Oggi non è domani

Scritto da:  | 6 Giugno 2013 | 30 Commenti | Categoria: Curiosità, Zibaldone

incontro con Arianne Caoili

Oggi non e domani

Scrivo per sciogliere un nodo alla gola, ieri scrivevo per me, per risolvere un problema, ma oggi invece devo raccontarvi il mio torneo.

Mio torneo: il primo turno l’ho perso, il secondo l’ho vinto (ma con un aversario debole, non me ne voglia se dico la verità).

Quanto alla mia vittoria al terzo turno, ecco le prime mosse (io sono il nero): 1.e4 c5 2. Cf3 e6 3. d4 cxd4 4.Cxd4 d5?? La premessa di un massacro da parte del bianco, infatti mi sono ben presto trovata con qualità e un pedone in meno, a chiedermi perché diavolo non abbandonavo. Perché c’era ancora una mossa che il mio avversario poteva fare per perdere torre. L’ha fatta. Ha perso torre.

I suoi lamenti si son sentiti per mezza sala, io mi sono messa una mano sulla bocca nel tentativo di soffocare una risata. E stamattina il mio avversario -Maestro- stava male e sì è ritirato dal torneo. Fra mezz’ora inizierò un partita che non merito di giocare, in terza scacchiera, occupando un posto che spettava a un Maestro, con un avversario troppo forte, che dovrebbe darmi lezioni, invece di legnate. Il Maestro Internazionale femminile Arianne Caoili. Auguratemi buona fortuna. Il suo secondo è Aronian, il mio è Paolo Alfier. Sono stata in sede in sede di gioco, ho il bianco. Mi hanno detto che avevo mezzora d’anticipo. Sarà una partita bellissima, mi sono lamentata abbastanza ora tiro fuori gli artigli. Perchè lei, signori, vede la stessa scacchiera che vedo io, segue le stesse regole dello stesso gioco.

Sarò più d’un Maestro, ve lo assicuro.

Ho coperto il mio Elo sul cartellino con una scatola di caramelle, perché faceva impressione. Un uomo è passato, ha tolto il cartellino, la sua faccia a cambiato espressione, ha cominciato a borbottare: “Great, great!” Credo di essere arrossita violentemente, gli ho spiegato in italiano stretto per quale accidente ero lì. Non ha capito niente. Ad un certo punto ho tirato via il pacchetto e ho pensato “Sentite il mio elo è questo, se avete problemi andate dall’arbitro”. Ribollivo, ma perlomeno siamo entrati in una Spagnola, che conosco bene. Il problema era che il mio Alfiere in e3 ha rotto le balle mezza partita, ma soprattutto avevo paura della spinta in f5 (mai effettuata) ed è questa paura che concretamente mi ha condotto alla sconfitta, alla fine, quando il mio cervello era stato spremuto al massimo. Continuavo a pensare ad Aronian che rideva del mio Alfiere in e3, l’avrebbe raccontato ai suoi amici Vishy e Magnus e sarei stata sputtanata a livello internazionale. Ci ho messo tre ore a perdere. Alla fine le emozioni, la tensione sono uscite fuori sotto forma di lacrime. Il mio esame di geografia sarà molto più facile, ho pensato e mi sono calmata. Almeno ho azzeccato un risultato al Totomannu. Ok, non ho perso perchè lei ha Aronian come fidanzato (lui l’avrà fatta divertire invece di insegnarle), né perché lei era più forte, nè per il fantasma di f5. Ho perso perhé ho scommesso sulla mia sconfitta.

PS: oggi, 5 giugno, ho perso contro un CM, oggi si ritorna sul pianeta Terra, gente, dopo aver abbassato la media elo delle prime scacchiere. Ma domani decollerò di nuovo.

Porto Mannu in pillole 12

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avatar Scritto da: Cecilia Alfier (Qui gli altri suoi articoli)


30 Commenti a Oggi non è domani

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    Martin Eden 6 Giugno 2013 at 06:20

    Bellissimo…

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    Marramaquis 6 Giugno 2013 at 09:01

    Cecilia, complimenti. Non hai soltanto scritto per te e per il tuo nodo alla gola.
    Hai scritto per tutti noi una bella, gustosa e sincera pagina di vita e di scacchi, qualcosa che tanti grandi maestri non faranno mai perché sono grandi maestri ma “non sanno”. Infiniti auguri.

