i Re non ci sono più

Scritto da:  | 29 Novembre 2012 | 20 Commenti | Categoria: Zibaldone

Enrico IV di Francia

Mio nonno tornò miracolosamente vivo dal fronte della Grande Guerra del 1915-’18. Una scheggia vagante sulle rive del Tagliamento, a poche settimane dal “cessate il fuoco”, gli aveva trapassato la gola, ma i medici avevano saputo fare un buon lavoro, e sopravvisse, per sua e mia fortuna.

Pochi mesi dopo, quasi completamente rimessosi (a parte i frequenti e fastidiosi attacchi di malaria, anch’essa contratta al fronte), partì alla volta di Parigi.

Voleva studiare da cuoco, come, in quel periodo, parecchi altri giovani di Amatrice, Cittareale, Montereale e paesi limitrofi reatini ed aquilani. Non c’era niente di meglio dei massimi specialisti d’oltralpe, grandi chefs, hotels e ristoranti parigini per imparare il mestiere come si doveva.

Tornò in Italia dopo circa un anno e mezzo con – raccontava mia nonna – un fascicolo di carte zeppe di appunti: ricette e particolari minimi, piccoli e grandi segreti, frasi in francese per nasconderli un poco di più, ingredienti, dosi e numeri più volte cancellati e corretti, pagine e foglietti disordinati e stropicciati, vergati a matita, alcuni troppo unti o scoloriti.

Aveva lavorato tanto e duramente, ma (e questa fu una costante della sua vita) non aveva messo da parte un solo centesimo. Ogni sera era nelle cucine e ogni mattina in giro per Les Halles (quei brulicanti mercati che Emile Zola rese celebri con “Il ventre di Parigi”), i pomeriggi ancora sui libri di cucina e poi ancora pulizie e preparativi nelle cucine e di nuovo cucina. Tutto ciò gli bastò appena per pagarsi il viaggio di ritorno.

Quel poco che aveva raggranellato, infatti, lo aveva prestato ad un amico, un cameriere spagnolo ammalato di febbre maltese, il quale, non potendo restituire il denaro, al momento della partenza gli regalò, per sdebitarsi almeno in parte, un suo dipinto.

Eccone un particolare.

Mio nonno dimenticò purtroppo il nome dell’autore, e la firma è quasi illeggibile.

Forse quella tela parigina non è un capolavoro, ma, quando ho l’occasione di vederla, non mi stanco di soffermarmici e di apprezzarla, e non soltanto per un’ evidente questione affettiva.

Ho l’impressione che il paesaggio raffigurato, in pari tempo tormentato e calmo, fremente e silenzioso, pieno ma povero, sia un riuscito spaccato di certa vita rurale iberica del primo dopoguerra.

Ma è ora di tornare alla cartella con gli appunti di gastronomia francese.

Il nonno li aveva poi conservati tutti, per sempre, dentro un vecchio borsello di pelle, e con loro aveva conservato anche un foglio di quaderno a righe scribacchiato, che certo non doveva aver nulla a che fare con l’arte culinaria di Parigi.

Su quel foglio era stato disegnato un diagramma, nel quale erano riconoscibili due pedoni bianchi, un pedone nero e un cavallo nero.

Me lo volle mostrare, un giorno, perché aveva saputo che io mi stavo interessando agli scacchi.

E’ questo.

Sì, prima che io facessi in tempo a ravvisare l’assenza dei Re dal campo di gioco, mi disse che anche lui, pur da profano, si rese subito conto di ciò.

Il racconto di mio nonno fu per una volta, forse l’unica, insolitamente ricco di particolari.

Quella pagina, oggi ingiallita dal tempo, venne lasciata su un tavolo del ristorante La Tour d’Argent da uno sconosciuto giovane avventore, dall’accento straniero, che aveva preso posto da solo nel locale e che, quasi trascurando le superbe pietanze, aveva silenziosamente dedicato l’intera serata a pensieri scacchistici e, in particolare, a quello che avrebbe chiamato “uno studio parigino”, o meglio “une pièce de Paris” (come c’è scritto sopra).

