Dopo il successo dell’“Elogio della cazzata” (nessuno mi ha aggredito per strada) ecco un altro pezzo che metterà di buonumore i miei affezionati lettori…
Dopo l’“Elogio della cazzata” oggi è la volta della tomba a tenere banco. Sì, avete capito bene, l’elogio della tomba, cioè della morte.
Non toccatevi e non guardiamo solo il lato negativo della cosa. Intanto va elogiata subito la rigida compostezza del morto, la sua serafica imperturbabilità in confronto all’assillo frenetico che ci circonda, dove è tutto un correre continuo di qua e di là, anche in senso metaforico (e state un po’ fermi!).
Poi, voglio dire, da cadaveri si può evitare un sacco di cose fastidiose della vita. Pensate a certe facce grifagne che dovete incontrare tutti i giorni, a certi programmi televisivi, a certi personaggi politici con o senza tacchi alti, a certe forzature che dovete ingoiare per forza, a certe vigliaccherie, a certi soprusi, all’inquilino della casa di sopra alla vostra che vi sbatacchia la polvere dei panni sulla terrazza, alla moglie che vi mette le corna con lo stesso inquilino della casa di sopra, alle distrazioni, all’unica cacca di cane per strada sulla quale scivolate sbattendo il viso per terra su un’altra cacca di cane, ai mille fastidi del fisico, alla prostata che vi spinge a battere il record soggiorno-gabinetto o al pollice valgo che vi dà l’occasione di mettervi in contatto con tutti i santi del Paradiso e via e via e via.
A certi libri. Ecco, a certi libri. Di scrittorucoli da strapazzo, di stupratori di parole, di patetici strimpellatori di note stonate, di pseudo inventori di storie fatte e rifatte, di ignobili imitatori, di frasette risibili, di tormentoni psicologici, di sgangheratezze lessicali, di mallopponi ciccioni puzzoni.
Venendo al nostro gioco da esseri perfettamente immobili si possono evitare partite effetto corpo sciolto, analisi da manicomio, false strette di mano e pacche sulle spalle, l’amico che arriva trionfante con la partita cazzona del secolo, le solite cappelle, le solite scuse, le solite accuse ai giocatori italiani, le solite stronzate del sottoscritto.
E allora, cari lettori (quelli rimasti) un elogio della tomba, come luogo di riparo a tutte le nefandezze della vita, va fatto. Non solo è doveroso ma, direi, imprescindibile…
W la tomba!
Bel posticino, ma mi mancheranno soprattutto due cose: sesso e scacchi!!!
il solito inguaribile romanticone! 😉
E’ facile per Lei scherzare sig. Dawson, con il suo avatar che rimanda ad un immortale non può certo avere timore della morte! 😛
Evviva;che diamine ! 😛
😈 ➡
Sulla tomba di Fabio Lotti – tocchiamoci le palle, mai sia.. -ci sarà la stessa scritta del poeta elegiaco Filita ( Fileta )- Fabio, vai a ricercare l’originale greco.. – : “Senza eccedere, qualcuno mi pianga di cuore, dica una buona parola e si ricordi di me quando più non ci sarò…”
Amen!
Scusate ma dopo quelli dell’elogio alla Caz..ta, proseguo nei miei versi che non riesco proprio a frenare 😉
“La caz..ata della morte”
(ovvero l’assassino torna sul luogo del delitto)
Scusate torno a bomba,
non posso farne a meno
di rimembrare Staglieno
parlando della tomba.
da Genova e da Siena
da me Zenone a Lotti
la morte prende tutti,
lavora con gran lena
mai non ho paura
e fo’ di cul trombetta
a chi con falce dritta
si appresta alla sua cura
Amici miei perbacco
vivete con letizia
lasciate ogni mestizia
nessuno a noi da scacco!
Caissa coi suoi scacchi,
sessantaquattro quadri,
insegnò a’ nostri padri
a parare questi attacchi:
Apotropaico gesto,
con mano mal celata
cercando nella patta
i due organi vo’ lesto!
Zenone
Bravo Zenone,
e se è pur vero che ..”la morte prende tutti “, io la penso come Woody Allen: meglio vivi, anche se un pò malridotti, che ..
e non riesco davvero a capire quei tanti che esprimono, in vita, le loro ” preferenze ” !? ( cremazione, ecc. ecc.): questione di punti di vista!
Ho letto, in questo periodo di ricordo di Walter Chiari, ciò che il grande comico ha scritto sulla morte:
“Amici miei, non preoccupatevi. E’ solo sonno arretrato” (!)
Bene, vedo che si sta formando un bel gruppo di esseri umani in buona sintonia con la cazzata. Così ogni tanto mi posso sfogare.
Zenone da favola con Dante e Totò che si danno la mano …:-)
Per Totò oltre il “Perbacco” non sono riuscito ad andare, anche se non nascondo di aver pensato di infilarci qualcosa de: “A’ livella”!
Ancora sbagliato il sorriso… 🙂
Anch’io ti devo delle scuse…ero così preso nel rimare che non ho notato l’ironia della foto del pezzo…roba da far risuscitare i morti! La vecchiaia è una carogna…
😛 😕 ❗
Da una lettera della dark-lady di copertina a Fabio Lotti:
“Lotti mio, discenderemo tutti e due nel sepolcro, Voi più lodato, ma io assai più compianta, e senza avere espiato entrambi per le nostre caz..ate.”
Pezzo eccellente, come anche lo sono stati i precedenti “Elogi”.
Vorrei chiedere all’Autore se vede questi Elogi in un quadro piu’ ampio ma con elementi collegati fra di loro, tipo “Decalogo” di Kieslowski (quel regista che fece un film per ogni peccato).
Aspetto con impazienza l’Elogio della Sfiga (possibilmente anche con il gemello senza la S), causa (presunta) delle sconfitte di certi scacchisti.
“A me le donne mi hanno rovinato nella vita…troppo poche!”
(vecchia battuta d’avanspettacolo di anonimo)
@Fasola
Grazie per lo spunto… 🙂
Nato morto a Comunnuovo
volle sulla propria fossa
questa lapide che approvo
“trascurò la prima mossa”