A scacchiera libera

Scritto da:  | 14 Gennaio 2012 | Un commento | Categoria: Zibaldone

Riflessioni, spunti, ricordi…


Un pezzo a ruota, pardon, a scacchiera libera. Un pezzo leggero come viene viene ed i lettori sono avvisati. Il primo pensiero è per Alessandro Patelli, mio scolaro al liceo scientifico “Galileo Galileo” di Siena, che mi ha introdotto tra i labirinti delle sessantaquattro caselle. Ora è presidente del nostro circolo, un ottimo maestro che nell’ultimo torneo di Siena ha fatto fuori anche un giovane promettentissimo come Codenotti. A lui va un sentito ringraziamento.
Diciamo che sono contento di quello che ho fatto. Voglio dire per quanto riguarda le mie capacità in ambito del gioco per corrispondenza e nel campo delle pubblicazioni. Studio, studio e ancora studio a compensare una normale attività dei miei stralunati neuroni. E l’impegno ripaga. Il mio primo libro best-seller dell’anno ed una soddisfazione che vo spargendo da tutte le parti. Anche qui con immutato orgoglio.
Qualche accidente gliel’ho mandato al mostro di silicio che per la prima volta ha ficcato il naso nella scacchiera e mi ha fatto lasciare il gioco per corrispondenza. Inutile stare a ponzare ore e ore quando quel “coso”, figlio d’un cane, ci metteva un millesimo di secondo a trovare la mossa giusta! E gliel’ho mandato più ancora di cuore quando ha violato i sacri testi, le sacre partite dei miei miti di un tempo che fu, tirando fuori come una perfida idrovora errori su errori. Bella forza stupido essere senza cuore e senza pathos!
Scacchi a scuola. Bei tempi che finivano con il torneo regionale proprio nel luogo dove insegnavo. Ragazzi e ragazze chini, almeno per un po’, sulla scacchiera, i volti tesi, concentrati, un inatteso silenzio in quel grande spazio destinato ad accogliere rumori e voci della beata gioventù (qualche volta non troppo beata).
Le battaglie al circolo con gli incasinamenti delle partite blitz. Mamma mia che scontri e che battute! Con l’immancabile frase finale che suggellava tutte le contese “Avevo vinto!”.
Scacchi e giallo un binomio imprescindibile. Almeno per il sottoscritto. Ricordo l’uscita di “Gambetti e delitti” di Nino Grasso, Ediscere 2011, e continuo a trovare citazioni a iosa sul terreno dei morti ammazzati. Ultimamente in “L’automa” di Carter Dickson, in “Arcani e delitti”, Mondadori 2011, si accenna addirittura all’automa di Maelzel che giocava a scacchi. Quello famoso, insomma, conosciuto come “il Turco” al cui interno era nascosto un uomo piccolo, provetto giocatore. Il trucco fu scoperto dal noto scrittore Edgard Allan Poe che è poi l’inventore del giallo classico…
Le biografie. Già ne sono un fissato e dopo quelle di Cesare e dei grandi condottieri del passato, ecco le battaglie dei grandi guerrieri degli scacchi. Le immagini eroiche chini sulle scacchiere circondati da un nugolo di spettatori e quelle più umane e naturali: Alekhine con il gatto, Blackburne con il bicchiere di whisky in mano (me lo immagino), Lasker con il sigaro puzzolente, Capablanca con i capelli neri tirati a lucido, Tall con gli occhi magnetici ecc… Figure che passano veloci, si urtano, si confondono e scivolano dentro in un rimescolamento continuo.
Lo scacchismo italiano sta crescendo. Oltre i “vecchi” portabandiera come Godena ecco venir fuori una turba assatanata di giovani che non fa sconti a nessuno: i fratelli Rombaldoni, Brunello, Vocaturo, Dvirnyy, Caprio, Genocchio, Mogranzini ecc…ed in cima alla piramide Fabiano Caruana, un ragazzotto timidotto che si imporpora al solo vederti e fa un culo così sulla scacchiera a fortissimi Grandi Maestri, facendo imporporare il loro di volto. Nonostante questo alcuni dei nostri sempre pronti a criticarlo al minimo cenno di debolezza, dimostrazione dell’atavico gusto italico al battibecco, alla divisione, all’autodistruzione.
Ammirevoli coloro che si dedicano alla divulgazione degli scacchi. Autori e pure editori con particolare saluto a Valerio Luciani sempre in giro con i suoi borsoni e la faccia facciosa pronta al sorriso a rimbalzare da un torneo all’altro. Dove sarà in questo momento?
Le combinazioni. Mamma mia bella come mi hanno impressionato al primo incontro! E chi le avrebbe viste mai. Il matto affogato e quello del barbiere e quello delle spalline e l’infilata e l’adescamento e il sovraccarico e quello e quell’altro. Pezzi che si sacrificavano dappertutto, un olocausto glorioso per la vittoria, uno strabuzzamento continuo degli occhi come quando da ragazzetto ammiravo con la lingua fantozziana le copertine di “Playboy”.


Il primo torneo a tavolino da maturo con l’animo in subbuglio dell’adolescente, le prime sconfitte, le prime vittorie, le prime coppe, le prime amicizie che resteranno indelebili nella memoria.
Qualche mia debolezza. Non accettare una proposta di patta senza rispondere all’offerta, continuare per inerzia una partita persa, qualche commento un po’ sbracato, un momento di rabbia…e insomma diverse cosette da farmi perdonare.
Straordinaria sensazione quella di avere avuto di fronte il massiccio Grande Maestro Oleg Korneev al torneo di Cesenatico 2011. Una potenza della natura. Arrivato in ritardo ha iniziato a muovere veloce in modo svagato e con una certa sufficienza. Poi la situazione si è fatta più complessa ed allora si è piazzato davanti alla scacchiera come un ciclope. Scontato il mio abbandono (perfino troppo prematuro per qualcuno munito di Fritz) ma felice di essere arrivato ad un finale di Torri con un pedone in meno, anche se ho abbandonato prima:

28.Dxf7+ ed il Nero abbandona

Il finale dopo gli scambi era davvero salvabile? (io ho i miei dubbi). Chi vuole darmi il suo parere sarà il benvenuto.
La bellezza dello spettatore: passare tra i tavoli da gioco, osservare, scrutare, ammirare le mosse dei Grandi Maestri, cercare di capire, di comprendere le loro sottili strategie. Talvolta solo osservando giocare e analizzare si impara di più che dallo studio vero e proprio.
Un mondo, quello delle sessantaquattro caselle, bello, ricco, affascinante, appassionato, seppure con i suoi limiti ed i suoi difetti che sono poi quelli dell’essere umano.
Grazie, scacchi!

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


Un Commento a A scacchiera libera

  1. avatar
    Joe Dawson 14 Gennaio 2012 at 08:25

    Ecco… mi sfugge ancora il mio ruolo esatto qua dentro… non so, vediamo… se fa schifo a tutti mi potrei occupare io delle recensioni a questo famoso mensile scientifico di cui avete riportato una copertina, eh? 😉

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