illo tempore: Porreca e Anderssen

Scritto da:  | 29 Luglio 2012 | 9 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Italiani, Personaggi, Stranieri

il Maestro Internazionale Giorgio Porreca

SoloScacchi ha pensato di istituire una nuova rubrica (“Illo tempore”), o, più precisamente, di riproporre ai lettori l’estratto di qualche articolo apparso lo scorso secolo nelle apposite rubriche che importanti quotidiani e riviste hanno avuto e a lungo mantenuto (e alcuni editori hanno conservato per parecchi anni questa piacevole consuetudine che rappresentava, per molti di noi, un immancabile e attesissimo appuntamento settimanale).

Oggi, grazie a (o per colpa di?) Internet, tali rubriche sono man mano sparite quasi definitivamente.

Questa nostra iniziativa vuole anche essere un modo per rendere omaggio, grazie al taglio giornalistico e alla narrazione al presente, a personaggi, a maestri e a momenti particolari del mondo degli scacchi, italiano e non, appartenenti ad un passato che adesso ci pare sicuramente abbastanza lontano, ma al quale è sempre opportuno accostarsi con rispetto, passione e curiosità.

Oggi vi presento alcune interessanti considerazioni di Giorgio Porreca introduttive di una partita inopinatamente perduta a Lipsia nel 1877 dal grande vecchio Adolf Anderssen, tratte da una sua rubrica tenuta sul quotidiano “Il Tempo” di Roma negli anni 70. La partita è da lui piacevolmente e brevemente commentata. E’ sempre un piacere leggere il Maestro Porreca e prendere esempio dal suo stile così garbato ma efficace e deciso.

Ma è giunto il momento di lasciare la parola all’indimenticabile Giorgio(interrotta da mie note).

“ … Sono stati più grandi i campioni del passato o del presente? Per rispondere a questa domanda occorre premettere un “distinguo”. Se per grandezza ci si riferisce alla qualità del gioco espresso, non c’è dubbio che le partite di oggi hanno una validità tecnica che i nostri avi ignoravano.

Se facciamo il confronto tra le partite giocate nel torneo di Lipsia del 1877, organizzato in onore del celebre Anderssen e valido quale primo campionato tedesco, e le partite giocate nel recente torneo internazionale di Bad Lauterberg, organizzato dalla Federazione della Repubblica Federale Tedesca per celebrare il centenario di quel campionato, vediamo che il divario tattico-strategico è enorme.

Se per grandezza, invece, ci si riferisce all’etica sportiva, allora i maestri del passato sopravanzavano di una buona spanna i maestri del presente. Tanto per citare un esempio, oggi il campione che sospende una partita può tranquillamente andarsene a letto, perché l’indomani mattina troverà una esauriente analisi dei suoi accompagnatori. Nel secolo scorso un simile atteggiamento era invece assolutamente impensabile al punto che analizzare le partite da solo costituiva un impegno d’onore.

(Ma allora, se questo ragionamento è giusto, hanno avuto ragione gli organizzatori del recente torneo olandese di Amsterdam/Golden Cup, dove è stata ripristinata la “mossa in busta”, torneo che per questo non è stato “omologato” dalla FIDE . Orbene, se “gli accompagnatori” più bravi indirizzavano il risultato di una partita “sospesa”, allora tanto vale tornare alla “ busta”, visto che almeno i programmi di scacchi mettono un po’ tutti sullo stesso piano, più degli “accompagnatori, n.d.r.)

Ma i due tornei tedeschi sopra menzionati forniscono un’ulteriore dimostrazione della grandezza sportiva di ieri.

Bad Lauterberg, oggi (marzo 1977, n.d.r.).

Il magiaro Csom sospende la partita in posizione da vincere contro il campione del mondo (Karpov), ma dopo aver trascorso la serata insieme con l’avversario in fitti conciliaboli, il magiaro riesce a perdere la partita. E poiché anche Portisch a Milano nel 1975 stranamente non riuscì a sconfiggere Karpov in una partita superiore, ecco che i pettegolezzi si sprecano (Karpov vinse entrambi questi tornei, n.d.r.).

Istvan Csom, tanti anni dopo

Lipsia, cento anni fa.

Sarebbe altamente significativo che il vecchio Anderssen diventasse il primo campione della Germania, senonché proprio un giocatore di Lipsia sconfigge, senza volerlo in modo clamorosamente scorretto, il grande maestro (Anderssen aveva già 59 anni, n.d.r.).

A. Anderssen, in una celebre immagine

Rivediamo questa partita dalla conclusione così amaramente ingiusta.

