Gli Alfieri di colore contrario nel mediogioco (I)

Scritto da:  | 10 Marzo 2010 | Categoria: Partite commentate, Strategia

Che la presenza degli Alfieri di colore contrario sulla scacchiera provochi una naturale tendenza verso il pareggio è un assunto noto più o meno a tutti. Dobbiamo tuttavia essere più precisi ed aggiungere che ciò è vero in specie nel finale. Nel mediogioco le cose cambiano.

Il primo a comprendere l’importanza del controllo delle case di un determinato colore fu Wilhelm Steinitz, padre, secondo Esteban Canal, della “manovra posizionale bicolore”. Tale concetto non sempre è stato espresso in maniera chiara dagli autori dei manuali sul mediogioco. Hans Kmoch, per esempio, nel suo I pedoni, anima degli scacchi, nell’intento di semplificare proponeva di utilizzare i termini leucopenia, per definire un insufficiente controllo delle case chiare, e melanpenia, per individuare lo scarso controllo delle case scure. Se immaginiamo di dire ad un nostro allievo: “Sei affetto da una grave leucopenia”, beh ritengo che la prima cosa che egli farà sarà recarsi dal proprio medico o alla prima farmacia aperta.

Anche David Bronstein ha mostrato perplessità di fronte a considerazioni simili: “Leggendo nei libri sulla debolezza delle case scure o sull’attacco per mezzo delle case scure, io per molto tempo ho avuto il sospetto che si parlasse di roba incomprensibile non solo a me, ma anche agli stessi autori. Infatti, dicevo a me stesso, le case scure dell’avversario sono deboli quando i suoi pedoni si trovano su case chiare ed egli non possiede l’Alfiere delle case scure. Ma se egli porta via tutti i pezzi dalle case scure contro che cosa posso io portare l’attacco? Andavo così ragionando, quando un giorno ho compreso che la debolezza delle case scure è nello stesso tempo anche una debolezza delle case chiare. L’attacco attraverso le case scure fa sì che una volta collocati i miei pedoni e pezzi sulle case scure, io muovo contro i pedoni e i pezzi avversari, situati su case chiare, i quali non hanno dove porsi al sicuro.”

Richard Reti

A dir la verità anche il ragionamento di Bronstein ci pare un po’ complicato, sebbene alla fine del discorso colga nel segno. La debolezza delle case di uno specifico colore tende a riflettersi anche sui pezzi e sui pedoni collocati sul colore opposto. Nel finale di Alfieri di colore contrario il difensore ha la grande occasione di poter costruire “fortezze”, barricando i propri pedoni sul colore del proprio Alfiere, per garantirne l’invulnerabilità. Ma nel mediogioco, come già detto, questo trucco non funziona.

L’iniziativa in questi casi strizza l’occhio all’attaccante, favorito dal fatto che il difensore è privo degli indispensabili controllori delle case dominate dal nemico. I pezzi pesanti collaborano alla perfezione con l’Alfiere superstite nello sfruttamento di uno squilibrio che è diventato una delle armi più ricercate dai giocatori moderni.

La partita che esaminiamo è forse uno dei primi esempi nella letteratura scacchistica di sfruttamento degli Alfieri di colore contrario nel mediogioco, visti come risorsa e non già come simulacro di parità. A svelare l’arcano è il poeta del paradosso, Richard Reti, nel primo turno di Mannheim 1914.

Reti,Richard – Fahrni,Hans [D53]

Mannheim (1), 20.07.1914

1.d4 d5 2.c4 e6 3.Cc3 Cf6 4.Ag5 Ae7 5.e3 c6 6.Cf3 Ce4 Alla maniera di Lasker. 7.Af4 f5 Creando la tipica struttura pedonale dell’Olandese Stonewall. 8.Ae2 Ad6 9.Ce5 0–0 La posizione del Nero sembra promettente: lo Stonewall schiude interessanti prospettive ad Est ed il Ce4 garantisce profondità all’azione del Nero. 10.Cxe4! Un cambio che sgonfia i piani d’attacco del Nero in un sol colpo. L’apertura della colonna “f” non sarà supportata dalla partecipazione di alcun pezzo nero. [Tipico è l’errore 10.0–0? Cxc3 11.bxc3 g5 12.Ag3 f4 13.exf4 gxf4 costerebbe cara al Bianco] 10…fxe4 11.0–0 De7 Il sostegno all’Ad6 è più necessità che virtù, giacché era impedita …Cd7 a causa di Cxc6 con rivalsa sull’Ad6 sospeso. 12.c5 La catena di pedoni bianca aggiunge un anello e guadagna tempi a danno dell’Ad6. 12…Ac7?! [Meglio subito 12…Axe5 13.Axe5] 13.b4 Cd7? Non è una banale svista. Fahrni, che era un discreto Maestro, ha sicuramente ponderato con la dovuta attenzione questo tratto, prevedendo la scoperta del Bianco. Ma Richard Reti ha visto più lontano del suo avversario. [Era necessaria 13…Axe5] 14.Cxc6! bxc6 15.Axc7 Cxc5 Il contrattacco di scoperta in cui confidava Fahrni. 16.Ag3 Conservando la coppia degli Alfieri. 16…Cd3 Il Maestro svizzero molto probabilmente si era spinto sin qui nella sua analisi. L’intenzione è quella di privare il Bianco della coppia degli Alfieri, agitando lo spauracchio degli Alfieri di colore contrario, che dovrebbero venire incontro al difensore. 17.Axd3 exd3 18.Dxd3 a5 (diagramma)

