Vassily Smyslov, il perfezionista (II)

Scritto da:  | 20 Aprile 2010 | Categoria: Stranieri

L’intenzione era quella di commentare un’altra grande partita di Vassily Smyslov per questa seconda parte del nostro omaggio. Poi, scandagliando nei meandri del mio vecchio pc, ho scovato un vecchio lavoro dedicato al settimo campione del mondo, del quale sono sempre stato ammiratore, in tempi non sospetti: avevo brevemente commentato una ventina di partite e raccolto qualche frase riguardante giudizi espressi da parte di colleghi Grandi Maestri. Da qui l’idea di vestire i panni del cronista ed intervistare campioni del passato e del presente, come si fa in occasione della scomparsa di ogni grande personaggio della nostra storia. A loro la parola, che noi ascoltiamo, giudiziosi, in un silenzio carico di ricordi e di emozione.

“Sia nella vita che negli scacchi, ho sempre ricercato l’armonia ed ora sento di essere arrivato vicino al mio ideale…”

(Vassily Smyslov, dopo il vittorioso match con Zoltan Ribli, 1984)

“Vassily Vasilyevic ha un intuito incredibile, che io definisco ‘manuale’: ossia la sua mano sa in quale casa debba andare quel determinato pezzo, sicché lui non ha nessun bisogno di spremersi le meningi nel calcolo.”

(Boris Spassky, I miei grandi predecessori vol.2)

“Le sue vittorie sembravano scaturire con facilità da un coordinato insieme di mosse quasi ovvie… egli era pronto ad accontentarsi di un piccolo vantaggio che poi sfruttava senza fretta. Durante la sua carriera si mostrò sempre uno specialista di quei sistemi di gioco ‘naturali’, non appariscenti, dove svolgono un ruolo fondamentale il senso della posizione e l’intuito posizionale.”

(Jakov Estrin,  La parola ai campioni del mondo)

“Anche gli altri scacchisti possono fare le stesse mosse di Smyslov, ma con tutto ciò vincerà solo lui, perché ogni sua mossa risulta sempre un po’ più forte di quel che sembra a prima vista… La sua grande forza, in realtà, risiede nella capacità di creare qualcosa dal nulla, manovrare pazientemente per ore, senza rilassarsi un momento; egli dà l’impressione di braccare furtivamente l’avversario… Ad un tratto quando meno te l’aspetti, colpisce. Per di più la sua tecnica del finale è quasi perfetta, e il minimo vantaggio a suo favore lo porta generalmente alla vittoria.”

(Max Euwe)

“Le partite di Smyslov si distinguono sempre per la lucidità e lo stile nitido, e sono impreziosite da una raffinata tecnica dei finali. Molte di esse sono caratterizzate dal motto ‘dalla semplificazione alla vittoria’.”

(Gennady Nesis, Teoria del cambio)

“Smyslov è un individuo tranquillo e riservato, ma con una buona dose di fascino, quando decide di esercitarlo, ed un essenziale senso dell’umorismo.”

(Israel Horowitz, I Campioni del mondo di scacchi)

“Dopo che la partita fu aggiornata, feci notare a Smyslov che speravo che i giocatori avrebbero terminatola partita in una sola seduta, o comunque che, l’indomani, la partita non sarebbe durata a lungo, poiché desideravo andare all’opera. ‘Che opera stanno rappresentando?’- mi chiese. ‘Ruslan e Ludmilla di Glinka’ – risposi. ‘Beh’ – disse – ‘la musica è buona, ma come opera non vale molto. Sai, quando lo zar Nicola I desiderava punire i suoi ufficiali era solito mandarli a vedere Ruslan e Ludmilla. È meglio che tu stia qui ad aspettare che la partita sia terminata’.”

(Harry Golombek, Il campionato del mondo del 1954)

“In fondo all’anima sono persino contento di aver superato Hübner con l’aiuto del sorteggio. Se avessi vinto l’incontro senza sorteggio forse mi sarei adagiato troppo, avrei perso un po’ di grinta. Invece adesso considero questa vittoria avuta dal destino come un incitamento ad andare avanti e sono deciso a farlo con ferma volontà.”

