Tal e l’abbandono fantasma

Scritto da:  | 30 Maggio 2012 | 15 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Personaggi, Stranieri

Commedia tragicomica in sette atti

Atto I: “La premessa”

Mikhail Tal nella sua prima visita in Polonia, nel febbraio 1966, diede alcune simultanee. In una di queste, una simultanea con l’orologio (40 mosse in due ore) affrontò con il Bianco otto avversari, tra cui cinque maestri: Andrzej Adamski, Jan Adamski, Romuald Grabczewski, Władysław Schinzele, Stefan Witkowski.

Tal riportò cinque vittorie e tre patte. La sua bella vittoria con Andrzej Adamski:

1.e4 c5 2.Cf3 g6 3.d4 Ag7 4.Cc3 Cc6 5. Ae3 Da5 6.d5 Ce5 7. Cd2 d6 8. Ae2 Ch6 9.h3 f5 10.f4 Cd7 11.e5 dxe5 12. Cc4 Dd8 13.fxe5 0-0 14. Dd2 f4 15. Axf4 Cf5 16.0-0 Cd4 17.a4 Cb6 18. Cxb6 Dxb6 19. Ac4 Dxb2 20. d6+ e6 21. Ah6?! (21. Ad3+-) Dxc2?! (21. … Axh6 22. Dxh6 Ad7+=) 22. Dxc2 Cxc2 23. Axg7 Txf1+ 24. Txf1 Ce3? 25. Ah6 Cxf1 26. Rxf1 a6 27. a5 Ad7 28. Ce4 Rf7 29. Cg5+ 1-0

Una partita di routine per il grande Tal ma in maniera diversa andò con il fratello di Andrzej, Jan Adamski (una Moderna Benoni 1. d4 Cf6 2. c4 c5 3. d5 e6 di cui purtroppo non sono rimaste le mosse).

Tal dovette spendere molto tempo vicino a questa scacchiera per calcolare complesse varianti. Alla conferenza stampa disse “Adamski ha scelto la migliore strategia, giocando sull’intera scacchiera e mi ha obbligato a controllare nei miei calcoli ogni zona di questa”.

Atto II: “Nel labirinto della Siciliana”

Torneo di Lublino, 1974. Dal 1966, anno in cui Jan Adamski affrontò in simultanea Tal, sono passati otto anni. Nel frattempo Adamski ha ottenuto alcuni buoni risultati e soprattutto un terzo posto al campionato militare all’Avana nel 1967, dopo Hort e Vasiukov e prima di giocatori come Pribyl, Savon e Jansa.

Tal, ancora con il Bianco, apre questa volta con 1. e4, Adamski risponde con la Siciliana.

Mikhail Tal – Jan Adamski, Lublino 1974

1. e4 c5 2. Cf3 e6 3. d4 cxd4 4. Cxd4 Cf6 5. Cc3 d6 6. g4 h6 7. g5 hxg5 8. Axg5 Cc6 9. Dd2 Db6 10. Cb3 a6 11. 0-0-0 Ad7 12. Ag2 Ce5 13. De2 Tc8 14. f4 Cc4 15. Td3 Dc7 16. h4 Ae7 17. Te1 b5 18. e5 dxe5 19. fxe5 Ch5

Posizione dopo 19...Ch5

20. Df2?

Tutti i problemi del Bianco iniziano qui. Però forse solo il computer potrebbe giocare a cuor leggero 20. Axe7 Cf4 21. Df1 Cxd3+ 22. cxd3 Cxb2 23. Ac5+=

20. … Cxe5 21. Th3?

Evidentemente al Bianco non piacquero 21. Td4 e 21. Td2 ma ora il Nero ha già un vantaggio decisivo.

21. … f6 22. Ae3 b4 23. Ab6

Il Cavallo non si poteva muovere per 23. … Cd3+

23. … Cg4!

Solo il Nero vedo la luce al di fuori del labirinto.

Atto III: “Agonia e capitolazione”

Posizione dopo 23...Cg4!

24. Cd5?

La disperazione (24. Dd4 Df4+ 25. Rb1 bxc3). Adesso il Nero potrebbe giocare 24. … exd5! (anche 24. … Dd6 vince) 25. Txe7+ (25. De2 Ab5!) Rxe7 26. Te3+ Rf7 27. Axd5+ Rg6 28. Ae4+ f5 con grande vantaggio. Bisogna dire però che anche la mossa di Adamski a gioco corretto vince e ha il grande pregio, anche considerato l’avversario, di togliere le Donne dalla scacchiera.