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    Roberto Messa 6 Giugno 2013 at 09:55

    Grazie Cecilia. I tornei di scacchi sono sempre un’occasione di incontro tra persone e qui a Porto Mannu ho avuto la fortuna di conoscere anche te!
    Ti dedico uno dei fiori che ho fotografato in questo piccolo angolo di paradiso.
    Porto Mannu floreale

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    Abu Yasin 6 Giugno 2013 at 10:37

    Beh,

    con buona pace di armeni, indiani e norvegesi, quello che posso dirti è che da oggi hai un tifoso in più…

    Complimenti e in bocca al lupo per le rimanenti partite…

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      Franco Trabattoni 6 Giugno 2013 at 16:18

      Due.

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    Mongo 6 Giugno 2013 at 11:01

    Ho letto da qualche parte che la minaccia/paura di una certa mossa sia più forte della mossa stessa.
    Come mi manca Porto Mannu!! 😥
    L’anno prossimo, giurin giuretta, niente traslochi, niente esami scolastici per la figlia e fan bagno eventuali migrazioni bancarie, io ci sarò!!!
    La redazione di SoloScacchi da qui sino a fine torneo, tiferà per la Cecilia. 😛

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    Roberto Messa 6 Giugno 2013 at 19:18

    Mongo, aiuto! La fanciulla ci vuole fare neri, vai a vedere il suo profilo Facebook e capirai. Io ho provato ad ammansirla con un omaggio floreale, ma ci vuol altro… questa è tosta davvero! 😉

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      Franco Trabattoni 6 Giugno 2013 at 21:37

      Essendo tra i pochi che evitano Facebook come la peste, mi rimane un’acuta curiosità insoddisfatta. Se la fanciulla è l’Alfier, mi pare che tutti ne abbiano detto bene.

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        Roberto Messa 6 Giugno 2013 at 22:28

        Franco, in cuor mio anch’io detesto “faccialibro” per tanti motivi (uno dei quali è questo neo-oligopolio cultural economico di gruppi come Google, Facebook, Amazon ecc.) ma sono stato costretto ad entrarci per motivi di lavoro (comunicazione con migliaia di scacchisti che lo frequentano assiduamente) e devo dire che ne escono anche cose molte buone, a volte…
        Tornando a Cecilia, tutto bene, incluso il piglio con il quale mi ha molto simpaticamente apostrofato in Facebook.
        Sono sicuro che scriverà ancora qualche bella pagina per SoloScacchi.

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          Franco Trabattoni 6 Giugno 2013 at 23:32

          È ovvio, Roberto, quello che dici, e io sono ben lontano da certi miei colleghi che fanno gli schizzinosi solo per boria intellettuale. Anzi, stando fuori da Facebook mi ritrovo spesso, come in questo caso, con molte curiosità insoddisfatte (e spesso anche molto più frivole di questa). Se evito Facebook è solo per una ragione uguale e contraria alla tua: per motivi che capirai facilmente, credo che per uno che fa il mio lavoro sia meglio restare fuori. Aggiungo, in postilla, un’osservazione. La prosa di questa ragazza mi ha molto favorevolmente colpito. Spero anch’io di poterla leggere di nuovo.

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            Jas Fasola 6 Giugno 2013 at 23:43

            beh, ma non bisogna essere iscritti a Facebook per leggerlo… sono furbi quelli 😆 basta mettere su Google “facebook cecilia alfier” e lo puoi leggere (invece Twitter credo che non si possa 😕 )

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              Mongo 7 Giugno 2013 at 00:42

              L’ho conosciuta l’anno scorso in quel di Acqui Terme, lei faceva il Campionato italiano femminile io l’open B, giocammo un paio di partite a contatto di ruote. Onde evitare dispiaceri e flagellazioni, me la sono già fatta amica. Guai a chi la tocca!! 😉

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    Paolo Bagnoli 6 Giugno 2013 at 21:02

    Questo è lo “spirito” scacchistico che preferisco !

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    Martino Garonzi 7 Giugno 2013 at 09:05

