ipermoderni?

Scritto da:  | 6 Aprile 2013 | 31 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità
 ipermoderni
 
Se la memoria non mi inganna, Réti pubblicò il suo Die neuen Ideen im Schachspiel nel 1922 ed il testo di Tartakower Die hypermoderne Schachpartie vide la luce due anni più tardi. Se vogliamo aggiungere il Mein System, va bene, facciamo pure (anche se il testo di Nimzovich tratta in gran parte del gioco posizionale).
Quanto sopra non sta a significare che quanto scritto dagli illustri citati costituisse una novità assoluta, e la frase riportata da Reinfeld ed attribuita al salace Teichmann (“Innanzitutto non esiste una ‘scuola ipermoderna’, ed in secondo luogo Nimzovitsch ne è il fondatore”) fa sorridere ma può confondere le idee.
Vediamo di chiarirle (o di confonderle vieppiù…) con un breve panorama di partite giocate prima della “fondazione” della suddetta scuola.
Il 12 febbraio 1915 (la data!) il grande Capablanca tenne una simultanea presso l’Auditorium del Brooklyn Daily Eagle, col risultato finale di +48 =12 -5 . Uno dei cinque che riuscì a battere il cubano fu tale Max Wolfson ; vediamo in che modo.
Capablanca – Wolfson : 1. d4 e6  2. c4 b6  3. e4 Ab7  4. Cc3 Cf6  5. Ad3 Ab4  6. De2 d6  7. f4 De7  8. Cf3 c5  9. d5 A:c3+  10. b:c3 Ca6
Posizione dopo 10...Ca6

Posizione dopo 10…Ca6

(non vi sembra di essere già immersi nell’ipermodernismo?)
11. e5 Cd7  12. d:e6 D:e6  13. f5 De7  14. e6 f:e6  15. f:e6 Cf6  16. Cg5  0-0-0  17. Cf7 A:g2  18. Tg1 Af3  19. D:f3 D:e6+  20. Rd1 D:f7  21. Da8+ Cb8  22. Af5+ Cd7  23. Ae4 Ce5  24. Ad5 Dd7  25. a4 Cc6  26. a5 C:a5  27. T:a5 b:a5  28. Af4 Tde8  29. Rc1 Te7  30. Rb2 The8  31. Ag3 Te2+  32. Ra3 T8e3  33. Tc1 Td3  34. Ae1 Tde3  35. Tb1 Ta2+!!  36. R:a2 Da4+ , il Bianco abbandona.

“Molto bello” fu il lapidario commento di Capablanca, mentre Irving Chernev, sessant’anni dopo, commentò: “Uno studente liceale vinse grazie ad alcune idee di Nimzovitsch che a quel tempo erano nuove per il mondo scacchistico, e probabilmente anche per Nimzovitsch”.
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Se andiamo indietro di un annetto (16 gennaio 1914: la data!) troviamo una partita giocata da due forti scacchisti di quel periodo. Siamo a San Pietroburgo (poi Leningrado, poi ancora San Pietroburgo) al Torneo Panrusso.
Flamberg – Levitski : 1. d4 Cf6  2. Cf3 b6  3. g3 Ab7  4. Ag2 e6  5. 0-0 Ae7  6. b3 0-0  7. Ab2 d6
Posizione dopo 7...d6

Posizione dopo 7…d6

(doppio fianchetto in pieno stile ipermoderno)
8. c4 Cbd7  9. Cbd2 c5  10. Ce1 Dc7  11. Tc1 A:g2  12. C:g2 Db7  13. Ce3 c:D4&nb sp; 14. A:D4 Cc5  15. Dc2 Cce4  16. C:e4 C:e4  17. Db2 e5
Posizione dopo 17...e5

Posizione dopo 17…e5

(le Regine sulle grandi diagonali!)
18. Ac3 Ag5  19. f4 e:f4  20. g:f4 Af6  21. A:f6 C:f6  22. Tcd1 De4  23. Tf3 Ch5  24. Cd5 Tae8  25. Rf2 Df5  26. Tg1 f6  27. Db1 Dc8  28. Dd3 f5  29. Dc3 Rh8  30. Th3 Cf6  31. T:g7! R:g7  32. Tg3+ Rh6  33. C:f6 Te6  34. Tg5 Dc5+  35. Rf1 Te3  36. Cg4+ f:g4  37. Dg7 matto.

