Intervista alla WIM Marisa Zuriel

Scritto da:  | 23 Aprile 2010 | 3 Commenti | Categoria: Le Interviste, Scacchi in Rosa

Marisa Zuriel

– Fernando Aramburu: Il tuo nome completo? Data e luogo di nascita?

Marisa: Marisa Zuriel. Sono nata il 19 di Agosto del 1982 a Buenos Aires.

– F.A.: Titolo scacchistico?

Marisa:  WIM

– A parte gli scacchi cosa fai nella vita? Studi? Lavori? Quali sono i tuoi hobbies?

Marisa: Lavoro. Mi piace leggere, ascoltar musica, uscire a passeggio.

– F.A.: A che età hai imparato a muovere i pezzi? Nella tua famiglia c’è qualcun altro che gioca a scacchi?

Marisa: Sì, mio papá giocava a scacchi ed è stato lui ad insegnarmi le regole del gioco.

– F.A.: Hai amici/che d’infanzia che giocano/giocavano a scacchi?

Marisa: No.

– F.A.: Quali son stati i tornei o i matches più importanti a cui hai preso parte?

Marisa: Ho partecipato a quattro Olimpiadi: Istanbul 2000, Bled 2002, Torino 2006 e Dresda 2008. Ho preso parte anche al Campionato Mondiale Femminile Assoluto nella Repubblica di Kabardino-Balkaria (Russia) nel 2008. Ho vinto il Campionato Sudamericano Femminile a San Luis nel 2007 e anche il Torneo Zonale Femninile ad Asunción nel 2009. Ho giocato al Mondiale Under 18 ad Oropesa del Mar (Spagna) nel 2000 ed al Mondiale Under-20 di Atene nel 2001. Mi sono laureata vicecampionessa nel Torneo Zonale Femminile nel 2005 a Santiago del Cile così vicecampionessa Panamericana Under 18 in Brasile. Ho infine vinto il Campionato Argentino Femminile Assoluto nel 2005.

– F.A.: Le tue aperture preferite? E col Nero?

Marisa: Col Bianco apro 1.e4….  Col Nero mi piacciono la Siciliana e l’Est-Indiana.

– F.A.: Hai uno scacchista preferito?

Marisa: Mi piace molto Bobby Fischer.

Marisa sorridente di fronte alla scacchiera

– F.A.: Sei specialista anche nel blitz? Qual è la tua cadenza di gioco preferita?

Marisa: No, non sono una specialista del gioco rapido, anche se mi diverto più sul rapido che sul lento.

– F.A.: Durante le partite riesci a rimanere seduta tutto il tempo oppure ti alzi a fare qualche giretto?

Marisa: Ogni tanto mi alzo, ma con moderazione. Almeno per me è difficile rimanere concentrata e seduta tutta la partita. Alzarmi di tanto in tanto mi aiuta a rilassarmi.

– F.A.: Dedichi molte ore al giorno agli scacchi? Come studi? (sempre che non sia un segreto…;)

Marisa: Dedico dalle due alle tre ore al giorno agli scacchi. Non ho tanto tempo libero in più dato che conduco un lavoro che mi impegna nove ore al giorno.

– F.A.: Ti segue un allenatore? Fai uso del computer per la tua preparazione?

Marisa: No, non ho un allenatore. Per la mia preparazione faccio uso sia del computer che dei libri.

– F.A.: Quando giochi ti capita spesso di trovarti a corto di tempo?

Marisa: A volte.

– F.A.: Quali sono i tuoi obiettivi scacchistici?

Marisa: A dicembre di quest’anno mi aspetta il  Campionato del Mondo Femminile Assoluto in Turchia. Così tutto quello che resta di quest’anno lo lo dedicarò a prepararmi per questa manifestazione.

– F.A.: Ti tieni aggiornata sui risultati delle grandi giocatrici di oggi come Humpy Koneru, Yifan Hou, Alexandra Kosteniuk, Anna Muzychuk, Tatiana Kosintseva o Marie Sebag? Hai giocato contro di loro? Analizzi le loro partite? Sai qualcosa su come si allenano?

