Un po’ d’Islam ad Albano Laziale

Scritto da:  | 28 Dicembre 2012 | 5 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Scacchi e collezionismo

Ad Albano Laziale, in provincia di Roma, un’accurata indagine effettuata dal Museo Civico[1], a seguito della frana di un tratto della via Castro Partico ed ai lavori di consolidamento per il ripristino della viabilità, mise in luce la porzione più bassa delle mura di recinzione, l’area antistante la Porta Principalis Sinistra dei Castra Albana, l’accampamento romano fortificato fatto costruire dall’imperatore Settimio Severo (146-211 d. C.) a difesa della vicina Roma intorno al 202 d. C. per i soldati della Seconda Legione Partica[2], e la sua complessa articolazione archeologica (quattro o cinque fasi di occupazione) dove, a seguito degli scavi archeologici del giugno 1996, furono casualmente rinvenuti (nello strato di età medievale) quattro piccoli oggetti palesemente noti come scacchi “islamici” dalle caratteristiche forme molto comuni per oltre cinque secoli, fino a quando ebbe inizio la trasformazione voluta dagli europei verso forme più slanciate e consone al gusto del giocatore del nostro continente, confermando quanto già conosciuto dagli storici degli scacchi.

La notizia rimase all’interno del mondo accademico fino al 2007[3] quando i 4 antichi pezzi di scacchi in osso furono presentati al mondo scacchistico.

Forme, dimensioni e principali dettagli

Pezzo

Altezza

(cm.)

Base

Diametro

(cm.)

Cerchietti

Lineette

Tracce

di “colore”

Donna o Re ?

3,4

Circolare

3,3

Piccoli

No

Si

Alfiere

3,3

Circolare

3

Piccoli

No

Si

Torre

3,6

Esagonale

3,5 x 2,7

Grandi

Si

No

Alfiere o Cavallo ?

4

Circolare

2,9

Grandi

Si

No

DONNA o RE ?

Pezzo a forma cilindrica dalla superficie consunta con una profonda tacca nella parte superiore e tre righe circolari incise orizzontali parallele, sia sulla base di appoggio che sulla parte superiore, che racchiudono numerose decorazioni di piccoli cerchietti in gruppo presenti tutt’attorno al pezzo; al suo interno un grande vuoto dall’evidente porosità nel quale è perfettamente inserito un’appuntito cuneo sfaccettato con l’estremità piatta decorata da cinque cerchietti incisi.

Al tempo della Persia antica[4] gli antichi pezzi “Shah” e “Mask i aparzen” (che al tempo degli arabi divennero Farzen e Visir) hanno simboleggiato, rispettivamente, il monarca (Re) e la “Tenda del comando” (Donna) e questo è sicuramente un pezzo nobiliare; risulta molto difficile stabilire quale dei due sia ma il piccolo cuneo, più un tappo a raso che un pomolo sporgente, ci suggerisce che questo pezzo sia un’antica Donna, piuttosto che un antico Re.

 

ALFIERE

Pezzo di forma cilindrica arrotondata abbastanza integro ma dalla superficie consunta è decorato alla base da tre linee incise orizzontali parallele e da gruppi di cerchietti disposti simmetricamente. Presenta il classico profondo taglio tra le due protuberanze superiori a stilizzare le zanne dell’elefante, componente abituale dell’antico gioco orientale e del tutto estraneo alla mentalità del giocatore europeo, che col tempo diventeranno, con il loro completo avvicinarsi, la nota forma della mitria vescovile (alfiere in inglese si dice bishop, cioè vescovo).

 

TORRE

Pezzo integro con superficie levigata quasi lucente, dalla sezione esagonale con l’estremità superiore biconvessa, decorato alla base da tre linee incise orizzontali parallele e da cerchietti incisi collegati da linee verticali ed oblique.

È con assoluta certezza un’antica Torre dall’inconfondibile forma con la spaccatura bicuspidata verso l’alto che simboleggiava l’antico carro da guerra utilizzato almeno fino a tutto l’VIII secolo come mezzo bellico di minore importanza che nel Medioevo ha portato gli europei a rappresentarlo unicamente come un Rocco italiano (dal Rochus latino, derivato dall’arabo-persiano Ruhk) dalla forma ben visibile, sia nei pezzi lignei di Villa Villoresi (Colonnata di Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze), tra i quali ci sono ben sei torri (tre bianche e tre nere), che nelle splendide miniature del “Libro de Ajedrez, Dados y Tablas” di Alfonso X detto Il Saggio.

 

 

(Immagine tratta da http://almogavares.foros.ws/t1804/juegos-medievales/)

 

ALFIERE o CAVALLO ?

Pezzo integro dalla superficie levigata quasi lucida, dalla sezione circolare e decorato alla base da tre linee incise orizzontali parallele e sul corpo da cerchietti incisi collegati tra loro da linee oblique e verticali. Alla sommità del pezzo sono presenti due protuberanze e sul retro un lungo cordolo centrale decorato.

