“Il pedone che riesce a fare Scacco matto??? Sono io. Nella mia vita mi sono sempre sentito un pedone, uno di quelli che ha a disposizione pochissime mosse, e solo ogni tanto può prendersi il gusto di mangiare in diagonale. Ma che qualche volta riesce ad ottenere un grande risultato, inaspettato. È questo il senso della mia canzone: anche un debole può avere il suo momento di gloria”.
Questo è quello che afferma il cantautore Giuseppe Povia durante l’interessantissima intervista per la rivista scacchistica “Torre e Cavallo Scacco”, pubblicata nello scorso numero di Novembre.
Di certo la metafora della vita come una partita a scacchi non è insolita, ma Povia, attraverso la sua nuova canzone intitolata “Scacco matto”, la arricchisce di nuovi significati insoliti.
Il cantautore, infatti, esalta il Pedone, sì, proprio lui, il pezzo più debole, il quale, andando a promozione, può tuttavia trionfare anche sui concorrenti più nobili e temibili.
La biografia di Povia somiglia davvero a quella di un pedone che, debole in avvio di partita, poi diventa il dominatore della scacchiera; egli difatti, ha cercato fin da ragazzo di sfondare nel mondo della musica, ma con poco successo; fino a quando Paolo Bonolis sceglie la sua nota canzone “I bambini fanno ooh” come sigla di un’azione umanitaria. La canzone ottiene un ottimo successo e lancia Povia nel mondo della musica.Adesso, dopo aver composto altre bellissime ma anche molto criticate canzoni, quali “Luca era gay”, “Vorrei avere il becco” e tante altre ancora, è diventato uno dei nuovi volti della musica italiana!!!
Giustamente egli,anche dopo aver riscosso un grande successo si dichiara ancora un pedone.
Personalmente sono d’accordo con lui, secondo me per trascorrere una vita corretta e giusta, rispettando il prossimo ma anche se stesso, bisogna essere umili ma soprattutto avere pazienza e accettare quello che la vita ti offre, ad esempio, ai pedoni è stato concesso di muoversi solo per verticale e mangiare in diagonale, tuttavia essi sprigionano la propria potenza quando raggiungono l’ottava traversa, diventando una figura imponente e spesso decisiva per la sorte del combattimento!!!
Concludendo, secondo me, bisogna sentirsi come dei Pedoni, umili e pazienti, ma anche potenziali Regine. Anch’io sono un pedone, un pezzo modesto e di basso ceto, che comunque sia, sa compiere le mosse giuste!
Benissimo Matteo. Non ascoltando molta musica leggera, non conoscevo il brano di Povia. Farò il tifo per i tuoi umili Pedoni. Lasciami ora pensare che anche il Re, negli scacchi come nella vita, non dovrebbe mai dimenticarsi di essere, in fondo, soltanto una pedina.
Giovane Matteo Brizzi.Ho letto e riletto altri tuoi interventi pubbli
cati in passato e,devo convenire,che ci sai fare.Nel nostro bellissi
mo gioco,i Cavalli,gli Alfieri,le Torri,la Regina ed il suo consorte,
sono eguali in una peculiare caratteristica:la loro finitudine.L’Al
fiere che gioca sulle case scure,buono o cattivo che sia,non otterrà
mai di giocare sulle case bianche e allora conoscerà sempre solo metà
della scacchiera.Anche la regale Regina,il galoppante Cavallo,la pe
sante Torre e sua Maestà compresa,non possono barattare,modificare la
loro natura,perchè sono finiti.L’immagine sovrapposta alla tua,quella
del Pedone che proietta una ombra tratteggiante una Regina,ci racconta invece di una felice metafora che Povia e tu Matteo avete
ben colto.Bravi(o)!
Grazie Luca… Comunque il merito è del grande Povia non mio!!!! 🙂
Paesino di campagna della piana lucchese. Un bar con avventori rumorosi ed alticci. Entra un gruppo di scacchisti in cerca di un caffè. Un ubriaco subito li interroga:
“Siete fascisti o comunisti?”
Il più anziano del gruppo risponde: “Siamo scacchisti.”
E l’ubriaco, dopo aver lanciato uno sguardo obliquo, a soppesare la risposta, sentenzia: “Scacchisti… Già, in fondo in fondo siamo tutti delle pedine…”
Passati o arretrati, sostenuti o isolati, sospesi o doppiati, l’ubriaco, quasi fosse Borges, ha ragione: siamo tutti delle pedine.
Ciao Matteo!
Grande Ricca 😀
Forse dirò una banalità dopo i commenti di Studiosi e Maestri, ma il pedone non è il simbolo stesso degli scacchi? Se potesse tornare indietro, se mangiasse in avanti e non in diagonale e se non potesse promuovere arrivato all’ottava il Nostro Gioco degli Scacchi non avrebbe alcun senso. Se la nostra vita fosse già scritta e non potessimo modificarla con i nostri comportamenti, se non avessimo la speranza di miglirorarci grazie al nostro lavoro, se non ci fosse la possibilità del riscatto personale il Nostro Gioco della Vita non avrebbe alcun senso.
Grazie.
Il pedone che dà matto? Guardate la Kosolapov-Nezhmetdinov.
http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1102130