Marisa:  Ho giocato contro grandi giocatrici come per esempio la IM Anna Ushenina e la GM Zhao Xue. Quando mi capita di doverle affrontare mi dedico all’analisi delle loro partite. Circa i loro metodi di preparazione non ho invece informazioni precise, ma son sicura che ciascuna di loro abbia almeno un allenatore che la segue personalmente.

Nella squadra Argentina alle Olimpiadi di Dresda del 2008

F.A.: Se diamo un’occhiata alla lista FIDE appare subito evidente che nell’emisfero settentrionale ci troviamo ungheresi, indiane, cinesi, russe, georgiane, bulgare, armene, ucraine, polacche, ceche, diverse francesi (alcune di origine russa), tedesche, etc. Quale sarà secondo te il motivo per cui là “al nord” e in oriente tante giocatrici riescono a superare agevolmente la soglia dei 2400 punti mentre qui “al sud” questo traguardo risulta così duro da raggiungere? Idiosincrasia? Condizioni naturali? Tecniche di allenamento?

Marisa:. Questo veramente avviene tanto in campo femminile quanto in campo maschile. Qui in Argentina troviamo parecchi mambini e bambine di talento, tuttavia man mano che crescono le “differenze” rispetto al livello europeo e asiatico si fanno più rilevanti. Qui credo che si tratti di una questione di preparazione, ma quello che più influisce sul resto è la mancanza di appoggio che hanno gli scacchi. Non ci sono  sponsors, la diffusione è limitata, ed ogni volta si giocan sempre meno tornei e con montepremi via via più esigui. Non sempre poi si ottengono le ammissioni per andar a giocare tornei all’estero, e se ci si riesce questo avviene sempre all’ultimo momento…. E l’effetto di tutto questo è che io come giocatrice abbia tutta una serie di preoccupazioni che hanno ben poco a vedere con gli scacchi…. Di contro negli altri continenti le giocatrici si dedicano esclusivamente alla propria preparazione con gli allenatori che le seguono. Mi pare che le differenzie siano evidenti.

– F.A.: Qual è la tua opinione sull’esperimento Polgar? (cioè dedicare l’intera infanzia agli scacchi, lasciare perfino la scuola per prepararsi meglio in casa e… potrebbe anche andar male… anche se…;)

Marisa: Non mi piace la parola esperimento. Non credo che sian state le uniche ragazze che abbiano seguito un corso di studi a casa propria. Tutte e tre sono molto colte, parlano parecchie lingue, sono estroverse… mentre non si può dir altrettanto di tutti gli scacchisti.  Se poi ci dobbiamo attenere ai risultati agonistici allora “l’esperimento” è riuscito molto bene.

– F.A.: Ti pare invece positivo fare come Judit: gareggiare esclusivamente con gli uomini?

Marisa: Sì.

– F.A.: Allora lo scacchismo femminile non ha più motivo di esistere?

Marisa: Alcuni dicono che si tratta di una discriminazione, altri invece no. A me pare positivo che coesistano sia le competizioni femminili che quelle assolute (cioè miste). Sarà ciascuna giocatrice che deciderà poi liberamente in quale contesto preferisce gareggiare.

– F.A.: Da cosa dipende invece che ci sono più scacchisti uomini che donne?

Marisa: Uh, domanda da un milione di dollari! Credo che fondamentalmente la diferenza dipenda da una questione di educazione: innanzitutto molti genitori ritengono che non sia un gioco da bambine. In secondo luogo il “mondo” degli scacchi è un mondo prettamente maschile, o per meglio dire, non è facile per una donna muoversi in un ambiente frequentato maggiormente da uomini. Inoltre al trascorrere degli anni la maggior parte delle donne tende a dedicarsi alla famiglia e con dei figli non è sempre compatibile riuscire a concepire poi una carriera scacchistica a tempo pieno.

