Cinquant’anni fa: searching for Bobby Fischer

Scritto da:  | 30 Luglio 2010 | 8 Commenti | Categoria: Partite commentate, Stranieri

Bobby Fischer col suo maestro Jack Collins

Non metto in dubbio che a 17 anni non si sia ancora raggiunta la piena maturità, ma Bobby Fischer nel luglio del 1960, esattamente 50 anni fa, era un giocatore con una sfilza impressionante di buoni risultati:  tre volte campione USA davanti a Reshewsky, 5°-6° all’interzonale di Portorose del 1958,  5°-6° nel torneo dei candidati di Bled del 1959, 3°-4° nel grande torneo di Zurigo del 1959 e primo secondo con Spassky a Mar del Plata nel 1960.

Quando decise di partecipare al torneo di Buenos Aires, nel luglio del 1960.

E qui avvenne il fattaccio, unico nella sua carriera: per trovare il suo nome nella classifica finale bisogna impegnarsi molto, insomma per parafrasare il titolo di un famoso film, “Searching for Bobby Fischer” .
Ecco la fatidica classifica:

Le vittorie di Bobby furono tre, contro Guimard, Rossetto e Wade, le sconfitte ben cinque, e adesso vi presento i momenti salienti di queste cinque partite:

Eliskases – Fischer

Eliskases - Fischer, Buenos Aires 1960, mossa al nero

Bobby giocò 41…Ac5? e finì per perdere alla 59a mossa, come fece invece notare Larry Evans, il pareggio sarebbe stato assicurato da 41… Axa3! 42 Cxb6 Axb2 43 Cxc4 Ac1 44 f5 h5.

Unzicker – Fischer

Unzicker - Fischer, Buenos Aires 1960, mossa al nero

Come ci racconta lo stesso Bobby, Unzicker aveva appena giocato Dg3, e lui prese in mano il pedone h  per giocare  h7-h6 scacciando l’alfiere bianco. Accortosi con orrore che il bianco poteva tranquillamente rispondere con Axh6, l’americano fu molto corretto (non si comportò come GK contro la Judit) e mosse il pedone, naturalmente spingendolo di due, con un esito della partita funesto: 12…h5  13.e5, dxe5  14.fxe5, Cg4  15. Axe7, Dxe7  16.Ce4, Dc7  17.h3, Cxe5  18.Cf6+, Rh8  19.Dg5, Cxd3+  20.Txd3, gxf6  21.Dxh5+, Rg7  22-Dg4+ 1-0.

Fischer – Uhlmann

Fischer - Uhlmann, Buenos Aires 1960, mossa al bianco

Qualsiasi principiante, con il bianco, avrebbe giocato passivamente d’attesa, e prima o poi il nero sarebbe forse riuscito a trovare il modo per sfondare, anche se appare ardua l’impresa. Invece Bobby, desideroso di soffrire poco, ha ben pensato di semplificare il compito del tedesco, facendo l’unica cosa che non andava fatta, togliere il blocco al pedone e del nero: 29. Dc1 ?? (un punto interrogativo perche sblocca il pedone e, uno perche permette l’entrata in ottava) Th1 30. Dxh1 e3+! 31. Rg1 Txh1+ 32. Rxh1 e2 33. Tb5? (ma è possibile che per evitare Ac6 sia obbligatorio dare una qualità così?)  Axb5 34. axb5 Dxb5 35. Te1 a5 36. Txe2 a4 37. Txe6 a3 38. g6 Dd7 39. Te5 b6 40. Ah4 a2 41. Te1 Dg7 42. Ta1 Dxg6 0-1.

Wexler – Fischer

Wexler - Fischer, Buenos Aires 1960, mossa al nero

Contro il maestro internazionale argentino, la posizione di Fischer si è costantemente deteriorata fino a giungere alla situazione del diagramma, nella quale, invece di giocare la passiva 29…Cd8 e tentare di resistere, l’americano tenta un attacco “alla Tal”, che naturalmente ha un esito disastroso: 30…Ad5?  31.e6 Ce5  32.Td6! Axg2  33.Txd3 Axh3 34.Axe5 Dc6 (minacciando il matto) 35.f3 Td8 (altro sacrificio) 36.Txd8 Dxf3 37.Dd2  Axe5 38.Df2 1-0.