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Proseguendo nel nostro cammino a ritroso nel tempo, troviamo la partita seguente:
1. d4 Cf6  2. c4 g6  3. Cc3 d5
Posizione dopo 3...d5

Posizione dopo 3…d5

(una Grunfeld ante litteram)
4. e3 Ag7  5. Cf3 0-0  6. c:D5 C:D5  7. Ae2 C:c3  8. b:c3 c5  9. 0-0 c:D4  10. c:D4 Cc6  11. Ab2 Ag4  12. Tc1 Tc8  13. Aa3 Da5 
Posizione dopo 13...Da5

Posizione dopo 13…Da5

(velleitaria)
14. Db3 Tfe8  15. Tc5 Db6  16. Tb5 Dd8
Posizione dopo 16...Dd8

Posizione dopo 16…Dd8

(il Nero ha perso la bussola e il Bianco lo punisce)
17. Cg5! A;e2  18. C:f7 Ca5 e il Bianco annuncia matto in tre (il più classico degli affogati).

John Cochrane

John Cochrane

Ebbene, questa partita venne giocata nientepopodimeno che nel 1855 tra Cochrane e Moheschunder, e Steinitz la commentò sul Field il 6 giugno 1874.

Sicuramente Staunton ed in certa misura anche Paulsen ebbero intuizioni ipermoderne, mentre un personaggio al di sopra di ogni sospetto, Blackburne, ebbe diversi “lampi” di ipermodernismo (ricordo che Blackburne, il cui stile discendeva in linea diretta da quello di Morphy, si dirigeva sempre verso giochi aperti). Tre anni prima della nascita di Nimzovic (Torneo di Londra 1883) giocò una Nimzoindiana, ed il suo pseudo-ipermodernismo toccò l’apice nel  1914 a San Pietroburgo quando, proprio contro Nimzovic, aprì con 1. e3 per proseguire, dopo la risposta 1. … d6 , con 2. f4 (vincendo). Nel corso dello stesso torneo, giocando col Nero contro Gunsberg, dopo 1. e3 dell’avversario, proseguì con l’impianto 1…g6 , seguito da … Ag7, … d6, … e6, … Ce7, e … 0-0 . Voglio credere che a quanto sopra non fosse estraneo il suo senso dell’umorismo.
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Per concludere, riporto un breve articolo apparso sulla British Chess Magazine dell’agosto 1926 (in piena bagarre sull’ipermodernismo scacchistico).
La Stratégie di giugno contiene un articolo sulla “partita ipermoderna” nel quale l’estensore, il comandante Rey di Tolone, attribuisce l’invenzione della partita pre-ipermoderna , come lui la definisce, a Staunton nel 1843, quando egli giocò il suo grande match contro Saint-Amant.
Avendo in precedenza perduto contro questo avversario un match informale, egli elaborò a porte chiuse ed in compagnia di fortissimi giocatori come Cochrane, Popert, ecc. le aperture che aveva intenzione di adottare nel secondo incontro. Saint-Amant, nel frattempo, secondo il comandante Rey, “continuò a vendere i suoi vini”. Le insolite aperture adottate da Staunton furono le fondamenta dei successivi “scacchi ipermoderni”.
Rimangono interessanti, inoltre, le osservazioni fatte in proposito (ed in piena bagarre anche in questo caso)da  personaggi uno dei quali è a noi molto vicino: Carlo Salvioli. Nel numero di Febbraio 1926 quest’ultimo esprimeva seri dubbi sul contenuto “rivoluzionario” dell’ipermodernismo scacchistico, seguendo in tal modo le idee espresse qualche mese prima da Bora Kostic sulla rivista di Kagan. Kostic scriveva: “Secondo me il termine ‘gioco ipermoderno’ non è altro che una definizione vuota e priva di senso”.
Last but not least, leggiamo quanto scrisse in proposito il grande Frank Marshall nel 1928: “Il cosiddetto stile ipermoderno (…) è la tendenza da parte di molti dei maggiori Maestri ad adottare uno stile di gioco estremamente chiuso, che comporta il forte desiderio da parte di entrambi i giocatori di evitare accuratamente di correre il pur minimo rischio”.
Et de hoc satis.
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avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


