La Siciliana tradita

Scritto da:  | 7 Aprile 2010 | 3 Commenti | Categoria: Libri

Il grande commediografo e romanziere francese Georges Courteline si dilettava a raccontare che uno dei dei suoi passatempi preferiti consisteva nell’aggirarsi tra gli scaffali delle librerie e non visto, al presentarsi dell’occasione, nello spostare opportunamente qualche volume da una collocazione ad un’altra. Racconta Courteline che le espressioni degli ignari clienti, al trovarsi tra le mani un libro imprevisto, erano delle più insolite e stupefacenti possibili. V’era chi non s’accorgeva nemmeno dell’errore, chi invece incredulo e stupito pensava ad una trascuratezza del commesso e provvedeva di persona al ripristino corretto del volume nello scaffale di competenza, chi invece s’infastidiva o chi addirittura compiaciuto acquistava il libro tutto felice dell’insperata scoperta. Ecco, in questa sorta di “Candid Camera” ante litteram ci sentiamo di affermare che Courteline probabilmente avrebbe apprezzato, o almeno si sarebbe sentito estremamente incuriosito, nello scrutare l’espressione di un lettore dei giorni nostri nel trovare, per esempio accanto alla pila del libro di Camilleri “La Vucciria”, oppure al saggio di Sciascia su Pirandello e la Sicilia, piuttosto che ad un tomo di novelle di Verga, un libro dal singolare titolo “La Siciliana tradita” e dall’ancor più enigmatico (per i non scacchisti), ancorché altamente evocativo, sottotitolo: “10 esperti sicilianisti voltano le spalle alla loro amata e spiegano come affrontare con il Bianco le loro linee preferite”.

Commenta a tal proposito un altro scrittore, Umberto Eco, nel suo acutissimo saggio “Postille a Il Nome della Rosa”, che “Un titolo deve confondere le idee, non irreggimentarle” e mai nulla può esser affermato con maggior aderenza al vero di questo che costituisce la scelta felicissima di un titolo di successo per un volume di grandissima originalità e freschezza.
Una prima superficiale impressione di un libro come questo potrebbe trarre grandemente in inganno, non si tratta infatti di un semplice “repertorio” di linee con cui fronteggiare la Siciliana, infatti la struttura in cui si articola il libro è sì quella di una serie di capitoli, uno per ciascuna delle “varianti principali” della Siciliana, ove viene esaminato in dettaglio piano, idee tematiche e varianti del relativo impianto, ma già da qui l’approccio si dirama in maniera differente rispetto ad opere simili. La prima grande novità consiste nel fatto che non è un unico autore che sviscera tutti i vari impianti, con evidente possibile inconscia predilezione per l’uno oppure per l’altro. E’ invece un “team” di teorici e giocatori di prim’ordine a dipanare la matassa siciliana (o il labirinto, che dir si voglia, giusto per citare Lev Polugaevskj, uno dei “patriarchi” di questa difesa): il motto è “a ciascuno il suo” detto questa volta per citare non già un sicilianista famoso bensì quel celebre siciliano da qui siam partiti: Leonardo Sciascia.
E così la formula vincente è questa: un Mikhail Golubev “drago” del Dragone ci svela idee, trucchi e segreti dell’impianto siciliano di cui è riconosciuto esperto indiscusso, mentre per esempio un Jacob Aagaard, apprezzato autore di monografie sulla Sveshnikov, ha carta bianca per la sezione relativa a questa variante, così come altri nomi del “calibro” di Wells, Gavrikov o Raetskij sviluppano i capitoli sulle varianti di cui sono diventati paladini col Nero.
Questa è solo una delle chiavi vincenti de “La Siciliana tradita”, approccio d’altronde necessario nel momento in cui condensare in un unico volume tutto lo scibile derivante da una partita così ricca, complessa e sterminata quale la Siciliana risulta impresa pressoché impossibile per un’unica mano.
I lettori più attenti, o forse quelli più scettici, potrebbero eventualmente aver da obiettare qualcosa circa la continuità espositiva in un’opera di questo genere, ma lasciando da parte la considerazione, forse ovvia e banale, che la diversità narrativa è spesso lo stimolo e l’antidoto migliore onde riuscir a leggere per intero un libro di scacchi (alzino la mano coloro i quali non hanno mai mollato lì un libro di scacchi dopo i primi iniziali capitoli), preme invece dire che a tener le fila di tutto sono due “editors” del calibro di Jacob Aagaard e John Shaw che hanno stilato le linee guida e le direttive espositive per ciascuna sezione dell’opera. Quindi nessuna caduta di tono o evidente difformità strutturale a beneficio esclusivo di una poliedricità e flessibilità che può solo stimolare maggiormente la curiosità e l’interesse del lettore per un’opera prettamente di teoria delle aperture quale questa.
Va inoltre sottolineato che, per ciascun impianto siciliano in cui si articola il libro, non vengono riportate linee e varianti sulla guisa del modello “Enciclopedia” bensì le idee ed i concetti si trovano trattati secondo l’esame di partite esemplari (quasi tutte recentissime), spesso giocate dagli stessi autori, ove i principi dell’apertura confluiscono in schemi tipici di mediogioco ed anche di finale, sovente con dovizia di commenti chiarificatori anche ben oltre la fase dell’apertura.
Un altro aspetto non trascurabile del libro è che le linee proposte, generalmente quanto più obiettive possibile nella valutazione finale, sia dal lato del Bianco che del Nero, aspetto questo non così comune e scontato nei trattati di teoria delle aperture, non sono linee linee cosiddette “minori” ma continuazioni attive, solide e frequentemente giocate da GM di prim’ordine nelle più note competizioni internazionali.
E qui si potrebbe aprire una breve “parentesi storica” per citare altri libri simili sulla Siciliana ove questo aspetto non appare affatto evidente. Basti citare tra tutti il “Taming the Sicilian” di Nigel Davies, autore peraltro originalissimo ed obiettivo, che propone praticamente contro tutte le Siciliane un approccio basato esclusivamente sul fianchetto dell’Alfiere Bianco in g3, ovvero un approccio di fatto piuttosto confacente al giocatore con stile posizionale e probabilmente meno adatto allo stile di giocatori più aggressivi e diretti. Ci viene anche in mente il pur ottimo Kaufman che tuttavia prescinde praticamente in toto dalle “problematiche siciliane” proponendo il tratto 3.Ab5+ quale eventuale panacea per il Bianco. Didatticamente più convincente appare invece l’approccio “universale” di John Nunn nel suo “Beating the Sicilian 3” che, seppur probabilmente datato in quanto ad aggiornamenti teorici, ha dalla sua due in indiscutibili pregi: il primo è quello di proporre un approccio quanto più universale possibile al discorso Siciliano (ovvero 3.d4, Siciliana aperta!), il secondo è ovviamente quello della indiscutibile limpidezza espositiva che scaturisce dall’esser figlio di un grande autore quale John Nunn. Le partite che presenta quali esempi pratici delle linee suggerite s’innestano infatti sempre alla perfezione nel flusso logico della sua esposizione. Ultima in ordine cronologico delle monografie dedicate a questa apertura è “Dismantling the Sicilian” del Grande Maestro spagnolo Jesús de la Villa, al quale dedicheremo una recensione in futuro, ma, a cui, detto giusto di passaggio, manca probabilmente quella specializzazione scientifica che troviamo ne “La Siciliana tradita” ed anche il vantaggio, per il giocatore pratico, derivante dall’approccio espositivo del modello dell’analisi di partite complete.
Per tornare al trattato supervisionato da Aagaard e Shaw presentiamo di seguito la suddivisione delle varie sezioni coi rispettivi autori.