Ci si stava approssimando alla mezzanotte quando l’uomo, ad alta voce, aveva esclamato “We are!”, attirando l’attenzione degli ultimi attardati clienti e dei lavoranti.

Qualcuno si avvicinò incuriosito, guardò l’ultimo foglio così approntato e chiese “Et les Rois, Monsieur?”.

Il giovane scacchista sollevò lo sguardo dal tavolo, dimenticando per qualche attimo il largo sorriso di un momento prima, e fece fare un paio di giri ad un esagerato anello argenteo, con l’impronta di una “W”, che portava al mignolo sinistro.

Poi, in un francese piuttosto incerto, molto seriamente rispose “Aujourd’hui, mon cher ami, il y a des Rois pas plus ….. (« oggi i Re non ci sono più ») … blanc gagne en quatre coups!”.

…blanc gagne en quatre coups

Seguì un silenzio improvviso, negli astanti un misto di curiosità, meraviglia, approvazione e delusione, poi qualche mormorio.

Ma non ci fu tempo per ulteriori ragionamenti o spiegazioni.

Lo strano personaggio si alzò, indossò impermeabile e cappello e uscì rapidamente nell’oscurità, perdendosi nella nebbia che avvolgeva la vicina Senna e lasciando i suoi appunti accanto alla torta di pere non consumata e ad una bottiglia di Bourgogne ancora mezza colma.

Mio nonno raccolse prima il Bourgogne (ovviamente) e poi anche quella paginetta, proprio quella della posizione “senza i Re”, e la tenne per sé.

Ma non trovò né cercò mai la soluzione.

La trovai io, del tutto casualmente e incredibilmente, ben 64 anni più tardi, sfogliando le pagine di un testo dedicato agli studi.

Allora, amici, voi a questo punto dove li porreste i due Re, nella posizione dello “Studio” in diagramma, per arrivare ad un simpatica soluzione vincente, da parte del Bianco, in quattro mosse?

Coraggio, è meno difficile di quanto si possa immaginare, e già un po’ di aiuto credo di averlo dato.

Fatevi avanti, Mesdames e Messieurs, ormai à Paris “les jeux sont faits, rien n’est plus”.

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


20 Commenti a i Re non ci sono più

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    Jas Fasola 28 Novembre 2012 at 12:30

    Voglio scrivere qualcosa per rompere il ghiaccio e perche’ il racconto e’ molto bello (anche se io a quanto scrive Marramaquis ci credo poco… 😯 ).

    Do’ il matto in due: Bianco Rd7 Nero Rb8 1. c7+ e poi 2. c8=D matto.
    Per quello in quattro lascio a qualcun altro 😉

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    Fabio Lotti 28 Novembre 2012 at 15:41

    Bellissimo racconto. Non mi cimento in certi “test” per risparmiare i neuroni rimasti.

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    Marramaquis 28 Novembre 2012 at 17:23

    Mi sa che vi devo aiutare un pochino. Eppure ci sono nel testo alcune parole-chiave (pensate agli oggetti in possesso dell’autore dello studio) la cui iniziale individua la colonna dove sono i re. E ci sono, più avanti, perfino i due numeri relativi alle traverse. Adesso tutto dovrebbe essere più semplice, no?
    Scoperta la posizione dei Re, la soluzione dello studio è poi abbastanza intuitiva.

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    Jas Fasola 28 Novembre 2012 at 20:23

    quel quattro mosse… pensavo vi fosse il matto, mentre invece si guadagna il cavallo :mrgreen:

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    Marramaquis 28 Novembre 2012 at 21:01

    Jas, sembra che tu sia il solo che stia cercando d’impegnarsi, ma se non è facile per te, allora è dura per tutti.
    Vi posso dare un altro piccolo aiuto, se volete, visto com’è complicato Aujourd’hui lo studio con l’Assenza dei re dalle 64 caselle e la presenza di un Autore con un Anello d’Argento…

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    Marramaquis 28 Novembre 2012 at 21:03

    …… e poi ricordate il nome del ristorante parigino! Basta così?