24. … Cxf2?! 25. Cxc7+ Txc7 26. Tf3 Tc8 27. Txf2?! (27. Axf2 e5) e5?! (27. … f5! 28. Td2 Axh4) 28. Ae3 Cg3 29. Ab7 Tc7 30. Axa6 Cf5 31. Ad2 Txh4 32. Ad3 g6 33. Ae3 Rf7?!

Meglio 33. … e4 34. Af1 Cxe3 35. Txe3 f5-+. Adesso i due giocatori sono in zeitnot e non scrivono più le mosse. Si avvicina un assistente dell’arbitro per seguire la partita.

34. Ab6 Tb7 (meglio 34. … Tc8 35. Rb1 Ae6) 35. Cc5?! (35. Ac5 Ae6-+) Txb6 36. Cxd7 Td6 37. Cc5 Tc6 (37. … Txd3! 38. Cxd3 e4 39. Tf4 exd3-+ o 39. Txf5?! gxf5-+) 38. Cd7?! (38. Cb3 Af8 39. Rb1 Re6-+) Tc7?! (38. … Re6! 39. Cb8 Tb6 40. Ca6 Ad6-+) 39. Cb6?

Meglio dare il pezzo con 39. Axf5 gxf5 40. Cxe5 fxe5 41. Txf5+ Af6 42. Tef1 Tc6 43. Txe5 Th2 44. c3 bxc3 45. bxc3 Rg6 46. Txb5 Txa2 e probabilmente dopo qualche mossa si arriverebbe ad un finale R+TT+A vs R+TT che sembra pari (ad esempio 47. Tg1+ Rf7 48. Rb1 Th2 49. Tb7+ Re6 50. Te1+ Rf5 52. Tb2 Th3 53. Tg2+ Rh7 54. Tgf2 Axc3 55. Tf3 Th2 56. T3f2 Thh6) .

39. … Ac5! 40. Ac4+

Posizione dopo 40.Ac4+

Tal, avvedendosi che avrebbe perso un pezzo sia dopo 40. … Rg7 41. Txf5 Axb6 sia dopo 40. … Txc4 41. Txf5 Txc2+ porse ora la mano ad Adamski in segno di resa.

Atto IV: “La moglie di Tal entra in azione”

A questo punto sua moglie, rivolgendosi a Tal in lettone, lo informò che ad Adamski era caduta la bandierina. Tal le rispose che poichè l’arbitro non era intervenuto ciò significava che avevano superato il controllo ma lei mostrando le dita di ambedue le mani gli fece capire che aveva contato le mosse e non si era arrivati a quaranta. Tal completò le mosse sul suo formulario scoprendo che ne avevano fatte solo 39. Adamski però prese il formulario di Tal, lo riscrisse, e proclamò che erano state fatte 42 mosse, aggiungendo una ripetizione di mosse. L’arbitro che aveva assistito alla partita però escluse la ripetizione e diede la vittoria a Tal avendo Adamski superato il limite di tempo. Adamski fece appello.

Tal aveva abbandonato perciò il punto andava assegnato ad Adamski oppure quest’ultimo aveva perso per il tempo?

Atto V: “Il Comitato d’Appello decide”

Passiamo al Comitato d’Appello, composto dal GM Damjanovic (Jugoslavia), dal campione del mondo per corrispondenza Estrin (URSS), da Pribyl (Cecoslovacchia), Vogt (DDR) e K. Pytel (Polonia). Quello che successe ce lo racconta Krzystof Pytel, che appunto ne faceva parte. Innanzitutto venne subito esclusa la ripetizione delle mosse. Il punto era invece: la caduta della lancetta significava automaticamente il superamento del limite di tempo (quindi con vittoria di Tal) oppure questo superamento doveva essere dichiarato dall’arbitro (quindi con vittoria di Adamski per l’abbandono di Tal)?

Alcuni punti fermi che indica Pytel:

  • la lancetta cadde un pò prima del momento in cui Tal porse la mano in segno di abbandono.
  • è vero che la moglie di Tal intervenne
  • le 40 mosse non furono effettuate
  • la partita venne osservata da un assistente dell’arbitro che annotava le mosse giocate in zeitnot con difficoltà e dall’arbitro, Tadeusz Pieprzowski, che dava un’occhiata tenendosi a disposizione per dare la possibilità, come disse, “di appellarsi alla decisione dellassistente”. In pratica a causa dell’inefficienza del primo la decisione dovette venire presa dall’arbitro.

Tal, dice Pytel, “si lava le mani” sostenendo che “il problema non è mio ma degli arbitri”.

