Un singolare personaggio

Scritto da:  | 22 Giugno 2013 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Personaggi, Stranieri
Personaggi singolari 10
Un singolare personaggio
 
            Nasce ad Utrecht (Olanda) il 5 maggio 1868. Suo padre, Emanuel Salomon, è un antiquario discretamente agiato, e tenta di avviare il figlio sulle proprie orme, ma il figlio (come vedremo più avanti) è un tipetto irrequieto, e a ventuno anni si aggrega ad una spedizione di cercatori d’oro diretti in Argentina.
            Esperienza infelice, visto che troviamo il giovanotto negli Stati Uniti d’America negli ultimi anni del secolo intento a commerciare opere d’arte (soprattutto dipinti). Nel 1899 lo troviamo in Tunisia, l’anno seguente in Egitto (dove tornerà nel 1904), trascorre circa un anno a Barcellona e fa anche una capatina in Italia, il che fa intuire che il denaro non è per lui un problema. Evidentemente, l’attività svolta in America non è stata per lui infruttuosa.
            Nel 1901 rientra in Europa, a Parigi. I mezzi di sostentamento, come abbiamo visto,  non gli mancano, e si scopre pittore e ritrattista di notevole talento, mentre continua a collezionare e commerciare dipinti di ogni genere. Gli piace immensamente giocare a scacchi, e si ritiene un Maestro di questo gioco, ma coltiva anche la scherma, con la spada come arma preferita. E’ in questo periodo che fa la conoscenza di David Janowski, il quale sarà suo ospite quasi fisso.
            Nel 1904 sposa la figlia di un collega e si stabilisce nei dintorni di Parigi, dapprima al castello di Arnouville-les-Gonesses, poi al castello di Suresnes, dove vengono alla luce le sue due figlie (1905 e 1908). Poi, il matrimonio naufraga, e l’educazione delle bambine viene affidata ad una governante girondina, tale Marie Gendraud. Il commercio di dipinti ed opere d’arte in genere continua ad arricchirlo, grazie anche ai contatti di un tempo con alcuni collezionisti americani, che saranno suoi clienti per anni.
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Autoritratto
 
E’ ricco, molto ricco, tanto da essere soprannominato, nell’ambiente, “l’uomo da cinquanta milioni”. Nel 1908, tuttavia, viene colpito da una denuncia infamante: falsario!
            Una lettera inviatagli da Philadelphia il 10 settembre 1908 da un esperto d’arte di origine fiamminga, Cornelis Hofstede de Groot, specifica che diversi dipinti venduti ad un facoltoso collezionista statunitense, Peter Widener, “puzzano” di falso. Un quadro di Jacob Ruisdael (“La cascata”) viene addirittura descritto da De Groot come “umido, flessibile ed appiccicoso” , ben tre Vermeer vengono descritti come “di fattura recente” , il “Portastendardo” di Rembrandt è una copia dell’originale che fa parte della collezi one Rothschild, un Franz Hals è in realtà un dipinto del figlio Jan, due Memling sono anch’essi “moderni” così come un Rubens, e via elencando. La lettera di De Groot non accusa apertamente il nostro, ma lo invita fermamente a “correggere gli errori”.
            La risposta non si fa attendere, ed il 24 settembre de Groot la riceve, leggendo che i quadri venduti negli Stati Uniti non erano né copie né falsi. Resta comunque il fatto che nel 1909 e nel 1911 Widener acquisterà dall’ “uomo da cinquanta milioni” altri due Rembrandt (diabolicum perseverare…) che risulteranno imitazioni.
            Ed è proprio nel 1911 che il presunto falsario cambia nome: da Leonardus Salomon diviene Leo Nardus. Poi, seguono altri viaggi nel Nordafrica, Algeria e Tunisia, nel 1912 e 1913, anno in cui Leo Nardus tiene la prima mostra delle proprie opere alla Galleria Rosenberg di Parigi. Ha quarantacinque anni, spesi in gran parte a viaggiare, a tirare di scherma e a giocare a scacchi (e ad accumulare una fortuna).
            Già, gli scacchi… L’amicizia con Janowski si è in quegli anni rinsaldata e il buon David, “senza amici e senza famiglia” , come lo definirà un collega, approfitta abbondantemente di Leo, pagando il “mantenimento” con lezioni sulle 64 case.  Nardus è convinto che Janowski sia il più grande genio scacchistico mai apparso sulla Terra (assecondando in ciò l’altissima autostima dello stesso Janowski), ma sbaglia: Janowski è un fortissimo giocatore ma, come ebbe a dire di lui Capablanca, è geniale nell’“intuizione”, ma non è in grado di spiegare il perché delle proprie scelte sulla scacchiera.
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David Janowski