31 Commenti a ipermoderni?

  1. avatar
    Luca Monti 6 Aprile 2013 at 13:20

    Dunque a giudizio di Frank Marshall lo stile ipermoderno nasceva da una sorta di
    reazione ad evitare rischiose complicazioni. L’affermazione, a mio parere, è un po’
    bislacca. Se tra i padri presunti, come Bagnoli osserva, contemplassimo Riccardo Reti,
    Aaron Nimzovic e Xavier Tartakover, giocatori che certo non detestavano le complicazioni in partita, anzi, la debolezza della argomentazione del campione americano pare lampante. É anche vero che alcune aperture (ma per quello che capisco
    l’ipermodernismo andò oltre lo sviluppo di quella fase iniziale delle partite) si
    videro anche in precedenza. Forse il merito di quella “scuola”, fu di raccogliere ed
    elaborare, diciamo con un qualche criterio di scientificità o sistematicità, i bagliori
    e le intuizioni apparse talvolta in passato. Ecco, io credo che in questo stia il merito maggiore. Grazie a Bagnoli .

  2. avatar
    alfredo 6 Aprile 2013 at 13:44

    è interessante notare che proprio in quegli anni avvenivano alcune delle piu’ importanti rivoluzioni scientifiche del secolo
    cito solo la relatività ( in realtà gli articoli fondamentali di Enstein furono del 1905 ma già intorno al 1915 si iniziarono ad avere le prime conferme sperimentali) ,la psicanalisi , la letteratura ( penso a Schnitzler prima e a joyce poi )
    e tutte nello stesso humus culturale , quello della finis austriae magstralmente descritto da Claudio Magris (anche joyce in quegli anni si trovava a Trieste
    dove intraprese tra i primi un perorso psicanalitico )
    mi tengo assolutamente lontano da ogni semplificazione ❗ ma si
    puo’ in qualche modo pensare che lo spirito dei tempi , il fermento , la novità , si siano potuti trasmettere in qalche modo anche agli scacchi ?
    molte di queste rivoluzioni poi furono opera di ebrei ( il famoso , assurdo ” dilemma ” tra il gioco classico e quello speculativo degli ” ebrei” ) e di persone culturalmente di assoluto livello ( cito solo il caso di Reti , ottimo matematico) che sicuramente non ignoravano quello che stava succedendo loro intorno .
    in fondo noi in questi anni abbiamo assistito a un’altra grande rivoluzione . quella informatica .
    e non si puo’ dire che questa non abbia influito , sotto molti aspetti , sul nostro gioco . dalla quantità di informazioni a disposizione di ogni giocatore al cd ” cheating ” . solo 20 anni fa il GM Speelman si ” vantava della sua biblioteca scacchistica omposta da 600 volumi ( certo meno di quelli di Martin Eden) . oggi qualsiasi principiante puo’ avere facilmente a disposizione piu’ materiale di lui .
    per ora de hoc satis

  3. avatar
    Marramaquis 6 Aprile 2013 at 14:55

    Inesauribile Bagnoli! E buona idea aver scelto una partita del bravissimo giocatore di Varsavia Alexander Flamberg.

