“IL” Grande Maestro

Scritto da:  | 27 Novembre 2009 | Categoria: Italiani, Profili

Sottotitolo: storie, ricordi, frammenti, curiosità e note di colore su giocatori più o meno celebri, del passato e dei giorni nostri….

E’ stato il primo, ed anche l’unico, almeno fino ad allora…. E per molto altro tempo ancora….
“Grande Maestro”…..

Già solo il suono di queste due brevi ma intense parole ne lasciava presagire la magia… il massimo titolo, il traguardo più alto ed ambito a cui qualunque scacchista può mai sognare di giungere…. ed in Italia c’era solo lui: il primo e anche l’unico Grande Maestro.
Era un sabato pomeriggio, in quella che agli inizi degli anni ottanta appariva, a Genova, ancora come una struttura di un certo prestigio: la Fiera del Mare, padiglione del Salone Nautico. Quello stesso Salone Nautico scenario di epici incontri di basket tra la mitica Emerson di Marquinho e Gualco e la meglio pallacanestro italica, quella della Sinudyne Bologna e della Mobilgirgi Varese, dei Bob Morse e dei Chuck Jura……
Terzo piano, funzionava ancora il ristorante…. c’era tantissima gente, chissà come mai ma gli scacchisti prima dell’inizio di un torneo sembrano alacri formichine tutte intente a cercare qualcosa, chi il tavolo delle iscrizioni, chi il tavolino dove ripassare, analizzare e mettere a punto la variante da giocare, chi invece il banchetto dei libri in vendita dove spulciare l’ultimo Informatore e farsi immancabilmente irretire in un incauto acquisto che andrà, dimenticato e intonso, a prender polvere su qualche scaffale in alto nella nostra sacra libreria scacchistica…. Tante alacri formichine tutte prese dalla febbre degli scacchi e affaccendatissime in un dedalo segreto di viuzze intricatissime e invisibili, senza strisce pedonali ma sicuramente lo stesso di colore bianco e nero….
Il Professor Tonna aveva fatto disporre i tavoli con le scacchiere in tre grandi quadrati, somiglianti ai quadrati napoleonici, quadrati di battaglia, con Pedoni e Cavalli proprio a mo’ di Fanteria e Cavalleria…. e mal celato desiderio di tutti era quello di indovinare il quadrato “giusto”, quello ove avrebbe fatto la simultanea Mariotti… il “Grande Maestro”!
Milorad Vujovic e Francisco Trois già per tempo avevano fatto il loro ingresso nei rispettivi quadrati ed i primi Pedoni del Bianco erano già stati lanciati verso il centro della mischia quali audaci incursori pronti allo scontro….. nondimeno il quadrato più grande al centro era ancora vuoto, coloro che erano riusciti a conquistare una scacchiera si guardavano incerti e preoccupati sull’ormai sempre più improbabile arrivo di Mariotti. Approfittando del trambusto ero riuscito a trovare un varco e a farmi largo anch’io verso una scacchiera, proprio di fronte all’entrata. Sapevo chi individuare con lo sguardo, avevo infatti incontrato per la prima volta Mariotti qualche anno addietro, a Milano, all’Hotel Leonardo da Vinci, nell’agosto del 1975 in occasione di quello che fu un evento eccezionale nella storia degli scacchi in Italia, quello che oggi si chiamerebbe un Super Torneo, con tre sovietici tutti e tre Campioni del Mondo: Tal, Petrosian e Karpov!

Mariotti1
La porta a vetri finalmente si aprì e Mariotti fece il suo ingresso, rapidissimo. Una veloce stretta di mano con gli organizzatori e l’avvio verso il primo giro delle scacchiere all’interno del quadrato…. L’incedere era elegante e sicuro, come elegante e inimitabile era il suo stile di gioco e perfino il suo abbigliamento…. pantaloni di lana inglese color grigio chiaro e pullover girocollo tinta panna. Quando arrivò di fronte alla mia scacchiera e mi strinse la mano mi sembrò quasi che mi avesse riconosciuto ma timidamente abbassai lo sguardo verso la scacchiera ove Mariotti rapidamente aveva già avanzato il Pedone di Re…. Aprì con 1.e4 tutte le partite, almeno quelle del mio lato del “quadrato”. Mi avventurai incautamente in una modesta Caro-Kann e dopo appena pochi giri gli tesi onorato il formulario da firmare…… mio padre abbandonò anch’egli pochi “giri” dopo di me mentre mio fratello, non son mai riuscito in seguito a capire bene come, riuscì invece ad approfittare di una svista di Mariotti e a trovarsi con una Torre in cambio di una Cavallo. C’erano ancora parecchi pezzi sulla scacchiera ma al giro successivo, contravvenendo all’etichetta, osò, nell’ingenuità della giovane età, proporgli la patta….. Mariotti sorrise e da gentiluomo par suo replicò cavallerescamente: “No, abbandono…..” Gesto che per noi bambini assunse subito una connotazione pressoché eroica…. Rammento che una delle ultime partite a concludersi fu quella contro il Dottor Buffa o meglio quella contro la sua scacchiera elettronica: un Fidelity Champion che per l’epoca era il “non plus ultra” della tecnologia elettronica ma che oggi farebbe sorridere perfino un poppante…. Altri tempi… Mouse e Internet erano ancora termini sconosciuti….
Mariotti terminò per ultimo, Vujovic aveva finito da un pezzo, forse più avvezzo alle cornici stradaiole delle simultanee di piazza mentre Trois, anch’egli, s’era attardato nei meandri di qualche finale giocato a ritmo più rapido…. Riuscii a stringere ancora la mano a Mariotti quando s’avviava verso il suo taxi e nuovamente fece i complimenti a mio fratello, più piccolo di me, e anche di gran lunga il più giovane partecipante alla manifestazione. Fuori era ormai buio, in quel tardo pomeriggio di fine febbraio, ma l’emozione che quel giorno l’astro dello scacchismo italiano aveva suscitato nell’animo di noi giovani principanti ha un sapore che, a distanza di quasi trent’anni, ancora porto dentro….

Mariotti2

[Le foto sono tratte da “Scacchitalia” 2009 – numero 3]

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


2 Commenti a “IL” Grande Maestro

  1. avatar
    Yossarian 26 Novembre 2009 at 14:55

    solo una piccola osservazione: il torneo di Milano del 1975
    si svlse al grand hotel residence “Leonardo da Vinci” ( e non Michelangelo) a Bruzzano nell’immediato hinterland milanese

  2. avatar
    Martin Eden 26 Novembre 2009 at 16:14

    Rettificato! Lapsus “nautico” 🙂
    Grazie per la segnalazione!

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