Viaggio (in 2a classe) tra gli scacchisti con l’hobby della matematica ed i matematici con l’hobby degli scacchi
Si dice Riga ed il pensiero immediatamente va a lui: “il mago di Riga”, il grande genio della Lettonia, Mikhail Tal, ma a chi ha “masticato” un po’ di matematica viene senz’altro in mente un altro grande figlio della meravigliosa città baltica: Charles Ivars Kalme.
Kalme è stato ben più di quel “semplice” Maestro Internazionale che gli almanacchi della Fide scacchisticamente gli riconoscono quale titolo: è stato uno dei pochi esseri viventi a vantare una vittoria sulla scacchiera contro Bobby Fischer, questo il suo biglietto da visita, ma procediamo con ordine…
Nato a Riga nel 1939 proprio all’inizio di quello sciagurato conflitto che sconvolse mezza Europa, e buona parte della Lettonia e ovviamente la sua città natìa Riga, Kalme all’età di sette anni fu internato coi pochi familiari superstiti in un campo profughi tedesco fino a quando nel 1951 riuscì fortunosamente ad arrivare, tra mille peripezie, a Philadelphia negli Stati Uniti.
Appreso da bambino il gioco degli scacchi, a 15 anni era già Maestro nel paese d’adozione, gli Stati Uniti, ove il titolo era, rispetto ai giorni nostri, ben più difficile da conseguire. Nel 1954 vinse il Campionato degli Stati Uniti Giovanile, impresa che bissò facilmente l’anno seguente.
Di quattro anni anagraficamente più anziano di Fischer lo incontrò in competizioni ufficiali in tre occasioni: un successo per parte il bilancio delle vittorie ed un combattutissimo pareggio ottenuto nella finale assoluta del Campionato statunitense del 1960. E nell’unica occasione in cui gli Stati Uniti riuscirono a conquistare il massimo alloro ai Campionato del Mondo Studenteschi a squadre, nella terra del “nemico”, a Leningrado nel 1960, in seconda scacchiera, c’era lui, in mezzo a compagni di squadra del calibro di William Lombardy (che, per inciso, sconfisse in quell’occasione in modo così brillante un certo Boris Spassky, prima scacchiera dello squadrone sovietico tanto che, si dice, al giovane astro di Leningrado fu negato dall’establishment sovietico il visto per giocare tornei all’estero per ben due anni), Raymond Weinstein, Anthony Saidy ed un altro concittadino emigrato anch’egli dalla lontana Riga: Edmar Mednis.
Kalme in quella manifestazione vinse anche la medaglia d’oro individuale con una performance eccezionale: 11 punti e mezzo su tredici incontri, perdendo un unico incontro, quello col rappresentate yugolsavo Milan Vukcevic, anch’egli in seguito emigrato negli States e concedendo una patta d’accordo, in poche mosse, nell’ultimo ininfluente incontro all’ungherese Luben Popov.
Ma gli interessi di quel brillante ragazzo di origine lettone non si limitavano agli scacchi, fu anche maestro di bridge, giocando spesso in coppia quale partner di Michael Lawrence, membro della degli “Dallas Aces”, la squadra statunitense diverse volte campione del mondo prima dell’avvento del mitico Blue Team azzurro di Belladonna, Garozzo e Forquet. Ma la vera enorme passione di una vita di Charles Kalme è stata la matematica: laureatosi col massimo dei voti a 22 anni, nel 1961, in ingegneria elettrotecnica alla prestigiosa University of Pennsylvania di Philadelphia, conseguì il Ph.D. alla New York University nel 1967 sotto la guida di Lipman Bers e divenne successivamente professore alla rinomatissima University of California a Berkeley. Tradusse dal tedesco i celebri lavori di Carl Ludwig Siegel, a sua volta allievo di Hilbert a Gottinga, e fu insieme al grande Claude Shannon, uno dei pionieri dei primi programmi elettronici di scacchi.
Collaboratore di Scientific American ed “Editor” di Math Reviews fece ritorno, dopo la “caduta del muro”, nella natìa Lettonia per trascorrervi gli ultimi anni di vita andando a insegnare ai bambini delle scuole elementari delle periferie povere di Riga aritmetica e geometria. In una di quelle scuole elementari di Riga apprese le prime nozioni di aritmetica e geometria Alexei Shirov…
E nella sua amata Riga Charles Ivars Kalme morì, nel pressoché totale oblìo del mondo scacchistico, nel 2002.
Vogliamo ricordarlo con questa vittoria contro Bobby Fischer e soprattutto con una fantastica combinazione giocata contro il Maestro Suren Momo in quel fantastico Torneo a Leningrado del 1960.
1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cf3 d5 4.g3 Ae7 5.Ag2 O-O 6.O-O c6 7.Cbd2 Cbd7 8.b3 Te8 9.Ab2 Ad6 10.Tc1 Cf8 11.Dc2 Cg6 12.e4 dxe4 13.Cxe4 Cxe4 14.Dxe4 Ae7 15.Tfd1 Af6 16.Ce5 Ad7 17.h4 Dc7 18.h5 Cxe5 19.dxe5 Ae7 20.c5!
Impedendo al Nero di giocare…c5 e …Ac6.
Ted8 21.Af1 Ae8 22.Ad3 g6 23.hxg6 hxg6 24.Rg2 Td5 25.Th1 Af8 26.Ac4 Td2 27.Ac3
27… Rxa2? 28. Qb1 Ra3 29. Bb4
Td7 28.Th3 Ag7 29.Tch1 Dd8 30.Df4 Td1 31.T1h2 b5
32.Df6!! Dxf6 33.exf6 Tc1 34.Th7 1-0
1+1=2!!
Fantastico!
Stupendo articolo di Martin Eden, straordinario narratore e affabulatore come pochi!
Grazie Martin per averci fatto conoscere meglio questo personaggio semisconosciuto delle 64 caselle!