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    Mongo 28 Novembre 2012 at 23:07

    Re bianco in d7 e re nero in b8: 1) Rxd8, Ra8; 2) a6, Rb8; 3) c7+, Ra8; 4) c8=D#

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      Jas Fasola 28 Novembre 2012 at 23:36

      1. Rxd8 a6! 2. c7+ Ra7 3. cxd8=D stallo!
      Pero’ non si deve trovare il matto ma una posizione simpatica in cui il Bianco vince (=guadagna il cavallo) in 4 mosse. I Re sulla stessa colonna, 64 la loro posizione e Marramaquis ha aggiunto anche a cosa si deve promuovere.

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        Mongo 29 Novembre 2012 at 00:50

        Re bianco in a4 e re nero in a6.
        1) c7, Cb7; 2) c8=T, Cc5+; 3) Txc5,Rb7; 4) a6+, 1 – 0
        se 4)…, Ra8; 5) Tc8#
        se 4)…, Rxa6; 5) Tc6+, Rb7; 6) Rb5, a6+; 7) Txa6, 1 – 0

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          Marramaquis 29 Novembre 2012 at 01:10

          Però, Mongo, con 2…Cc5+ il Cavallo s’arrende subito, non è carino.

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            Mongo 29 Novembre 2012 at 01:21

            Allora 2…. Cc6; 3. Tc6+, Rb7; 4. Txc6, 1 – 0

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              Jas Fasola 29 Novembre 2012 at 13:45

              Mongo, ma non sei affamato di pedoni?

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    Marramaquis 29 Novembre 2012 at 00:45

    Jas, sei vicinissimo alla soluzione, o forse ci sei già, la posizione è esattamente quella che hai detto. Quindi?

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    Marramaquis 29 Novembre 2012 at 00:54

    A proposito, Jas, la storia che ho raccontato è vera, soltanto che è arricchita da qualche importante particolare.

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      Jas Fasola 29 Novembre 2012 at 12:34

      Una cosi’ bella storia, perche’ non ce l’hai raccontata prima? Sono anni che qui un po’ di gente fa i salti mortali per raccontare storie originali 😆

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        Marramaquis 29 Novembre 2012 at 13:10

        Semplicemente perché prima non mi è capitato di fare una fotografia al dipinto del ragazzo spagnolo, e che è a casa di una mia zia (tra l’altro la foto nemmeno è venuta troppo bene).

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        Joe Dawson 30 Novembre 2012 at 07:12

        Marramaquìs è troppo schivo e modesto per raccontare davvero come è andata…
        La mia vicina è amica del nipote della signora che fa le pulizie negli scantinati della redazione di SoloScacchi quindi sono informatissimo sulla verità dei fatti! Bene, allora sembra che il buon Marra abbia mandato da mesi questo racconto al Martin ma che questi lo abbia lasciato giacere su di un polveroso scaffale per tutto questo tempo con l’ignobile scusa del tipo: “appena troviamo un buco tra un’attualità e l’altra…” 🙄
        Meditate voi scrittori, meditate… 😉

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    Marramaquis 29 Novembre 2012 at 13:16

    Però la soluzione precisa non è stata ancora data, anche se ormai sappiamo quasi tutto. Insomma, il Re bianco è in a4 e il Re nero in a6, e un simpatico matto sarà opera di una Torre.

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    pigreco 1 Dicembre 2012 at 09:10

    Dopo 1.c7 Cb7 2.c8T l’unico tentativo non banale è Ca5. a questo punto con 3.Tc5 il bianco guadagna il cavallo dopo ogni mossa del Nero con l’unica eccezione del ritorno del ritorno del Cavallo in b7. Ed adesso ecco il “simpatico” matto di Torre in c6.
    Devo dire che mi ha incuriosito molto la bella e ben raccontata storia del nonno di Marramaquis (a lui immaginare perchè…;).

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      Marramaquis 1 Dicembre 2012 at 11:37

      Naturalmente sì, pigreco: c’è un solo scacchista al mondo al quale più di altri poteva interessare la storia di mio nonno.
      Inutile che ti dica che la soluzione è proprio quella e che sono contento di saperti sempre in ottima forma.
      Il personaggio misterioso autore dello studio è G.Weeninck; lo studio fu pubblicato nel 1919 (o 1918?) dalla rivista olandese “Op te Hoogte” (“L’informazione”;).

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