Da sabato scorso Mario Grassi non è più tra noi. Agli scacchisti più giovani probabilmente suona solo come un nome come tanti eppure è stata una figura di importante rilievo nella storia degli scacchi italiani dalla fine degli anni ’50 fino all’inizio degli anni ’90.
Mi rimetto ad esperti di storia degli scacchi più qualificati del sottoscritto per tratteggiare con precisione la biografia scacchistica di questo Maestro che per lunghi decenni è stato figura di riferimento nel panorama scacchistico genovese, oltre che scacchista di primo piano a livello nazionale. Eppure Grassi, classe 1926, ingegnere di professione, non è mai stato un giocatore a tutto campo, un professionista del gioco come si direbbe in tempi più moderni. Relativamente sporadiche sono infatti le sue apparizioni nei tornei magistrali durante i quasi cinquant’anni di attività scacchistica tuttavia, di soddisfazioni, Grassi se ne è tolte non poche, prime tra tutte la vittoria ex-aequo con Enrico Paoli, nel celebre Campionato Italiano disputato a Milano nel 1968 al Castello Sforzesco tra i cui spettatori si rammenta un attento e interessatissimo Marcel Duchamp.
Purtroppo non ho avuto occasione di incontrare Grassi che tre volte, mai direttamente sulla scacchiera ovviamente, e non già per la sua sparuta attività agonistica, quanto piuttosto per l’evidente disparità di forze e di titoli… Di quel già attempato personaggio mi colpirono, la prima volta che ebbi modo di intrettenermi brevemente con lui, circa una ventina di anni fa in occasione di una gara del Campionato a Squadre a cui era venuto ad accompagnare il suo amato Centurini a Pegli, i modi distinti e cortesi, distaccati, da gentiluomo dei tempi andati nonché, chissà perché, il timbro della voce, profonda e baritonale…
L’incontro successivo è posteriore di circa un decennio, una serata trascorsa a casa di un comune amico, ovviamente davanti alla scacchiera. Quelle serate che iniziano subito dopo cena, atavola ancora apparecchiata, e che non vogliono mai terminare, neppure a notte fonda, tra un digestivo e una battuta… tra le sue frasi che maggiormente mi colpirono, oltre ovviamente ai tanti ricordi dell’ambiente con cui impreziosì la serata, vi furono due affermazioni apparentemente contraddittorie: durante le varie analisi, tutte condotte con maestria indisputata, ebbe più volte a ripetere che “non aveva mai avuto una conoscenza teorica, soprattutto in fatto di aperture, adeguata e sufficiente…” quando successivamente si trovò invece a lamentarsi per “aver dedicato troppo tempo della sua vita agli scacchi”.
Avendo evidentemente giocato in carriera non tantissimo conclusi in animo mio che doveva aver studiato altri aspetti del gioco, non trascurandone sicuramente il lato estetico…
E conferma del fatto ne avemmo tutti quando gli si illuminarono gli occhi per l’emozione alla richiesta di uno dei presenti di illustrarci brevemente quella che considerava la sua “Monna Lisa”: la brillante vittoria contro Wagman a Omegna nel 1979, partita che meritatamente fu insignita del “premio di bellezza”. Rammento che Grassi, forse ancor più della partita in sè, manifestò evidente soddisfazione e orgoglio nel citare che questa fosse stata riportata nella prima edizione dell’enciclopedia yugoslava delle combinazioni…
Ironia della sorte, testimone del nostro terzo ed ultimo incontro, fu proprio Stuart Wagman quando qualche anno appresso mi venne a trovare a Genova con la moglie Sylvia, amica di famiglia di lunga data… Andammo tutti e quattro a cena fuori in una serata che ricordo come fosse avvenuta ieri sera… La cosa che più mi fece sorridere fu quando Stuart snocciolò l’elenco dei Grandi Maestri che aveva sconfitto in partite ufficiali di tornei, tra essi nomi di prestigio come Eugenio Torre, candidato negli anni ’70 al titolo mondiale… Grassi tacque, sornione, in un sospettoso silenzio quasi ad omaggio del più illustre palmares di Stuart… dopo qualche istante che sembrava sconfinare nell’imbarazzo, sorridendo mormorò: “Però a Omegna…”
Sono ateo convinto, non credo nell’aldilà ma se questo ipoteticamente esistesse, mi illudo di immaginare che da sabato Stuart e Mario sian già lì a sfidarsi nella rivincita di Omegna…
Stuart Wagman vs. Mario Grassi 0-1
Omegna, 1979
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cc3 Ab4 4.e5 Ce7 5.a3 Axc3+ 6.bxc3 c5 7.a4 Cbc6 8.Cf3 Da5 9.Ad2 Ad7 10.Ae2 f6!?
