenti avendo solo (più o meno) qualche minuto di tempo ancora a disposizione!
      Al torneo, cui hanno partecipato 30 giocatori, ho realizzato 3 punti su 5, collocandomi fra la quinta e la quattordicesima posizione – nella dodicesima, per la precisione, in base allo spareggio tecnico.

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    Giorgio Della Rocca 6 Aprile 2025 at 16:40

    «“Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”» [“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”].
    Si tratta della domanda sconsolata che, secondo il Vangelo di Marco (15,34), Gesù pronunciò sulla croce intorno alle ore tre del pomeriggio. Doveva affrontare l’ultima tentazione: quella di pensare che, dopo tutto ciò che aveva detto, fatto e sopportato a favore del Regno di Dio, persino Dio lo avesse abbandonato…
    Marco riferisce che uno dei presenti gli accostò alla bocca una spugna imbevuta di aceto, posta in cima a una canna; dopodiché «Gesù, dando un forte grido, spirò» (15,37).
    Secondo il Vangelo di Giovanni, «dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito» (19,30).

    Ebbene sì: perfino Gesù, il Cristo – ovvero l’unto, il consacrato da Dio –, a un certo momento ha pensato che tutto stesse per finire…
    Il Vangelo di Giovanni, però, ci dà la conferma che Gesù ha superato anche quell’ultima, cruciale tentazione!

    [In base al Vocabolario Treccani on line, il termine ‘cruciale’ non ha niente a che vedere con la croce alla quale fu inchiodato Gesù Cristo, ma «è nato per l’uso di crux nelle due espressioni instantia crucis (“argomento della croce”) di F. Bacone ed experimentum crucis di I. Newton (“esperimento della croce”, cioè decisivo nel valutare un’ipotesi perché consente una scelta come tra le diverse strade di un crocevia)».]

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