    • avatar
      alfredo 6 Aprile 2013 at 18:30

      beh il testimone di Flamberg è stato ora preso da un altro giocatore di Varsavia , Jas Fasola Conoscete ?
      ci sono moti giocatori non conosciuti ma di assoluto valore e originalità
      tempo fa , io che non sono un giocatore attivo parlando con un maestro ( ! ) scoprii che non sapeva assolutamente chi fosse stato Rjumin . Uno che se non fosse morto molto giovane dopo essere stato tormentato dalla malattia per anni ( TBC credo) sarebe stato sicuramente uno dei grandissimi degli anni 30 – 40.
      recentemente ho tenuto una conferenza con due amici fisici su ettore majorana . quando lessi il libro ” la scomparsa di Majorana ” (einaudi 75) venni molto colpito da una frase di Sciascia . Majorana era stato molto colpito dalla personalità di Heisenberg. Sciascia scrisse ” Heisenerg inseriva la ricerca scientifica in un ampio e drammatico sistema di pensiero. Era , per dirla banalmente , un filosofo” . Questo fu il motivo per cui Majorana non “legò” con Fermi , un genio come lui e Heisenberg ma soprattutto un tecnologo avulso da ogni considerazione etica, morale , filosofica.
      ecco io penso che anche gli scacchi debbano essere sempre inseriti in un sistema di pensiero piu’ vasto . Oggi è stato citato Reti . Ebbene nell’ultimo libro sulla geometria di Piergiorgio Odifreddi il piu’ famoso studio di Reti viene citato come una opera d’arte ” geometrica ” contemporanea assieme a Picasso, Pollock , Gehry e tanti altri artisti .

      • avatar
        Jas Fasola 6 Aprile 2013 at 19:48

        ho cercato qui sotto dove sono riportati i punteggi elo dei migliori scacchisti polacchi (dopo i punteggi assoluti), non ho avuto difficoltà a trovare Fleming con i suoi 2480 all’ottavo posto pre-1970 ma Jas proprio non c’e’ 🙁
        http://pl.wikipedia.org/wiki/Ranking_szachowy

        • avatar
          alfredo 6 Aprile 2013 at 19:54

          deve essere un refuso
          ma hai provato a guardare sopra i 2700 ?

          • avatar
            alfredo 6 Aprile 2013 at 19:56

            Fleming però era o quello della penicillina o quello di 007?? 😉

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    paolo bagnoli 6 Aprile 2013 at 16:02

    D’accordissimo con Alfredo. Ogni evoluzione del pensiero scientifico e filosofico trascina con sè una corrispondente evoluzione sociale e culturale. C’è chi arriva con lieve ritardo; gli scacchi, ad esempio, con il loro ipermodernismo, non hanno fatto altro che inserirsi nella scia della gigantesca rivoluzione artistica di quegli anni. Tartakower (tanto per citarne uno) fu sicuramente un dadaista scacchistico, come egli stesso ammise in diversi suoi scritti. Poi, superando la pura espressione artistica, che dire dell’evoluzione della psicanalisi, della fisica, e via aggiungendo?
    Sono d’accordo sul giudizio che viene dato di Marshall. Senza nulla togliere alle sue capacità tattiche (famosi i suoi “swindles”;), i suoi limiti “strategici” appaiono, ad una dettagliata analisi, sicuramente più ristretti di quelli di altri giocatori dei decenni a cavallo dei due secoli.
    La citazione di Flamberg non è stata casuale: un giocatore semidimenticato che ha prodotto, nella sua non lunghissima carriera, alcune splendide prove, sia “tattiche” che “strategiche”.
    Grazie a tutti per l’attenzione.
    P.S. Solo per rispondere ad una lievemente acrimoniosa osservazione che mi giunge via e-mail: non occorre essere dei Raffaello per giudicare Michelangelo, è sufficiente usare senso estetico e buon senso (molto più raro del primo), e conoscere abbastanza a fondo la storia dell’arte e la sua evoluzione in senso culturale e sociale. Senza Masaccio e Piero della Francesca saremmo ancora qui a dipingere icone bizantine…

    • avatar
      alfredo 6 Aprile 2013 at 22:23

      che a dire il vero spesso sono molto belle 😉

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    paolo bagnoli 6 Aprile 2013 at 16:07

    P.P.S. L’unica mia certezza è il dubbio.