Pribyl sostiene che Adamski abbia finto una ripetizione di mosse e con ciò che sa di essere dalla parte del torto. Vogt appoggia questa tesi. Estrin ritiene che, in base al codice sovietico (che nessuno degli altri membri del Comitato d’appello conosce) la caduta della lancetta significa la perdita per il tempo. Il regolamento del torneo però prevede il codice degli scacchi polacco comprensivo delle regole FIDE.

La caduta della lancetta termina la partita come il matto o lo stallo?

Per Estrin quindi sì. Altri, per “punizione verso la finta ripetizione di mosse” pure danno ragione all’arbitro.

Damjanovic, con funzione di presidente nelle riunioni del Comitato, ritiene che la discussione non abbia senso “ Tal ha abbandonato – non c’è nulla di cui discutere!”.

Pytel ha dei dubbi e pensa che Tal dovrebbe chiarire la faccenda. Preferisce però tacere in quanto Tal con la sua famiglia come pure Estrin sono suoi ospiti (sono venuti come “turisti” e “per caso” sono finiti a fare il torneo). Ne deduce che in questo caso, come anche in altri che gli capitarono, nelle “Giurie” non vi dovrebbero essere partecipanti ai tornei, in quanto si trova sempre qualcuno che abbia un interesse ad una certa decisione.

La frase di Damjanovic passa senza lasciare segno. Dopo alcuni minuti Damjanovic dice: “siete in maggioranza. Propongo quindi di chiudere la nostra riunione e scrivere che all’unanimità abbiamo ritenuto corretta la decisione dell’arbitro”. La partita viene quindi data vinta a Tal.

Atto VI: “Fu fatta giustizia?”

A questo punto ci sono in Polonia vari attacchi sulla stampa verso l’arbitro e anche verso gli organizzatori, basati soprattutto sul formulario riscritto da Adamski.

Il problema viene poi riproposto, secondo Pytel, nel suo corretto significato, cioè nella partita si ebbero in successione:

  • la caduta della lancetta dell’orologio di Adamski
  • l’abbandono di Tal
  • la decisione dell’arbitro del superamento del limite di tempo.

Perciò l’abbandono si era verificato prima della decisione dell’arbitro.

Gli scacchisti di Lublino inviano una lettera alla FIDE chiedendo di prendere una posizione al riguardo.

La FIDE non si affretta a dare una risposta. Pytel ha occasione di incontrare Golombek, arbitro capo della FIDE e gli chiede una opinione. Lui non ha dubbi, l’arbitro ha preso la decisione corretta.

Dopo qualche mese, per motivi di salute, Golombek viene sostituito. A questo punto i polacchi provano a chiedere un cambiamento dell’interpretazione della norma. Effetto di questo, che è la base delle attuali regole: il superamento del limite di tempo ha luogo dopo la decisione dell’arbitro.

Quanto raccontato da Pytel nel 2005 è tratto da questo sito.

Pytel conclude dicendo che, secondo lui, se qualcuno abbandona, indipendentemente dalle circostanze, dovrebbe conservare un minimo di dignità e rispettare la parola o il gesto (dare la mano.

Per la cronaca, Tal vinse il torneo con 13,5 su 15.

Atto VII: “38 anni dopo”

Dopo tanto tempo forse si può ritornare su quell’evento senza le pressioni o le emozioni del momento. Non mi rimane che chiedere al MI Jan Adamski la sua opinione oggi.

Lo incontro a Varsavia, al circolo della Federazione Scacchistica Polacca, mentre è in attesa inizi un torneo semilampo.

Per quanto riguarda la partita gli chiedo se effettivamente non avessero non solo scritto le mosse ma nemmeno fatto un trattino in corrispondenza delle mosse giocate.

Adamski mi risponde che non scrissero nulla. Non ricorda bene cosa successe, giocarono molto velocemente e l’attenzione era tutta sulla scacchiera.

E per quanto riguarda la decisione del Comitato d’Appello?

Mi dice che erano altri tempi, era scritto che un polacco non potesse battere un sovietico, tanto meno già campione del mondo. La Giuria non poteva prendere una decisione diversa.

Lo lascio cercando di immaginare quale possa essere il rammarico di essere riuscito a battere un tale avversario ma di non aver potuto far nulla contro sua moglie (Tal scrisse che questa partita fu vinta da sua moglie…;).

Invito gli arbitri che leggono questo articolo a dirci quale sarebbe la loro decisione se un fatto del genere accadesse oggi.

Un giovanissimo Jan Adamski

ancora in forma dopo più di mezzo secolo di carriera scacchistica!

