Lo swing chiaroscuro di Mal Waldron

Scritto da:  | 2 Gennaio 2011 | 16 Commenti | Categoria: Scacchi e musica

Il fotografo Mirko Boscolo scattò questa fotografia che fu pubblicata presso la rivista Musica Jazz, la mitica rivista fondata nel dopoguerra da Gian Carlo Testoni e Arrigo Polillo, nell’ottobre 1997 e che ritrae il pianista e compositore jazz Mal Waldron (1925-2002) accanto alla sua amata scacchiera. Si racconta che il buon Mal prima di ogni concerto era solito giocare a scacchi e si dice che il suo avversario preferito sia stato il compositore Anthony Braxton, un musicista afroamericano altrettanto appassionato di scacchi come lo erano a suo tempo  Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Herbie Nichols e qualche altro bopper che amava cimentarsi nel nostro nobil giuoco.

La carriera di Mal Waldron è molto interessante: ha iniziato come pianista accompagnatore della mitica Lady Day alias Billie Holiday

per poi concludere con cantanti come Jeanne Lee ed Abbey Lincoln.

Sarebbe riduttivo considerarlo come pianista accompagnatore di cantanti, anzi la sua carriera è assai interessante e spesso il suo nome si trova accanto a giganti quali Charles Mingus (nel famoso album Pithecantropus erectus),

Max Roach (notevole il suo contributo nell’album del sommo batterista It’s time per gruppo jazz e coro),

Eric Dolphy e Booker Little negli album registrati live nel locale d’avanguardia Five Spot,

per non parlare poi delle sue collaborazioni con musicisti europei appartenenti all’avanguardia degli anni 60, nonché per aver tenuto a battesimo nel 1969 la casa discografica ECM fondata dal produttore tedesco Manfred Eicher e che ancora oggi domina sul mercato discografico per la qualità delle sue incisioni  che rendono riconoscibili l’inimitabile stile della casa discografica tedesca.

Il pianismo di Waldron è profondamente influenzato dallo stile di Monk ma, a differenza di quest’ultimo, lo stile waldroniano non sorprende l’ascoltatore e, se si esclude il brano Soul Eyes che è il suo brano più famoso composto ai tempi in cui militava con Coltrane, il suo repertorio è troppo intimista, quasi ossessivo, privo di quella apparente levità della riconoscibilità e della cantabilità dei temi di Monk.

Waldron scava ossessivamente sui riff,  li scarnifica, li riduce all’osso e li esplora proprio come uno scacchista davanti ad una posizione complicata. Il suo pianismo, ricco di chiaroscuri come i tasti bianchi e neri del pianoforte e le caselle della scacchiera, (chissà, forse è questo il motivo del fascino che emana il nobil giuoco nei suoi confronti?) spigoloso sino all’eccesso, lo caratterizza al punto da essere identificato ingiustamente come epigono del Maestro. E se gli scacchi fossero l’altra faccia del Waldron pianista? Questo non lo possiamo dire con certezza, magari quando appariranno le sue partite potremmo capire se il musicista e lo scacchista appartengono o meno allo stesso mondo.

avatar Scritto da: Jazztrain (Qui gli altri suoi articoli)


16 Commenti a Lo swing chiaroscuro di Mal Waldron

  1. avatar
    Antonio Pirro 2 Gennaio 2011 at 09:15

    Non hai mai pensato di dedicarti definitivamente al Jazz e di lasciar in pace gli scacchi?

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    Antonio Pirro 2 Gennaio 2011 at 09:23

    Ecco! mi immagino se non ti piacessero… 😥

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      Jazztrain 2 Gennaio 2011 at 09:26

      Non ti devi avvilire, anzi apprezzo il fatto che tu abbia detto che non ti è piaciuto.

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    Luca Monti 2 Gennaio 2011 at 11:26

    Jazztrain,purtroppo non siamo tutti dei Tajmanov o Smislov o Carlo
    D’Amore,capaci di primeggiare scacchi e musica o canto.Ciò che però
    veramente conta,come credo nel tuo caso,è quello che ti porti dentro,
    le emozioni,le passioni e le gioie (e qualche dolorino!) che scacchi
    e musica ci sanno donare.A me l’articolo è piaciuto.

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      Jazztrain 2 Gennaio 2011 at 11:42

      Grazie Luca per le belle parole, ti ringrazio tantissimo. Approfitto dello spazio per segnalare una cosa che reputo importante e che mi era colpevolmente sfuggita durante la stesura dell’articolo. Un a persona amica mi ha ricordato che una volta Waldron andò in coma causa abuso di stupefacenti, al risveglio la sua mente si era svuotata. Non ricordava più come suonava, doveva ricominciare daccapo. Decise di imparare a giocare a scacchi e a poco a poco, applicandosi nello studio del gioco, Waldron ricominciò a riprender fiducia e possesso delle sue qualità musicali; adottò a tutti gli effetti una scaccoterapia.