    • avatar
      alfredo 6 Aprile 2013 at 18:38

      Il dubbio è la legittima difesa della ragione
      io in medicina ho un criterio collaudato per capire chi ci marcia su e vale
      chi ha solo certezze diagnostico – terapeutiche non vale granchè.
      chi giunge a una decisione dopo aver avuto mille dubbi solitamente è un medico migliore .
      mai farsi impressionare dall’apparente sicurezza di molti medici .
      certo di fronte al paziente i dubbi vanno celati per non generare ansia ulteriore ma vanno coltivati dentro
      e gli scacchi aiutano molto , devo dire , nel costruire un percorso dagnostico terapeutico . in fondo affrontare una malattia è come affrontare una partita a scacchi
      c’è una apertura ( anamnesi , sintesi , esame obiettivo , esami —> diagnosi) , un centro ( evoluzione della malattia e revisione critica della diagnosi e della terapia) e un finale . che si spera ovviamente guarigione .
      nel momento in cui non avro’ dubbi e ” sparerò” li una diagnosi di assoluta certezza vorrà dire che non saro piu’ un medico .

  6. avatar
    Fabio Lotti 6 Aprile 2013 at 17:48

    Bravo Paolo (anche per la risposta). Telegrafico perché con la febbre,

  7. avatar
    alfredo 6 Aprile 2013 at 18:14

    Caro Paolo io penso che anche le mutazioni politiche influenzino il modo di affrontare gli scacchi . su questo scrisse un bellissimo e argomentato articolo il MI Lawrence Day all’inizio degli anni 70 che ora non ho piu’ e cercare di sintetizzarlo sarebbe lungo
    per quanto riguarda le critiche private non ti curare . sai quanti insulti ho ricevuto io per alcune idee espresse su fb , uno de motivi per cui mi sono cancellato.
    quello che è unanimente considerato il piu’ grande esperto mondiale di tennis , il finissimo scrittore Gianni Clerici fu solo un discreto giocatore , diciamo un equivalente a una 2N. Eppure il suo nome è nella Hall of Fame del tennis vicino a quelli di Laver , Rosewall, Borg Connors etc ..

  8. avatar
    alfredo 6 Aprile 2013 at 19:12

    caro Paolo tu che tutto sai e che hai un materiale sterminato non avresti le partite del match Palmiotto Norcia giocato a Marina Romea nel 73 , una sorta di campionato emiliano – romagnolo? (anche se il giocatore piu’ forte di quel periodo era Renato Cappello seguito forse dal giovanissimo Taruffi )

  9. avatar
    paolo bagnoli 6 Aprile 2013 at 22:09

    “Io che tutto so” non so proprio dove andare a cercare il materiale che mi chiedi, se non direttamente a casa Palmiotto (e non prendermi per il culo…;). Io quel torneo l’ho giocato e l’ho vinto 7/8 , ma trasportavo legname tra i paria.
    Renato era giocatore di vaglia, ma in fase di definitiva maturazione, mentre Daniele era ancora giovanissimo (e dotatissimo). Per quanto riguarda il match, si sarebbe potuto definire una specie di campionato romagnolo (senza l’ “emiliano”;) visto che entrambi erano di origine romagnolissime (come me): Norcia di Lugo e Palmiotto di Ravenna (come me). E non prendermi per il culo…..

    • avatar
      alfredo 6 Aprile 2013 at 22:19

      guarda Paolo che non ti prendo affatto in giro . ammiro solo la tua grande cultura scacchistica e non solo e la tu ” penna” . mi ricordo he vnse di misura palmiotto ma su l’is fu riportata solo una partita e la curiosità di vedere le altre cinque partite ancora mi rimane . palmiotto non lo vedo da tempo. so che la morte del figlio lo aveva , ovviamente molto prostrato. tu sai come sta ora ?
      Comunque nel 73 mi sembra che R. Cappello fini’ terzo al ci vinto da Micheli e probabilmente era giàsuperiore ai due .

