Jazztrain conquista il tricolore!

Scritto da:  | 1 Aprile 2011 | 17 Commenti | Categoria: Zibaldone

Finalmente! E’ ufficiale!! Soloscacchi è lieta di annunciare che il nostro stimato collega e redattore Jazztrain conquista il suo primo titolo italiano di scacchi-biglie. Si tratta di un titolo particolarmente ambìto, soprattutto per Jazz, da anni in lizza per conquistare il prestigioso trofeo contro un agguerrito lotto di partecipanti provenienti da tutte le spiagge d’Europa. Per quei pochi che infatti ancora non lo sanno gli scacchi-biglia nascono storicamente sulla rena e Jazz in quanto ad arena è un vero toro da combattimento. Il nickname con il quale è infatti conosciuto da tempo immemore nell’ambiente internazionale degli scacchi-biglie è Miura ma per l’occasione ha modificato il suo nick ne “il Marano di Komódo”, ed effettivamente tale scelta ha disorientato gli agguerriti avversari costringendoli a disastrose parabole nel lancio della biglia. Anzi, in linguaggio tecnico, più che lancio si parla di “schizzo”: le regole sono le stesse degli scacchi tradizionali ma la scacchiera è forgiata sul bagnasciuga ed i pezzi non vengono mossi da una casella all’altra ma appunto “schizzati” a colpi di portentose bicellate. Fase cruciale della partita è soprattutto quella iniziale in cui con apposite formine colorate i pezzi vengono sagomati nella sabbia umida al grado giusto. Jazz è un autentico drago, oooops, un varano… oooops un marano anche in questa specialità. Una giuria artistica (quest’anno eccezionalmente presieduta da Guillermo Mariotto) esprime un voto di qualità in merito all’estetica delle formine ed il pagellino di Jazz ha registrato una serie interminabile di dieci: dieci per la coreografia delle biglie, dieci per l’effetto cromatico dei riflessi del sole al tramonto sulla sabbia, dieci per la resistenza alle maree, dieci per l’antiriflesso e l’anticalcare, dieci per l’anti-intaccamento da salsedine, insomma neppure Nadia Comaneci avrebbe potuto arrivare a tanto…


Dopo la sagomatura delle biglie ha tradizionalmente luogo la tracciatura della scacchiera ed anche in questa fase del gioco Jazz è artista sopraffino: avvalendosi del bambino più obeso della costa è maestro nel tracciare rettilinei e paraboliche di incomparabile effetto. Ultima fase del pre-gara è la sciolinatura delle biglie per la quale il nostro Jazz si è avvalso dell’attenta consulenza di Paletta, gentilmente concesso per l’occasione da Alberto Tomba, unico artigiano capace di non far fondere la sciolina sulle biglie alle temperature tropicali in cui solitamente hanno luogo le gare di scacchi-biglie…

Jazztrain durante la tracciatura aiutato, anzi sorretto dal coach…

“Coach e trainer” di Jazz nella fase finale della manifestazione è stato nientedimenoche il pluridecorato campione britannico di dama sudamericana Michael Smallvillages, celebre nell’agone internazionale per essere stato l’ultimo discendente in linea diretta del portinaio di casa Nežmetdinov e depositario dell’eredità spirituale del grande tataro. Ed appunto “la tartina volante” è un altro dei soprannomi di combattimento con cui il nostro Jazz è affettuosamente conosciuto lungo tutti i meglio arenili del circuito internazionale degli scacchi-biglie.

Il kit da gara di Jazz…

Il cammino verso la finalissima è stato quest’anno particolarmente arduo e irto di difficoltà per il nostro Jazz. Per sbarazzarsi dei temibili biglisti incontrati nelle fasi eliminatorie Jazztrain ha dovuto sfoderare i colpi migliori del suo repertorio estivo: dalla “spiaggiata con rinculo” per eliminare il pericoloso Levaronin da Saronin, anche detto L’originale, alla “parabola digitale terrestre”, colpo di cui è acclamato e inimitabile maestro, con cui è riuscito eliminare ai tiebreaks il temuto Platone in un memorabile incontro tutto in punta di fioretto e sofismi.