    Ciao Cecilia, mi è piaciuto quello che hai scritto. Credo di averti visto al campionato regionale veneto. Secondo me gli ostacoli al gioco sono generati da me stesso, dai miei pensieri e da quello che credo di essere. In parte, lo dimostra il fatto che per qualche ragione dopo aver fatto una mossa la mia comprensione della posizione cresce improvvisamente, per esempio credo succeda a tutti di accorgersi che una mossa è un errore madornale solo dopo averla fatta. E c’è negli scacchi una costante tendenza all’umiliazione dell’avversario, per cui chi è predisposto ad essa ne soffre. Io ho passato troppo tempo a sentirmi umiliato, e il mio gioco ne ha risentito. Anch’io mi immagino giocatori “forti” che commentano i miei pezzi mal posizionati o le mie mosse dubbie. Chissenefrega. A priori, quella posizione io l’ho capita meglio di loro, perché loro, udite udite, sono degli esseri umani e fanno errori (se ne trova conferma seguendo i supertornei). Quindi tutte quelle voci e quei pensieri fuorvianti sono solo un “baccano” bello e buono (ho pensato molto prima di raggiungere questa parola e il suo significato). Quando giochiamo siamo virtualmente da soli con le nostre valutazioni, e dico “virtualmente” per via del baccano che, se non abbiamo imparato a gestire, entra in gioco con noi e ci ostacola ogni volta che abbiamo un’idea stramba che non rientra nei canoni della teoria attuale del gioco, cioè che si discosta dall’opinione comune, o che noi riteniamo essere comune, delle singole posizioni. E’ così, gli scacchi sono un gioco che si presta alle valutazioni avventate, ed è per questo che è popolare. Ma ci sono persone che preferiscono valutazioni ponderate, e queste ultime persone devono liberarsi del baccano generato dagli avventati. Infine, fare errori è utile. E non voglio sentirmi male solo perché ritengo che la mossa che voglio fare sia considerata un errore dal baccano. Lo sia, un errore, ma almeno lo sto facendo io e sarà utile a me. La paura degli errori è una piaga che secondo me va curata. Per concludere, non ci sono MAI motivi per sentirsi umiliati, quindi il lavoro da fare è praticamente solo interiore.

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      Mongo 7 Giugno 2013 at 11:55

      Ciao Martino, che bello trovarti qui tra i nostri lettori.
      Ci siamo conosciuti durante i 12 tornei organizzati dalla Nadia e dal Markus – come mi mancano – e alle lezioni tenute dal mitico Lexy, in quella bella città che è la tua Verona.

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    Antonio Cerina 7 Giugno 2013 at 15:52

    Caro Martino,mi sento perfettamente in sintonia con quello che hai scritto.
    Non ti conosco personalmente,ma posso dire che il tuo discorso è perfettamente esatto.
    Invio a te e al Mongo un carissimo saluto

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      Franco Trabattoni 8 Giugno 2013 at 22:20

      Vi vorrei raccontare una cosa. Nel dicembe del 1977 ho partecipato al torneo a inviti del Banco di Roma. Dopo un inizio positivo tutto ha cominciato a andare a rotoli. A parzialissima scusante posso dire che in corso d’opera ero stato risucchiato nel vortice della “dolce vita” romana (Zichichi non me lo ha mai perdonato). Da allora ho memorizzato per sempre il numero del radiotaxi che chiamavo a notte fonda per riportarmi dal centro di Roma a Settebagni. Dopo una di queste nottate (non dico che sia stata decisiva, beninteso) ho giocato, col nero, contro Vaganjan. Dopo poco più di venti mosse per una manovra molto incauta la mia donna finisce intrappolata. Mentre sto guardando la posizione per decidere se c’è un’alternativa dignitosa all’abbandono immediato, Mariotti passa accanto alla nostra scacchiera e inizia a sghignazzare senza ritegno. Il riso, si sa, è contagioso, per cui poco dopo Sergio si mette a ridere Vaganjan, e immediatamente dopo anch’io. Insomma, quell’angolo della silenziosa e compassata sala-torneo si era improvvisamente trasformato in un tavolo da osteria (tra gli sguardi attoniti degli altri giocatori e del pubblico, che non riuscivano assolutamente a capire che cosa stava succedendo). L’episodio, esattamente come ve lo racconto, fu riportato poco tempo dopo dal settimanale russo “64”. La morale di questa favola? Non vi preoccupate troppo se i giocatori più forti ridono delle vostre mosse; anzi, se riuscite a riderne anche voi vuol dire che avete capito i vostri errori; e questa è la premessa necessaria per non ripeterli.

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        Marramaquis 9 Giugno 2013 at 09:23

        Beh, ma adesso ci piacerebbe vedere pubblicata su SoloScacchi quella tua partita con Vaganjan, alla quale penso proprio di aver assistito fra il pubblico. Che ne dici? Prometto che, come allora, non scoppierò a ridere.

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          Franco Trabattoni 9 Giugno 2013 at 13:03

          Richiesta legittima. Dammi il tempo e lo faccio. Mi stupisco solo che Alfredo non mi abbia già preceduto.