      • avatar
        alfredo 6 Aprile 2013 at 22:31

        vedo che usi frasi latine
        guarda qua mio fratello yuval – flavio
        olre a essere uno dei piu’ importanti esperti al mondo di laser e fibre ottiche al mondo ( a 30 anni già direttore dei pirelli labs) ha vinto il certamen vaticanum con un poema scritto in un latino sopraffino
        ci divide ( oltre al cognome ….) la fede calcistica.
        io sono un tiepido milanista

        http://www.inter.it/it/news/35413

        • avatar
          Mongo 6 Aprile 2013 at 23:37

          Io che ti vado a guardare il sito dei prescritti? Mai e poi mai… dire mai!!!
          Ahimé, ci sono andato. Tutta colpa di un tiepido rossonero. Bellissimo il titolo di uno dei libri scritti da tuo fratello: “De bello derbyco e de reditu Ronaldi”, mi viene voglia di leggerlo. Sai mica dove lo si può trovare?

          • avatar
            alfredo 7 Aprile 2013 at 09:51

            Purtroppo anche nelle migliori famiglie capitano ste disgrazie. Le copie che avevo le ho tutte regalate, forse sarà ristampato ma la sua intenzione era metterlo in rete. Appena posso ti dico.
            Una copia è stata esposta anche in una mostra a Berlino insiema a tutte li gli “oggetti” folli del calcio. Questa folia buona… ma c’erano per dire il motorino scaraventata da San Siro, la testa di maiale lanciata a Figo, traditore per essere passao dal Barca al Real e cose simili.

            • avatar
              alfredo 7 Aprile 2013 at 11:47

              E la nostra famiglia non è certo delle migliori …. 😆

              • avatar
                alfredo 7 Aprile 2013 at 11:51

                Comunque caro Mongo, per allenarti, inizia a leggere questo
                http://dinamico2.unibg.it/recami/erasmo%20docs/SomeRecentSCIENTIFICpapers/ExtendedRelativity/rfg.pdf
                Lo ha scritto sempre lui, ma rifornisciti prima di una scatola di aulin…

                • avatar
                  Mongo 7 Aprile 2013 at 13:22

                  Con l’inglese me la sono cavata egregiamente, ma alla terza equazione sono andato in tilt. 😕

                • avatar
                  alfredo 7 Aprile 2013 at 13:39

                  a mongo : dddai . è un articolo facilino facilino . vabbè venti pagine pubblicate su una delle riviste di fisica con maggior IF e con Erasmo Recami , uno da Nobel ( come avrai visto ha collaborato con un certo Feynman) . sai cosa faccio . Appena ritrovo la mia copia superstite del de bello derbyco etc … la scansisco e te la mando . fammi avere in privato la tua e mail . comunque questo articolo è uno di quelli che stanno alla base dei famosi esprimenti sui neutrini superveloci gran sasso CERN anche se Erasmo è in realtà noto per la sua teoria sui tachioni ( 1973) che non i possono confondere assolutamente con in neutrini pe una questione matematica ben espressa dal Nobel Glashow , che in materia è la corte di cassazione. Comunque Erasmo Recami è il massimo esperto mondiale di Ettore Majorana che come saprai era un grande apassionato del nostro gioco che già praticaa a Catania da bambino . Gioco’ molte partte anche con Heisenber durante il suo soggiorno a Lipsia nel 32 – 33 come io stesso ho potuto leggere dalla copia di queste lettere di Erasmo possiede .