Alla vigilia della finalissima Jazz appariva tuttavia alquanto teso e nervoso: contro Sillymouse non aveva mai vinto prima. Si tratta di un avversario per lui particolarmente ostico e acido, il suo gioco di sponda, forgiato all’accademia del celebre fantino Aceto Ponti, tende infatti a confondere le traiettorie cristalline e nitide del nostro varano… ma ecco il colpo di scena: Jazz la sera della vigilia, anziché immergersi come d’abitudine nei suoi profondi studi di “geometria del biliardo, dello yoga e giochi affini”, volume in verità da lui stesso scritto, decide di giocarsi il fattore sorpresa e dallo yoga passa alla yocca, il formaggio fresco del quale è universalmente riconosciuto intenditore, anche se, detto per inciso e col più candido degli intenti, in cuor suo più che per la jocca il suo animo palpita per la gn…. Così allora dalla finestra dei vicini incuriositi testimoni lo vedono spalmare fino alle prime luci dell’alba baguette e altre pagnotte della squisita prelibata crema per rifocillarsi, come si conviene a cotanto gladiatore, prima della discesa nell’agone per il decisivo scontro con l’odiato rivale.

La preparazione dell’area di gara a cura di una studiosa specializzata…

“Hispanico! Hispanico! gridava ritmicamente il pubblico muovendosi a mo’ di ola e lui -che di iberico può vantare solo una settimana di camping in Costa Brava- a rispondere frenetico in un ammiccante ancheggiare di glutei, novello “Jazz the Pelvis”, con la sua arma preferita: la mossa del coccige e della macarena. Ovvio che Sillymouse accusa il colpo, inizia a tremare, suda freddo, gli si impasta la lingua, i suoi colpi sulla biglia soffrono di un’improvvisa stitichezza e la gittata si fa ridotta. Jazz ne approfitta: arrocca largo, incrocia la forchetta e spinge la biglia in corridoio, oltre l’onda invernale, laddove solo i trichechi più impavidi riescono a osare. La risacca dello zeitnot sembra tuttavia incombere minacciosa quand’ecco che Jazz sfodera la risorsa per cui è celebre nei peggiori bar di Caracas: l’unghiata d’effetto con doppio spin in salamoia il cui effetto tramortisce irrimediabilmente il pur astuto e malfidato oppositore. La lotta sembra ormai segnata, i due concorrenti si muovono ormai pesanti e affaticati tra quei granelli che paiono già più pesanti e insormontabili di macigni. Al loro confronto due lottatori di sumo appaiono agili gazzelle ma Jazz ha un’arma in più: la peperonata coi Culurginis d’Ogliastra con cui ha sagacemente riempito la sua borraccia segreta. I tre secondi di Sillymouse (Feller, Hauchard e Marzol) invano si sbracciano sbraitando all’indirizzo dell’arbitro in evidente segno di protesta. Ma Byron Moreno è irremovibile: a scacchi-biglie il doping gastronomico è lecito: chi più ne ha più si ingozzi! Livido in volto allora il nostro Gladiatore di Marrubiu si fa per avanti per l’ultima volta contro l’atterrito Francesco Ferrucci della Versiglia per sferrargli il colpo del cappaó, sul volto un ghigno spacchiuso, tutta la jocca ingollata nella notte insonne e l’arte dello Zen di di Palermo sono lì a fargli vibrare la giugulare come il filobus sulla tangenziale, e ….zaaaaachete! il machete del macho di Trinacria affonda come una ghigliottina nella margarina nell’avvallamento sabbioso dell’ultima biglia di Sillmouse. “Dio non gioca a dadi, piuttosto a biglia-scacchi” come recita il titolo di un celebre film di Tinto Jass, il trofeo è definitamente in saccoccia!!!