Dal 24 gennaio al 7 marzo 1905 Janowski incontra, in match ufficiale presso il Circolo Philidor di Parigi, l’americano Marshall (uno dei maggiori tattici del tempo, se non il maggiore), con vittoria finale di colui che per primo raggiunga l’ottava vittoria draws not counting.
            E’ ovvio che Leo Nardus segue con estremo interesse la sfida tra l’americano e Janowski, ma rimane deluso dall’esito del match, che vede il successo finale di Marshall col punteggio di otto vittorie, quattro patte, e 5 sconfitte. Eppure, come messo in evidenza anche da Alapin pochi giorni dopo la conclusione dell’incontro, Janowski e Nardus rimangono poco convinti della superiorità dell’americano. Tanto poco convinti che, la sera stessa del 7 marzo, Janowski invia a Marshall una lettera nei termini seguenti: “Credo che il risultato del nostro match sia ben lungi dallo stabilire le nostre rispettive forze, al contrario, visto che nella maggioranza delle nostre partite mi sono lasciato sfuggire la vittoria oppure la patta, sono persuaso che normalmente avrei dovuto vincere facilmente . Ho quindi l’onore di sfidarVi in un match di rivincita alle seguenti condizioni: il vincitore sarà il primo a vincere 10 partite escludendo le patte; Vi accordo il vantaggio di 4 partite, cioè le mie prime quattro vittorie non saranno conteggiate; la posta non dovrà essere superiore a 5000 franchi”.
            Anche Marshall aveva, nel frattempo, stretto amicizia con Nardus, generoso finanziatore di Janowski e non meno generoso anfitrione nei confronti dell’americano. I 5000 franchi proposti come borsa del nuovo incontro provenivano, infatti, dal portafoglio di Nardus….. Comunque, il 22 aprile 1905, Marshall risponde da Londra nei seguenti termini: “Accetto la sfida della Vostra lettera del 7 marzo a condizione che possiate ottenere per me gli stessi accordi che il Circolo Philidor ha sottoscritto per il nostro match precedente”.
Nonostante l’accettazione da parte di Marshall, non vi fu accettazione da parte dei dirigenti del Circolo Philidor, cosicché l’incontro di rivincita si potè disputare soltanto tre anni dopo presso il castello di Suresnes, residenza di Nardus, senza particolari condizioni e con termini radicalmente cambiati rispetto a quanto proposto da Janowski (Janowski vincerà col punteggio di +5 =3 -2).
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Frank Marshall
 
Siamo tornati al 1908, anno in cui Nardus (ancora Salomon, ma da tutti conosciuto come “Nardus”, cognome che verrà ufficializzato dopo qualche anno) viene più o meno apertamente accusato di falso. E’ l’anno in cui Lasker viene sfidato da Tarrasch col titolo mondiale in palio,, sfida dalla quale il Praeceptor Germaniae esce con le ossa rotte, e quello seguente è l’anno in cui Janowski, supportato da Nardus, invia una sfida ufficiale al campione del mondo, il quale, tuttavia, si è nel frattempo impegnato a mettere in palio il titolo contro l’austriaco Schlechter.
La sfida di Janowski non giunge inattesa a Lasker, il quale tuttavia deve dare la precedenza a Schlechter. Ciononostante, dietro le insistenze di Janowski e Nardus, viene stipulato un accordo, i cui termini ci dicono quanta fosse l’autostima del primo e quanta l’importanza del secondo. Leggiamo il “contratto” secondo quanto pubblicato da La Stratégienel numero di Febbraio 1910.
 