Goering-Anderssen (Siciliana, Lipsia 1877) 1.e4,c5 2.Cf3,e6 3.Cc3,Cc6 4.d4,cxd4 5.Cxd4,a6 6.Ae3,Cf6 7.Ad3,d5 8.exd5,exd5 9.0-0,Ad6 10.Af5,0-0 11.Ag5,Ae5 12.Cce2?,Axh2+! (se ora 13.Rxh2,Axf5 e Cg4+) 13.Rh1,Ac7 14.Dd3,Ce5 15.Dh3,Cg6 16.Axc8,Txc8 17.Cf5,Ab8 18.Ced4,Af4 19.Axf4,Cxf4 20.Dg3,Cg6 21.f4,Ce4 22.Dg4,Df6 23.Tad1,Tfe8 24.Td3,a5 25.Rh2,Da6 26.Tff3,Cf6 27.Dh3,h5 28.Tg3,Cg4+ 29.Txg4,hxg4 30.Dxg4,Txc2! 31.Th3,Tf2 (se ora 32.Dh5,Txg2+!) 32.Rg3,Df1 (non …Txf4 33.Dh5) 33.Th2,Txf4

Posizione dopo 33...Txf4

34.Ce7+,Txe7 (naturalmente si vinceva anche con …Cxe7) 35.Dc8+

E qui il bianco annunciò il matto. “Was? Mich mattstzen?” rispose Anderssen. E con foga giocò 35…Cf8 “Allerdings, Herr Professor!” 36.Dxf8+,Rxf8 37.Th8 matto.

Naturalmente, se Anderssen non avesse smarrito la serenità, avrebbe giocato 35…Te8, vincendo la partita e il torneo …..

(Chissà se e quanto ci rimase davvero male lo stesso Carl Theodor Goering, scacchista e filosofo, già vincitore a Wiesbaden nel 1871,morto suicida due anni dopo il torneo di Lipsia e famoso ancor oggi per una variante della Partita Scozzese che ha preso il suo nome. Il torneo di Lipsia vide il successo di L.Paulsen, 9 punti su 11, pur battuto da Anderssen nello scontro diretto, davanti allo stesso Anderssen e Zukertort staccati di appena mezzo punto. Non per non essere d’accordo con la tesi di Porreca, ma forse parlare durante il gioco non era propriamente il massimo della correttezza… n.d.r.).

(Giorgio Porreca “Scacchi”, 1977)

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a illo tempore: Porreca e Anderssen

  1. avatar
    Ramon 29 Luglio 2012 at 10:30

    Un altro contributo eccezionale da parte del nostro Marramaquís.
    Documenti che altrimenti sarebbero probabilmente destinati a perdersi per sempre… 😎

  2. avatar
    Fabio Lotti 29 Luglio 2012 at 11:05

    Ottima idea questa di “Illo tempore”.

  3. avatar
    Jas Fasola 29 Luglio 2012 at 11:11

    Molto interessante, ma alla fine si sente che manca qualcosa.

    Perche’ non andare oltre l’articolo e dare un’occhiata (con il computer che allora in pratica non c’era) alle “supposizioni” che fa l’Autore (Porreca in questo caso)? Mi sarebbe piaciuto vedere cosa successe nella partita tra Karpov e Csom dopo la busta. Possibilmente anche Karpov-Portisch. Sembra che Anatolj fosse un furfante non un campione…

    Per quanto riguarda l’avversario di Anderssen, all’epoca probabilmente era normale dichiarare il matto, percio’ non ci vedo nulla di male o scorretto (anche se il matto non c’era ma penso il Bianco fosse in buona fede).

    • avatar
      fritzcarraldo 29 Luglio 2012 at 12:04

      Ha ragione Jas.
      Csom aveva un vantaggio determinante alla 49a mossa (+3 e rotti secondo Rybka), per colpa di un paio di gravi errori di Karpov (uno alla 46a mossa),ma poi in una posizione in cui doveva porre attenzione alle (poche) minacce dell’avversario, ha fatto un errore decisivo (49…Cf8?? invece della vincente 49…Cg5) subendo la bella e letale 50.Cf5.
      Insomma, non vedo nessuna furbata di Anatoly….

      • avatar
        Marramaquis 29 Luglio 2012 at 14:21

        Jas non ha solo ragione, ha perfettamente ragione.
        Infatti tra gli scopi di questa rubrica e, credo, dello stesso blog, c’è anche quello di fornire ai lettori (e agli stessi redattori) da un lato un flash da cinegiornale su momenti di scacchi di 40 o 140 anni fa, dall’altro del materiale e una piattaforma base per delle osservazioni e per degli approfondimenti (come ottimamente si vede negli interventi di fritzcarraldo e dello stesso Jas),
        che tengano anche conto del momento storico in cui viveva e scriveva l’autore degli articoli o i personaggi da lui stesso richiamati.

        Il compito del redattore di oggi (almeno di quello di questa rubrica, cioè il mio compito), però, non è tanto quello di scovare una qualsiasi “verità” (che di norma rimarrà per sempre nelle menti dei protagonisti), quanto semplicemente quello di porre l’accento e di far riflettere su fatti, usanze e interpretazioni del gioco e del confronto davanti e dietro la scacchiera (e sui giornali) che variano e si modificano e si ribaltano col passare degli anni.
        Tutto ciò, possibilmente, senza voler per forza arrivare a personali e parziali conclusioni, che rischierebbero di far torto a qualcuno dei protagonisti di questo spazio (in questo caso agli ottimi Porreca, Karpov, Csom, Goering ecc…;) e alla liceità e onestà dei loro giudizi e comportamenti.

