Luca gioca da solo

Scritto da:  | 22 Gennaio 2013 | 2 Commenti | Categoria: Racconti

Alfiere in d7. Sì, mi sembra bella, ma dopo? Lui prende di cavallo, io di pedone (scambio di pezzi, il mio è l’alfiere cattivo, mi conviene) ma lui? Perché dovrebbe fare per forza queste mosse? No, c’è qualcosa che mi sfugge. Ho poco tempo (2 minuti e 17 secondi), devo sbrigarmi.

Percepisco il respiro saccente di chi guarda, sopra di me. Corvi! Sanno tutti cosa fare. Vorrei vederli qui, davanti alla scacchiera. Forse donna in b4? No, così non va. E il tempo passa… (Siamo a 2 minuti e 2 secondi).

Il mio avversario mi scruta; vuole mettermi a disagio. Io, invece, non alzo gli occhi dalla scacchiera. Forse ho paura? Non dovevo accettare questa sfida. Maledetto lavoro! Lui osserva nell’attesa che io muova; loro guardano sperando che io sbagli, così potranno dire: “Visto? Meglio la torre in c3, più logica…”. Sanno tutto quello che so anch’io ma loro non giocano, guardano. Io, invece, “devo” giocare. Altro tempo che passa… (Mancano un minuto e 36 secondi).

Perché sono qui? Sembra un tribunale: il mio avversario è il pubblico ministero, chi guarda è la giuria. Condannato o assolto per colpa di 64 caselle bianche e nere. Comunque, dicevo: alfiere in d7, cavallo per alfiere, pedone per cavallo. E lui, dopo? Vola, il tempo (un minuto e 19 secondi).

In dodici anni non l’avevo mai sfidato. Che mi è venuto in mente? Ma è una sfida di lavoro, ormai devo proseguire. Però, ho un pedone in più; se andiamo agli scambi posso farcela. No, non ci credo, inventerà qualcosa. Ho sete. Quasi quasi, mi alzo e vado a bere. Sì; mi farà bene muovermi, apparirei più sicuro e lui potrebbe persino intimorirsi. E se difendessi il re col cavallo, prima di attaccare sull’ala di donna? Sì, potrei. No, meglio di no. Devo muovere, l’orologio non mi dà scampo (50 secondi).

Sto dando l’impressione di non sapere cosa voglio. Proprio la sua accusa di prima, maledizione! Magari crede che io stia congegnando un attacco raffinato. No, non devo illudermi. La realtà è che non so cosa fare. Ma sì, basta, per Dio! Avanti con l’alfiere, sia quel che sia. No, un attimo: non controllerei più la casella d1 e lui allora scenderà con la torre. Un suicidio ’sta mossa, lo dovevo capire prima. Che faccio ora, mi licenzio io o spero che abbandoni lui? Ho 27 secondi, merda!

O me o lui, dunque. Che situazione assurda! E tutto per un maledetto affare di donne. Ah, si accende una sigaretta. Era ora, anch’egli è nervoso, dunque. La mia donna è più bella, ne sono sicuro: quando l’ha toccata, se n’è accorto anche lui di come gli scivolava bene la mano, no? E allora perché il capo è in dubbio, tra la mia e la sua donna? Non ci vedo niente di eccitante, peraltro, nei suoi disegni. Solo 3 secondi. Muovo, sono obbligato.

Alfiere in d7.

***

“Hai perso male, quella mossa era scellerata. Scusa, ma dovrò scegliere i disegni di Michele. A proposito, complimenti, Michele, bella partita. Per la nuova versione della nostra scacchiera useremo i pezzi che hai disegnato tu. Mi era difficile scegliere; più giusto che ve la giocaste in una partita tra… rivali. Luca, mi spiace, sarà per un’altra volta. Ah, Michele, passa all’ufficio contratti, per l’anticipo sul venduto”.

***

L’azienda vendette più di 15.000 scacchiere con i pezzi disegnati da Michele.

Michele, alla fine dell’anno, fu promosso direttore commerciale dell’impresa.

Luca non ha più lavoro. Passa le giornate a leggere manuali scacchistici, per studiare il medio gioco e i finali di partita. Ma non ha più voluto giocare a scacchi con nessuno.

Luca gioca da solo.

Un ringraziamento particolare agli amici di Anonima Scrittori

avatar Scritto da: Snaporaz (Qui gli altri suoi articoli)


2 Commenti a Luca gioca da solo

  1. avatar
    Cavallo Contrario 22 Gennaio 2013 at 21:16

    E’ un bel racconto.. ma che tristezza! Mai scommettere a scacchi, è di una tristezza assoluta, ok al massimo una birra.. e poi.. che mancanza di personalità e fiducia in se stessi, cosa ancor più triste.. c’è da lavorare su quello prima ancora che sui finali!

  2. avatar
    Tamerlano 23 Gennaio 2013 at 20:40

    Tristezza o meno… si, proprio un bel racconto… e poi, oltre allo zeitnot, il finale evidentemente era già perso.

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