Accordo per un Match-Campionato del Mondo tra
Il Dr. E. Lasker e D. Janowski
 
1 – Il match si giocherà all’ottava vittoria, senza contare le patte.
2 – Il limite di tempo è di 15 mosse all’ora.
3 – Si giocherà cinque giorni alla settimana.
 
eccetera per altri 14 articoli, dai quali emerge la centralità della figura di Nardus. All’articolo 7, ad esempio, si legge che “verranno richiesti fondi al mondo scacchistico per conferire un premio al vincitore, ed allo scopo di confermare il match il signor L. Nardus ha promesso una sottoscrizione” ed al 17 si dichiara che “il signor L. Nardus è nominato arbitro”. Prudentemente, l’articolo 15 dichiara che “se il dottor E. Lasker perderà il suo titolo nel suo imminente match contro Schlechter il presente accordo sarà ovviamente nullo”.
 
            Lasker riuscì a pattare contro Schlechter (+1 =8 -1) anche per le condizioni giugulatorie alle quali aveva sottoposto lo sfidante il quale, sulla breve distanza di 10 partite, avrebbe dovuto vincere per 6 a 4. Janowski e Nardus esultarono: l’incontro per il titolo mondiale si sarebbe giocato.
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Personaggi singolari 5
 
Emanuel Lasker
 

Si giocò a Berlino con inizio l’8 novembre 1910, e fu un massacro: Janowski riuscì a pattare tre partite mentre, sotto gli occhi attoniti di Nardus, Lasker inanellò una vittoria dopo l’altra, fino alla rapida conclusione del match col risultato di +8 =3 -0 . Da quel momento i rapporti di Nardus con Janowski iniziarono a raffreddarsi, mentre si stringevano quelli tra Nardus e Marshall; i due appaiono in diverse foto dell’epoca scattate durante i viaggi africani del mercante d’arte. Marshall arriverà a dedicare a Nardus la sua Modern Analysis of the Chess Openings con le seguenti parole:

Amicizia.
Dedico quest’opera
Al
Mio caro amico
Leo Nardus
L’artista olandese di Suresnes, Francia,
Il cui nome è ben noto negli Scacchi
Un forte dilettante, entusiasta ed autentico innamorato del nostro nobile passatempo.
 
E torniamo così al 1913, quando Nardus e Janowski partono per Scheveningen, la città olandese che ha organizzato un torneo che allinea ai nastri di partenza alcuni forti giocatori, oltre a qualche prodotto locale (Olland, TeKolsté, Geus, Loman, Speyer, Schelfhout, e Arnold Van Foreest). La manifestazione è appannaggio di Alekhine, che stacca di mezzo punto Janowski il quale, pur avendo battuto il vincitore, perderà contro il quarto classificato Yates e dovrà accontentarsi della patta contro Mieses.
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Gyula Breyer
 
Mentre Janowski gioca, Nardus disegna. Sono di quei giorni alcuni suoi schizzi-ritratti a carboncino, presi “al volo” come fa rilevare Hoffer nella rubrica del Field: “Tra i visitatori c’era il signor Nardus, che generosamente ha fornito i suoi schizzi (…) relativi ai giocatori impegnati sulla scacchiera. Nonostante abbia disegnato alla velocità di un fulmine e con grande difficoltà, con i giocatori che cambiavano continuamente postura e con gli spettatori che gli si piazzavano davanti, è riuscito a completarne cinque…”.
             Venti di guerra iniziano a soffiare sull’Europa, con i Balcani a fare da polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro. Il casus belli è l’assassinio dell’arciduca Ferdinando a Sarajevo. Partono dichiarazioni di guerra mentre si sta disputando il torneo di Mannheim, dove Alekhine è in testa alla classifica parziale, e Janowski fa parte del gruppetto di inseguitori.
            Nardus, i cui rapporti con Janowski sono ormai gelidi (quest’ultimo ha definito Nardus, nel corso di una analisi, “un idiota scacchistico”) decide di lasciare la Francia per stabilirsi nella cittadina di Blaricum, una ventina di chilometri a sudovest di Amsterdam. Janowski, dapprima fatto prigioniero come cittadino di potenza ostile (nato in Polonia aveva tuttavia preso la cittadinanza francese) viene quasi subito rilasciato dai tedeschi e prende la via degli Stati Uniti.
Nel 1917 (22 gennaio) il Times pubblica quanto segue: “Una vendita a beneficio della Croce Rossa francese avrà luogo domani nei locali della Frederick Muller & Co. di Amsterdam. La parte principale consisterà di 49 quadri ed 8 disegni dell’artista Leonardus Nardus di Utrecht, che donerà il ricavato. La maggior parte di essi sono di personaggi eminenti nella scherma, nella corrida e negli scacchi: i campioni di scacchi di Berlino, della Francia e dell’America, diversi maestri d’arme ed il torero El Marjo, appaiono come i migliori della collezione”.
La guerra termina con la sconfitta degli Imperi Centrali, e Nardus decide che l’Europa gli va stretta. Grazie alla sua ancora enorme disponibilità di denaro, sceglie come sua nuova residenza la Tunisia, acquista un palazzotto a La Marsa (nei pressi di Tunisi) e lì si fa raggiungere dalle figlie con l’inseparabile governante bordolese. Tuttavia, lì viene raggiunto anche dalla citazione in giudizio da parte della ex moglie, e prudentemente intesta tutta la sua collezione di dipinti (156 opere, tra cui anche dei Rembrandt, Rubens, Velasquez e Hals) all’amico e socio in affari Arnold Van Buuren.
           