  • Capitolo 1 – Thomas Luther – la Najdorf
  • Capitolo 2 – Mikhail Golubev – il Dragone
  • Capitolo 3 – Jacob Aagaard – la Sveshnikov
  • Capitolo 4 – Peter Wells – la Siciliana classica
  • Capitolo 5 – Sune Berg Hansen – la Paulsen e la Tajmanov
  • Capitolo 6 – Peter Heine Nielsen – il Dragone accelerato
  • Capitolo 7 – Viktor Gavrikov – la Scheveningen
  • Capitolo 8 – Jan Pinski – la Kalashnikov
  • Capitolo 9 – Aleksandr Raetskij – la variante dei Quattro cavalli
  • Capitolo 10 – Jacob Aagaard – la variante con 5…Cb4
  • Capitolo 11 – Jacob Aagaard – la variante Nimzowitsch
  • Capitolo 12 – John Shaw – linee minori
  • Capitolo 13 – Jacob Aagaard – alternative alla quinta

E per concludere una menzione indispensabile relativa a quello che personalmente consideriamo un piccolo grande gioiello tra le non poche perle di cui si compone questo libro: ci riferiamo al capitolo sulla Kan (o Paulsen) e sulla Taimanov scritto dal Grande Maestro e pluricampione di Danimarca Sune Berg Hansen. Si tratta semplicemente di un’autentica “chicca” in questo già mirabile volume! Hansen illustra in maniera impeccabile pregi e difetti di questi schemi affini eppure diversi. Partendo da quelle che sono le caratteristiche di questi impianti, ne mostra in maniera esemplare idee e concetti con una prosa cristallina, lineare ed efficace. Il linguaggio di Hansen sembra più quello di un amico che non quello di un distaccato didatta, non lesinando il GM danese di svelare novità teoriche insieme a consigli pratici altamente istruttivi anche per chi non ha mai giocato le linee che propone, ammettendo di volta in volta, con non comune candore i propri errori nella pratica agonistica ed i difetti palesi di certi approcci, sia per il Bianco che per il Nero, verso questo impianto.

il GM danese Sune Berg Hansen, autore della sezione sulla Kan(Paulsen)/Taimanov

A corredo di quanto detto presentiamo una brillante vittoria, ottenuta con la Siciliana Kan, dal GM danese in una recente competizione di prestigio.

Ecco invece la prima partita analizzata da Hansen nella sezione del libro dedicata alla Kan con 5…Dc7 (l’altra sezione in cui si divide il capitolo è dedicata all’esame di 5…b5), al termine della quale candidamente ammette: “A causa di questa partita ho smesso di giocare questa linea col Nero”. Nel libro ovviamente troverete tutta la partita ampiamente analizzata.

Ecco qui un’altra recensione de “La Siciliana tradita”, con un estratto del testo, ed il link per acquistarlo direttamente presso l’Editore Caissa Italia.

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a La Siciliana tradita

  1. avatar
    Mandriano 6 Aprile 2010 at 20:48

    …ti dico la verità…. sentivo la mancanza del grande Martin Eden… Mi va bene anche in questa veste da bibliotecario!! Avanti…

  2. avatar
    e4d6 7 Aprile 2010 at 10:48

    sembra un libro molto interessante!

  3. avatar
    Martin Eden 21 Aprile 2010 at 17:39

    Fresca fresca dal web la notizia del successo del GM Sune Berg Hansen nel: “10th BCC Thailand Open Chess Tournament”

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