Vorrei innanzitutto dissipare ogni tipo di sospetto o di fraintendimento. Argomento di lettura non saranno morbosi o pruriginosi triangoli sentimentali e neppure certe svenevoli bellezze bionde o brune di capablanchiana memoria.
Nulla di tutto ciò!
Piuttosto potremmo, eseguendo quattro belle capriole, ritornare ai giochi, alle sfide della nostra spensierata giovinezza.
Esercizio anche di qualche rischio, per coloro che al pari del lo scrivente, hanno superato gli “anta” da un pezzo.
Credo che da bimbi nel gioco, tutto funzionasse allo stesso modo per ognuno. Ad una prima sconfitta si cercava, spesso ottenendola, una rivincita che poi, raggiunto l’equilibrio, significava bella. Era questa una sana pratica che, oltre a permettere si salvare l’onore ferito dall’incidente, prolungava il tempo dedicato al divertimento.
Tutto il nostalgico preambolo, oltre che a tediare il lettore, è servito per introdurre l’argomento del giorno.
Lo leggerete nella lettera.Sembra che Esteban Canal mal digerì la meritata sconfitta che Francesco Scafarelli gli appioppò durante il C.I.S. del 1963 ad Imperia. Vittoria che permise al fiorentino di riequilibrare la sconfitta di sei anni prima a San Benedetto del Tronto.
Canal non dimenticò, anzi se la legò ben bene al dito!
E questa la storia di una bella: senza boccoli, sguardi langui di languidi e sorrisi ammiccanti. Ma bella sempre. Come le melodiose note viennesi di Fritz Kreisler…
Che piacere rivedere (finalmente!) Luca Monti su Soloscacchi! Grazie, come sempre, per questi straordinari frammenti di luce, su cui danza la polvere degli anni passati.
Mi associo.
Aggiunta una testimonianza fotografica dell’incontro. Ancora grazie a Luca per questo ineguagliabile contributo!