Pungolato ancora una volta da Marramaquís (qui il suo commento), eccomi di nuovo a voi…
L’avarizia si trova dappertutto. Nella realtà e nella finzione letteraria che a volte prende in prestito la realtà. Già c’è l’Avaro di Moliere e quello di Goldoni a ricordarcelo papale, papale. Poi altri eccellenti scrittori greci e romani fino ad arrivare al solito Dante che non vede l’ora di scaraventare qualche peccatore all’inferno. Il suo. E qui, più precisamente nel quarto cerchio (canto VII), gli avari sono, insieme a quelli che hanno buttato il denaro dalla finestra, a rotolar massi imponenti che non vogliono mai arrivare in cima al doloroso percorso. E se non ci fossero le illuminanti scritture (pure quella Sacra), c’è il nostro Paperon de’ Paperoni (ricalcato sul personaggio di un’opera di Dickens) a ricordarci il valore inestimabile di un cent.
Ma l’avarizia esiste negli scacchi? Certo che esiste (altrimenti non avrei potuto scrivere questo elogio). Il giocatore avaro è lì che non ti dà niente, nemmeno se si profila un matto in una mossa. Tutto chiuso, tutto coperto, tutto arrotolato in se stesso, sbuffa quando c’è da cambiare qualche pedone, figuriamoci i pezzi. All’avaro non interessa il frutto benefico di un futuro più o meno prossimo, che si può ricavare da uno scambio in perdita momentanea, che so un pezzo per un pedone. Non ci pensa nemmeno. Lui è lì per accumulare, per arraffare tutto e subito. Se poi, dopo il cambio fruttuoso prende matto gliene importa assai. E noi, che non siamo avari (ma sarà vero?) a fine partita gli regaliamo pure la scacchiera con tutti i pezzi e lo abbracciamo come un fratello che non si vedeva da vent’anni.
Dunque…
W l’Avarizia!!!
… Crepi l’avarizia… e questa sera al circolo: girandola di sacrifici!! 😉
Ottima idea, Mongo. Sacrificare, tra l’altro, è una bella scusa per una eventuale sconfitta… 🙂
Il nostro dirompente Lotti proprio non si concede limiti. Vedrete che un giorno o l’altro sarà capace di sfornarci finanche un “Elogio della … calvizia”!
E questa è dura riportarla al gioco degli scacchi. Ci penserò sopra ma mi sa che mi arrendo… 🙂
Scommetto almeno metà dei miei punti Elo che non sarà così.
Elogio all’avarizia
Malgrado la mestizia
che coglie ‘sto momento
già vinco la pigrizia
pel proverbial cimento.
Gli scacchi son’immuni
dal tal mortal peccato
ma siam proprio sicuri?
Qualcosa c’è sfuggito!
Chi non vuol sacrificar
e dei gambetti diffida
non può però sperar
di vincer la partita.
Eppur tal giocatore,
che non morde o rischia,
cerca il suo valore
uscendo dalla mischia.
Capite quel che dico:
non v’è giammai letizia
nel non rischiar un poco
per giocar con avarizia!
Zenone
Grande!… 🙂