Per via delle due sporgenze superiori, realizzate per mezzo di un taglio centrale, parrebbe quasi sicuramente un Alfiere, ma la presenza sul retro di un non comune e rifinito “cordolo” centrale che inizia nella parte superiore ed arriva fin quasi alla base del pezzo, potrebbe verosimilmente indicare la “criniera” stilizzata di un Cavallo; forse non è un caso che sul retro di  tutti e tre i cavalli dei pezzi di Venafro è presente una non comune “grezza sporgenza”. Gli antichi Fil (Alfiere) e Asp (Cavallo) per molti secoli vennero realizzati, per motivi di ordine pratico-costruttivo, con la forma molto simile tranne qualche piccolo particolare (in genere, appunto, una o due protuberanze).

È il più bello ed originale dei quattro pezzi; le sue decorazioni sono costituite da cerchietti singoli; alcuni collegati, al pari della Torre, da sottili lineette che ne migliorano l’aspetto già di per se molto elegante.

 

Ipotesi di datazione

In aggiunta ai dubbi già esposti sull’esatta tipologia di alcuni pezzi, resta da stabilire una appropriata datazione: per foggia islamica, materiale osseo e dimensioni ma, soprattutto, per le decorazioni ad “occhi circolari”, indizi importanti, generalmente considerate innovazioni di carattere europeo ed assenti in molti dei pezzi di produzione “islamica”, crediamo si possano meglio datare dal XII al XIII secolo, più difficilmente al X-XI secolo[5].

Saranno esposti a Venafro, in provincia di Isernia, fino alla metà del 2013 in ottima compagnia dei famosi 18 pezzi di Venafro (presentati in Molise per la prima volta!) e dei 3 pezzi del Castello di Avella (resi disponibili dalla Soprintendenza di Salerno) nella sezione – “La presenza araba a Venafro tra IX e X secolo, il gioco degli scacchi e la sua simbologia” all’interno dell’interessante mostra “Splendori del Medioevo. L’abbazia di San Vincenzo al Volturno al tempo di Carlo Magno”. Poi torneranno ad Albano Laziale, nella vetrina 66 del piano inferiore della Sala XVIII della Sezione Medievale-Rinascimentale, nel Museo Civico di Villa Ferrajoli.

Bibliografia:

Cassano R. – Gizzi T., Antichi pezzi di scacchi rinvenuti ad Albano: contributo alla storia ed evoluzione degli scacchi, pp. 39-51 in Documenta Albana, 27, II, febbraio 2007


[1] I risultati preliminari dello scavo, condotto dal Museo Civico di Albano con la supervisione della Soprintendenza Archeologica del Lazio, furono pubblicati, insieme alla prima notizia del ritrovamento degli scacchi, in Chiarucci, P. Porta Principalis dei Castra Albana, Documenta Albana II serie n. 14-15, 1996 pag.71-86

[2] L’accampamento della superficie di oltre 10 ettari (circa m. 435 x 232), situato nei pressi del XV miglio sulla sinistra della Via Appia nel territorio della mitica Albalonga (XI-XVII secolo a. C.), si trova nel territorio del Comune di Albano Laziale, ed ha ospitato per un’ottantina d’anni fino a 6000 fedelissimi soldati che avevano combattuto valorosamente contro i Parti, in Mesopotamia.

[3] R. Cassano, I quattro antichi pezzi degli scacchi del Museo Civico di Albano, L’Italia Scacchistica, 1193. giugno 2007

[4] Con il termine Persia (dal 21.3.1935 è l’attuale Iran), gli uomini che vi abitavano nell’antichità intendevano l’area entro i confini di Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghzistan. (Wiesehofer, 1999, pag. 9).

[5] Datazione confortata anche dall’eccezionale ritrovamento di Sandomierz, comune nel sud-est della Polonia: 28 pezzi di scacchi ritrovati in una casa di legno risalente tra la fine dell’XI e la prima metà del XII secolo.

avatar Scritto da: Tamerlano (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Un po’ d’Islam ad Albano Laziale

  1. avatar
    Luca Monti. 28 Dicembre 2012 at 13:26

    Lode alle persone come Tamerlano che si sforzano di cogliere la storia che sta’ dentro e dietro quanto ci circonda.

  2. avatar
    Mongo 28 Dicembre 2012 at 15:32

    Grande lavoro, meritevole di ben altri palcoscenici.

  3. avatar
    paolo bagnoli 28 Dicembre 2012 at 16:33

    Documentatissimo, impeccabile, interessantissimo

  4. avatar
    Tamerlano 2 Gennaio 2013 at 10:55

    Buon 2013 a tutti e scusate il (lieve) ritardo.

    Grazie per i (tanti) complimenti all’articolo che è piaciuto e… arrivederci al prossimo 😉

  5. avatar
    Paolo Peduto 19 Febbraio 2017 at 09:49

    Alcune pedine di scacchi simili sono stati rinvenuti durante gli scavi del castello di Lagopesole in Basilicata, ora sono esposti nell’antiquariuim del castello.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Ultimi commenti

Problema di oggi