Benko – Fischer

Benko - Fischer, Buenos Aires 1960, mossa al nero

il nero giocò 20…Cxc4?, una delle mosse peggiori in questa posizione, era preferibile eliminare il minaccioso cavallo con 20…Axc3, 21.bxc3, Axc4 oppure la ancor più semplice 20…c6 che eguaglia il gioco grazie alla debolezza del pedone c4   21.Cd5! non si lascia scappare l’occasione 21…Df7?! era migliore 21…Tf7 anche a costo di concedere 22.Cf4! 22.Ah6! adesso siamo al dramma, il nero non dispone di mosse per salvarsi 22…c6 23.Axg7, Dxg7 24.Dxg7+, Rxg7 25.Cc7 ed il nero, disgustato, abbandonò dopo un paio di mosse 1-0

avatar Scritto da: cserica (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a Cinquant’anni fa: searching for Bobby Fischer

  1. avatar
    Claudio Evangelisti 30 Luglio 2010 at 11:33

    Si rimane stupiti nel vedere che anche i miti di Caissa compiono certi strafalcioni, in questi esempi neanche giustificati dallo zeitnot. Compiaciuti per il reflusso di umanità dei campioni o delusi dalla loro insospettata vulnerabilità? Certo è che queste perle in negativo sono spesso occultate per mantenere il prestigio dei grandi, bene ha fatto l’autore a riproporle.

    • avatar
      Martin Eden 30 Luglio 2010 at 12:00

      Personalmente ritengo che comunque il genio vada apprezzato per le vette che solo il suo talento riesce a raggiungere, e non per le cadute, spesso senza fondo, in cui può incorrere come essere umano… La storia è ricca di questi esempi: giusto i primi esempi che vengono in mente sono Caravaggio, Oscar Wilde, Pasolini, Maradona…

  2. avatar
    Luca Monti 30 Luglio 2010 at 12:34

    Signor cserica,lei è una inesauribile miniera d’informazioni!
    Ancora complimenti.

    • avatar
      Mandriano 30 Luglio 2010 at 13:45

      …direi una cava d’informazioni… visto l’ubicazione!!!…

  3. avatar
    Mandriano 30 Luglio 2010 at 13:47

    …cserica è il numero uno!!! E per chi non lo sapesse nella foto d’apertura Fischer fa quel sorriso, lui sempre così tenebroso, proprio perchè ha visto e riconosciuto il ns cserica… avanti!!

  4. avatar
    Claudio Evangelisti 30 Luglio 2010 at 17:21

    rispondo a Martin Eden: a mio avviso il genio viene ancor più apprezzato quando ne abbiamo una visione completa, dalle vette alle cadute o….. dalle Alpi alle piramidi…..

  5. avatar
    Zenone 30 Luglio 2010 at 17:48

    Per restare al commento di Evangelisti, che mi trova concorde, perché non ricordare la prima partita del “Match del Secolo” con la mai compresa 29…Axh2??. Nella storia di un campione tante sono le cadute, che lo rendono più vicino a noi, ma ancora maggiori sono le esaltanti vittorie, infatti vinse il campionato del Mondo del 1972 in maniera strepitosa. Ancora una volta bravo cserica.

  6. avatar
    Fernando Aramburu 31 Luglio 2010 at 18:08

    Un giocatore che in suo paese non aveva rivali e raggiunge il campionato del mondo e molto significativo. Ogni campioni del Secolo XX, escludendo Capablanca, ebbero un contesto scacchistico. A 1975 nessuno (ne Botvinnik) credevano in Karpov. Ma, penso io, questo livello non si puó avere eternamente e, possibilmente Fischer (senza giocare da 1972, contro un rivale più giovane e sicuramente molto preparato… e -chi sà- sotto certa paranoia incipiente) ebbe paura.
    Per me, Fischer fu un genio, un Morphy moderno. E come ha detto Kasparov: “…arrivò alla perfezione e poi non aveva altre cose”.

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