Mossa giocata per la prima volta da Kortschnoi, nel 1976, contro Timman. Il N. apre il gioco malgrado la coppia degli Alfieri in mano all’avversario.
11.c4 Dc7 12.exf6 gxf6 13.cxd5 Cxd5 14.c4
[Invece di 14.c4 è stata tentata successivamente 14.c3 , ma dopo 14…O-O-O 15.O-O Thg8 16.Te1 e5 17.c4 Ah3 18.Af1 Cb6 19.d5 Cxc4! il B. non riuscì ad ottenere più della parità (Spasskji – Kortschnoi, 4ª del match Belgrado 1977/ 78).]
14…Cde7 15.Ac3?! O-O-O 16.d5?!
Il B. prosegue imperterrito nel suo piano di aprire linee per gli Alfieri, ma purtroppo l’unico suo pezzo che occuperà in maniera decisiva una linea aperta sarà il Re!
16…exd5 17.cxd5 Ag4!
Molto migliore di 17…Ae6?!, giocata qualche tempo prima di questa partita nel campionato giovanile dell’URSS (Kanzler-Fedorjuk, 1979).
18.Axf6 Txd5! 19.Dc2
[Insufficiente sarebbe 19.Axh8 a causa del seguito 19…Txd1+ 20.Txd1 Da5+ 21.Td2 Cg6 22.Ab2 Cf4 ed il B. si trova alle prese con grossissimi problemi di sviluppo.]
19…Tf8 20.Ah4?!
Una mossa perdente, ma ormai il N. è evidentemente in vantaggio ed anche altri tentativi sembrano vani. Ad esempio: [20.Ac3 Cg6 21.O-O Axf3 22.Axf3 Txf3 23.gxf3 Th5 24.f4 Dxf4 25.f3 Ch4 con attacco fortissimo.] [Oppure 20.Dxh7 Af5! 21.Dg7 Tg8 22.Df7 Txg2 sempre con grande vantaggio del N.]
20…Txf3!! 21.gxf3
Naturalmente, se 21.Axf3 De5+ e vince
21…Da5+! 22.Rf1 Ah3+ 23.Rg1 Td2 24.De4 Txe2!
Il N. insiste con i sacrifici di qualità
25.Dxe2 Cd4 26.De3 Dc3!
E adesso?
27.Td1 Cxf3+ 0-1
Annotazioni del Mº Mario Grassi
Scarica qui la partita in formato pgn
Una qualità di Martin Eden è quella di tratteggiare in poche righe la personalità di uno scacchista sconosciuto alla maggior parte dei lettori italiani e di renderlo vivo e familiare come se fosse un nostro caro amico. Inutile dire che questo articolo è semplicemente splendido!
Sì, questi affreschi sono ineguagliabili.
Un ringraziamento a Martin Eden per aver ricordato uno scacchista”dilettante”, ma di primo piano come il maestro genovese Mario Grassi.
Io l’ho conosciuto in occasione di un campionato italiano lampo, a Genova , nel 1975, al quale partecipava anche Diliberto.