Ecco infine un’interessante intervista a Jan Adamski:

avatar Scritto da: Jas Fasola (Qui gli altri suoi articoli)


15 Commenti a Tal e l’abbandono fantasma

  1. avatar
    Pantagruel 30 Maggio 2012 at 22:45

    Sì, gli arbitri ci dovrebbero dire se, con le regole che si usavano in quel torneo, chi dei due contendenti avesse ragione.
    Al di là di questo, però, se c’è stata stretta di mano Tal – pur nella comprensibile rabbia per aver perso da un giocatore di forza inferiore e polacco (come sottolineato da Adamsky) – avrebbe dovuto ammettere la sconfitta. Lo dico con tutta la stima per il Campione del Mondo e l’amore per le sue opere sulla scacchiera.

  2. avatar
    fds 31 Maggio 2012 at 10:03

    L’articolo recita:

    “…nella partita si ebbero in successione:

    •la caduta della lancetta dell’orologio di Adamski
    •l’abbandono di Tal
    •la decisione dell’arbitro del superamento del limite di tempo.

    In merito a quanto riportato, le regole FIDE di oggi da considerare sono:

    5.1b. La partita è vinta dal giocatore il cui avversario dichiara di abbandonare. Ciò termina immediatamente la partita.

    6.8 Si considera caduta una bandierina quando l’arbitro rileva il fatto o quando uno qualsiasi dei due giocatori avanza una richiesta valida in questo senso.

    Regola generale e imprescindibile: quando i giocatori sono in zeitnot è fatto obbligo all’arbitro essere presente.
    Lì era presente, anzi ve ne erano due, ma nella concitazione del momento non sono bastati… :mrgreen:

    Malauguratamente chi segnalò la caduta della bandierina non fu l’arbitro o uno dei giocatori.
    Purtroppo è un’antipatica situazione che spesso si ha in torneo, particolarmente nei rapid, con inevitabili strascichi polemici.
    In questi casi la segnalazione, seppur fatta da terzi interessati oppure no, diventa del reclamante e non può essere ignorata, casomai redarguendo o espellendo dall’area del torneo chi è intervenuto.

    Nello specifico, vale 5.1b.

    In merito alle regole in vigore in quel torneo, mi pare di capire che semplicemente non fossero chiare e univoche, quindi ulteriore fattore di confusione.
    Poi, a fronte dei nomi importanti i componenti la commissione di appello, ed eventuali condizionamenti reali o presunti, su cosa fu deciso e se era corretto, doverosamente taccio 😉

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      Jas Fasola 31 Maggio 2012 at 11:06

      Molte grazie per i chiarimenti!
      Quindi oggi verrebbe data la vittoria ad Adamski.
      Ne consegue comunque di portare ai tornei la propria moglie (i singles sono tagliati fuori), in quanto (se prima non si abbandona) puo’ davvero vincere lei la partita!

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        fds 31 Maggio 2012 at 12:57

        Per precisione, oggi verrebbe data la vittoria ad Adamski solo nel caso che l’arbitro non rilevasse subito o affatto la caduta della bandierina.

        Se l’arbitro si accorge della caduta della bandierina e sta per aggiudicare la partita con la tipica frase “tempo” (o qualcosa del genere), e uno dei giocatori si esprime più velocemente dichiarando chiaramente l’abbandono, fa comunque testo la rilevazione dell’arbitro sulla bandierina, seppur non ancora espressa.

        Se invece arrivasse la dichiarazione di abbandono prima che l’arbitro si accorga della caduta della bandierina, vale l’abbandono.

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          Andrea 31 Maggio 2012 at 20:48

          Un dubbio che ho da sempre: partita a tempo lungo, l’arbitro si accorge che ad uno dei giocatori è caduta la bandierina ma i giocatori continuano a giocare senza che nessuno segnali la cosa. L’arbitro può/deve segnalare la fine della partita di sua iniziativa oppure deve aspettare che uno dei due giocatori faccia rilevare quanto successo? Grazie per la delucidazione. Andrea

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            fds 1 Giugno 2012 at 15:35

            Partita a tempo lungo: l’arbitro deve segnalare la caduta della bandierina.