(Vassily Smyslov, dopo la vittoria con Hübner nel 1983)

“… egli semplicemente gioca a scacchi meglio di Ribli. Perciò la sua vittoria, per lo più in un incontro così breve, è del tutto scontata.”

(Mikhail Botvinnik, intervistato da David Zilberstein alla vigila del match con Ribli)

“Alcune volte, ammirando le sue partite, ci si confonde sul dove termina la sua azione strategica ed inizia quella tattica.”

(Svetozar Gligoric, L’Italia Scacchistica 1985)

“Il modo di giocare di Smyslov è, in qualche modo, sgusciante: non attacca immediatamente e frontalmente, non aggredisce in maniera diretta, non minaccia subito lo scacco matto, ma va quatto su sentieri misteriosi, che lui solo conosce. Gli avversari, ignari, non comprendono i suoi pensieri nascosti, e credono che tutto stia andando bene… Ma ecco che si accorgono di aver supposto qualcosa di errato, ma è già troppo tardi…”

(Max Euwe, I miei grandi predecessori vol. 2)

“Benché Smyslov fosse uno dei più grandi scacchisti del suo tempo, forse il migliore di tutti, allorché negli anni Cinquanta toccò l’apice della sua carriera totalizzando un punteggio di 35-34 contro Botvinnik nei loro tre match, sulla scacchiera non usava l’arma della psicologia. Lo avesse fatto, probabilmente sarebbe stato lui e non Botvinnik, a dominare la scena scacchistica per un’intera generazione.”

(Pal Benko, Vincere a scacchi con la psicologia)

“Aveva un talento universale, sapeva giocare con precisione l’apertura, sottrarsi a una difesa passiva, attaccare impetuosamente, o manovrare con freddezza. Del finale poi non è necessario parlare, era il suo elemento naturale, Talvolta prendeva decisioni che stupivano per la loro profondità… La fusione tra una buona capacità di calcolo, l’audacia, l’indipendenza di pensiero e la buona salute lo resero allora praticamente invincibile.”

(Mikhail Botvinnik, I miei grandi predecessori vol. 2)

“Spesso, le ultime fasi di una partita vengono rapidamente archiviate come fossero una sola questione di tecnica, ma la questione non è così chiara e semplice. Mezzo secolo fa, il giocatore più forte sotto questo punti di vista era Capablanca, mentre oggi lo è Smyslov. Analizzando le partite di questi due campioni, ed i finali da loro giocati, sono giunto alla conclusione che il ‘metodo’ di entrambi si basa su un calcolo a lungo raggio, e su uno straordinario e virtuosistico talento.”

(David Bronstein)

“Smyslov è noto per lo stile molto particolare e interessate, e come virtuoso del finale: è un contemporaneo di Capablanca. Tutti abbiamo imparato come si trattano i finali dalla sua superba tecnica.”

(Mikhail Tal, I miei grandi predecessori vol. 2)

“L’arte di penetrare nell’essenza della posizione e di dominare i propri nervi, la salute eccellente e l’amore per gli scacchi fecero di Smyslov un avversario pericolosissimo per gli scacchisti d’alta classe. Nel suo gioco si fondevano meravigliosamente la tendenza alle combinazioni alla Chigorin e Alekhine e la chiarezza e semplicità alla Capablanca.”

(Yuri Averbakh, Lezione di scacchi)

“Conosco il segreto degli straordinari successi di Smyslov. È riuscito a riorganizzarsi in tempo, trovando un armonico  equilibrio tra il gioco basato su ‘considerazioni generali’ e il calcolo concreto. Se proprio non è indispensabile, non si ‘spreca’ in calcoli estenuanti, ma quando la situazione lo richiede, sa calcolare con precisione lunghe varianti. Ho molto in comune con lui…”

(Tigran Petrosian, I miei grandi predecessori vol. 2)

“Il fascino che ho sempre provato per gli scacchi e il loro meraviglioso mondo costellato di idee e di bellezza mi accompagna tuttora. Per me il lato estetico del gioco consiste anzitutto nella correttezza delle idee, nella loro verità rivelata attraverso la chiara logica del pensiero. La bellezza non è soltanto nel gioco combinativo e nei suoi sacrifici spettacolari, ma anche in posizioni apparentemente semplici la cui ricchezza di contenuti può sbocciare da un momento all’altro.”