Un capitolo a parte merita infine la differenza di diffusione nei mezzi di informazione. E’ sufficiente infatti citare solo il mio caso personale: ho menzionato prima esclusivamente i successi più importanti nel corso dei miei 18 anni di carriera scacchistica. Ebbene, quante sono le notizie apparse al riguardo quando ho vinto il Torneo Zonale e mi sono qualificata per due volte consecutive al Campionato del Mondo Assoluto Femminile? Nessuna! Al contrario per il rappresentante argentino qualificato al Mondiale Assoluto ci son state interviste sui giornali, servizi sulle riviste, etc…

– F.A.: Quale sarebbe la tua proposta per provare a riequilibrare la differenza?

Marisa: In primo luogo offrire alle bambine le stesse opportunità di miglioramento dei maschi. Quindi occorrerebbe organizzare un numero maggiore di tornei femminili per tutte le categorie ed infine rispolverare i famosi “premi femminili” nei tornei. Molti sostengono que questo non sia positivo, tuttavia io ricordo che quando ho iniziato a giocare il “premio femminile” (qualsiasi esso fosse)  era il mio obiettivo per migliorare.

Marisa concentrata mentre gioca

– C’è anche chi è convinto che a livello magistrale le donne sono competitive nei confronti degli uomini più sul rapido che a cadenza classica. Credi che possa esser la resistenza fisica il fattore che fa la differenza di livello nei risultati tra gli uomini e le donne? Credi che vi possan essere altre cause?

Marisa: No, non credo che la resistenza fisica abbia influenza sulla differenza di livello. Questo ovviamente può esser un fattore soggettivo per ciascun giocatore/giocatrice considerato individualmente a seconda anche dell’attività fisica che compie. Nelle partite rapide conta molto di più la preparazione teorica nelle aperture, il passaggio al  centro di partita e la conoscenza dei finali ….è quanto a dire tutto! Quindi non saprei individuare con esattezza la differenza rispetto alla cadenza classica di gioco.

– F.A.: Cos’è che da principio ti ha attratto maggiormente di questo gioco? Cosa diresti ad una ragazza per stimolarla ad imparare gli scacchi? Molte, anche a livello di genitori, sono convinte che si tratti di un gioco da maschi, oppure che sia un “passatempo da star seduti tanto tempo” anche se può esser giocato mentre si fan quattro chiacchiere, oppure davanti alla televisione a veder una partita di calcio o un film senza accorgersene.

Marisa: All’inizio ciò che mi ha attirato di questo gioco è stato vedere mio papá di fronte alla scacchiera, non ricordo neint’altro di particolare. Oltre all’incentivare una ragazza al gioco in sé credo che sia molto importante la cura che le si rivolge nell’accompagnarla alle gare ed ai tornei. Proprio perché, come ho appena detto prima, è un ambiente generalmente frequentato più dagli uomini …

Nella mia personale esperienza i miei genitori mi hanno sempre accompagnato personalmente ai tornei, mi han dato tutto il loro appoggio e lo fanno anche ora che ho 27 anni. Non sarei la giocatrice che sono oggi se non fosse stato per i miei genitori e desidero ringraziar loro, ed anche i miei fratelli, per tutto questo in modo particolare.

avatar Scritto da: Fernando Aramburu (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a Intervista alla WIM Marisa Zuriel

  1. avatar
    e4d6 23 Aprile 2010 at 21:54

    splendido, grazie Fernando

  2. avatar
    Biker 23 Aprile 2010 at 22:18

    Molto interessanti le considerazioni su “scacchi al maschile” e “al femminile”, un argomento che ha già versato fiumi di parole, ma non ha ancora trovato risposte convincenti.

  3. avatar
    Fernando Aramburu 28 Aprile 2010 at 14:08

    Per me fu un onore intervistare Marisa.
    Le sue risposte mostrano che è una persona chi sa pensare per di più di la scacchiera. Grazie Marisa e buona fortuna!

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