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    MaurizioD 2 Gennaio 2011 at 12:56

    Esistono già tanti siti, blog che si curano degli scacchi a livello agonistico, tecnico ecc..,è bello pertanto che soloscacchi affronti il nobil gioco anche trasversalmente. Siamo per caso tutti dei puristi? Le magiche 64 caselle sono un vero e proprio universo, e gli scacchi una metafora della vita umana, almeno è così che la vedo io.
    Per cui grazie Jazztrain.

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    Mongo 2 Gennaio 2011 at 14:46

    Grazie Jazztrain, sto conoscendo e sempre più apprezzando artisti e musica che non conoscevo se non di passaggio.
    Consiglio a tutti, tossici e non, la ‘scaccoterapia’: è una medicina favolosa!!! 😉

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    cserica 2 Gennaio 2011 at 14:56

    dagli articoli di Jazztrain sembrerebbe che molti jazzisti abbiano una passione per gli scacchi….ma anche che molti scacchisti la abbiano per il jazz.

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    Zenone 2 Gennaio 2011 at 14:56

    Sono davvero tanti quelli che amano gli scacchi e la musica (jazz, classica, pop…;). E’ stato sottolineato da più parti – basta fare una ricerca in internet – come queste die “arti” siano collegate a doppio filo pertanto apprezzo sempre gli articoli che collegano queste due passioni, non solo perché amo anche la musica (e conservo diversi numeri di “Musica Jazz” con i “vinile” in allegato) ma perché rappresentano “cultura”. Quella “cultura” non strettamente scacchistica [come sottolineato bene nell’intervento di MaurizioD.] ma ANCHE scacchistica che si respira in questo blog. Qui è come stare in biblioteca: si gurdano le opere sugli scaffali, si leggono titoli e recensioni, ma nessuno, fortunatamente, è obbligato a prendere in prestito alcun libro. Semplicemente è importante sapere che ci sia un luogo come questo.
    Grazie.

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      cserica 2 Gennaio 2011 at 15:06

      hai ragione, è interessante esplorare i collegamenti degli scacchi con altri campi, come avevo fatto con “scacchi ed arte” (Duchamp, Man Ray,…;) ma anche con teatro (Shakespeare) e TV (telefilm Agente Speciale”;), come tu fai con la letteratura e Martin Eden ha fatto con la matematica. In fondo se amiamo gli scacchi, credo che ci faccia molto piacere vederli inseriti nei contesti più vari, e naturalmente la musica, che tutti noi amiamo in un genere o nell’altro, è ai primi posti.

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      Mongo 2 Gennaio 2011 at 15:09

      Bellissima la definizione di Zenone su questo strabiliante sito!!

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    Bilguer74 2 Gennaio 2011 at 16:55

    Gli splendidi racconti di Martin Eden. Le classifiche di vecchi tornei e i personaggi sottratti all’oblio da cserica. Gli squarci musicali di Jazztrain. Le incursioni calcistiche di Mandriano. Quando mi proposero di entrare a far parte della squadra, fu come calcare per la prima volta un campo che io, ragazzino con gli occhiali, cronista di bordo campo, avevo sempre sognato. Come un risveglio di un entusiasmo giovanile, da tempo sopito. Tutto questo un anno fa. Da allora altri compagni si sono aggregati alla squadra. Che forte o debole che sia, pratica un linguaggio diverso da quello che abitualmente si può incontrare in un sito di scacchi. Felici di essere un’alternativa.

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      Luca Monti 2 Gennaio 2011 at 19:28

      Bilguer,certo che di Soloscacchi,questo sito ha solo il nome!
      😛

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        cserica 2 Gennaio 2011 at 19:52

        mea culpa…..quel nome mi piaceva…..ma da subito ho capito che il blog sarebbe stato “non solo scacchi”.
        Limitarsi alle cronache e alle analisi sarebbe inutile, dato che altri blog coprono questi campi ottimamente.

  9. avatar
    Mario 5 Marzo 2012 at 13:29

    Ciao arrivo sul tuo blog seguendo Mal Waldron, uno dei miei pianisti più amati, purtroppo guardo da fuori questo meraviglioso gioco, ma credo che mi comprerò una scacchiera per uso terapeutico.
    Hai qualche consiglio per un principiante assoluto?

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