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    alfredo 9 Giugno 2013 at 15:26

    ciao!
    sulla partita di Roma 77 deve essere caduta una sorta di ” damnatio Memoriae”.
    Non la ricordo e non viene citata neppure nella esauriente cronaca del torneo fatta da Paoli per l’IS
    per cui aspetto fiducioso l’intervento di Franco
    mi ricordo invece di una interessante conclusione di una Vaganian – Trabattoni Reggio – Emilia 1981 – 82
    il torneo di Roma 77 fu ricco di belle partite.
    La vittoria di Tatai su Vaganian e quella di Vaganian su Passerotti ad esempio .
    Franco vinse bene con Toth ma buttò via una vittoria con il povero Ostojic .
    a dire il vero rivedendo la cronaca ci sarebbe da apportare una piccola correzione ad un post di Franco di qualche tempo fa.
    Comunque gan bel torneo fu !
    Buona domenica a tutti gli amici 😀

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      Franco Trabattoni 9 Giugno 2013 at 17:58

      Quale correzione (sono curioso)?

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    alfredo 9 Giugno 2013 at 19:35

    palando di Mariotti qui scrivesti che il tuo score contro di lui era di tre patte .
    rivedendo la tabella di Roma 77 ho visto che a Roma 77 il Sergione lionn allora ed oro multicrinito crinito ha vinto 😉

  12. avatar
    alfredo 9 Giugno 2013 at 19:50

    mi vergogno di come ho scritto
    lo ammetto

  13. avatar
    Franco Trabattoni 9 Giugno 2013 at 20:01

    In effetti hai ragione. Io mi ricordavo di essere andato in busta con posizione pari, e che Sergio per questo era molto contrariato (del tipo: gioca male contro tutti tranne che con me). Poi ho semplicemente dimenticato di aver perso la “busta”…

  14. avatar
    alfredo 9 Giugno 2013 at 20:07

    in effetti Paoli scrive
    ” Mariotti pena molto nel battere Trabattoni e ci riesci solo dopo alcune inesattezze del giovane maestro”
    Comunque per quanto riguarda ” Eafik” ( che ritengo con Ljuboievic il piu’ straordinario tattico della sua generazione) mi chiedo se si sia messo a ridere vedendo a Valenza Po nel 74 mi sembra il suo avversario ( il CM Serpilli) abbandonare in posizione vinta!

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    Punta Arenas 29 Giugno 2013 at 11:48

    Vaganian rideva per la tua donna intrappolata??? Ma chi si crede di essere?
    Sapessi come rido ancora io, a crepapelle, 😆 nel ricordare la sua sconfitta con Tal del
    1973, a Dubna:

    1. e4 e6 2. d4 d5 3. Nd2 Nc6 4. Ngf3 Nf6 5. e5 Nd7 6. Nb3 f6 7. Bb5 fxe5 8. dxe5 Nc5 9. Ng5 Bd7 10. Bxc6 bxc6 11. Qh5 g6 12. Qf3

    E qui Vaganian abbandona, perché dopo la forzata 12…De7 segue 13. Cxc5 Dxc5 14. Df7+ Rd8 15. Df6+ e perde una Torre netta.

    Notare che quando giocò questa “partita” (se così si può definire la performance del Nero), Vaganian era già gm da 3 anni.

    E allora, uno che da gm gioca come un amateur in simultanea, e perde in sole 12 mosse a tempo lungo, perde anche il diritto di ridere delle cappelle altrui. E non importa che il Bianco fosse Tal. Ce n’è di gente che ha giocato con Tal e non ha perso in 12 mosse…

    Oltre tutto mica è l’unica.

    Vedere ad esempio la Vaganian -Planinc del 1974

    1. d4 Nf6 2. c4 c5 3. Nf3 cxd4 4. Nxd4 e6 5. Nc3 Bb4 6. Ndb5 O-O 7. a3 Bxc3 8. Nxc3 d5 9. Bg5 h6 10. Bxf6 Qxf6 11. cxd5 exd5 12. Qxd5 Rd8 13. Qf3 Qb6 14. Rd1 Rxd1 15. Nxd1 Nc6 16. Qe3 Nd4 17. Qe8 Kh7 18. e3 Nc2 19. Kd2 Bf5 20. Qxa8 Qd6 21. Kc1 Na1 22. Qxb7 Qc7 0-1

    o la Vaganian – Tseshkovsky (sempre 1974)

    1. Nf3 g6 2. c4 Bg7 3. d4 Nf6 4. g3 c5 5. Nc3 O-O 6. d5 d6 7. Bg2 e6 8. O-O exd5 9. cxd5 Re8 10. Nd2 Nbd7 11. Rb1 a6 12. a4 Rb8 13. b4 b5 14. axb5 axb5 15. bxc5 b4 16. Nce4 Nxc5 17. Nxc5 dxc5 18. e4 Ba6 19. Qb3 c4 20. Nxc4 Nxe4 21. Re1 Nc5 0-1

    E la Garcia – Vaganian all’izt di Rio 1979?