Anch’io, come te Martin Eden- sono ateo per convinzione assoluta – purtroppo!?-, ma chissà davvero se sulle nuvolette, Grassi, Stuart-mio compagno di squadra con Livorno scacchi -, Pierluigi Beggi, e anche il compianto avvocato fiorentino Eliano Cecconi- ci guardano, sorridendo con indulgenza dei nostri “errori “…
Complimenti Martin per il vibrante ricordo. Ed un ringraziamento anche a Giancarlo per aver ricordato queste altre tre importantissime figure dello sccachismo italiano, punto di riferimento assoluto per le generazioni successive. Oggi inevitabilmente più sole.
Mi sia permesso questo excursus scacchistico – etiamsi lepidus.Al camp. lampo di Genova partecipò anche un mio concittadino, anche lui ” dilettante “, che si era già distinto vincendo la finale B a Picinisco l’anno prima, e Mario Grassi disse, come del resto mi aveva detto l’anno prima Sergio Mariotti a Follonica, che non aveva mai visto un talento scacchistico simile….
Dopo tutti questi giorni, per favore, non ci fare stare ancora sulle spine… non vogliamo che tu ci dica esplicitamente il nome, ma almeno il cognome sì 🙂
e chi era , quaeso , il talento scacchistico in questione?
ricordo di aver visto questa partita nella rubrica domenicale che Capece teneva per Il Giornale di Montanelli .
Il tema ( matto con cavallo e alfiere con deviazione della Donna) ricorda quello della celeberrima partita Vaganian Planinc hastings 1973 , quella della famosa Ca1 !
io lo ricordo invece a Milano 75 , parlai un po’ con lui analizzando una partita che aveva perso contro un altro grande compianto e rimpianto, Guido Cappello
Chapeau Martin Eden per questo bel pezzo,scritto con il cuore.
Mi associo ai complimenti!!!
Un necrologio pieno di vita! Bellissimo omaggio ad uno scacchista come quelli di una volta, quando Elo,motori,database,informatori aspettavano ancora l’epoca avvenire. La contesa Wagman-Grassi, giustamente premiata e ripropostaci dall’autore mostra che non c’è miglior lifting di un vecchio verbale di partita per dimenticare più di 30 anni in un sol colpo; anche questo è il bello degli scacchi.
Complimenti Martin Eden, un ottimo pezzo, come sempre.
“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico:io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole” (L’Aquilone – G. Pascoli). Io non sono ateo e SONO SICURO che siano tutti lassù intorno alla scacchiera. Credo che questo pezzo sia notevole perchè dimostra come i ricordi facciano parte del passato fino a quando non li raccontiamo agli altri e solo allora ritornano attuali e freschi come le viole di Pascoli!
Come si fa ad “ESSER SICURI” ?!?
Oggi, 27 gennaio, è il “giorno della memoria” e, come TUTTI gli altri giorni dell’anno, mi rimbombano in testa le parole di Primo Levi: “C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio.”
Vorrei essere anch’io SICURO, lo vorrei, ma non ce la faccio ad esserlo, per il motivo che ha citato l’ottimo Martin e per quanto accade ogni giorno sotto i miei occhi.
non so se ha senso divagare dal tema Scacchi…
Come si fa ad “ESSER SICURI”?!? SI FA! è questione di FEDE
C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio? No, C’ERA Auschwitz, quindi Dio c’è.
ma per cortesia, tralasciamo queste discussioni non pertinenti agli scacchi.
Complimenti anche da parte mia. Non conoscevo nè il maestro Grassi (che era della stessa classe di mio padre) nè la sua splendida partita. Leggere queste righe mi ha fatto ricordare gli anni settanta quando io giovane promettente (ma ahimè rimasto tale quanto a promesse) frequentavo i tornei che all’epoca erano piuttosto rari, ed attesi da tempo. Adesso è tutto cambiato. Non sarò un po’ troppo nostalgico? Ancora grazie per il pezzo. 😛