Le biglie usate da Jazztrain nella finalissima…


Coscritto: già, il trofeo… “ma di che trofeo esattamente si tratta?!?” domanda forse l’ignaro lettore.
Prego rivolgersi in zona Langhirano, obviously! 😉

Jazztrain è figlio d’arte, discende infatti da un’antica famiglia ci(ster)cense… ecco infatti una testimonianza fotografica di una delle prime esibizioni puibbliche della stirpe dei Jazztrains…


avatar Scritto da: La Redazione di SoloScacchi (Qui gli altri suoi articoli)


17 Commenti a Jazztrain conquista il tricolore!

  1. avatar
    Martin Eden 1 Aprile 2011 at 06:46

    Immenso Jazz! Complimentissimi!! 😉

    • avatar
      jazztrain 1 Aprile 2011 at 07:01

      Ottimo articolo Martin, ma non avete parlato del colpo tattico che caratterizza l’inimitabile stile del marano di Komodo: mi riferisco al tiro Bebop; una formidabile arma tattica che mi ha dato tanti successi, in particolare nel torneo sei gradi 2010-2011!
      😉

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    fritzcarraldo 1 Aprile 2011 at 08:25

    non c’è che dire, i redattori di Soloscacchi non finiscono mai di stupire 😀
    complimenti Jazz

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    Luca Monti 1 Aprile 2011 at 09:08

    Ohhh,ma che bello questo pezzo ❗ ❗

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    Fabio Lotti 1 Aprile 2011 at 09:23

    Incredibile! (in tutti i sensi)…:)

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    cserica 1 Aprile 2011 at 11:08

    e bravo JT, appena il blog diventa internazionale (l’articolo di ieri pubblicato anche dalla Polgar)lui ne approfitta subito per farsi pubblicità….

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      Mandriano 1 Aprile 2011 at 14:45

      …ho appena letto anche di una gare di ammazza-zanzare a Crema, quest’estate. Forse vale anche quella per il titolo italiano!!!

      Che si fa??

      Oppure c’è l’ormai classica corsa di lumache a Mantova… quella però senza titol in palio!! 😀

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        Marramaquìs 1 Aprile 2011 at 17:46

        Oltre alle gare da te citate esiste anche la corsa dei “pesci d’aprile”, mi sa che abbiamo titoli e mezzi per partecipare e per vincere.

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    jazztrain 1 Aprile 2011 at 12:39

    E per far pubblicità a Soloscacchi! 🙂

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    Rasko 1 Aprile 2011 at 14:52

    E già, proprio bello questo articolo. A proposito, un anno fa si parlava della sfida fra Ivanchuk e Sjbrand, il campione di dama, com’è finita?! 😈

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      jazztrain 1 Aprile 2011 at 15:19

      Non era l’olandese Sijbrands, campione del mondo 1972-73. Era il russo Alexander Schwartzmann attuale campione del mondo di dama internazionale.
      http://soloscacchi.altervista.org/?p=7507

      La sfida? Ahimé, in alto mare 😉

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    alfredo 1 Aprile 2011 at 19:45

    con tutto il rispetto a livello di difficoltà profondità logica psicologia non c’è paragone tra scacchi e dama . Chi sia il campione del mondo di dama non lo sa nessuno . I nomi di Fischer Spassky Kasparov Karpov e amche Anand sono oramai conosciuti da moltissimi . Ci sono stati giocatori forti sia a scacchi che a dama ( ad es Nehzemidinov o come cavolo si scrive) ma credo che per una mente comequella di Chucky la dama sia un gioco fi troppo semplice . Quanti libri o film parlano di scacchi , o hanno scene di scacchi e quanti di dama ? qualche mese fa sono entrato in un bel bar sede di un circolo di dama dove c’erano dei giocatori … nessuna emozione.Qualche giorno dopo nella stessa città ci fu la simultanea di Boris Spassky , forse la sua ultima apparizione pubblica prima dell’ictus. Beh , saro’ di parte , ma anche chi non sapeva come muovere un pezzo era li’ per vedere , 40 anni dpo, questo gigante del nostro gioco . Ci fosse stata una simultanea di Sibrandts … penso non ci sarebbe stato nessuno .