(Vassily Smyslov, Alla ricerca dell’armonia)

“Smyslov non gioca mai con superficialità. Ha un sottile fiuto posizionale e nelle posizioni inferiori si batte come un leone.”

(Robert James Fischer, I miei grandi predecessori vol. 2)

“Un personaggio interessante, Smyslov. Ha chiesto aiuto ai suoi amici bolscevichi del governo in parecchie occasioni, e sempre con successo. Non si faceva scrupoli ad occupare posti che non gli spettavano ai danni degli altri Grandi Maestri suoi colleghi. […] Doveva certo credere  molto fermamente nei suoi diritti non scritti, nei suoi privilegi, per farsi largo in quel modo a scapito di tutti gli altri. Eppure nel marzo del 1977, quando l’Unione Sovietica mi boicottava completamente, ci incontrammo e mi strinse la mano. Questo mi fece molto piacere, ma non potei evitare di pensare che anche per comportarsi in quel modo era necessaria una grande fiducia nella propria esclusività…”

(Viktor Kortschnoj, Autobiografia in bianco e nero)

“Impeto giovanile e saggezza, esperienza e azzardo convivono armonicamente nell’opera creativa di Smyslov.”

(Anatoly Karpov, I miei grandi predecessori vol. 2)

“Giocatore di grande talento e sensibilità, Smyslov può essere considerato un artista della scacchiera, con uno stile di gioco che richiama non poco Capablanca – stante la sua predilezione per le ‘piccole combinazioni’ legate ai motivi strategici della posizione, nonché la sicura padronanza dei finali – anche se interpretate in modo più incisivo ed agonistico.”

(Alvise Zichichi, Lezioni di scacchi)

“Smyslov mi pare in effetti possedere di Capablanca la straordinaria capacità di sfruttare, nel modo più rapido e brillante, le posizioni di vantaggio, il grande fiuto tattico per le possibilità più recondite che si celano nella posizione, la micidiale pericolosità quando gli è concesso di manovrare con ampia libertà per i suoi pezzi, la preferenza verso le buone mosse piuttosto che verso i sani principi. […] Pur con i dovuti distinguo resi necessari dai quasi trent’anni che separano i culmini delle carriere dei due giocatori, va considerato, ad esempio, sostanzialmente diverso, più moderno, anzi più ‘ipermoderno’ l’approccio che Smyslov ha nei riguardi delle aperture. Là dove il GM cubano prediligeva tutto sommato le varianti che permettevano con il Bianco e contrastavano con il Nero, l’occupazione del centro con i pedoni, Smyslov ha sempre dimostrato una spiccata inclinazione proprio per le aperture che concedono all’avversario l’occupazione del centro in cambio di una grande attività e di un controllo su di esso da parte dei propri pezzi.”

(Luigi Santolini,  Vassily Smyslov da Contromossa dicembre 1982)

“Una volta Bronstein fece patta con Smyslov in dodici mosse. Un funzionario della Federazione Scacchistica Sovietica disse loro infuriato che avrebbero dovuto continuare a giocare perché dopo tutto era la Federazione Sovietica a pagare. ‘Crede veramente’, disse Bronstein, ‘che per soli tre rubli al giorno io mi metta ad attaccare Smyslov?’”

(Mario Leoncini, A ladro! Storie dal mondo degli scacchi)

“Vassily Smyslov è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi: la sua strategia lineare unita a capacità tattiche elevatissime ricorda da vicino il gioco di Capablanca, anche se il suo stile appare più complesso, evidentemente a causa del tipo diverso di gioco attuato dagli avversari moderni. Molte generazioni di giocatori, anche quelli che oggi dominano la scena, hanno dovuto prendere lezioni da lui in tempi neppure così remoti.”

(Pierluigi Beggi, Impariamo a dare matto)

avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


2 Commenti a Vassily Smyslov, il perfezionista (II)

  1. avatar
    Giovanna Adabbo 22 Aprile 2010 at 22:50

    E’ una pagina bellissima! Grazie Claudio per la cultura scacchistica che proponi ed offri su questo sito!

  2. avatar
    cserica 22 Aprile 2010 at 23:23

    beh, qui il merito va esclusivamente all’amico Riccardo

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