  10. avatar
    paolo bagnoli 6 Aprile 2013 at 23:52

    Per Alfredo: non vedo e non sento Palmiotto da almeno trent’anni, quindi non posso esserti utile, tranne che per il risultato che ricordo come un 3 1/2 a 2 1/2 in favore di Palmiotto. Il latino è uno dei miei grandi amori: sono un accanito sostenitore del suo insegnamento fin dalla 1° media in tutte le scuole. Si impara a parlare un italiano corretto, si ha maggiore facilità ad apprendere lingue straniere come francese, tedesco, spagnolo, ecc. grazie allo studio dell’analisi logica e si acquisisce una “elasticità mentale” che, forse, soltanto gli scacchi possono procurare (ma in ben altro senso!). Sono veramente curioso di leggere quanto mi hai indicato e, una volta o l’altra, ti parlerò del Bar Byron di Ravenna.
    Hai letto il mio “Morphy”? Ti piace?
    Un abbraccio

  11. avatar
    alfredo 7 Aprile 2013 at 09:53

    Grazie Paolo.
    Leggo tutto quello che trovo qui e il tuo Morphy è veramente notevole.
    Avresti dovuto veramente scrivere e non solo di scacchi.

    • avatar
      alfredo 7 Aprile 2013 at 21:10

      Questa è l’unica partita a me nota di quel match.
      Fu publicata da l’IS.
      Non certo una partita iper – moderna.
      Voltaire diceva: “prima di parlare di una cosa definimiamo bene i termini”.
      Ecco ti chiedo: cosa dobbiamo intendere per iper -modernismo (negli scacchi)?

  12. avatar
    Enrico Cecchelli 7 Aprile 2013 at 12:57

    Salve a tutto il popolo di Solo Scacchi. Complimenti a Paolo Bagnoli per i suoi articoli e la sua sorprendente cultura scacchistica. Colgo l’occasione per fare una domanda a lui e a chiunque mi sappia rispondere per una ricerca che sto svolgendo. Chi mi da dire perché il GM O’Kelly non partecipo’ all’interzonale di Saltsjobaden del 48 pur avendone guadagnato l’accesso con la vittoria ad Hilversum? Grazie in anticipo e Buona Domenica a tutti.

  13. avatar
    Enrico Cecchelli 7 Aprile 2013 at 13:15

    Scusate i refusi da iPhone!

  14. avatar
    alfredo 7 Aprile 2013 at 13:58

    caro Enrico fosse ancora vivo il mio grande amico Paoli ( che comunque detestava , ricambiato il conte belga) ti darei subito la risposta
    purtroppo il GM non c’è pi’
    ma si puo’ rimediare credo
    io ti consiglio di scrivere una mail allo storico degli scacchi edward winter , magari attraverso il sito di chess base , anche se la mail di winter dovrei averla . scrivimi in privato se vuoi
    cologo l’occasione di augurarti buona domenica pomeriggio
    io vado a vedermi i mii ex collegh che si fanno un mazo cosi’ alla parigi – roubaix
    ciao !!!

    • avatar
      alfredo 7 Aprile 2013 at 14:47

      caro Enrico
      non so se è cosi’ ma da ” logico” uso il rasoio di Occam
      Entia non sunt multplicanda praeter necessitatem
      ( scusa i miei refusi che non sono da ipad ma da bestia )
      ebbene a hilversum nel 47 a arrivare secondo su Pachman ( in quel torneo gioco’ anche il nostro Castaldi)
      A Saltjosbaden non gioco’ il belga ma Pachman
      si puo’ ragionevolmente supporre che per motivi a noi ( al momento) non noti il conte belga abbia semplicemente rinunciato e sia subentrato il secondo clasificato, ovvero Ludek Pachman .
      non mi sembra che quell’interzonale nascondesse chissà quali misteri .
      comunque se vuoi aere il piu’ autorevole dei pareri rivoliti a chi ti ho detto
      se vuoi contattarmi in privato gli amici di soloscacchi hanno tutti i miei recapti
      ancora ciao !

  15. avatar
    Enrico Cecchelli 7 Aprile 2013 at 15:46

    Grazie, lo farò senz’altro… tra l’altro ho scritto alla federazione belga gioco
    per corrispondenza che mi ha risposto con un laconicissimo “I dont now”.Credo fosse un onore giocare il primo interzonale, di conseguenza mi suonava strano non avesse partecipato. d’altra parte esistono anche i problemi di salute….. Comunque grazie Alfredo, se non riuscissi a farmi riuspondere per canali normali mi permetterò di disturbarti. Ciao a tutti e grazie!

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