    1. c4 e5 2. Nc3 d6 3. e3 g6 4. d4 Nd7 5. Nf3 Ngf6 6. Be2 Bg7 7. O-O O-O 8. b3 Re8 9. Qc2 e4 10. Nd2 Qe7 11. Ba3 c6 12. Rae1 c5 13. f3 exf3 14. Bxf3 Nf8 15. dxc5 dxc5 16. Nd5 Nxd5 17. cxd5 Bf5 18. e4 Bd4 19. Kh1 Rac8 20. Rd1 Bd7 21. Nc4 Bg7 22. e5 Bb5 23. Rfe1 Bxc4 24. Qxc4 Bxe5 25. d6 Qf6 26. Bxb7 Bxd6 27. Rf1 Qe7 28. Bxc8 1-0

    super-massacro!

    E la Vaganian – Pancenko del 1981?
    1. d4 d5 2. c4 e6 3. Nc3 Nf6 4. Nf3 c6 5. e3 Nbd7 6. Bd3 dxc4 7. Bxc4 b5 8. Bd3 a6 9. e4 c5 10. d5 c4 11. dxe6 fxe6 12. Bc2 Qc7 13. O-O Bc5 14. b3 O-O 15. h3 Ne5 16. bxc4 Nfg4 17. Nxe5 Nxf2 18. Qh5 g6 19. Qe2 Nxh3 20. Kh2 Qxe5 21. Kxh3 Qxc3 0-1

    Come sparare sulla croce rossa (o croce bianca)!

    Ma ancora più umoristica la pollata che Vaganian gioca con Psakhis nel 1982

    Vaganian – Psakhis Mosca 1982

    1. c4 e5 2. Nc3 Nf6 3. g3 d5 4. cxd5 Nxd5 5. Bg2 Nb6 6. Nf3 Nc6 7. d3 Be7 8. a3 Be6 9. O-O O-O 10. b4 f6 11. Be3 Qe8 12. Bxb6 axb6 13. d4 exd4 14. Nxd4 Bc4 15. Nd5 Qd7 16. Nxc6 bxc6 17. Nxe7 Qxe7 18. Bxc6 Rad8 19. Qc1 b5 20. Bf3 c5 21. bxc5 Qxc5 22. Qc3 Qf5 23. Rfd1 Qe5 24. Rdc1 Rd1

    La cappellona 24 Tdc1?? permette il classico trucchettino da poco con 24…Td1+ e poi 25…Dxc3 e il bianco perde la Ta1.

    E si potrebbe continuare a lungo…(anche Barlocco poteva prendergli un Alfiere, mi pare).

    No, mi spiace, ma Vaganian, con tutto il rispetto, non ha di che ridere delle cappelle altrui.

  16. avatar
    alfredo 29 Giugno 2013 at 12:54

    comunque sia Vaganian è un giocatore moto sportivo e corretto, oltre che una delle persone piu’ simpatiche del mondo degli scacchi
    non credo che ridesse pe prendere in giro Franco
    Fu un attacco di ” riso” come a volte succede
    per quanto riguarda la partita con Planinc non la perse certo per una cappella
    Planinc gioco’ un capolavoro immortale
    e a quanto lessi Vaganian si complimento’ caldamente con lui
    ma comunque questa partita tra Vaganian e Franco deve pur saltare fuori prima o poi
    PS
    comunque ripeto : con Ljuboievic fu il piu’ forte giocatore da un punto di vista tattico deli anni 70 e 80
    abbiamo dimenticato il suo capolavoro contro Resherwsky del 1975 ?

  17. avatar
    Punta Arenas 29 Giugno 2013 at 13:43

    @Alfredo

    Sì, credo tu abbia ragione…
    Ma allora la colpa fu di Mariotti, che fu il primo a sghignazzare!

    Hai presente la sua sconfitta con Tal, in 27 mosse nel 1975 a Milano, quando provò con l’attacco dei 44 pedoni? 😆

    Cmq, se uno perde in 22 mosse col Bianco, la cappella l’ha fatta eccome

    • avatar
      Jas Fasola 29 Giugno 2013 at 13:54

      Quello era l’attacco dei 44 gatti :mrgreen:

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