La scacchiera del tempo

Scritto da:  | 30 Gennaio 2014 | 9 Commenti | Categoria: Racconti

La scacchiera del tempo

Samuel prese il suo bastone, come tutti i giorni, e scese giù verso il fiume. Aveva promesso al suo piccolo amico di portarlo a fare una passeggiata e, fosse stata l’ultima azione della sua vita, l’avrebbe fatta. Iniziò a tenersi con il bastone per non barcollare e preso il guinzaglio da sopra il tavolo, incominciò lentamente a trascinare il suo unico, vero, amico fuori dalla vecchia casa. Nessuno ormai, a parte il piccolo labrador, si prendeva più cura di lui, il mondo in cui viveva era stato creato per i giovani e per la gente veloce,  per la gente lenta e “anziana” come lui esistevano solo le case di riposo e le panchine in piazza. Brontolò facendo cenno di no con la testa. Ricominciò a camminare fissando tutto ciò che lo circondava, ogni cosa gli sembrava nuova e ogni luce gli sembrava immensa. Entrò nel piccolo parco della sua città  strofinandosi gli occhi.

“Ma cosa succede?” disse sottovoce.

Si guardò attorno con stupore. Tutto era diverso da come lo ricordava, eppure andava al parco tutti i giorni per portare il suo cucciolo. Si rigirò su se stesso ammirando ciò che vedeva. La piazza  non era più quella dei giorni precedenti, tutto il nuovo, tutto il moderno era sparito lasciando posto alla spoglia piazza di quando si era trasferito in paese anni prima, da ragazzo. Allora tutto era diverso. Il suo cuore fu attraversato da un sottile velo di malinconia. Guardò verso il cagnolino. Il piccolo labrador non c’era più, e così anche il suo bastone. Si guardò, allora, le mani, erano giovani…le rughe e le macchie e le cicatrici avevano lasciato il posto ad una pelle più liscia e curata.

“Ma come è possibile tutto questo, sto forse impazzendo?”

Si diresse, così, con passo  spedito verso il bar al centro della piazza per chiedere uno specchio o qualunque cosa potesse riflettere…

Nessuno gli rispose.

Allora, spazientito, urlò a squarciagola, sperando di essere sentito ma, dalle sue giovani labbra non uscì che un gemito…la bocca si spalancava durante l’atto di urlare ma il suono usciva come ovattato, bassissimo e impercettibile… come in certi incubi. Ad un tratto fu preso dall’angoscia e iniziò a piangere disperato, che fosse morto?

Si svegliò in ospedale.

“E’ stato fortunato, non è prudente andare al parco con questo caldo, soprattutto alla sua età…ha rischiato un infarto…” si sentì dire, dal dottore, appena sveglio. “Le persone presenti si sono  insospettite in seguito all’abbaiare del suo cagnolino. Se è ancora vivo, lo deve a lui.”

Si riguardò  le mani…le rimise giù sorridendo.

“E quella cos’è?” Disse indicando una costruzione in legno che faceva bella mostra di sé sul comodino.

“Quella? E’ una scacchiera. La teneva stretta al petto quando l’ abbiamo ritrovata, sopra c’è una foto…”

“Una foto? Io non avevo nessuna scacchiera, sono uscito senza nulla, sono andato al parco e…”

Ad un tratto il suo cuore si mise a battere all’impazzata. La testa gli fece male e gli venne un brivido improvviso su per tutto il corpo. Appena entrato nel parco, quando si era rivolto al barista perché gli desse uno specchio, accortosi dell’ incomunicabilità fra loro, aveva provato ad afferrare una scacchiera posta sul bancone con lo sfondo della piazza stessa…allungò la mano per raggiungerla.

“Eccola” disse il dottore  porgendogliela.

L’uomo impallidì. Nella foto, datata 1936, si vedeva in un angolo vicino al barista un ragazzo nell’atto di urlare con in mano una scacchiera e il suo volto altri non era che l’immagine del suo viso di tanti anni prima.

La scacchiera del tempo 1

avatar Scritto da: Francesca Lulleri (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a La scacchiera del tempo

  1. avatar
    Luca Monti 30 Gennaio 2014 at 23:19

    Ben arrivata nella famiglia di SoloScacchi Francesca Lulleri; welcome!

  2. avatar
    Mongo 31 Gennaio 2014 at 14:03

    Bel racconto che fa anche riflettere… 😉

  3. avatar
    The dark side of the moon 31 Gennaio 2014 at 14:08

    Bene arrivata anche da parte mia.
    Personalmente è da poco che ne faccio parte ma ti posso dire che in questo blog puoi discutere ed esprimere liberamente le tue opinioni e credimi….non è poco!
    Mi piacerebbe scrivere qualche giorno un racconto, speriamo di esserne capace 🙂

  4. avatar
    Zenone 31 Gennaio 2014 at 18:10

    Benvenuta.
    Mi sembra che la partenza sia ok. Un racconto che fa pensare. Trovare qualcosa di simile alla piscina di “Cocoon” è la speranza di tutti noi: poi ci svegliamo!
    A presto.

  5. avatar
    Roberto Messa 31 Gennaio 2014 at 20:32

    Chiedo scusa per il “fuori tema”, ma poco fa ho notato sul profilo Facebook di Judit Polgar il testo che segue.
    Sono stato impegnatissimo negli ultimi giorni e non sapevo che Sax fosse morto (il 25 gennaio secondo Wikipedia). E’ stato tra i candidati al titolo mondiale nel 1987, poi frequentatore abbastanza assiduo dei tornei italiani…

    In Memoriam GM Gyula Sax (1951-2014)
    Gyula Sax was one of the greatest chess players of Hungary. He was the first GM who treated me as a fellow chess player when I was only 9 years old. He was ready to analyze positions with me, and shared ideas and by doing so he gave me a lot of self-confidence. Later I met him in many different occasions, we played against each other, and played in the national team together. He was also an Olympic gold medalist and a fantastically energetic attacking player! I would like to remember him with a typical tactical combination of his style which was always inspiring: Gyula was white against Ehlvest in 1988 1. Rd7 an exchange sac to start with Bd7 2.Nf6 Bf6 3.gf6 Qa1 4.Kd2 Qa4 the queen is looking for a saving move on the other side of the board on g4 but… 5.b4!! cut’s off the road for the queen Rfd8 6.Bd3 just in time gf6 7.Ra1 important to play on the whole board Qb5 8.Qh7 Kf8 9.Qh6 Ke7 now already safe to take the queen 10.Bb5 Black resigned

  6. avatar
    alfredo 31 Gennaio 2014 at 20:38

    Caro Roberto
    una tristissima notizia di cui già l’amico Renato Andreoli ci aveva messo al corrente qualche giorno fa .

  7. avatar
    Marramaquis 31 Gennaio 2014 at 21:45

    Complimenti all’autrice di questo bel racconto. E poi anche da parte mia una parola per il bravissimo Sax, che ricordo di aver visto vincitore al Banco di Roma nel 1984 (nonostante una sconfitta al sesto turno con Toth, ma determinante fu la vittoria il giorno dopo su Pinter) e quindi nel 1986. Veramente una triste notizia.

  8. avatar
    Andrea Tamburrini 1 Marzo 2014 at 22:18

    FRANCESCA questo tuo racconto mi fa pensare al film “IL POSTO DELLE FRAGOLE”

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