Uno strano uomo

Scritto da:  | 9 Marzo 2013 | 7 Commenti | Categoria: Racconti

a strange man

L’uomo era di strano aspetto.

Guardingo e affamato, denti bianchissimi e affilati, lunghe le braccia come tentacoli.

Entrava in casa a qualsiasi ora senza dare spiegazioni.

Non salutava, neanche un accenno d’intesa, o un grugnito di assenso.

O passava puntualmente giorno dopo giorno o per mesi e mesi spariva nel nulla.

Imprevedibile; lui

Imperscrutabile; il suo agire.

Io ero solo un bambino a quel tempo e di me, del resto, quell’uomo non si curava affatto.

Il suo solo scopo era la grande stanza bianca al pianterreno: una stanza soffocante e umida tacitamente preposta ad accogliere quegli strani incontri.

Un tavolo e due sedie nell’angolo più remoto sotto una finestra sempre chiusa.

Silenziosamente si accomodava su una delle due sedie traballanti e, con una lentezza tale che mi affamava, si disponeva a schierare i suoi soldati su quel campo di battaglia fatto di quadrati ben disposti.

Si preparava alla guerra con metodo e, sotto quell’apparente sonnolenza, presentivo sempre uno strano anelito sotterraneo e feroce al massacro.

Mi appiccicava addosso la paura quell’uomo.

Era bizzarro.

Spettrale.

Demoniaco.

Senza una mano.

Mi faceva ribrezzo a guardarlo.

Ma al tempo stesso non potevo staccargli gli occhi di dosso.

Quelle strane visite, sempre ad ore improbabili, improponibili e impensabili per qualsiasi altra persona, agli occhi del nonno apparivano invece più che normali e per questo io non facevo domande.

D’altronde era divertente osservare come il vecchio, in presenza di quell’altro, divenisse di colpo quasi muto e serio, come se in quella griglia quadrata entrambi avessero realmente un reciproco potere di vita e di morte.

Entrambi amavano crogiolarsi per ore e ore in quell’atmosfera rarefatta; lenti i pensieri, lente le mosse, e lento il volteggiare del fumo sopra le loro teste chine.

Sinceramente non sapevo chi vincesse o perdesse in quelle strane battaglie.

E poco m’importava saperlo.

Loro non parlavano.

Non tradivano alcuna emozione.

Io non facevo domande e mi limitavo a scrutare con occhio curioso e la bocca serrata quella silenziosa disputa.

Ma ben presto la noia ebbe il sopravvento e alla noia si accompagno l’indifferenza e all’indifferenza si unì la cecità.

Sia la stanza sia quell’uomo vennero cancellati dalla mia vita come se non fossero mai esistiti.

Un giorno però, era passato molto tempo dacché avevo perso quel ricordo, mi accorsi nuovamente dell’esistenza di quella stanza al pianterreno e di colpo mi balenò davanti agli occhi l’immagine spettrale di quell’uomo oramai sepolto da troppo tempo.

Sembrava chiamarmi.

Allora tentai di entrare ma la porta era ben chiusa.

Perché?

Di ciò chiesi subito conto al vecchio e domandai pure di quello strano uomo.

Lui rispose, come sorpreso, che la porta era stata chiusa più di due anni prima; quella stanza era troppo grande, umida, scomoda e assolutamente superflua in quella casa

Silenzio.

E quell’uomo? Insistetti, preso da un’irrazionale interesse.

Quell’uomo? Quale uomo?

Fu l’unica risposta che ottenni.

Una domanda a una domanda; un vicolo cieco.

Un voler tranciare di netto.

Non avrei chiesto altro perché lui non avrebbe parlato.

Lasciai quindi cadere nel vuoto la questione e tacitai la mia curiosità.

Blanda curiosità.

Era solo un uomo, dopotutto, uno strano uomo.

Uno strano uomo

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Un ringraziamento particolare agli amici di Anonima Scrittori

avatar Scritto da: Donatella Franceschi (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Uno strano uomo

  1. avatar
    Fabio Lotti 9 Marzo 2013 at 07:00

    Bello.

    • avatar
      Donatella 12 Settembre 2013 at 16:14

      Grazie per il commento! 🙂

  2. avatar
    Zenone 9 Marzo 2013 at 08:15

    Sì, intrigante. A mio parere un racconto che ha più una struttura poetica che narrativa:

    punteggiatura “artistica” quanto l’autrice scrive:

    “Imprevedibile; lui
    Imperscrutabile; il suo agire.”

    e elenco descrittivo asciutto e ritmato:

    “Mi appiccicava addosso la paura quell’uomo.
    Era bizzarro.
    Spettrale.
    Demoniaco.
    Senza una mano.
    Mi faceva ribrezzo a guardarlo.
    Ma al tempo stesso non potevo staccargli gli occhi di dosso.”

    • avatar
      Donatella 12 Settembre 2013 at 16:18

      Ti ringrazio per il commento… mi fa piacere che il racconto ti abbia intrigato! 😉

  3. avatar
    alfredo 12 Settembre 2013 at 17:26

    letto solo oggi
    complimenti
    l’autrice mostra già una sicura mano e possesso di mezzi espressivi notevoli
    Posso dirti , Donatella , che ti aspetto qui per nuove prove ?
    con molto interesse e curiosità

    • avatar
      Donatella 13 Settembre 2013 at 00:01

      Ti ringrazio veramente tanto per il tuo commento, mi ha fatto veramente molto piacere leggerlo! 🙂
      Comunque sì, ho altri miei racconti sparsi in giro per il web… 😉

  4. avatar
    alfredo 12 Settembre 2013 at 17:29

    comunque ho trovato in rete altri tuoi scritti , a meno che tu non abbia una omonima
    li leggerò 😉

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