Boni, state boni, lasciatemi incominciare…
Spinto da Marramaquís ( vedi commento ad un suo stesso articolo qui ) devo cimentarmi con un elogio che non mi costa troppa fatica, perché esalto una delle caratteristiche che mi appartengono: la pigrizia.
Va bene, lo faccio con un certo sforzo, essendo nato addirittura il 1 maggio, festa dei lavoratori, però con un pizzico di inusitata energia.
Dante i pigri proprio non li sopporta. Troppo lenti nel pentimento e dunque meglio infilarli nell’Antipurgatorio ad attendere un tempo pari alla loro vita. Se poi sono pure ignavi, incapaci di commettere il bene e il male, allora eccoli all’Inferno tra mosconi, vespe e vermi dietro ad un’insegna che corre velocissima e gira su se stessa. “Non ragioniam di lor ma guarda e passa” dice a Virgilio.
Anche le filastrocche ce l’hanno con la pigrizia:
La pigrizia andò al mercato
e un cavolo comprò,
mezzogiorno era suonato
quando a casa ritornò.
Mise l’acqua, accese il fuoco
si sedette, riposò.
Ed intanto, a poco a poco,
anche il sole tramontò.
Così, persa ormai la lena,
sola al buio ella restò
ed a letto senza cena
la meschina se ne andò.
[Ma ci sono anche altri punti di vista, come per esempio quello di Savino Metta…]
Io però non sono mica tanto d’accordo, sia con Dante [sia con Savino] che con le filastrocche. Prima di tutto ci vorrebbe un po’ più di rispetto per noi pigroni (ovvia!). Poi, nella vita comune la pigrizia fa comodo ad una società impazzita per il movimento, per lo sculettar di chiappe, per l’ansia che ti strozza. Il pigro rilassa, calma, addolcisce. E se una volta si va a letto senza cena fa pure bene alla salute.
A scacchi la pigrizia, devo essere sincero, può presentare una doppia faccia. Se continui sempre sui soliti sentieri per non sprecar fatica ti possono fregare con una semplice novità che scombussola il tuo gioco. Oppure può diventare un’ancora di salvezza. Stai per crearla tu una novità, la classica stronzata che perde in due mosse, ma ecco la pigrizia a farti rimanere tranquillo nelle linee conosciute e a salvarti il culo.
Il pigro, sempre a scacchi, suscita una reazione opposta che nella vita. Qui non ti rasserena per niente, anzi ti stressa con le sue ponzate lunghe un chilometro, ti mette in ambascia, ti instilla ansia. Tu pensi che stia per preparare chissà quali diabolici piani, quali astuti trabocchetti e intanto l’agitazione aumenta, ecco spuntare i dubbi, gli assilli “Perché non muove?”, “Che cosa starà architettando?”, tanto da lasciarti avvolgere da una subdola ragnatela di incertezze che ti porta alla sconfitta. Ma lui non architettava proprio niente. Era solo pigro.
E allora…
W la pigrizia!!!
Consiglio la lettura di ‘Il diritto alla pigrizia’ di Paul Lafargue, Massari editovorore.
“Una strana follia si è impadronita delle classi lavoratrici nelle nazioni ove regna la civiltà capitalistica… Questa follia è l’amore per il lavoro, … In essa, il lavoro è la causa di ogni degenerazione intellettuale, di ogni deformazione organica.”
Sia lode alla pigrizia.
Simpatico. Ma ora non vorrei che il veicolo con targa “Lotti” ci prendesse troppo gusto e che, per risparmiare carburante, pensasse di farsi trainare da quattro cani da slitta, poverini.
Se così fosse, ecco che dovremmo aspettarci da Fabio un “Elogio dell’avarizia”.
Certo se continuate a pungolarmi non si finisce più… 🙂
Aspetto con ansia le poesie di Zenone e Paolo.
La pigrizia
Ma che barba, ma che noia,
stavo fermo sul divano
a guardare, senza gioia,
il “portatile” che ho in mano
quando ho letto, stancamente,
in sto’ pomeriggio estivo,
questo elogio del Saccente
che mi pungola sul vivo.
Mamma mia che scocciatura,
che fatica disarmante,
dover batter ‘sta bruttura
quando s’ozia seriamente!
Ho pensato a Marramaquis
a tutti gli altri e a Mongo
che non san che Lotti è lì
a elogiare fino in fondo.
Sono sfatto da Caronte,
da Lucifero bruciato,
forse sono solo matto
ma Beatrice ho sognato.
Orta basta sono stanco,
ho dovuto, che mestizia,
io rispondere financo
a questo elogio alla pigrizia!
Zenone
Sono sempre più convinto che queste poesie andrebbero raccolte in una rubrica a parte. Sto ancora ridendo… 🙂
Ciao Lotti, la verità è che i tuoi pezzi sono sempre stimolanti e divertenti!
Sono dei pezzetti leggeretti per cercare di far sorridere.
Questa volta mi sa che Paolo si arrenda!