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          Jas Fasola 29 Luglio 2012 at 15:01

          Non sono d’accordo, caro Marramaquis :mrgreen: (forse perche’ preferisco i cani ai gatti… 😆 ).

          Pochi lettori mettono qui post, senz’altro molti di loro sono alle prime armi o comunque non se la sentono. Altri forse leggono l’articolo e neanche guardano i post. Alcuni poi benedicono sempre 😆

          Non ho niente in contrario che il Redattore faccia riflettere, magari in fondo all’articolo. Potrebbe essere di stimolo alla discussione. Se invece nulla dice il Lettore potrebbe pensare che l’articolo in questione rappresenti senza alcun dubbio la realta’, anche quando non e’ cosi’.

          Non c’e’ nulla di male nel dubitare e anche criticare (con qualche ragione) quello che hanno scritto i nostri storici Porreca, Paoli, etc.
          Mi piace ricordare come Dvoretsky analizzando e demolendo le analisi di Nunn scrisse ringraziandolo delle sue analisi, che comunque lo avevano aiutato molto.

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            Marramaquis 29 Luglio 2012 at 18:39

            Mi dispiace, Jas, ma è chiaro che ognuno rimane qui delle proprie idee, animali a parte.
            Con queste mie succinte e leggere “rievocazioni storiche” poco sento compatibili le analisi, gli errori, le certezze, le soluzioni, Nunn o altri.

            Il fatto di riportare (tra le virgolette) le parole dei nostri storici e commentatori non deve significare, per me, né stare sempre dalla loro parte, né stare da un’altra, né non voler mai dubitare, né voler per forza dubitare.

            E’ evidente come il trascorrere dei decenni, il sopraggiungere di testimonianze, l’affermarsi di nuove tecnologie possano mettere tante cose in dubbio, perfino ribaltare verità prima riconosciute da tutti.
            Non è questo lo scopo che intendo propormi con la rubrica “illo tempore”.

            Le mie personali note non mancano e non mancheranno mai nelle prossime puntate, ma il mio primo intendimento non è quello di sottoporre a revisione o rivisitazione tutte le osservazioni, le conclusioni e le opinioni di chi andrò citando.
            E la verità sovente non ha neppure una sola faccia.

            Il tipo di approccio che a te piace porterebbe troppo lontano, non sempre probabilmente a conclusioni definitive e condivisibili, e non rientra pertanto nello spirito principale di questa mia rubrica.
            Potrà farlo di più il lettore, se gli piacerà intervenire, o altri redattori (ben volentieri), magari a mezzo di altre e diverse rubriche o di singoli articoli.

  4. avatar
    Luca Monti 29 Luglio 2012 at 12:11

    Nelle rubriche scacchistiche presenti nei quotidiani, nei loro
    allegati,si trovavano tantissime notizie che ,vuoi per mancanza di
    spazio o che altro, non trovavano voce nelle riviste istituzionali.Tra le diverse,io ricordo con piacere e nostalgia,
    quella di Roberto Messa per Il Giornale di Brescia.Essendo per ramo materno della Leonessa D’Italia,con uno zio lettore del
    quotidiano,mi era semplice la consultazione. É una disdetta che molte di quelle rubriche siano state soppresse per la crisi che
    investì l’editoria. Alla pari di chi mi ha preceduto, lodo l’iniziativa di Marramaquis.

  5. avatar
    alfiepa 21 Agosto 2012 at 20:41

    per quanto riguarda la partita Portisch – Karpov nel torneo di Milano 75 ero presente . Portisch sacrifico’ un alfiere in g6 al termine di un bellissimo attacco . a questa mossa non fece seguire , come tutti si aspettavano Te6 con attacco al pedone g6 . dopo la 40 mossa il palco fu invaso da fior di GM ( petrosjan , ljuboievic ,il piu’ accanito, Ostojic e altri) Paoli suggeri’ la mossa piu’ ragionevole per il nero ma nessuno li’ l’ per li’ trovò la variante vincente per il bianco . le analisi proseguirono per gran parte della notte e i due si accordarono nella posizione sospesa per la patta . Mi racconto’ Paoli che fu Karpov a svegliarlo alle tre con la sua inconfondibile vocina per dire ” nichia” . in realtà una via per la vittoria c’era e fu scoperta , mi sembra , dal maestro Anceschi e pubblicata sulla Italia scachistica mi sembra nel mese di Ottobre 75 ( non trovo il fascicolo). Francamente non vidi nessuna manovra men che chiara e un signore come Portisch mai si sarebbe prestato a un aggiustamento ( a che pro poi? rinunciare a una possibile vittoria nel piu’ forte torneo finoad allora organizzato ? avesse vinto quella partita avrebbero proseguito con degli spareggi credo o addirittura Portisch avrebbe vinto tout court il torneo in quanto vincitore del torneo preliminare a 12) . E certo Karpov non avrebbe mai avuto bisogno di regali simili .

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