The Chess Player

Scritto da:  | 27 Ottobre 2010 | 6 Commenti | Categoria: Curiosità, Scacchi e musica, Zibaldone

Si racconta che il sassofonista tenore Lucky Thompson una volta  abbia esclamato: ” Questo ragazzo può  fare sul serio il compositore.” Il ragazzo in questione è il sassofonista tenore, soprano e compositore Wayne Shorter, nato a Newark il 25 agosto 1933. Dopo aver iniziato giovanissimo nell’orchestra del trombettista Maynard Fergusson, Wayne Shorter viene notato dal virtuoso batterista Art Blakey che lo manda a chiamare per prendere il posto del sassofonista hard-bopper Hank Mobley che a sua volta doveva sostituire nel quintetto di Miles Davis nientepocodimenoche John Coltrane.

Neii Jazz Messengers di Art Blakey, Shorter comincia a fare il suo duro ma formativo apprendistato, con Blakey è in ottime mani perché è un veterano musicista Bebop, che ha suonato con mostri sacri come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Dexter Gordon, e che ha scoperto e lanciato tantissimi musicisti. Ancora una volta il batterista aveva visto giusto perché Shorter assimila le lezioni del maestro e lo fa così in fretta da divenire in breve tempo il direttore musicale del gruppo; non solo, ma Shorter ha la possibilità di ampliare il repertorio della band che era legato sostanzialmente alle vecchie composizioni di Horace Silver e Benny Golson proponendo alcune sue interessanti composizioni. Dal punto di vista musicale il sound di Shorter è sicuramente influenzato dal bebop di Charlie Parker e soprattutto dall’approccio innovativo di John Coltrane al sax tenore. Quest’ultimo apprezza le doti del giovane “allievo” al punto che lo raccomanderà a Miles Davis,

ma per una serie di motivi non ancora  del tutto chiari, Davis non lo ingaggerà subito. Solo nel 1964, quando Shorter, ormai stanco di dover suonare un repertorio standardizzato come quello dei Jazz Messengers , accetterà di far parte del quintetto del sommo trombettista. Sarà la svolta definitiva che lo lancerà nel firmamento musicale; il suo contributo all’interno del gruppo è fondamentale, e lo sarà a tal punto che parteciperà attivamente alle future svolte musicali del geniale trombettista. Mentre militava nel quintetto davisiano,  Shorter avrà modo di mettersi in luce, sia in qualità di leader che di sideman di lusso, registrando alcuni splendidi album nell’etichetta Blue Note.

Alcune splendide copertine della casa discografica Blue Note che vedono Shorter protagonista e sideman.

Come nei Jazz Messengers il ruolo di Shorter all’interno del gruppo di Davis è notevole, alcune sue composizioni pubblicate negli album in studio del trombettista sono diventati dei veri classici; brani come Footprints, Nefertiti, Masqualero, Fall, Pinocchio etc. per non parlare poi della decisiva influenza che ebbe su Miles Davis nella svolta elettrica di In a Silent Way e Bitches Brew (qui Shorter per la prima volta adotta il sax soprano e da allora i suoi assoli con questo strumento hanno fatto scuola). Ma nel 1970, dopo 6 anni di militanza, Shorter, insieme al tastierista di origine austriaca, al contrabbassista di origina ceca Miroslav Votous fonda un gruppo che avrà un successo mondiale negli anni 70: I Weather Report.

Un gruppo che avrà un successo strepitoso, eppure l’apporto di Shorter, soprattutto dopo il 1976, comincia ad essere sempre più marginale all’interno di un gruppo che ha visto tra i tanti componenti la meteora Jaco Pastorious al basso elettrico. All’interno del gruppo prevale sempre più il titanismo del tastierista Joe Zawinul che diventerà nel tempo il leader assoluto. Nel 1986, dopo 16 anni di successi ininterrotti il gruppo si scioglie e Shorter riprende a suonare dopo un periodo di naturale sbandamento;  costruisce un interessante quartetto con giovani musicisti come Brian Blade e Danilo Perez, collabora in duo con l’amico Herbie Hancock pubblicando uno splendido album intitolato 1+1. Nonostante le tragedie personali, quali la drammatica perdita della moglie avvenuta con l’improvvisa caduta dell’aereo TWA avvenuta nel 1997, Shorter continua ad andare avanti, suonando sempre ad altissimo livello e regalando stupende performance.

Qualcuno potrebbe dire che non sto scrivendo una recensione su una fanzine di jazz music ma sto scrivendo sulla rivista Soloscacchi. Giustamente si potrebbe chiedere cosa c’entri Wayne Shorter.  Il motivo è semplice, Shorter, come i grandi jazzisti, è un sincero appassionato del nostro gioco e in gioventù, quando militava nel gruppo dei Jazz Messengers di Art Blakey, scrisse un blues di impostazione hard-bop (con il tipico call and response dei fiati che rappresenterebbero l’apertura mentre l’assolo del sassofonista sarebbe il mediogioco del bran) intitolato The Chess Player dedicandolo a noi che siamo i sinceri appassionati di un gioco bello, affascinante e complesso come quello degli scacchi.

Sotto potete ascoltare il brano e magari potete trovare la giusta ispirazione per vincere una partita o un torneo.

avatar Scritto da: Jazztrain (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a The Chess Player

  1. avatar
    Marramaquìs 27 Ottobre 2010 at 09:57

    Altro che un brano di Wayne Shorter mi ci vuole per vincere una partita. Un torneo poi .. non ne parliamo.
    Però ho scoperto che Shorter piace molto perfino al mio gatto, che s’è avvicinato al PC e ha ascoltato per intero e con interesse il pezzo propostoci da Jazztrain. Benissimo.

    • avatar
      Jazztrain 27 Ottobre 2010 at 13:36

      I jazzisti erano soliti definire Cat un musicista abile e spettacolare. Tra questi il famoso trombettista dell’orchestra di Duke Ellington, Cat Anderson, noto per i sovracuti!
      Evidentemente il tuo gatto è un vero e proprio Cat!

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        Jazztrain 28 Ottobre 2010 at 07:33

        Per vincere il torneo potresti asscoltare i dischi del periodo Blue Note la casa discografica fondata nel 1939 da Alfred Lion e Francis Wolff :mrgreen:

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          Marramaquìs 28 Ottobre 2010 at 08:14

          Cercherò di seguire il tuo consiglio, grazie Jazztrain.
          Il punto è che per vincere il torneo devo prima superare i preliminari di qualificazione al torneo e non ci riesco mai.
          Forse mi conviene cominciare col riascoltare i dischi dello “Zecchino d’Oro” !

  2. avatar
    carla ramos 28 Ottobre 2010 at 13:45

    😛
    bellissimo, ci piace il jazz!

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