            Partita rapid (se non vi è adeguato controllo: un arbitro al massimo per tre scacchiere) o blitz (se non vi è adeguato controllo: un arbitro per scacchiera): l’arbitro si fa i fatti suoi 😆

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    Yanez 31 Maggio 2012 at 18:04

    Jas… ti prego, per quelli come me poco fluenti col polacco, facci almeno un riassuntino di quello che dice il Maestro, dai 😉

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      Jas Fasola 31 Maggio 2012 at 22:35

      Nella prima parte dell’intervista dice che ha una scuola di scacchi (immagino un gruppetto di bambini/bambine non una vera scuola) e che gioca per un circolo. (dal 1980 al 1990 e’ stato l’allenatore della nazionale juniores)
      Nella seconda parte gli viene chiesta la differenza tra adesso e i suoi tempi e racconta che quando ando’ al campionato mondiale under 20 in Jugoslavia nel 1963 (arrivo’ quinto e la foto sopra fu scattata in quell’occasione) ando’ da solo, senza coach, e senza soldi.

      Un torneo appena fuori Varsavia, con pochi giocatori. Pero’ ho visto solo coppe e non buste… :mrgreen:

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        Jas Fasola 31 Maggio 2012 at 22:42

        chiedo venia ho risentito l’intervista dice “do’ lezioni in una scuola”

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    Mongo 31 Maggio 2012 at 20:02

    Un aneddoto stupendamente raccontato!!
    Complimenti Jas. 😉

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    Massimo Benedetto 31 Maggio 2012 at 20:18

    Mi associo ai complimenti del sig. Mongo.
    Un articolo davvero istruttivo.

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      Jas Fasola 31 Maggio 2012 at 22:38

      Grazie, complimenti anche a Martin per le illustrazioni, sa scegliere davvero bene le immagini ed anche il fermo immagine 😉

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        Ramon 31 Maggio 2012 at 23:56

        Martin fa sapere che ringrazia ma declina ogni merito… tutta gloria del buon Jas! 😉

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    Claudio Tornaboni 6 Giugno 2012 at 16:25

    FDS ha scritto: Partita a tempo lungo: l’arbitro deve segnalare la caduta della bandierina.

    Partita rapid (se non vi è adeguato controllo: un arbitro al massimo per tre scacchiere) o blitz (se non vi è adeguato controllo: un arbitro per scacchiera): l’arbitro si fa i fatti suoi.

    Concordo pienamente! Peraltro credo che qualora si porga la mano all’avversario e si dichiari di abbandonare la dignità personale sia di gran lunga superiore a un punto in classifica.
    Tal avrebbe dovuto ignorare l’osservazione della moglie e accettare il risultato sportivo!

    A.F.Claudio Tornaboni

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      Ferdinand Personne 6 Giugno 2012 at 21:42

      Anch’io mi son posto lo stesso interrogativo e, senza nulla togliere alla grandezza di Tal, in effetti il dubbio è legittimo: come mai da Campione qual era non ha fatto il beau geste che probabilmente tutti si aspettavano (e su cui Pytel pone l’attenzione) e cioè quello di insistere per confermare l’abbandono di una partita che sulla scacchiera aveva evidentemente perso?!?
      L’episodio è narrato in prima persona dallo stesso Tal nel suo meraviglioso libro autobiografico “The Life and Games of Mikhail Tal”. Forse Jas ha modo di attingere ad informazioni più precise, probilmente quelle “di sponda polacca”. In ogni caso l’impressione che si trae leggendo la versione dei fatti riportata da Tal è che egli, da una parte, lasci ricadere la responsabilità (o il merito?) dell’accaduto sul comportamento di Angelina, la moglie, dall’altra invece che ci tenga, non poco, alla vittoria su Adamski che gli valeva, in quel momento la sicurezza del primo posto in testa al torneo ed il primato nel ranking Elo dell’epoca.
      L’impressione, a posteriori, è che comunque la pressione esercitata all’epoca dai vertici politici sui giocatori sovietici fosse davvero forte e tanta cavalleria non fosse facilmente tollerata; ricordiamoci che siamo ad appena due anni di distanza dallo smacco inferto all’orgoglio scacchistico sovietico da un certo Bobby Fischer, nel 1974 appunto campione in carica…
      Interrogativi analoghi mi vengono in mente quando penso a quanto fossero veramente convinti tanti Grandi Maestri sovietici nel momento in cui si trovarono ad appoggiare Karpov (o ad avversare Korchnoj come questi esplicitamente asserisce nel suo interessante libro di memorie) in occasione della sua scalata alla corona mondiale e delle sfide di difesa del ‘titolo del ’78 e dell’81. Lo stesso Tal fu tra i secondi di Karpov, altri firmarono una memorabile lettera di denuncia contro Korchnoj in occasione della sua “defezione” prima in Olanda, poi in Svizzera. Tempi difficili, certo.
      Mah, chissà come si svolsero davvero i fatti a Lublino…

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