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La Marsa Tunisia, 1930
 
Una brutta tegola è per lui la grande crisi del ’29, nella quale va in fumo gran parte dei suoi investimenti, ma Nardus è comunque in grado di proseguire la sua tranquilla vita da pensionato di lusso in Tunisia, dove non manca di finanziare alcuni artisti locali. Poi, a 71 anni, deve assistere allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, all’arresto del socio nel 1941 da parte dei nazisti (Van Buuren morirà in carcere), ed al sequestro della collezione che verrà dispersa in vari modi. Gli rimane quanto possiede in Tunisia, ma nel 1951 è costretto a cedere ad un agente immobiliare il suo buen retiro di La Marsa in cambio di un vitalizio.
            Morirà nel giugno del 1955, a 87 anni.
            Cadrà nel dimenticatoio per circa mezzo secolo, fino a quando verrà ricordato in alcuni scritti dello storico dell’arte Jonathan Lopez che lo definirà come “ (…) in grado di parlare quattro lingue, campione di scherma e Maestro di scacchi internazionalmente conosciuto, Nardus era dotato di grande carisma, ed usò il proprio fascino con effetti devastanti.
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Foto tratte dalla galleria pubblica di Facebook di Patrick Neslias che ringraziamo sentitamente.

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Un singolare personaggio

  1. avatar
    Ivano E. Pollini 22 Giugno 2013 at 10:38

    Che dire a Paolo Bagnoli?

    Quest’articolo è notevole per interesse storico, originalità, belle fotografie d’epoca (Nardus, Janowsky e Lasker) e un grande piacere nella lettura fluida e avvincente.

    Certo per me, che conosco solo un pò gli scacchi fino al periodo 1938(AVRO)-1948(Wd. Ch.)(!?), ed ho principalmente studiato i vari campioni da Morphy a Capa, queste notizie sono molto interessanti e anche istruttive (!!)

    Grazie Paolo!

    E complimenti

    😆

    IEP

  2. avatar
    Enrico Cecchelli 22 Giugno 2013 at 14:50

    Non trovo aggettivi adeguati. Interessantissimo!
    Grazie per quest’altra preziosissima “perla”

  3. avatar
    paolo bagnoli 23 Giugno 2013 at 10:32

    Grazie a voi! Non capisco il motivo per il quale le altre interessanti (a mio avviso) immagini non siano state pubblicate. Forse perché coperte da copyright?

  4. avatar
    Enrico Cecchelli 23 Giugno 2013 at 19:33

    Credo per il copyright… ricordo che almeno alcune foto
    di quelle dell’articolo le avevo viste su chess notes di Edward
    Winter e qualcuno in passato mi ha detto che quel sito è molto geloso e combattivo … almeno per le cose giunte loro o pubblicate in prima battuta
    ( non a loro volta riprese ).
    Ma è una mia personale interpretazione non conoscendo il materiale.

    • avatar
      Martin Eden 6 Luglio 2013 at 10:49

      Abbiamo avuto il permesso scritto di Patrick Neslias, attuale detentore delle fotografie in formato cartaceo, a pubblicarle.

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