Una domanda che sorge spontanea. Ovvero come si può ribaltare un precedente articolo…
Ogni volta che mi capita di svelare questa mia passione a persone che conosco per la prima volta mi becco subito una bella mazzata. Alla domanda, ripetuta dopo l’incredibile novella “Lei, gioca a scacchi?”, seguita da altrettanta risposta affermativa, la testa dell’interlocutore comincia lentamente a dondolare da destra a sinistra (qualche volta da sinistra a destra) e gli occhi si impietosiscono come se si trovassero di fronte all’ultimo dei derelitti umani. Il che mi fa tirar fuori un sorrisetto da ebete in carrozza e mi guardo allo specchio con una sorta di penosa compassione.
A vederli impegnati sulle scacchiere con la testa fra le mani questi benedetti scacchisti sembrano davvero dei poveri cristi (ci va anche di rima), il risultato di una eterna abiura celeste. Soprattutto quando se ne stanno lì fissi per ore e ore in un silenzio assoluto che rende ancor più ridicola l’atmosfera e patetica la loro performance. O quando muovono veloci a blitz tutti quei pezzi che saltano di qua e di là come guidati da robot senza cervello. Oh, my God!
E poi tutte quelle strampalate regole senza senso, e tutte quelle varianti e sotto varianti, tutti quei movimenti complicati a caso, via gli scacchisti devono essere PER FORZA dei maledetti stupidi! Ma stupidi da far paura. Di una stupidità davvero mostruosa. E pure dei fannulloni perditempo che non hanno niente da fare dalla mattina alla sera. Insomma, un peso morto della società.
Poi li senti ragionare, li ascolti e ti accorgi che gli scacchi sono legati ad altre mille attività dell’intelletto umano, che non si tratta solo di muovere pezzi di legno, che sono formativi, cultura viva e feconda e allora il dubbio nasce spontaneo “Ma gli scacchisti sono davvero (così) stupidi?”.
Ai lettori l’eventuale risposta ma non dite che vi è venuta spontanea dopo la lettura di queste righe.
Queste sono verità che non è carino rivelare, bricconcelli 😎
Sostituendo la figura dello scacchista chino sulla scacchiera, con quello dell’utente feisbuc, con lo sguardo perso, fisso sul monitor… tutto il discorso fila invece alla grande.
Per chi non lo avesse letto è il ribaltamento di http://soloscacchi.altervista.org/?p=25328
Bravo Fabio! Soprattutto per aver trovato – e riesumato – l’immagine simbolo del favoloso “Mad”, il periodico della minoranza rumorosa americana degli anni Settanta.
La tua domanda, comunque, non ha risposta: Ho conosciuto scacchisti di ogni razza, colore o religione, e probabilmente le percentuali (di stupidità) si avvicinano a quelle dell’intero genere umano. Quello che non ho mai digerito, in uno scacchista, è la totale mancanza di senso dell’umorismo… Questa sì che è STUPIDITA’.
completamente d’accordo con questa ultima asserzione di paolo , che ha sempre mostrato grande sense of humour .
e aggiungerei anche il non prendersi troppo sul serio .
” Avoid boring people”
(jamets watson)
Caro Alfredo, il “non prendersi troppo sul serio” è l’inequivocabile indice di grande senso dell’umorismo. Il giudizio che gli scacchi siano una… ehm… perdita di tempo non viene necessariamente da parte di persone prive di senso dell’umorismo (anche il grande Shaw criticò gli scacchisti, e questa non gliela perdòno) ma da persone che hanno interessi diversi: ho detto “diversi”, non “superiori“…
beh , ci sono per fortuna molti esempi di persone di grande spessore intellettuale che non disprezzano affatto gli scacchi , anzi
potrei citare solo roger penrose , uno dei piu’ grandi fisici viventi , fratello di quel jonathan che vinse contro tal a lipsia nel 1960
persone che inseriscono gli scacchi in un piu’ vasto e complesso sistema di pensiero.
goethe li considerava il metro per l’intelligenza umana il che è un po’ troppo .
vi sono vari tipi di intelligenze che si integrano tra di loro , in realtà
è un discorso lungo e complesso
ma la mia citazione , tratta da james watson ( quello che con con crick decifro’ la struttura del DNA) è interessante in quanto si presta a un facile ma interessante gioco di parole
evita di annoiare le gente
evita la gente noiosa
e tu con i tuoi libri non hai certo annoiato , come non annoi ancora ora con i tuoi interventi e articoli
grazie !
a presto
alfredo
L’articolo e i commenti, compreso questo, confermano l’assunto.