Posizione dopo 18...a5

L’attivazione dell’Alfiere campochiaro è il passo successivo che dovrebbe sancire il riequilibrio della posizione. 19.b5! Che l’analisi di Reti avesse raggiunto questo punto? Molto probabile. Il tratto appena giocato è fortissimo. Reti paradossalmente restituisce il pedone di vantaggio e libera dalla schiavitù l’arretrato c6; ma la forza della sua mossa risiede nell’apertura della colonna “c”, nella sinergia con l’Ag3 sul controllo della casa c7 e nel mancato ingresso in campo dell’Ac8, su cui Fahrni aveva puntato tutte le sue carte. 19…cxb5 20.Tfc1 Aa6 21.Tc7 L’azione di Reti si svolge esclusivamente sulle case scure: il difensore in presenza degli Alfieri di colore contrario non riesce a tutelarsi in modo adeguato dalle minacce orchestrate dai pezzi pesanti. 21…De8 La Donna nera è costretta a rimanere in posizione passiva. [Non va 21…Db4 22.Tb1 Da4 23.Ae5 Tf7 24.Txf7 Rxf7 25.Dxh7] 22.Da3! Attacca a5 e sfrutta la debolezza di colore delle case scure per penetrare nel campo nemico. 22…Ac8 23.Dd6! Le case deboli nello schieramento avversario sono state occupate dai pezzi pesanti del Bianco. 23…Tf7 24.Tac1 Ad7 25.Tb7 Per far spazio all’altra Torre sulla settima. 25…h6 26.h3! Tratto di una saggezza assoluta e di una modernità esemplare; elimina la debolezza della prima traversa e passa la palla all’avversario in difficoltà. 26…Tc8 27.Txc8 Axc8 28.Tb8 La debolezza delle case scure si riverbera di riflesso sui pezzi situati in casa chiara. Il ragionamento di Bronstein trova qui perfetta conferma.  28…Rh7 29.Dc5 Con questa mossa Reti inizia una fase di “impacchettamento” del Nero, che verrà legato alle proprie debolezze. 29…Tf8 30.Dc2+ Rh8 [Se 30…Dg6 31.Txc8+-] 31.Ad6 Sospinge la Torre avversaria in una casa spiacevole. 31…Tg8 32.Ae5! Creando un’inchiodatura letale. 32…a4 (diagramma) 33.Txc8! Confezionando il pacchetto con una bella coccarda che impreziosisce tatticamente una partita dalla strategia magistrale. A 33…Dxc8 seguirebbe infatti 34.Dg6 con l’imparabile Dxh6. Da segnalare che è la spinta h2-h3 a garantire il successo della combinazione del Bianco. Il sipario si chiude. 1–0

Aleksandr Alekhine

Mannheim 1914. Basta pronunciare questo nome, che per gli storici degli scacchi scatta l’eco della guerra incombente come un brivido inquietante. C’è una foto del torneo raffigurante Aleksandr Alekhine che mi ha sempre turbato, come un quadro espressionista di Egon Schiele: lo sguardo è intenso, allucinato e quasi presago della catastrofe imminente. Mannheim 1914 è infatti il “torneo interrotto” per eccellenza; lo scoppio della Prima Guerra Mondiale arresta il trionfo di Aleksandr Alekhine e per i russi presenti, accusati di essere spie, vorrà dire l’onta del carcere. Se per Alekhine, Saburov e Bogatyrchuk l’offesa durerà al massimo tre giorni, per Bogoljubov, Romanovskij, Seleznev, Rabinovich, Flamberg e Vajnstejn l’incubo si trasformerà in quattro anni di internamento presso il campo di Triberg, dove avranno comunque modo di disputare tornei di scacchi tra loro.

avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Gli Alfieri di colore contrario nel mediogioco (I)

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    Mimmo 11 Marzo 2010 at 13:39

    Non capisco perche’ ….18 Fahnri non abbia preso il pedone in b4, recupera il pedone di svantaggio e la torre bianca non puo’ entrare nella settima rank, c6 si puo’ difendere e tutto il vantaggio del’alfiere nero come di seguito svanisce,probabilmente mi sono perso qualcosa, qualcuno potrebbe illuminarmi?

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    Bilguer74 11 Marzo 2010 at 14:03

    Molto probabilmente a 18…Dxb4 sarebbe seguita 19.Tfc1 Ab7 20.Tc5 bloccando il pc6 arretrato, attivando le Torri e lasciando la Db4 fuori gioco: il Bianco mi sembra comunque preferibile.

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    danilo 11 Marzo 2010 at 14:19

    splendido esempio….grazie
    sono gli articoli che preferisco,
    didattica illuminante
    spero tu la metta tra i pgn da scaricare….
    aspetto la seconda puntata
    grazie e complimenti!

  4. avatar
    Mimmo 11 Marzo 2010 at 16:31

    Mah, ho messo la posizione su Fritz e non e’ venuto a capo di niente, anzi la donna in b4 ruota attorno a c6 e piazzandosi sul bianco cercava lo scambio di donne e torri per un finale di parita’ cmq grazie bilguer per il tuo appunto e come dice danilo aspettiamo con ansia le prossime puntate e complimenti per gli articoli

  5. avatar
    rigoni vinicio 18 Marzo 2010 at 11:07

    Sono gli articoli che preferisco, “illuminanti” per il giocatore di circolo. Complimenti e un saluto a Martin Eden.

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