Dalla posizione che aveva raggiunto, dopo aver strisciato per una ventina di metri sulle foglie bagnate del sottobosco, riusciva e scorgere soltanto uno scarpone ed un gomito del nemico, un gomito che si muoveva in continuazione.
Regolò il mirino sulla distanza stimata, circa cinquanta metri, poi guardò verso destra nella speranza di trovare un riparo che gli fornisse un migliore angolo di tiro: niente. La betulla dietro la quale si trovava era l’ultima della boscaglia; poi, soltanto campi bagnati dalla recente pioggia.
“Bene, aspetterò. Tanto, prima o poi ti muoverai, bastardo…”
Da dietro l’albero che gli nascondeva il corpo del nemico si levò una nuvoletta di fumo.
“Il tuo sergente non ti ha spiegato che non si fuma quando si è di sentinella? Senza la sigaretta che hai fumato mezz’ora fa non ti avrei visto, ma quella ti ha fottuto”
Guardò lentamente intorno, attento a non rivelare la propria posizione con gesti troppo rapidi e che potessero provocare anche il minimo rumore. Silenzio. Una goccia gli cadde sulla fronte e con un lento movimento della mano la asciugò. Riaccostò l’occhio al mirino telescopico e proprio in quel momento il nemico si sporse per un paio di secondi per afferrare qualcosa posato sul terreno.
“Sei fortunato, ragazzino. Se non era per quella maledetta goccia a quest’ora saresti morto stecchito”
Il viso che aveva intravisto per quei pochi secondi era quello di un adolescente, capelli biondi che in parte ricadevano sulla fronte; trovò una vaga somiglianza con se stesso e scacciò con rabbia quel pensiero.
Il gomito riprese a muoversi, lasciando intravedere di tanto in tanto una mano che reggeva…
“Un coltello? Cosa stai facendo?”
Capì che l’altro stava ammazzando il tempo intagliando qualcosa. La mano si sporse per appoggiare sul terreno l’oggetto di legno, un legno bianco come la neve. Incuriosito, puntò il mirino sull’oggetto che, evidentemente, l’altro aveva terminato di intagliare.
“Sei proprio bravo, ragazzo, una bellissima testa di cavallo”
Accanto a quella testa appena terminata scorse un altro oggetto, bianco come il precedente. Puntò su di esso il mirino e…
“Una torre? Ma, allora, stai intagliando un gioco di scacchi! Pensa un po’, sto per ammazzare un tipo che ha la mia stessa passione!”
Il calcio del fucile gli premeva troppo sulla spalla, e lentamente lo imbracciò meglio.
“Sei bravo a giocare come ad intagliare? Scommetto che potrei darti quel Cavallo di vantaggio. L’anno scorso, prima di questa guerra di merda, IO ho battuto un Grande Maestro in simultanea, IO!! Poi siete arrivati voi bastardi e mia madre e mia sorella…”
Il flusso dei pensieri si interruppe, mentre la gola gli si serrava al ricordo dei due corpi violati e straziati, abbandonati in un lago di sangue sul pavimento della cucina devastata.
“C’eri anche tu con quelli? No, forse no, sei solo un ragazzino al quale hanno messo in mano un fucile, ma pagherai per quello che hanno fatto loro, certo che pagherai, morirai, morirai, morirai…”
Le lacrime gli offuscarono la vista e si passò la mano sugli occhi, mentre il nemico si alzava stiracchiandosi. Prese lentamente la mira, con la vista ancora annebbiata, mentre il ragazzo si chinava a raccogliere la Torre ed il Cavallo. Posò il dito sul grilletto, mentre il ragazzo gli mostrava la schiena. Le lacrime questa volta gli sgorgarono inarrestabili dagli occhi, mentre il ragazzo si guardava attorno tranquillamente, assolutamente ignaro della morte che lo attendeva, per poi incamminarsi verso il folto degli alberi.
“Vai via, bastardo! Vattene! Porta via con te quel Cavallo e quella Torre, e non saprai mai…”
Lasciò cadere il fucile sulle foglie bagnate, nascose il viso nell’incavo del braccio e si abbandonò ai singhiozzi, mentre l’altro scompariva tra le betulle.
Bellissimo…
Martin mi ha rubato il commento: stupendo!!
Bagnoli for president!!
Sì, davvero bello. Mi fa venire in mente “Gens una sumus”.
E’ un segno di speranza: ce n’è bisogno.
Grazie
Ci sono anche io, naturalmente, e aggiungo i miei complimenti.
Paolo Bagnoli è come il buon vino: più invecchia e più ci stupisce.
Stasera proporrei per lui 400 punti Elo in più e 40 anni in meno all’anagrafe.
Se li è meritati, votiamolo.
Per i 40 in meno ci sto, per i 400 in più, assolutamente no. Sono ancora tra gli illusi che le “promozioni” bisogna meritarsele…
sinceri complimenti a Paolo Bagnoli per questa miniatura, questo cammeo che ci ha regalato.Lo leggi in un fiato e alla fine tiri un sospiro di sollievo, è come una carezza su un volto deturpato. Grazie Paolo
PS. perché non usa queste righe come prologo o antefatto per una novella o racconto vero e proprio? La stoffa del narratore c’è (e non la scopro di certo io adesso)
L’avevo scritto parecchi anni fa, ai tempi della guerra nella ex Jugoslavia, ed è saltato fuori dalla montagna di carte che ho in cantina. Era destinato ad un “concorso letterario”, ma ne inviai un altro (che vinse il secondo premio) nel quale gli scacchi vengono appena sfiorati come in questo.
Ero in pieno ventennio di astinenza totale dal gioco (ho ripreso da una decina d’anni) ma gli scacchi, si sa, sono come la gramigna: credi di averli eliminati ma continuano a saltare fuori…. Grazie a tutti per i complimenti.