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      fritzcarraldo 1 Aprile 2011 at 20:04

      avrai anche ragione, Alfredo, ma non ti invidio…… 😯

      adesso ti becchi le ire di Jazztrain! 😈

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        jazztrain 1 Aprile 2011 at 21:08

        @Alfredo: a differenza degli scacchi, il gioco della dama ha tante varianti: la nostra dama si gioca nel nostro paese o al massimo nel sud della Francia o in Corsica. Nei paesi anglosassoni si gioca la variante inglese che è simile a quella nostra ma che ha regole diverse (muove il Nero per primo e la pedina mangia la dama, per non parlare poi delle regole di presa). Ivanchuk gioca la versione della dama a 100 caselle, chiamata anche dama internazionale, le cui regole sono totalmente diverse: la pedina cattura sia avanti che indietro, può fare prese multiple e può prendere la dama. La dama si muove come l’Alfiere e anche lei può fare le prese multiple. Hai fatto bene a citare Nezhmetdinov perché aveva il titolo di Maestro di dama russa le cui regole sono simili ma non identiche a quella della dama internazionale solo che si gioca su una damiera 8×8 e non 10×10!
        Per quanto riguarda il campionato del mondo il nostro Michele Borghetti che è anche un lettore affezionato di Soloscacchi sfidera per il titolo mondiale di dama inglese l’americano Alex Moiseyev. Non era mai accaduto che un italiano arrivasse a sfidare il giocatore più forte del mondo di dama inglese. Ad agosto inizierà il match.

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    alfredo 2 Aprile 2011 at 09:36

    Grazie per le precisazioni.
    Anni fa ho preso dei libri della Mursia per capirci un po’ ma me ne sono allontanato subito. Al di là delle varianti (beh anche gli scacchi volendo ha tante varianti, a partire dal Fischerandom) lo scarso appeal della dama risulta a mio parere dal fatto dal fatto che i pezzi siano tutti uguali e che anche nella versione internazionale le case che si posssono occupare sono 50, sempre meno di quelle degli scacchi. La scacchiera e le figure degli scacchi equivalgono da un punto di vista psicologico ad un contesto famigliare …da qui il fascino immenso che sprigiona il nostro gioco. How life imitates chess ha scritto Garry. Dubito si possa scrivere come la vita imita il gioco della dama… 🙂

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      jazztrain 3 Aprile 2011 at 07:41

      Il mio amico 8 sostiene più o meno la tua tesi: la dama non lo appassiona perchè i pezzi sono tutti uguali. Tempo fa, mi fecero leggere un passo di un libro nel quale Krogius, famoso allenatore sovietico, consigliava come metodo di allenamento, dopo un duro training, di giocare a dama. Lo scopo sarebbe stato quello di rilassare i giocatori dopo una dura sessione di allenamento e nello stesso tempo di allenare la mente divertendosi. Un’ultima cosa sulla dama internazionale; è vero che le pedine occupano solo 50 caselle, però la dimensione della damiera 10×10 nonché le particolari regole di questo gioco che lo differenziano dal nostro, fanno si che la dama internazionale tra tutte le dame sia l’unica che non ha bisogno della restrizione delle tre mosse in apertura. Non solo, esiste il mediogioco, il prefinale e il finale e spesso ci sono risorse tattiche veramente spettacolari. Non a caso tra tutti i giochi di dama è quello più diffuso nel mondo ed è in continua crescita.

  10. avatar
    alfredo 4 Aprile 2011 at 08:09

    ecco la dama puo’ essere un passatempo , un modo di rilassarsi . gli scacchi sono sport , arte , scienza .
    ….

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